sabato 25 maggio 2024

Atlantide e gli Aztechi

La descrizione della particolarissima struttura di Atlantide, articolata su tre zone concentriche di canali alternati con lingue di terra circolari, collegate da ponti, costituisce uno dei passi più straordinari del Crizia di Platone.

Platone ci descrive tutto quanto, l’intera isola, la pianura che sta al centro dell’isola e la città che sta al centro della pianura e lo fa riportando le misure esatte, senza possibilità di interpretazioni personali, utilizzando ovviamente il sistema di misurazione di quei tempi: l’antico stadio greco.

Al riguardo, si chiede Enrico Turolla,  grecista, latinista, filologo classico, traduttore e accademico italiano, tra i più insigni nella storia degli studi classici del Novecento, se sarà casuale la coincidenza con la struttura di città messicane preistoriche

L’isola con una montagna circondata da anelli concentrici di mura e canali viene raffigurata anche nei disegni aztechi dell’Aztlan, la patria appunto degli Aztechi. Notevole la consonanza Aztlan con Atlante ...

Raffigurazione (XVI sec.) della partenza degli Aztechi da Aztlán (Codice Boturini)

Aztlan

È la leggendaria terra d’origine degli Aztechi e di tutte le popolazioni di etnia nahua, una tra le più importanti culture mesoamericane.

Aztēcah, in lingua nahuatl, significa proprio “gente di Aztlán”. E non può che ricordare la mitologica Atlantide.

Etimologia

’etimologia della parola Aztlán è incerta. Secondo quanto riportato nella Crónica Mexicayotl (una cronaca dell’impero azteco scritta in lingua nahuatl da Fernando Alvarado Tezozómoc attorno al 1598), il nome Aztlán deriverebbe dalla parola nahuatl āztatl (composto da ātl, “acqua” unito a iztatl, “sale”), che significa airone (o uccello d’acqua dalle piume bianche), alla quale è stato aggiunto il gruppo suffissale -tlā-n, con il significato di “il posto nelle vicinanze di”. Aztlán vorrebbe quindi dire “posto degli aironi”. 

È stato anche suggerito che il nome Aztlán potesse significare “il luogo (del) Bianco“, a causa della somiglianza a livello fonetico tra questo e la parola āztapiltic, ovvero “qualcosa di estremamente bianco“. Anche in questo caso, però si tratta nuovamente di un’etimologia che contempla il motivo dell’airone, poiché “il figlio del sale d’acqua” è una metafora che sta a indicare il colore bianco caratteristico del volatile.

Secondo un’altra teoria, Aztlán deriverebbe dal nome del dio Atl, associato all’acqua, e significherebbe “vicino all’acqua“.

Storia controversa –  Polemica Aztlán-Chicomóztoc

Migrazione da Aztlan, passando per Chicomoztoc dove partono i Sette Popoli Nahuatlacas

La leggenda nahua narra di un luogo di nome Chicomoztoc, cioè “posto delle sette caverne“, popolato da altrettante tribù, i nahuatlaca (“gente nahuatl”).

Tutti insieme, raccontano i loro miti, lasciarono le caverne e si stabilirono ad Aztlán.

Ciascuno di questi popoli fonderà poi una propria città-stato nell’attuale territorio del Messico.

Gli Aztechi furono gli ultimi a emigrare e, sempre secondo il mito, impiegarono 302 anni per raggiungere la loro meta.

Una volta giunti nella valle di Anahuac (odierna Valle del Messico), ogni territorio era già stato occupato e furono costretti a deviare il loro percorso verso le sponde del Lago Texcoco. Qui, finalmente, gli apparve il simbolo risolutore della profezia che permise a Tenoch la fondazione di Tenochtitlan.

Codice “Toltec-Chichimeca History” del XVI secolo che rappresenta il mitico Chicomóztoc. Da Chicomoztoc partirono i Sette Popoli Nahuatlacas che si stabilirono in tutto l’Anahuac.

Vi è controversia sulla relazione tra due luoghi leggendari: Chicomoztoc e Aztlan.

A seconda della fonte consultata, il ruolo di Chicomoztoc varia dal luogo iniziale di pellegrinaggio dei sette villaggi Nahuatlacan a un luogo di passaggio di alcune migrazioni da Aztlán.

Secondo il Codice Boturini, dopo aver lasciato Aztlan , il pellegrinaggio arrivò a Chicomoztoc dove si stabilirono per qualche tempo. Da questo luogo i codici elencano sette pellegrinaggi avvenuti in successione dalle seguenti città: Xochimilca, Chalca, Tepaneca, Acolhua, Tlahuica, Tlaxcalteca e Mexica.

Va notato che diversi codici menzionano molte altre migrazioni da Chicomoztoc (anche se senza specificare se questi villaggi lasciarono anche Aztlán ), come: Cuitlahuica, Mizquica, Amecameca, Huexotzinca, Matlazinca, Malinalca e Cohuixca e che si stabilirono in tutto l’Anahuac, l’odierna Valle del Messico.

Anáhuac (da Nahuatl ā [tl] ‘water’, e nāhuac ‘near’, ‘accanto a’, quindi significherebbe ‘[ciò che è situato] tra le acque “) 

Sentore d’Egitto

Nei codici aztechi, il simbolo o glifo che rappresentava il toponimo di questo posto luogo di partenza dei popoli prendeva la forma di una collina inclinata  (un gioco di parole con l’omonimia del nahuatl col-, che significava “inclinato, contorto”).

Secondo le cosmologie egizie, l’uovo cosmico sarebbe stato deposto da un animale mitico denominato il “Grande starnazzatore”.

Walter Betz in Die Mythen der Aegypter scrive: << Quando esisteva solo il mare primordiale “Nun”, da esso si innalzò il “cumulo di terra”. Su questa splendida collina dell’inizio dei tempi giaceva nascosto l’uovo del grande starnazzatore. Da esso venne Amun…>>

Codici Aztechi

Con Codici Aztechi si indicano i manoscritti opera di autori aztechi nel periodo precolombiano e in quello della conquista spagnola. Questi codici sono una delle principali fonti primarie per la conoscenza della cultura azteca.

Il Codice Boturini

E’ uno dei codici Aztechi fonti primarie per la conoscenza di questa cultura.

Il Codice Boturini è opera di un autore azteco rimasto sconosciuto. Si tratta di un codice pittografico che racconta il leggendario viaggio degli Aztechi da Aztlán fino alla Valle del Messico.

Invece di impiegare pagine separate, l’autore ha usato un lungo foglio di amatl (derivato dalla corteccia di ficus), piegato a fisarmonica in 21 pagine e mezza. La ventiduesima pagina è spezzata a metà, ma non è chiaro se l’autore intendeva finire in quel punto il manoscritto oppure no. Al contrario di molti altri codici aztechi, i disegni non sono colorati, ma semplicemente delineati con inchiostro nero.

Il codice è conosciuto anche come Tira de la Peregrinación (“La striscia del Viaggio“), e prende il suo nome da uno dei suoi primi proprietari europei.

Codice Aubin

Il Codice Aubin è una storia pittografica degli Aztechi dalla loro partenza da Aztlán fino al primo periodo della conquista spagnola, terminando nel 1607.

Codice Magliabechiano

Retro del foglio 11 del Codice Magliabechiano, raffigurante i simboli dei giorni Pietra focaia (coltello), Pioggia, Fiore e Coccodrillo

Il Codice Magliabechiano fu creato intorno alla metà del XVI secolo, nel primo periodo coloniale Spagnolo.

Basato su di un precedente e sconosciuto codice, il Magliabechiano è principalmente un documento religioso. In esso sono raffigurati i 20 nomi dei giorni del tonalpohualii, le 18 feste mensili, il ciclo di 52 anni, varie divinità, riti religiosi, usanze e credenze cosmologiche.

Il codice è cartaceo ed è composto da 92 pagine, con disegni e testo in Spagnolo su entrambe le facciate. Deve il suo nome a Antonio Magliabechi, un bibliofilo del XVII secolo ed è attualmente custodito presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.


Pagina di un libro pubblicato nel 1524, appartenente alla Newberry Library di Chicago, mostra una mappa di Tenochtitlán (a destra) e un contorno del Golfo del Messico. Wikimedia.
Fonte: Da Aztlán a Tenochtitlan

Dov'è la mitica città da cui partirono i Mexica?

La domanda d’obbligo sull’ubicazione di Aztlán è una costante da almeno 450 anni.
Secondo Miguel León-Portilla, Aztlán era governata dagli Aztechi-Chicomoztocas, un gruppo dominante e tirannico, di cui i Mexica erano schiavi. Questo è il motivo principale per cui, secondo i codici, Tezcatlipoca ordinò loro di emigrare alla ricerca di un luogo dove fondare la loro città.

Da allora il mito coincide con le fonti storiografiche in quanto Aztlán fu luogo di origine di numerosi popoli Nahua del Messico centrale chiamati Aztatecas (“provenienti da Aztlán”) che decisero di liberarsi dalla tirannia degli Aztechi.
Tratto da: 
Da Aztlán a Tenochtitlan

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