Le banche di sementi, secondo la FAO, sono 1.400, già per la maggior parte negli Stati Uniti.
Ci mancava solo la Luna ...
Il piano degli scienziati Usa: semi crioconservati a -196° dentro i tunnel del Satellite. L’italiano Rossi: lì è meglio che tra i ghiacci delle Svalbard.
«Un’arca di Noè sulla Luna per salvare le specie della Terra? Non è un’idea pazza — ha spiegato Jekan Thanga al congresso dell’Institute of Electrical and Electronics Engineers —. Sarà una moderna polizza di assicurazione globale».
Il progetto
Thanga insegna ingegneria aerospaziale all’Università dell’Arizona e il suo progetto, ormai dettagliato, ha suscitato interesse per due ragioni.
La prima è che si tratta di un modo per prevenire sia gli effetti negativi di eventi naturali — come l’eruzione del vulcano Toba che 75 mila anni fa causava un raffreddamento della Terra per mille anni — sia i danni provocati dallo sfruttamento della Terra da parte dell’uomo: il riscaldamento climatico e il conseguente aumento del livello dei mari che minaccerebbe anche l’attuale banca dei semi costruita alle isole Svalbard, in Norvegia, a 1.200 chilometri dal Polo dove sono stati immagazzinati centinaia di migliaia di semi al fine di preservarli per il futuro ... Svalbard - Norvegia
La seconda ragione è legata al fatto che ora si sta lavorando per tornare sulla Luna con una base permanente e quindi la prospettiva di creare lassù un sito di stoccaggio per salvare semi e Dna delle specie terrestri diventa più concreta.
«Portare semi vegetali su un altro corpo celeste riduce i rischi di una perdita di biodiversità nel caso di un collasso dell’ambiente terrestre» ha precisato Thanga.
Tunnel
Il progetto sfrutta condizioni naturali esistenti, cioè i tunnel sotterranei scavati nel sottosuolo lunare dalle colate di lava 3-4 miliardi di anni fa, quando il corpo celeste era ancora caldo. Le sonde hanno censito 200 di questi grandi cuniculi del diametro di cento metri e rimasti intonsi. Il loro interno consentirebbe di ospitare un edificio nel quale stivare cinquanta campioni di ciascuna delle 6,7 milioni di specie terrestri.
«L’operazione di trasporto richiederebbe 250 lanci spaziali — ha calcolato l’ingegnere —. Un numero non esagerato pensando che per la stazione spaziale sono stati necessari 40 lanci». L’energia per far funzionare l’«arca» lunare sarebbe fornita da pannelli di celle solari.
I campioni verrebbero crioconservati, in pratica ibernati, in una condizione da fantascienza a una temperatura di 196 gradi sotto zero, sistemati in contenitori levitanti su materiali superconduttori sfruttando un effetto quantistico. Ciò per evitare sbalzi di temperatura capaci di danneggiare i semi. Il ricorso ai tunnel evita il pericolo delle radiazioni cosmiche in grado di alterare le cellule.
Fonte: www.corriere.it
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- Svalbard Global Seed Vault - L'Arca delle sementi.
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