lunedì 29 marzo 2021

Il sangue blu degli dei. Il misterioso sangue blu e il fattore rh

L'espressione "Sangue blu"

L'espressione "sangue blu" ha acquisito nei secoli diversi significati.

In Sud America, per esempio, il nome di "sangue blu" è stato dato ai meticci nati dall'incrocio di indigeni ed europei (sangre azul).

E ancora: in Spagna l'antica nobiltà di origine germanica, discendente dai Visigoti (giunti tra il V e il VI secolo d.C.), era fiera di distinguersi nei tratti e nella carnagione (pallida, albina) rispetto alla plebe di pelle più scura…

Il famoso poeta francese Lamartine (1790-1869) ha usato questo termine in relazione "sangue rosso" dei Franchi e "sangue blu" dei tedeschi ... semplicemente come metafora per distinguere il temperamento flemmatico tedesco, rispetto al temperamento eccessivo dei francesi.

E poi c'è l'espressione: "avere sangue blu", che implica essere di nobile origine, da una linea alta; è una caratteristica spesso attribuita a famiglie reali, nobili o regnanti: è un modo di dire sopravvissuto nei secoli, considerato simbolico …

Il sangue delle stirpi nobiliari


Ancora oggi, quindi, non è chiara l'origine dell'espressione "sangue blu" e del perché le stirpi nobiliari fossero così chiamate… 

(La regina Elisabetta I in una rappresentazione nella quale l'autore ebbe difficoltà a esprimere il vero colore blu della pelle e delle vene.)


Ma si sono formulate diverse ipotesi e queste sono quelle maggiormente citate:

Metallo nel sangue. A questo modo di dire viene spesso addotta come spiegazione l’argiria, una malattia del sangue che affligge chi assume nitrati di argento in grande quantità. A questo proposito si pensa che i regnanti contraessero l’argiria usando le posate d’argento per cibarsi.

(La regina Vittoria d'Inghilterra, portatrice sana di emofilia, lasciò in eredità questa maledizione a tre dei suoi figli che, nel corso della storia, indebolirono il sangue blu dell'intera aristocrazia europea.)

L'assenza di sole. Un'altra ipotesi fa riferimento al fatto che i nobili fossero soliti rimanere all’interno dei loro possedimenti, senza esporsi al sole (a differenza delle classi meno abbienti): la loro carnagione quindi era talmente chiara da lasciare intravedere le vene, di colore bluastro.

L'emofilia. Un’altra teoria riconduce ad una patologia, l’emofilia: si tratta di una malattia ereditaria molto diffusa tra la nobiltà europea dei secoli scorsi, aggravata ulteriormente dai frequenti incroci tra consanguinei; l’emofilia determina un difetto nella coagulazione del sangue, favorendo emorragie, provocando lividi e gonfiori bluastri.
 
 
Blu: il colore del sangue degli dei
 
Questo colore blu caratterizza, nel caso di molte religioni nel mondo, quasi tutte rappresentazioni di divinità

Uno degli esempi più flagranti è ovviamente il pantheon egizio che abbraccia molte dinastie, dove possiamo vedere che tutti gli dei sono rappresentati in blu! 

I loro corpi, i loro volti, sono sempre blu. Mentre l'intera popolazione, i nobili e lo stesso Faraone, sono rappresentati con il loro tipico colore del bronzo africano.

In America Centrale, lo studio di alcuni Codici Maya – i pochi che sono sfuggiti ai roghi dei missionari e che mantennero i loro colori originali (Codice di Dresda, di Madrid, di Parigi, Codex Groslier ...) – ci permette di notare, ancora una volta, lo stesso fenomeno.


In India, il "Bhagavad-Gîtâ" e le sue strisce ci offrono illustrazioni policrome di storia mitica in cui gli dei sono in competizione tra loro per acquisire più potere... 

E in questa grande epopea, gli dei e le dee sono ancora una volta rappresentati di colore blu.

Allo stesso modo, i testi tibetani illustrati, come il "berillo blu" del lama Sang-Y Gyamtso (1653-1705) i cui dipinti sono copie esatte degli originali del 13° secolo, rappresentano entità divine in un colore blu scuro...

Non dimentichiamo anche i famosi "thangka", i meravigliosi dipinti e i "Mandala" che rappresentano cosmologie complete.

Anche in questo caso, vediamo Buddha di mondi diversi, compresi quelli del mondo degli dei rappresentati in blu scuro.

Questo rapido inventario di rappresentazioni di divinità in tutto il mondo fa effettivamente riflettere: come mai popolazioni così distanti da tra loro – nel tempo e nello spazio – hanno rappresentato in questo modo le loro divinità? È possibile ricondurlo a un motivo reale e visibile?

Alcuni autori che sostengono la teoria degli antichi astronauti ricollegano la colorazione blu degli dei ad un motivo legato all'atmosfera terrestre: potrebbe derivare da un cattivo adattamento alla nostra atmosfera troppo povera o diversa da quella del loro mondo di origine ...

Noè e il libro di Enoch

Come ha spiegato Mauro Biglino, nel Libro di Enoch ci viene detto che il padre di Noè lo riconosce subito come figlio degli Elohim, in virtù del suo fenotipo albino.

Gli Elohim amavano vivere in luoghi alti, spesso sulle cime di monti: perché? Possibile che fosse una necessità?

Esiste una condizione chiamata "ipossia" che indica la carenza di ossigeno nell'organismo. Quando nel sangue c'è poco ossigeno, il sangue appare di colore più scuro. 

E se gli Elohim avessero avuto una pelle molto chiara, un fenotipo albino, e problemi di ossigenazione del sangue... il loro sangue sarebbe apparso, appunto, "blu"...

Tratto dall'articolo integrale che continua qui: https://unoeditori.com/il-sangue-degli-dei-il-misterioso-sangue-blu-e-il-fattore-rh/ 
Per gentile concessione dell’editore

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