giovedì 19 maggio 2011

Strauss-Kahn incastrato?


La vicenda di Strauss-KaHn continua ad essere sotto i riflettori internazionali e ad animare i dibattiti tra chi sostiene che il direttore del Fmi sia stato incastrato da oppositori politici e chi invece è convinto della sua colpevolezza.

Il direttore del Fmi, candidato alla presidenza francese del 2012, ha inviato all'executive board del Fondo una lettera formale di dimissioni con effetto immediato, datata 18 maggio.
Strauss-Kahn mantiene la sua linea difensiva dichiarandosi innocente e farà di tutto per provarlo.
"E' con infinita tristezza che presento le mie dimissioni" – è quanto si legge nella lettera – “Penso a proteggere in questo momento un'istituzione che ho servito con onore e devozione " – continua, spiegando il motivo della sua decisione mostrando così un atto di lealtà e di rispetto per l’istituzione.
“In questo momento penso in particolare a mia moglie, che amo più di ogni altra cosa, ai miei figli, alla mia famiglia ed ai miei amici. A tutti voglio dire che nego con la massima fermezza possibile ogni accusa che è stata fatta contro di me. Spenderò tutte le mie forze, tutto il mio tempo e tutte le mie energie per provare la mia innocenza" – conclude Strauss-Khan... 
Oggi è stata fissata una nuova udienza a New York, davanti a un giudice diverso da quello che aveva disposto la carcerazione. I legali del direttore del Fmi presenteranno una nuova richiesta di liberazione su cauzione che, se accettata, obbligherà Strauss-Kahn a indossare un braccialetto elettronico alla caviglia per essere sempre sotto controllo da parte delle autorità americane.
A meno di ventiquattro ore dalle dimissioni il successore ad interim di Strauss-Kahn è stato già segnalato in John Lipsky che finora ricopriva il ruolo di numero due nell’organizzazione - lo si legge nel comunicato del Fondo.
Alla successione del dimissionario direttore spunta anche un candidato cinese, Zhu Min,  consigliere speciale dello stesso Strauss-Kahn, e vice governatore della Banca centrale cinese fino al 2010.
Secondo la tradizione, dal 1946 è un europeo a guidare il Fmi e un americano la Banca Mondiale.
I Paesi emergenti premono però per essere più rappresentati e potrebbero tentare l'affondo alla conquista della guida dell'istituto mentre l'Europa punta a mantenere la leadership.
La cancelliera tedesca Angela Merkel dichiara che ci sono “buone ragioni” perché la direzione del Fmi rimanga all'Europa: del resto l’Europa è il primo azionista del Fmi.
La stampa cinese da molto credito alla possibilità che non sia più un europeo a guidare il Fmi ma un esponente dei paesi emergenti così fa anche i nome di Zhou Xiaochuan, attuale governatore della banca centrale cinese, dell'indiano Montek Singh Alhuwalia, dell'ex ministro delle finanze sudafricano Trevor Manuel, dell'ex presidente della banca centrale brasiliana Arminio Fraga e di altri candidati di Singapore, Turchia e Messico.
Per alcuni però, in seguito alla crisi globale del 2008 e la crisi del debito che hanno coinvolto Grecia, Irlanda e Portogallo, un cambio della guardia a favore di un candidato non europeo fa temere una mancanza di supporto per i programmi europei.
Le dimissioni di Strauss-Kahn hanno creato non solo problemi di successione ma anche, e soprattutto, conseguenze sull’attività del Fmi per il ruolo centrale che l’ex direttore aveva assunto nel Fondo ridando vitalità ad un’organizzazione giudicata ormai quasi inutile. Fu proprio grazie a Strauss-Kahn che il Fmi riuscì a imporre il suo ruolo “salvifico”, oltre che di verifica e controllo, anche nei confronti delle economie più avanzate, fino ad arrivare al contributo essenziale nel salvataggio dei Paesi europei a rischio crack: Irlanda, Portogallo e Grecia.
Per il Financial Times esce di scena uno dei più convinti fautori dei salvataggi di Grecia, Irlanda e Portogallo. Perla Grecia, si discute ora della possibilità di ampliare a 170 miliardi di euro il piano di aiuti in cambio di una serie di privatizzazioni che avrebbero dovuto riguardare la società elettrica e gli acquedotti di Atene e Salonicco. Per il Portogallo le autorità europee devono formalizzare il piano di aiuti da 75 miliardi di euro, così come concordato a Lisbona. Per l’Irlanda, infine, si deve discutere la richiesta di Dublino di estendere la maturazione del debito, allungando le scadenze per i rimborsi.


La successione di Strauss-Kahn lascia quindi aperti i problemi di come operare per superare la crisi economica in atto. Questa è la preoccupazione che aleggia nei paesi coinvolti nella crisi.

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