Il direttore del Fmi, candidato alla presidenza francese del 2012, ha inviato all'executive board del Fondo una lettera formale di dimissioni con effetto immediato, datata 18 maggio.
Strauss-Kahn mantiene la sua linea difensiva dichiarandosi innocente e farà di tutto per provarlo.
"E' con infinita tristezza che presento le mie dimissioni" – è quanto si legge nella lettera – “Penso a proteggere in questo momento un'istituzione che ho servito con onore e devozione " – continua, spiegando il motivo della sua decisione mostrando così un atto di lealtà e di rispetto per l’istituzione.
“In questo momento penso in particolare a mia moglie, che amo più di ogni altra cosa, ai miei figli, alla mia famiglia ed ai miei amici. A tutti voglio dire che nego con la massima fermezza possibile ogni accusa che è stata fatta contro di me. Spenderò tutte le mie forze, tutto il mio tempo e tutte le mie energie per provare la mia innocenza" – conclude Strauss-Khan...
A meno di ventiquattro ore dalle dimissioni il successore ad interim di Strauss-Kahn è stato già segnalato in John Lipsky che finora ricopriva il ruolo di numero due nell’organizzazione - lo si legge nel comunicato del Fondo.
Alla successione del dimissionario direttore spunta anche un candidato cinese, Zhu Min, consigliere speciale dello stesso Strauss-Kahn, e vice governatore della Banca centrale cinese fino al 2010.
Secondo la tradizione, dal 1946 è un europeo a guidare il Fmi e un americano la Banca Mondiale.
I Paesi emergenti premono però per essere più rappresentati e potrebbero tentare l'affondo alla conquista della guida dell'istituto mentre l'Europa punta a mantenere la leadership.
La cancelliera tedesca Angela Merkel dichiara che ci sono “buone ragioni” perché la direzione del Fmi rimanga all'Europa: del resto l’Europa è il primo azionista del Fmi.
La stampa cinese da molto credito alla possibilità che non sia più un europeo a guidare il Fmi ma un esponente dei paesi emergenti così fa anche i nome di Zhou Xiaochuan, attuale governatore della banca centrale cinese, dell'indiano Montek Singh Alhuwalia, dell'ex ministro delle finanze sudafricano Trevor Manuel, dell'ex presidente della banca centrale brasiliana Arminio Fraga e di altri candidati di Singapore, Turchia e Messico.
Per alcuni però, in seguito alla crisi globale del 2008 e la crisi del debito che hanno coinvolto Grecia, Irlanda e Portogallo, un cambio della guardia a favore di un candidato non europeo fa temere una mancanza di supporto per i programmi europei.
Le dimissioni di Strauss-Kahn hanno creato non solo problemi di successione ma anche, e soprattutto, conseguenze sull’attività del Fmi per il ruolo centrale che l’ex direttore aveva assunto nel Fondo ridando vitalità ad un’organizzazione giudicata ormai quasi inutile. Fu proprio grazie a Strauss-Kahn che il Fmi riuscì a imporre il suo ruolo “salvifico”, oltre che di verifica e controllo, anche nei confronti delle economie più avanzate, fino ad arrivare al contributo essenziale nel salvataggio dei Paesi europei a rischio crack: Irlanda, Portogallo e Grecia.
Per il Financial Times esce di scena uno dei più convinti fautori dei salvataggi di Grecia, Irlanda e Portogallo. Perla Grecia, si discute ora della possibilità di ampliare a 170 miliardi di euro il piano di aiuti in cambio di una serie di privatizzazioni che avrebbero dovuto riguardare la società elettrica e gli acquedotti di Atene e Salonicco. Per il Portogallo le autorità europee devono formalizzare il piano di aiuti da 75 miliardi di euro, così come concordato a Lisbona. Per l’Irlanda, infine, si deve discutere la richiesta di Dublino di estendere la maturazione del debito, allungando le scadenze per i rimborsi.
.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.