lunedì 19 settembre 2022

Vecchie stufe e camini, chi li usa rischia fino a 5mila euro di multa

In periodo di grave crisi energetica come quella attuale, l’immagine di un camino o di una vecchia stufa di ghisa alimentata a legna, oltre che un sentimento di serenità domestica, potrebbe rappresentare una concreta possibilità di scaldarsi senza incorrere nei vertiginosi aumenti dei fornitori energetici.

Ma alla luce delle normative che diverse regioni, soprattuto nel centro nord, hanno implementato negli ultimi anni, le cose non stanno esattamente così. 

Gli strumenti che intere generazioni hanno utilizzato per affrontare gli inverni sono considerati illegali e il loro uso punibile con ammende che possono arrivare anche a 5mila euro.

Parliamo di un complesso normativo che ha visto la luce negli ultimi due o tre anni, con lo scopo di ridurre l’emissione di polveri sottili e di CO2. 
Ma vediamo nello specifico cosa impongono le regioni ...

In Lombardia dal 1 gennaio 2020 è consentita l’installazione solo di generatori di calore con almeno 4 stelle di efficenza energetica, per quanto riguarda i camini quindi, significa che è ormai vietata l’installazione di quelli classici, aperti. 

I divieti riguardano non solo le nuove installazioni, ma anche l’uso di generatori già esistenti di classe energetica inferiore a 3 stelle. 
In altre parole, l’uso di vecchie stufe e camini comporta una multa tra i 500 ai 5mila euro.

Molto simile la situazione in Veneto, dove la delibera n. 836 del 2017 aveva stabilito il divieto, a partire dal 31 dicembre 2019, “di installare generatori con una classe di prestazione emissiva inferiore alla classe 4 stelle e di continuare ad usare generatori con una classe di prestazione inferiore a 3 stelle”.

Anche Emilia Romagna e Piemonte negli scorsi anni hanno adottato una normative analoghe, vietando non solo l’installazione di stufe a camini non efficienti, ma anche l’uso di quelli preesistenti se al di sotto delle tre stelle.

Sembra dunque una morsa quella che si stringerà sugli italiani nei prossimi mesi: da una parte l’aumento vertiginoso delle bollette, determinato dalla speculazione sulla borsa di Amsterdam e dalle sanzioni alla Russia, dall’altro le normative regionali sempre più stringenti in campo energetico, che obbligherebbero molti italiani ad aprire il portafoglio per acquistare nuovi generatori di calore, spesso anche molto costosi. 

E intanto il grande freddo è alle porte.




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