venerdì 18 dicembre 2020

Razza di deficienti!

 
Racconto breve di Isaac Asimov
(Silly Asses - 1958)

Naron, dell’antichissima razza di Rigel, era il quarto della sua razza a tenere i registri di tutte le galassie. Aveva il libro grande, con l’elenco delle moltissime razze di tutte le galassie che avevano sviluppato una forma d’intelligenza, e quello, notevolmente più piccolo, nel quale erano registrate tutte le razze che, raggiungendo la maturità, venivano giudicate adatte a far parte della Federazione delle Galassie.

Nel registro grande erano stati cancellati molti nomi: erano i nomi di popoli che, per una ragione o per l’altra, per sfortuna o incapacità erano scomparsi. Sfortuna, difetti biofisici o biochimici, squilibri sociali avevano preteso il loro pedaggio. In compenso, nessun nome era stato cancellato dal libro piccolo.

Naron, grande e incredibilmente vecchio, guardò il messaggero che si stava avvicinando.
“Naron! Immenso e Unico!” disse il messaggero.

“Va bene, va bene, cosa c’è? Lascia perdere il cerimoniale.” Rispose Naron facendo fretta come fosse un po’ infastidito

“Un altro insieme di organismi ha raggiunto la maturità.” disse il messaggero ...


“Benone! Benone! Vengono su svelti, adesso. Non passa un anno senza che ne salti fuori uno nuovo. Chi è il nuovo popolo?” domandò Naron.

Il messaggero diede il numero di codice della galassia e le coordinate del pianeta al suo interno.

“Uhm, sì, conosco quel mondo.” disse Naron facendo uno sforzo per ricordare e con la sua fluente scrittura prese nota sul primo libro, poi trasferì il nome sul secondo, servendosi, come di consueto, del nome con cui quel pianeta era conosciuto dalla maggior parte dei suoi abitanti, scrisse “Terra” e pronunciò il nome mentre lo scriveva.

“Queste nuove creature detengono un bel primato. Nessun altro organismo è passato dalla semplice intelligenza alla maturità in un tempo tanto breve. Spero che non ci siano errori.” disse Naron dopo aver scritto il nome.

“Nessun errore, signore” disse il messaggero sicuro.

“Hanno scoperto l’energia termonucleare, no?” chiese Naron.

“Certamente, signore.” rispose il messaggero.

“Benissimo, questo è il criterio di scelta.” affermò Naron ridacchiando soddisfatto. 
“E molto presto le loro navi entreranno in contatto con la Federazione” aggiunse, come di cosa scontata.

“Per ora, Immenso e Unico, – disse con una certa riluttanza il messaggero – gli osservatori riferiscono che non hanno ancora tentato le vie dello spazio”.

“Proprio per niente? Non hanno nemmeno una stazione spaziale?” chiese Naron dimostrando stupore.

“Non ancora, signore.” rispose il messaggero quasi scusandosi.

“Ma se hanno scoperto l’energia atomica, dove eseguono le loro prove, le esplosioni sperimentali?” chiese Naron sempre più stupito.

“Sul loro pianeta, signore” rispose il messaggero.

Naron si drizzò in tutti i suoi sei metri di altezza e tuonò: “Sul loro pianeta?!”

“Sì, signore” rispose il messaggero.

Lentamente Naron prese la penna e tracciò una linea sull’ultima aggiunta del libro piccolo. 

Era un atto senza precedenti, ma Naron era molto, molto saggio e poteva vedere meglio di chiunque altro quello che sarebbe accaduto nell’universo delle galassie.
“Razza di deficienti!” borbottò.


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