lunedì 1 gennaio 2024

Moneta digitale ovvero storia di una rana bollita

 
Tutti conosciamo la storia della rana bollita, ma forse pochi hanno esaminato le condizioni al contorno di questa storia e del suo parallelismo con la formazione della Moneta Digitale.

La morale della storia è evidente: quando le condizioni di vita cambiano molto lentamente è difficile avvederserne.

Tuttavia, ci sono elementi in questa storia apparentemente più banali, ma proprio per questo più occulti. Innanzitutto per bollire una rana bisogna scaldare dell’acqua e per farlo ci vuola un fuoco e una pentola, e ovviamente è necessario catturare una rana (poiché normalmente le rane non vivono nelle pentole), riporla nella pentola con l’acqua a sua insaputa, affinché non tenti di fuggire.

Ora vediamo come stanno le cose per quello strano bipede chiamato uomo, solo un poco diverso dalla rana ...


Similitudine tra la rana bollita e l’uomo

Come la rana, l’uomo non sembra sia stato creato per vivere in cattività (la pentola) neppure pare che il denaro (l’acqua calda) sia o debba necessariamente essere un elemento indispensabile alla sua sopravvivenza. Tuttavia, nel corso dei secoli l’uomo si è adattato a vivere in grosse pentole (città) ed è stato condizionato a dipendere da quella rappresentazione dell’energia che conosciamo come denaro. Ovvero e solo uno dei tanti modi di “scaldare” il suo “ambiente di contenimento”.

Proseguendo con il parallelo, la temperatura dell’acqua potrebbe essere assimilata alla dipendenza dell’uomo al denaro. Infatti, laddove una tiepida acqua nella pentola equivale all’utilizzo del denaro quale strumento utile per rendere l’ambiente più confortevole, l’acqua bollente è la monetizzazione totale della vita in ogni suo aspetto. Monetizzazione che, portata al suo estremo, conduce alla fine della vita. Le guerre e i numerosi conflitti in nome del denaro presenti e avvenute in tutto il pianeta e in tutte le epoche ne sono l’evidenza. L’acqua che prima scaldava ora sta bruciadno ogni forma di vita. A questo proposito è anche interessante notare l’analogia tra il concetto di acqua corrente e la cossiddetta “currency” o moneta corrente.

L’astrazione della moneta digitale

C’è di più. Oggi ci troviamo di fronte all’estrema astrazione della rappresentazione conosciuta come moneta. Siamo passati dalla moneta legittima alla moneta legale quindi alla rappresentazione della moneta legale con strumenti derivati, infine alla moneta digitale. Ergo siamo giunti alla rappresentazione della rappresentazione della rappresentazione della rappresentazione.

Perché, tuttavia, quest’acqua dovrebbe tanto bruciare? In fondo le guerre si sono sempre fatte in nome della ricchezza. Sì, è vero, ma tale ricchezza dapprincipio era rappresentatata dalle terre, le quali producevano cibo e riparo-ospizio. Poi dalle stesse terra venivano estratti metalli preziosi, quindi frogiate monete preziose, e così via, allontanando l’uomo sempre più dal fondamentale legame con l’elemento vitale: il cibo che viene dalla terra e i minearli necessari per costruire gli stumenti per lavorarla.

Le monete non sono edibili, in caso di carestia non possiaomo succhiarci i lingotti d’oro. Ora dunque, iniziamo a comprendere perché l’acqua si è surruscaldata tanto e ora brucia. Gli elementi reali come lo spazio, la terra, il cibo sono stati progressivamente convertiti in rappresentazioni sempre più astratte che culminano con la digitalizzazione della moneta. Oggi, la moneta digitale, un dato impalpabile, centralizzato, controllato, dovrebbe rappresentare (commercialmente parlando) la terra ed il cibo.

Alcuni cripto-anarchici potrebbero irritarsi nel leggere quanto sopra, seppur io abbia parlato di moneta digitale e non di criptovalute che sono, pur ricadendo nella categoria “digitale”, altra cosa, in quanto non centralizzate e quindi non soggette ad alcuni perigliosi meccanismi. Sono pur tuttavia anch’esse delle rappresentazioni, nello specifico dell’energia spesa per la loro creazione.

Moneta digitale e controllo dei flussi di denaro

L’aspetto forse più inquietante e pericoloso della digitalizzazione è il controllo dei flussi di denaro in relazione a chi lo adopera. Mentre una moneta non porta il nome di chi la possiede, una carta di credito, un conto bancario sono legati a un nome in franchising e tutti i movimenti di denaro fatti su quei conti sono tracciati: cosa quel nome di persona ha comprato, dove e quando.

Inoltre, l’autorità centrale che gestisce quel flusso di dati può bloccare quel conto o perseguire chi lo usa se questi non rispetta le regole dell’autorità. Nel caso delle cripto valute, essendo presuntamente decentralizzate, il passaggio è solo un poco più lungo ma sempre lo stesso. Infatti, non appena la cripto vine cambiata in dollari o in euro riparte il contollo e se viene usata per comprare beni registrati dall’autorità, del pari questa calcola il valore del bene nella valuta FIAT e nuovamente il cerchio è chiuso.

In breve, una moneta digitale è paragonabile, quanto a vincoli e conseguenze, a qualsiasi altro bene registrato negli archivi dell’autorità. Divengono entrambi proprietà del registrante.

Monete e giurisdizione

Diverso invece il caso di monete d’argento, ad esempio. Quella moneta nella tua tasca e solo tua, fino a quando qualcuno non si presenta a reclamere il copyright della faccia sopra stampata e della currency rappresentata. Da qui il detto date a cesare quello che è di cesare, riferendosi appunto alle monete dell’antica Roma. Ecco che emerge un altro dato: la moneta, come più volte detto, stabilisce la giurisdizione, lo fà anche una moneta d’argento se reca l’effige della Regina Elisabetta o di Re Carlo e il valore in sterline.

Ecco una differenza interessante tra una moneta d’argento e la moneta digitale. Quest’ultima reca un’effige o un marchio che sia riconducibile alla Autorità-Stato? Ma soprattutto, c’è ancora questa necessità? Tieni conto che una moneta digitale non esce mai dal circuto informatico dell’entità-banca stato che la emette. Dunque, non c’è neppure più bisogno di marchiarla o proteggerla con un copyright, poiché di fatto viene solo spostata da un account a un altro sempre all’interno dei server della banca. Questo porta alla logica conseguenza che non sia una presunta o pretesa e imposta legge statale a regolare le transazioni di quella moneta, ma piuttosto le regole stabilite dal fornitore del servizio di moneta digitale.
Il consenso a fondamento dell’utilizzo della moneta digitale

Ecco che vediamo così il vero volto del burattinaio. Non potendo forzare la mano su leggi, che comunque dovrebbero rispondere del tutto o in parte o almeno apparentemente alla necessità di tutelare il bene comune della società che quella determinata autorità stato rappresenta, la moneta digitalizzata diventa un puro servizio a consumo, legato alle regole del mercato e del provider e a null’altro. Gli utilizzatori, tramite l’uso, stabiliscono il necessario consenso che fonda l’utilizzo di quella moneta. Alla fine torniamo sempre al dicorso del consenso, unico e solo motore di un mercato unificato. Senza consenso non c’è commercio.


Metalli preziosi e Moneta

Ora vediamo la questione dei metalli preziosi in relazione alla moneta. Tutti siamo ben consapevoli del valore dell’Oro e dell’Argento. Nell’immaginazione popolare l’oro ha sempre rappresentato il bene rifugio e siamo tutti certi che l’oro è più raro dell’argento. Tuttavia, dovremmo farci alcune domande in merito. Siamo certi che l’oro sia più raro dell’argento? E in che misura? E cosa stabilisce il fatto che sia più raro? La concentrazione del medesimo nella crosta terrestre o la quantità disponibile sul mercato? O la sua utilità come metallo in sé? O la difficoltà o meno di estrazione del medesimo dalle rocce che lo contengono?

L’estrazione dell’oro dà come sottoprodotto il ferro e lo zolfo. Inutile dire quanto sia utile il ferro in ogni tecnologia antica e moderna. Un’estrazione di questo tipo sarebbe quanto mai efficente, ma prima di tirare le somme continuiamo l’esame sul reale valore di questo metallo.

Consultando una fonte di informazione non certo delle migliori ma tra le più accessibili, vediamo su wikipedia i possibili campi di utlizzo dell’Oro. Quindi, per comparzione, possiamo fare la medesima ricerca sull’argento.

Monete d’Argento o Monete d’oro?

Puoi constatare da te come l’argento sia impiegato nel campo delle teconologie più svariate, dall’elettronica alla chimica, mentre l’oro sia ben poco usato, salvo come riserva di valore. Ne consegue che mentre l’oro estratto si accumula dalla notte dei tempi, l’argento viene consumato in larghe quantità per moltissimi usi da lungo tempo.

Infine cosa dire delle enormi quantità di Oro possedute dalla Chiesa? Cosa credi che avverrebbe se questa decidesse di riversarne sul mercato una parte importante? Un aumento importante della offerta smisurata rispetto alla richiesta. Ecco che qui l’immediata fruibilità di un bene (rifugio) diventa un fatto importante.

Pensa a una monetina d’oro da 500 euro, se devi commutare il suo valore in qualcosa che sia utilizzabile direttamente, dovrai scambiarla, nel caso più ottimistico in cui il venditore la accetti, con il bene desiderato. Ora pensa a un barile con 500 euro di Gasolio al suo interno… come lo converti? Lo versi nel serbatorio dell’auto o la metti nel generatore della corrente o nel trattore o nell’impianto di riscaldamento o nella motozappa e così via. Sempre per fare paragoni, prendi una monetina d’oro e una di argento dello stesso peso. Il valore della seconda può anche essere di soli 6, 8 euro, forse in caso di crollo della moneta FIAT la puoi scambiare con 3 chili di pane. E invece, con la tua moneta d’oro, per quanto piccola sia, cosa fai? Ti compri la produzione di tutta la panetteria per quel giorno?

La scelta della Riserva di Valore

Qui ti accorgi di un altro fattore nascosto dietro al concetto della riserva di valore. Ogni civiltà, in base alla sua teconologia, al consenso, alla conoscenza e fruibilità di questa ha riserve di valore diverse. A cosa servirebbe una carta di credito milionaria in uno scenario dove il circuito interbancario è bloccato? O ancor peggio, dove la rete telematica è offline? O manca la corrente elettrica?

Allora devi decidere se cercare una moneta rifugio, nella speranza che una guerra, una pandemia simulata, un presunto cataclisma climatico, vero o artificioso, una crisi finanziaria, non rendano quella tua riserva di valore inutilizzabile, oppure cercare una riserva di energia o cibo che, in quanto tali, sono sempre disponibili. 
Saprai certamete che in principio il grano era considerato sia un riserva di valore sia una moneta, per questo ancora oggi si usa il termina “grana” come sinonimo colloquiale di denaro.

Tutte queste scelte divengono ancora più ardue quando, per comodità e fiducia, la tua riserva di valore diventa una serie di numeri memorizzati su un server di un conto in banca, e quando il modo per convertire quel numero si restringe a un’altra serie di codici – numeri rappresentanti la tua moneta digitale. A quel punto hai perso il controllo di ogni rappresentazione della tua ricchezza (tua davvero?) della riserva di valore, della possibilità di accedervi in base alla necessità, dell’anonimato nell’usarla.

Se è questo che vuoi allora la moneta digitale fa per te, la temperatura dell’acqua è molto alta ma la rana bollita si è adatatta. Tuttavia, se vuoi un valore reale, anonimo e con un’alta richiesta sul mercato allora forse l’argento, o le monete d’argento potrebbero essere la scelta più oculata.

Fonte: www.quartattenzione.net

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