domenica 23 novembre 2025

Davide Vaccarin: «Le NDE non sono allucinazioni»

Che cosa succede dopo la morte? Cosa ne è di noi, della nostra essenza, della nostra anima? Tutto si perde nel nulla oppure tutto prosegue, solo in un modo diverso? 

Sono domande esistenziali che ci riguardano tutti, senza distinzione. 

Una risposta, seppure parziale, sembra arrivare da chi quella soglia invisibile l’ha superata, per poi tornare subito indietro. 

E sono tanti: si calcola che almeno il 10 per cento di coloro che subiscono un arresto cardiaco o finiscono in coma, con i parametri vitali pressoché azzerati, vivano una NDE cioè, una Near Death Experience, un’esperienza di premorte...

Ne parliamo nella video intervista di Extremamente con il dottor Davide Vaccarin, il primo medico italiano ad aver compilato una tesi di laurea su questo insolito argomento. 

Per scriverla- quasi vent’anni fa- Vaccarin ha intervistato venti tra uomini e donne rimasti per secondi, minuti o giorni tra la vita e la morte. I loro racconti lo hanno convinto che davvero avevano sperimentato qualcosa di reale, ben diverso dai sogni lucidi o dalle visioni deliranti. 

«Venire in contatto con coloro che avevano vissuto una NDE mi ha fatto capire che la letteratura scientifica che avevo studiato fino ad allora era una coperta corta: le varie teorie erano insufficienti a giustificare quello che quelle persone avevano provato», afferma il dottore. Perché le consuete interpretazioni offerte dalla neuroscienza- allucinazioni prodotte da un cervello senza ossigeno o dall’azione di farmaci e anestetici- risultano inadeguate a spiegare il fenomeno nella sua complessità e non danno conto di molti elementi singolari delle esperienze di premorte.


Il paziente spesso riesce a descrivere cosa è accaduto mentre il suo cuore non batteva più, sebbene quelle scene gli fossero precluse. Ad esempio, elenca parenti o amici che si trovavano in sala d’attesa lontana dalla sua stanza d’ospedale, oppure racconta quello che i medici hanno fatto durante le pratiche rianimatorie e in sala operatoria, mentre era in stato di incoscienza. 
Chi vive una NDE, poi, sperimenta una serie di situazioni ricorrenti: si sente fuori dal proprio corpo (la cosiddetta OBE, Out of Body Experience) e si vede all’alto; percorre l’ormai famoso “tunnel di luce”; percepisce un senso di amore profondo; incontra esseri spiritualmente superiori che lo accolgono; fatica a spiegare la profondità di quello che ha provato, perché gli è impossibile descrivere un vissuto tanto straordinario con le normali parole. 
A volte, poi, il soggetto ripercorre a velocità accelerata i momenti piu importanti della sua vita, come se fossero fotogrammi di un film.

E quasi tutti, ritornano trasformati, con un nuovo modo di concepire la vita e una nuova scala di valori, nella quale l’amore è al primo posto. «Tutto questo rende difficile liquidare le NDE come delirio paranoide o allucinazioni», chiosa il medico anestesista, che nella prima parte dell’intervista racconta come è iniziato il percorso che lo ha portato ad approfondire i suoi studi, come si manifesta questo particolare fenomeno e perché la scienza fatica ancora a riconoscerlo, nonostante il miglioramento delle tecniche di rianimazione abbia fatto sì che i testimoni di questo viaggio incredibile di andata e ritorno siano ormai centinaia di migliaia in tutto il mondo, se non addirittura milioni. 

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