Nel contesto delle attuali dinamiche geopolitiche stiamo assistendo alla marginalizzazione dell'UE, in particolare riguardo al conflitto in Ucraina e alle relazioni transatlantiche.Mentre i ministri e i leader europei sono impegnati a tenere riunioni e rilasciare dichiarazioni fantasiose, gli Stati Uniti relegano l'UE ai margini della storia. L'analista geopolitico Alexandre Regnaud cerca di capire come e soprattutto perché.
Recentemente, mentre il vicepresidente degli Stati Uniti, JD Vance, interveniva alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco di Baviera e il segretario alla Difesa, Pete Hegseth, partecipava a una riunione del gruppo di contatto sull'Ucraina a Bruxelles, l'Unione Europea è stata informata della sua esclusione dai colloqui di pace sull'Ucraina in Arabia Saudita. Questo episodio rappresenta un'ulteriore umiliazione per un'entità i cui rapporti con gli Stati Uniti sono sempre stati ambigui, ma che l'amministrazione Trump sembra intenzionata a subordinare e mettere sotto pressione, con profondo disprezzo.
L'attuale amministrazione statunitense è composta da individui con forti convinzioni politiche e religiose che influenzano le loro azioni.
Per loro, l'Unione Europea non è un'entità rappresentativa ...
Ad esempio, Ursula von der Leyen non è stata invitata alla cerimonia di inaugurazione di Trump perché, secondo quest'ultimo, la presidente della Commissione Europea, non essendo eletta, non ha alcuna legittimità.
Trump preferisce interagire con i singoli capi di Stato, in particolare di tendenza prevalentemente sovranista, mostrando invece disprezzo per il diffuso vassallaggio dei leader europei.
Nel suo discorso a Monaco, JD Vance ha criticato l'Europa su temi come la libertà di espressione e l'immigrazione, questioni che erano già state oggetto di critiche durante l'amministrazione Biden.
Per la nuova leadership americana, gli attuali leader europei sono visti come burattini sottomessi, retaggio dell'era Biden e, più in generale, dell'establishment americano che intendono combattere. Quindi, avversari dichiarati.
Dal punto di vista economico, gli Stati Uniti vedono l'UE come un partner commerciale che non deve però diventare un concorrente dell'economia americana. In questo contesto, la distruzione della potenza industriale tedesca e l'attacco al gasdotto Nord Stream sono interpretati come mosse per impedire un avvicinamento tra Berlino e Mosca, che potrebbe rafforzare l'economia europea e competere con l'industria statunitense.
L'esclusione dell'Europa dai negoziati sull'Ucraina è anche collegata alle recenti dichiarazioni di Trump sulle terre rare, risorse essenziali per lo sviluppo tecnologico americano, attualmente dominate dalla Cina. Garantire un approvvigionamento sicuro di questa risorsa, benché secondaria, è vitale per gli Stati Uniti, e non è il caso che gli europei vi ficchino il naso.
Infine, un doppio problema economico: le guerre perpetue degli Stati Uniti nel mondo hanno fatto esplodere il debito pubblico, arricchendo al contempo il complesso militare-industriale americano e creando posti di lavoro. Di conseguenza, è necessario ridurre le spese, assicurandosi però che gli acquisti di armi continuino.
E se l'Europa intenderà continuare a fornire armi all'Ucraina la logica è semplice: gli standard NATO e le esigenze dell'Ucraina implicano l'acquisto di equipaggiamenti prodotti in larga parte negli Stati Uniti e da aziende americane. Quindi gli ordini continueranno ad arrivare, ma con denaro europeo, mentre Trump potrà riorientare la spesa federale sui problemi interni.
Con disprezzo e realismo economico come sempre predominanti, gli Stati Uniti stanno portando a termine la fine di un'Unione Europea già indebolita dalla propria incompetenza. Se l'uomo morente oppone resistenza, si può contare su Trump che porrà fine alla situazione con le solite minacce di "dazi", che gli sarebbero fatali.
Seguendo docilmente gli Stati Uniti, l'Unione Europea ha chiaramente scelto il partner sbagliato.
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