La conversazione continua, e poi Grossman fa pronunciare ad un colonnello la battuta finale: "Ciò che è veramente terrificante è quando ti rendi conto che la burocrazia non è semplicemente una crescita nel corpo dello Stato. Se fosse solo questo, potrebbe essere tagliata. No, la burocrazia è l'essenza stessa dello Stato".
Le forze che rendono la burocrazia arbitraria, capricciosa e insensibile alla ragione – "l'essenza stessa dello Stato" – sono le stesse in America come lo erano nell'Unione Sovietica di Grossman.
Nel suo libro Bureaucracy, Ludwig von Mises spiega: "La base ultima di un sistema burocratico è la violenza".
Oggi l'ordine "non un passo indietro" è diventato "se salva una vita...".
Egyppius è un critico delle politiche Covid e di recente ha esplorato come la mentalità del "non un passo indietro" abbia plasmato le decisioni in materia Covid:
A livello federale i burocrati dell'OSHA emanano regole che autorizzano un nuovo gruppo di ispettori ad infliggere multe di $13.600 per lavoratore in quelle aziende che violano gli obblighi di vaccinazione; obblighi che non fanno nulla per controllare la diffusione del Covid.
Mentre i servizi essenziali continuano a deteriorarsi e gli scaffali continuano a svuotarsi, i burocrati cambieranno le loro linee guida? Egyppius prevede che il dentifricio totalitario del Covid "non tornerà mai più nel tubetto".
Di fronte a questo attacco illiberale da parte di politici e burocrati, sembra che possiamo fare ben poco se non piangere disperati. Dopotutto, cosa può fare una persona? Mises è chiaro: una mentalità così disfattista viene meno ai propri doveri civici.
Bureaucracy venne scritto nel 1944 e, naturalmente, Mises non aveva nulla da dire sulla burocrazia Covid. Tuttavia il suo consiglio sull'opposizione alla burocrazia socialista è applicabile ancora oggi.
Se abbiamo il dovere civico di conoscere l'immunità, le pandemie e la salute, abbiamo anche un dovere morale altrettanto importante.
Lezione 5: abbiamo il dovere morale di vedere l'umanità negli altri
Di recente ho parlato con un amico medico la cui politica è progressista, ma che si considera sostenitore dei valori liberali. Ho accennato a quanto fossi turbato dall'attuale demonizzazione da parte di burocrati e politici di coloro che hanno scelto di non vaccinarsi. Il mio amico mi ha confessato che tutto questo è davvero deplorevole, ma mi ha anche castigato: "Devi capire il contesto, quelli che demonizzano stanno cercando di salvare vite".
Sebbene lui stesso abbia subito un danno dal vaccino contro l'H1N1 del 2009, non ha fatto altro che recitare la propaganda burocratica sulle attuali politiche sanitarie. Per mantenere la sua posizione nella comunità medica, valuta attentamente i pericoli per la sua carriera e non si allontana troppo dalla narrativa ufficiale. Si preoccupa per i pazienti, ma i legami con la sua tribù medica ne compromettono il giudizio.
Se dite devo sfamare la mia famiglia, non posso oppormi agli obblighi, nessuno vi biasimerà. Se dite non ho tempo per studiare la questione e dare il mio giudizio, potete comunque prendere una posizione morale contro la coercizione e la demonizzazione degli altri.
Potete difendere lo stesso l'umanità ed evitare gli odi tribali, non c'è bisogno di molestare gli altri cooperando con fetidi burocrati.
Nella sua opera più nota, I and Thou, il filosofo viennese Martin Buber evidenziò due modi fondamentali di vedere il mondo: "Io-Tu" o "Io-Esso". Attraverso la lente "Io-Esso" gli altri sono considerati inferiori a noi, sia come oggetti che ci aiutano sia come ostacoli che ci si frappongono. Il tribalismo guarda il mondo attraverso gli occhi "Io-Esso".
Nel grande romanzo russo, I fratelli Karamazov, Dostoevskij racconta di Fëdor Pavlovitch, che desidera “vendicarsi di tutti per la propria sconvenienza”. Pavlovitch ricorda che gli è stato chiesto: "Perché odi così e così tanto?" Al che rispose: "Ve lo dirò. Non mi ha fatto del male, ma gli ho giocato un brutto scherzo e da allora l'ho odiato".
Oggi quelli che una volta chiamavamo angeli, operatori sanitari, dipendenti delle compagnie aeree, primi soccorritori, cassieri di negozi di alimentari che ci hanno servito mentre altri lavoravano a casa su Zoom, si vedono giocare "brutti scherzi" contro di loro. Se rifiutano gli obblighi, vengono licenziati.
È nella natura umana sperimentare la dissonanza quando ci comportiamo male. Prestate attenzione a quel momento in cui vi sorprendete a vedere il mondo attraverso gli occhi "Io-Esso", quando non riuscite a vedere l'umanità in un altro. Successivamente potreste notare che c'è un prurito che dovete grattarvi via. Il prurito è un bisogno sentito per giustificare il vostro pensiero "Io-Esso". Potreste alleviare il prurito esultando per una dichiarazione propagandistica che ritrae i non vaccinati come una minaccia. Uff, potreste pensare, non sono davvero una cattiva persona; mi sto solo difendendo da coloro che vorrebbero farmi del male. Nel giustificare il pensiero "Io-Esso", il dovere morale viene abbandonato.
Ora siamo ad un bivio. Come risolveremo la nostra dissonanza quando non riusciamo a vedere l'umanità negli altri? Un percorso è quello di scalfire il bisogno di sentirsi innocenti e virtuosi. Come spiegò Dostoevskij, tendiamo ad indignarci per coloro che abbiamo danneggiato.
L'altra strada è risolvere la nostra dissonanza guardando alle nostre azioni e non giustificarle. In tale spazio sorgono chiarezza e coraggio morale. Il nostro dovere civico e morale ci impone di resistere a tutti i demonizzatori disumani che professano che c'è solo una via e che loro sono i custodi di quella via.
Nella sua opera fondamentale, Human Action, Mises scrisse: “Un uomo che sceglie tra bere un bicchiere di latte ed un bicchiere di una soluzione di cianuro di potassio non sceglie tra due bevande; sceglie tra la vita e la morte. Una società che sceglie tra capitalismo e socialismo non sceglie tra due sistemi sociali; sceglie tra la cooperazione sociale e la disintegrazione della società”.
Nello spirito di Mises, offro questo monito: una società che abbraccia scelte mediche forzate ha scelto un percorso lontano dalla cooperazione sociale e verso la disintegrazione della società.
Traduzione di Francesco Simoncelli
Fonte: www.francescosimoncelli.com
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.