giovedì 4 luglio 2024

Cognify è la (terrificante) prigione IA del futuro

Sarebbe stato bello poter scrivere di Cognify come della tecnologia protagonista in uno degli episodi in arrivo con Black Mirror 7. Invece no. È l’idea del biologo molecolare yemenita Hashem Al-Ghaili che, con un mix di realtà virtuale, IA e neurologia, si propone di risolvere il problema legato al sovraffollamento delle carceri che interessa pressoché qualsiasi sistema penitenziario al mondo. Non fatichiamo a immaginare che qualcuno proverà a dargli corda.

Cos’è e come funziona Cognify, la prigione IA

La soluzione prevede di sottoporre il condannato a un trattamento dalla durata pari a pochi minuti, dimettendolo poi nel giro di qualche giorno, anziché a una detenzione lunga decine di anni o addirittura tutta la vita, ottenendo inoltre risultati migliori. 
Descritta così, sembra la più classica delle situazioni win-win, no? 
Meglio approfondire ...


Dopo aver condotto gli esami del caso, attraverso un dispositivo simile a un visore, vengono impiantati ricordi artificiali creati ad hoc in specifiche aree del cervello, in base alla tipologia e alla gravità del crimine commesso, simulando ad esempio la sofferenza inflitta alle vittime e ai loro parenti, stimolando l’empatia e conseguendo quell’obiettivo di rieducazione e reintegrazione nella società spesso non raggiunto dai sistemi detentivi tradizionali. 

Una spiegazione dettagliata (e tanto fredda quanto terrificante) è fornita dal filmato dimostrativo di seguito.


Stando a quanto spiegato, il prigioniero potrebbe decidere in autonomia se scontare la pena inflitta in un istituto detentivo o se, in alternativa, sottoporsi al trattamento a base di IA e memorie artificiali. La presentazione concept, come si può facilmente immaginare, ha suscitato parecchio scetticismo.

In un’intervista rilasciata a Wired, Al-Ghaili sostiene che la tecnologia necessaria per rendere Cognify una realtà è già stata sperimentata con buoni risultati sugli animali.

Riconosce però che una sua eventuale applicazione sugli esseri umani dovrebbe fare i conti con ostacoli di tipo etico. E chi l’avrebbe mai detto?


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