lunedì 23 gennaio 2023

Il problema dell'immortalità

 "L'idea che ognuno possegga un'"anima immortale", concepita peraltro come fac-simile della coscienza vivente e dell'io individuale terreno, è una vera aberrazione ideologica, anche se la sua utilità come oppio per le masse non può essere negata. 

Come l'organismo fisico con la morte non si dissolve nel nulla ma dà luogo dapprima ad un cadavere, poi ai prodotti di dissociazione che seguono varie leggi chimico-fisiche, lo stesso si deve pensare approssimativamente per la parte "psichica" dell'uomo; alla morte sopravvive, per un certo tempo, qualcosa come un "cadavere psichico", una specie di fac-simile della personalità del defunto, che, in certi casi, può anche dar luogo a manifestazioni di particolare intensità. 

Questo è, ad esempio, il caso quando sentimenti, passioni, inclinazioni profonde furono destate in vita e nutrite fino alla morte. Sono tali forze a "portare" l'immagine svuotata del morto, prendendo per così dire il posto del suo "io", come del resto in tali casi spesso era già accaduto in vita. Sono proprio queste manifestazioni che dagli spiritisti vengono ingenuamente assunte come prove "sperimentali" della sopravvivenza dell'anima, quando in realtà sono sempre azioni "elementari" che nulla hanno a che fare con ciò che si può chiamare la personalità spirituale del defunto ... 

 
L'"anima" può sopravvivere solo quando si aggrega alla "mente" intesa come "noùs", come elemento sovrannaturale, divenendo così "anima stante e non cadente". Invece di appoggiarsi all'essere naturale, allora si appoggia all'essere sovrannaturale e vi si integra. 

Immagine: “Solve et Coagula“, ovvero Soluzione e Coagulazione, oppure Dissoluzione e Composizione, o più comunemente Sciogli e Riunisci, una formula che rappresenta il fondamento e lo spirito del mondo dell’alchimia

Immortale, in senso assoluto, è soltanto l'Incondizionato, il principio di là da ogni manifestazione. 
Chi è giunto ad un tale stato di unione con l'Incondizionato, è virtualmente "fuori dalle acque", e il venir meno del corpo diviene, per lui, un fatto di relativa importanza. 

L'effettiva immortalità ha per condizione una coscienza giunta ad isolarsi e a mantenersi fuori dall'appoggio e dalla condizione dell'organismo psico-fisico. Va ricordato che l'"individualità" della gran parte degli uomini è una finzione, essendo la loro stessa "unità" quella fittizia e precaria di un semplice aggregato di forze e di influenze. 

Per questo chi vuole cominciare a vivere, deve prima "morire", staccandosi da un simile intreccio di influenze e di dipendenze, facendo suo il principio di una vita che è da sé stessa. 

La "morte iniziatica" costituisce l'uomo nel primo elemento di questa vita nuova contro cui la morte non potrà nulla. 
È questo il cambiamento di polarità di cui l'iniziazione è il punto di partenza.  Per tal via si costituisce una forma nuova, che non è intaccata dalla morte. Disgregandosi il corpo, invece del residuo spettrale e di quella che fu chiamata la "seconda morte", si libera questa forma, come un "corpo di luce" incorruttibile."

- Gruppo di Ur, Introduzione alla Magia
 
(Capitolo "Il Problema dell'Immortalità", pagina156 (primo volume)

Fonte: Nicolas Flame www.facebook.com



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