La società dei topi collassò, al punto che, ormai, quasi nessuno dei loro comportamenti sembrava seguire una legge di natura.
Universo 25 fu un esperimento realizzato dall'etologo statunitense John B. Calhoun, volto a studiare gli effetti del sovraffollamento della popolazione in un ambiente privo di restrizioni oggettive (come la mancanza di cibo o le malattie).
Calhoun prese dei topi e creò quella che poteva essere considerata una "utopia": li chiuse in una "gabbia dorata" in cui potevano disporre di cibo infinito e di moltissimi spazi per creare dei nidi.
Benché Calhoun, tra gli anni '50 e gli anni '70, abbia realizzato diverse versioni di esperimento, il più famoso ebbe luogo nel 1968, ed è quello che sarebbe stato conosciuto con il nome di "Universo 25".
L'habitat avrebbe potuto ospitare 3800 esemplari, e l'etologo ne introdusse otto, quattro maschi e quattro femmine.
Ad un certo momento, i topi arrivarono a riprodursi velocemente, raddoppiando la popolazione ogni 55 giorni. Quando nell'ambiente ci furono 600 individui, i topi iniziarono tuttavia a dimostrare i primi segni di stress dovuto alla compressione degli spazi vitali.
La crescita della popolazione rallentò sensibilmente, e quando venne raggiunto il picco le anomalie comportamentali dei topi erano eclatanti.
Si riunivano negli spazi principali, aspettando di essere nutriti. Iniziarono ad aggredirsi l'un l'altro. I comportamenti sessuali divennero caotici e sempre meno femmine venivano ingravidate e ancor meno portavano a termine le gravidanze. Quelle che partorivano tendevano ad ignorare la prole.
Si creò un gruppo di topi, da Calhoun soprannominati "i belli", che riuscivano ad evitare le lotte e pensavano soltanto a mangiare, a lisciarsi il pelo e a dormire.
Quando la popolazione iniziò a calare, i belli riuscivano a rimanere al sicuro ma i loro comportamenti non avevano più nulla di sociale: non erano neanche in grado di accoppiarsi e ancor meno di prendersi cura dei piccoli.
Un altro gruppo era quello delle femmine che, rimaste senza protezione, cercarono rifugio nelle postazioni più elevate. Essendo costrette ad impiegare tutte le proprie energie per difendere se stesse e le eventuali compagne di nido, le topine persero la capacità di svolgere ruoli materni. Qualora avessero figli, questi venivano abbandonati a loro stessi o addirittura mangiati, benché il cibo non scarseggiasse affatto.
In alcune zone dell'Universo, la mortalità infantile arrivò al 96%. I normali rapporti sociali erano ormai crollati. I topi erano incapaci di formare legami sociali, e i repertori comportamentali a loro disposizione erano completamente alterati.
Il 560esimo giorno, la popolazione aveva raggiunto i 2200 individui.
Nessun nuovo cucciolo, da quel momento in poi, riuscì a sopravvivere. Il declino della popolazione fu rapido, ma i topi non riuscirono mai più a riprodursi, neanche quando l'habitat era tornato ad essere quasi del tutto libero.
I "belli" sembravano del tutto incapaci di accoppiarsi, e le femmine nascoste nei livelli più alti della gabbia non ne avevano alcuna intenzione. I topi non erano più topi: la morte sociale (o "prima morte", come disse Calhoun) era sopraggiunta ancor prima della morte fisica, e li portò all'estinzione.
Gli esperimenti di Calhoun furono, al tempo, interpretati come la dimostrazione di ciò che può succedere in un mondo sovrappopolato.
L'atteggiamento osservato nei topi prese il nome di "fogna del comportamento". In molti, al tempo, pensarono che Universo 25 non fosse altro che una terribile profezia di ciò che accadrà all'umanità non appena la popolazione avrà raggiunto il suo picco. Oggi, tuttavia, le interpretazioni dei risultati del celebre etologo sono un po' diverse.
Innanzitutto bisogna considerare, come sottolinea lo storico della medicina Edmund Ramsden, che gli esseri umani non sono topi.
Gli esseri umani possono gestire il sovraffollamento. Inoltre, è possibile che in Universo 25 l'aspetto problematico non fosse tanto la densità abitativa, quanto l'eccessiva quantità di interazioni sociali.
"Non tutti i topi di Calhoun erano impazziti. Coloro che erano riusciti a controllare lo spazio hanno condotto una vita relativamente normale" nota Ramsden. Forse, la più complessa struttura sociale degli esseri umani, nonché la garanzia di poter sempre trovare (si spera) spazi di isolamento, ci metterà al riparo dal collasso.
Fonte: www.wonews.it
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