mercoledì 14 maggio 2025

Le nostre case potrebbero spiarci


I dispositivi tecnologici con cui rendiamo più semplice la nostra vita domestica potrebbero spiarci. In una sorta di Grande Fratello, ogni telecamera o device di smart home, che ci ascolta e conosce tutti i nostri dati, potrebbe agire contro di noi. 

Gli assistenti vocali ci ricordano gli impegni che abbiamo, eseguono i nostri comandi di accedere e spegnere le luci; le telecamere di sicurezza controllano i nostri figli o animali domestici lasciati in casa. 

Tutti questi vantaggi e comodità, però nascondono molti rischi, spesso sottovalutati. 

I dispositivi possono rivelarsi un’arma trasformandosi in strumenti di controllo, spiandoci e utilizzando i nostri dati, inclusi i nostri indirizzi, i sistemi di pagamento, e i nostri spostamenti contro di noi ...


Questi strumenti sono connessi tramite WI-FI e Bluetooth, e inoltre sono sempre in ascolto: comunicano con noi, con altri dispositivi e possono collegarsi con dispositivi esterni utilizzati da cybercriminali per entrare nelle nostre case e violare la nostra privacy, senza che ce ne rendiamo conto. 
Se chiediamo ad un dispositivo di fare una ricerca per noi, dobbiamo essere consapevoli che si sta collegando all’esterno, cosa che lo rende esposto a infiltrazioni. Ogni dispositivo è una porta con cui fare breccia nella nostra vita privata, un potenziale accesso per compromettere la privacy dell’ambiente domestico.

Dispositivi smart: un’arma per i cybercriminali

Per difenderci da eventuali intromissioni ed evitare di rendere vulnerabili i nostri dati, non bisogna dare troppo materiale e possibilità di accesso ai cybercriminali gestendo in modo opportuno i dispositivi che abbiamo. Non è sempre facile però quando tutto è connesso. Oltre al furto di dati c’è la possibilità che questi dispositivi vengano utilizzati per manipolarci o controllarci. 
Connettendosi ai nostri dispositivi i cybercriminali potrebbero controllarli e controllare le nostre case.

Il pericolo che sistemi basati su algoritmi di intelligenza artificiale possano essere utilizzati per spionaggio o controllo è reale. A suscitare preoccupazione anche il sistema dei device di smart home di raccogliere e memorizzare informazioni e registrare i comandi vocali. Questo permette loro di essere efficienti e dialogare con noi in modo efficace rispondendo alle nostre richieste, ma d’altra parte c’è il rischio di numerose violazioni alla privacy: tra le informazioni sensibili ci sono anche le caratteristiche biometriche del nostro volto, della nostra voce e la nostra geolocalizzazione.

Dunque, prendere le giuste cautele è d’obbligo per proteggere la nostra privacy, in particolare quella dei minori. L’evoluzione di questi dispositivi, se non siamo consapevoli di tutti i rischi che comportano, può portarci ad uno scenario apocalittico di controllo e spionaggio che prescinde dal nostro potere.
Fonte: www.byoblu.com

ALEXA

Qualche tempo fa un editorialista del Post esaminò Alexa, la famosissima “assistente vocale” di Amazon che 9 persone su 10 hanno in casa. 

Alexa è comodissima del resto: ci dà la sveglia, mette la musica che vogliamo quando glielo diciamo, canta la buona notte ai bambini al posto nostro, racconta le favole, ci suggerisce le ricette e ci avvisa persino quando il corriere Amazon sta per arrivare dal portone.

Ma Alexa fa molto di più: questo dispositivo comandato dall’Intelligenza Artificiale, infatti, da sempre ha il compito di trasmettere ciò che registra al cloud e questi contenuti servono ad Amazon per migliorare le prestazioni di Alexa e renderla sempre più utile per noi esseri umani.

Tuttavia, fino ad oggi, c’era la possibilità di modificare le impostazioni sulla Privacy per evitare che le nostre conversazioni venissero trasmesse ad Amazon. Dal 28 marzo questa possibilità verrà eliminata: dal 28 marzo ogni nostra conversazione, ogni nostro comando vocale verranno registrati e inviati ad Amazon con o senza il nostro benestare. Il problema è che noi non sappiamo nelle mani di chi potrebbero finire queste registrazioni.

Nel 2019 scoppiò il caso di dipendenti Amazon che, durante i turni di lavoro, si dilettavano ad ascoltare le registrazioni di Alexa. Questa modifica, per il momento, riguarderà solo il mercato degli Stati Uniti ma non si esclude che, nei prossimi anni, possa accadere lo stesso anche in Italia. Che cosa possiamo fare per tutelare la nostra privacy? La soluzione più immediata sarebbe rinunciare ad Alexa ma si tratta di una grande comodità di cui molti non saprebbero più fare a meno.
Tratto da: www.politicipercaso.it

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