martedì 9 settembre 2025

U-TOPIA

 
 di Vincenzo Zambone, fisico (13/101960 - 13/08/2021)

Nelle discussioni di ogni genere via internet mi capita spiacevolmente di incontrare con frequenza maggiore del conveniente (che sarebbe: zero) il commento: "Questa è utopia".
Peggio che mai, di solito la valutazione viene riferita alle mie proposte.
Profondamente commosso da tale miserevole condizione (che non è la mia, bensì quella del visionario di turno che vede utopie, quali "irrealizzabili", nelle descrizioni altrui), ho deciso di affrontare in senso generale l'argomento.
Cominciando dall'etimologia del termine, via sicura per ricostruire il significato originale autentico di ogni parola, come insisteva tenacemente il mio professore di greco antico, Sante Piccoli (il quale, a suo modo, era pur egli antico, ma pregevole).

U-topia (tòpos = luogo): luogo che non c'è.
Come casa tua prima di essere costruita.

Nel mondo artificiale non c'è niente salvo che il risultato di ciò che si fa...


Stiamo usando un computer perché qualcuno lo ha progettato e costruito. Altrimenti non esisterebbe.
Ogni giorno è un giorno nuovo, che si presenta completamente vuoto prima di essere riempito con le cose che ci mettiamo dentro, ovvero con le nostre azioni e costruzioni.

Tutto dipende, dunque, da che cosa vogliamo costruire e metterci dentro.
Pensare sempre al passato equivale a guidare una automobile guardando solo nello specchietto posteriore: un assurdo, un controsenso, che conduce certamente a qualche incidente (ma se vogliamo esser sinceri, l'idea originale la devo a Marshall McLuhan).

Per guidare l'automobile bisogna guardare avanti.
Per vivere, idem.
Anche socialmente.
"Replicando i metodi di ieri si otterranno nuovamente i risultati di ieri e gli errori si ieri" (Albert Einstein).
"In fisica non si fanno passi avanti impiegando le regole esistenti, bensì dimenticandole" (David Bohm).
"In fisica non si combina niente di buono se non si è disposti a rischiare di rompersi l'osso del collo" (Richard Feynmann).
"Chi combatte può sempre perdere, chi non combatte ha già perso" (Che Guevara).
"Vivere è pericoloso" (Jimi Hendrix).
Richiamo l'attenzione soprattutto sull'ultima citazione, di Hendrix.

In effetti vivere è rischioso, non possiamo mai eliminare il rischio che ciò che facciamo vada storto.
Persino se non facciamo assolutamente nulla qualcosa può sempre andare storto.

Dal momento che comunque il rischio non è eliminabile dalla vita, tanto vale provare a metterci dentro ciò che riteniamo utile.
Possiamo sbagliare o fallire comunque: sia che proviamo sia che non proviamo.

Ma chi ha delle intime convinzioni fa bene a seguirle.
Fintantoché convinzioni siano.

Aggiungo una citazione di Carlos Castaneda, che fa dire a Don Juan: "Se una via ha un cuore, seguila".

Sembra un po' retorica, forse, ma dopotutto il cuore è sede di un sistema neuronale elaborativo, e probabilmente non a caso è considerato sede del chakra umano centrale in tutte le tradizioni antiche.
"Gli uomini bianchi sono visibilmente pazzi, perché pensano col cervello"
"E con cosa si dovrebbe pensare?"
"Con il cuore".
(Dialogo con un capotribù pellerossa - Narrazione di Carl Gustav Jung)


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