venerdì 25 ottobre 2024

Nelle università si insegna ai futuri medici i rischi del cambiamento climatico


Dalla collaborazione fra Università e Big Pharma, nasce la Rete europea per l’educazione al clima e alla salute.

Il progetto mira a educare la futura generazione di medici al trattamento degli “impatti del cambiamento climatico sulla salute”.

Si forma così una nuova figura professionale: il medico climatico.

La Rete comprende 25 università europee, con capofila il rettorato di Glasgow in Scozia, e vede presente per l’Italia il polo di studi di Pavia.

Si tratta solo di un inizio, perché “la Rete invita altre università in tutta Europa a impegnarsi a formare la prossima generazione di medici sull’interconnessione tra clima e salute” ...


Per il 2024 l’obiettivo è quello di “coinvolgere circa 10.000 studenti sulla sostenibilità”. Inoltre, si vuole “incorporare contenuti sulla sostenibilità in almeno tre programmi scolastici nazionali in Europa”.

A finanziare e sostenere il progetto ci sono diversi “leader delle principali organizzazioni sanitarie”.

Fra queste citiamo AstraZeneca, ormai più che celebre per la produzione dei vaccini anti-Covid con più effetti avversi accertati al mondo.

Novartis, casa farmaceutica con cui il governo Berlusconi firmò nel 2009 un contratto milionario per l’acquisto dei vaccini contro l’influenza suina. Una malattia che fu presto dichiarata dai “rischi moderati e sottostimati rispetto alla normale influenza stagionale”.

E non poteva mancare l’OMS, che fra le varie azioni ha elevato le emissioni di CO2 a nemico numero uno dell’uomo, al punto che, sempre secondo l’Organizzazione, fra il 2030 e il 2050, moriranno circa 250 mila persone a causa del cambiamento climatico.

“Ironicamente il settore sanitario, il cui obiettivo fondamentale è mantenere le persone in salute, sta contribuendo a questa sfida, emettendo circa il 5% delle emissioni globali e di più in alcune economie in via di sviluppo” si legge nella presentazione della Rete tenuta alla Columbia University."


 Secondo obiettivo del progetto europeo è infatti quello di rendere il sistema sanitario ad emissioni zero.

Curioso come le emissioni di CO2 si contino sempre quando si tratta di salvare vite umane e mai quando si cerca di spegnerle. 

Nessuno si è chiesto quanta CO2 produce la guerra in Ucraina o in Medio Oriente? Il problema sarebbero gli ospedali?

Nessuna domanda neanche sulle ingerenze private in questo progetto sulla “mediclima”.

Se le classi universitarie mediche sono in realtà già da tempo coinvolte in progetti firmati da Big Pharma, non si era mai visto un indottrinamento diretto sulla questione cambiamento climatico.

Un tema su cui il dibattito scientifico è ancora aperto. Ricordiamo ad esempio la rete globale Clintel, “non c’è alcuna emergenza climatica”. Un consorzio che riunisce in tutto il mondo milioni di scienziati ed esperti che tentano di frenare la crisi isterica sul clima.

Questi ricordano che non ci sono prove che il cambiamento climatico sia di esclusiva origine antropica e tentano di fermare quella che viene definita “follia pseudoscientifica”.

Perché non chiamare anche i professori della Clintel a parlare nelle università?

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