giovedì 28 maggio 2020

Dimezzare la pressione fiscale si può? Come? E cosa succederebbe?

di Marco Cristofoli

Cosa succederebbe se dovessimo dimezzare la nostra pressione fiscale, che attualmente è il doppio del necessario, con la fiscalità attuale a fondo perduto e tre volte il necessario se dovessimo adottare la "fiscalità a scambio"?

COSA SUCCEDEREBBE ALLE ALIQUOTE DELLE 5 TASSE PRINCIPALI CHE PAGHIAMO?

Oggi abbiamo una pressione fiscale generale, complessiva, su reddito e consumi del 88%, che è una follia: schiaccia economia, occupazione e gettito fiscale.
Dimezzando o riducendo sensibilmente le aliquote potremmo raggiungere una pressione fiscale generale complessiva del 42%, che è sempre alta, ma darebbe parecchio ossigeno all’economia ...


Ma analizziamo bene nel dettaglio:

Reddito di un impiegato
Irpef : dal 23% al 5%
Inps : dal 33% al 20% (dopo la riforma Inps)

Consumi
Indirette : dal 64,8% al 15% (tasse totali imprese dentro i prezzi imponibili al consumo)
Iva : dal 22% al 5%
Locali dal 3% al 1%

Pressione complessiva dal 88% al 42%

COSA SUCCEDEREBBE AI CITTADINI CON LA RIDUZIONE DRASTICA DELLA PRESSIONE FISCALE?

Se dovessimo dimezzare la pressione fiscale, degli 870 MLD di eu che ogni anno vanno allo stato, verrebbero rimessi in tasca ai cittadini 400 MLD di eu l’anno in maniera permanente, sono 555 Euro al mese a cittadini in più.

In pratica un salario di un operaio o impiegato passerebbe da :
1.200 Eu mese a 1.824 Eu al mese, 624 euro in più

E il carrello delle spesa, il caffè, i prezzi al consumo passerebbero da :
120 Eu il carrello, 1 Eu il caffè, 71% le tasse sui consumi a
75 Eu il carrello, 0,70 Eu il caffè, 20% le tasse sui consumi

In pratica se ora viviamo col 14% del nostro reddito lordo, domani vivremmo col 61% del nostro reddito lordo, 4,35 volte in più del potere di acquisto attuale.

COSA SUCCEDEREBBE ALLA SPESA PUBBLICA DELLO STATO?

Non tutti sanno che anche lo Stato paga le tasse sulla spesa pubblica, come quelle che paghiamo noi, ovvero, paga il 64,8% di tasse indirette sui consumi e il 22% di iva su tutte le fatture dei fornitori di beni e servizi per lo Stato. 

Inoltre paga il 23%+ di Irpef e il 33% di Inps quando eroga i salari dei dipendenti pubblici, dove paga le tasse utilizzando i soldi delle nostre tasse. 

A differenza delle tasse pagate dai privati che spostano soldi dalla circolazione alle casse dello Stato, lo Stato fa una operazione fittizia con le tasse dei dipendenti pubblici, sono scritture contabili che vanno a zero, zero soldi allo stato con le tasse dei dipendenti pubblici, che le tasse non le pagano, almeno quelle sui redditi. 

L’ammontare complessivo delle tasse pagate dallo Stato a se stesso, tra fatture fornitori e salari pubblici è di 384 MLD di euro circa, su una spesa complessiva di 870 MLD di euro all'anno.


Ma cosa succederebbe alla spesa pubblica se tagliamo le tasse del 50%?

Spesa pubblica attuale = 486 MLD (+384 MLD di tasse) = 870 MLD
Spesa pubblica successiva = 486 MLD (+192 MLD di tasse) = 678 MLD

Quindi avremo una spesa pubblica, a parità di beni e servizi erogati, ridotta, per via delle tasse da 870 MLD a 678 MLD, quindi le nuove tasse dovranno andare a “coprire” una spesa pubblica più economica, più bassa.

COSA SUCCEDEREBBE ALL’ECONOMIA ALLE IMPRESE SE ABBASSIAMO LE TASSE DEL 50%?

Succedono molte cose all’economia se riduciamo drasticamente le tasse, come abbiamo potuto vedere aumentano i salari, a parità di costi dell’impresa, diminuiscono i prezzi al consumo.

Quindi aumenta la domanda interna, aumentano i consumi, aumenta il PIL, quindi aumentano le tasse pagate sui consumi.

Aumenta la produttività, quindi aumentano le tasse pagate dalle imprese, aumenta l’occupazione, quindi aumentano le tasse pagate sui nuovi redditi, ma anche sui nuovi consumi determinati dai nuovi redditi.

Migliora la qualità dei prodotti, a parità di prezzo, migliora la qualità e la sicurezza sul lavoro, migliora la sostenibilità dei prodotti, della produzione e migliora anche l’impatto ambientale generale, meno inquinamento, meno rifiuti.

Migliora la competitività delle nostre imprese all’estero, quindi aumenta l’export, aumentano le attività produttive nuove e anche quelle che dall’estero si spostano in Italia, per convenienza produttiva ed alta domanda interna.

E’ stimato per difetto, che l’immissione di 400 MLD di eu l’anno nelle tasche dei cittadini, produce almeno 168 MLD di nuovo gettito fiscale, sui consumi, con le nuove aliquote, solo il primo anno.

Quindi per “coprire” la nuova spesa pubblica resa più economica dal taglio fiscale, come si procede?

870 MLD (vecchia spesa) – 400 MLD (taglio tasse) = 470 MLD + 168 MLD (nuovo gettito) = 638 MLD

Per andare a copertura mancano 40 MLD, che è il 2,3% di deficit sul PIL che normalmente facciamo, quindi :

638 MLD + 40 MLD (deficit) = 678 MLD nuova spesa pubblica

Questo il primo anno, negli anni successivi l’economia continuerà a crescere e si andrà in avanzo primario, col quale si pagherà il vecchio deficit, avanzo primario che si potrà investire nella Pensione di Base Fiscale di 1.000 Eu mese, a copertura di tutta l’assistenza, oggi gestita da Inps, ed a compensazione del ricalcolo generale di tutte le pensioni Inps dal retributivo al contributivo. 

Cosi che i pensionati prenderanno due pensioni, quella di Base Fiscale più quella Inps ricalcolata al contributivo.

Inoltre si potrà investire l’avanzo primario nel Reddito di Disoccupazione di 500 Eu mese per tutti i senza lavoro, che si spera che con questa riforma, e in aggiunta con le altre riforme, ricollochino dei 12 milioni di disoccupati reali almeno 10 milioni.

Con la riforma scolastica, 2,5 milioni di giovani oggi disoccupati a Scuola, portando l’età scolare a 18 anni, con la riforma dell’Esercito e della Protezione civile, 500mila giovani alla leva civile e militare, con la riforma Inps, 3 milioni di lavoratori anziani over 60, in pensione, e almeno 4 milioni di nuovi posti di lavoro generati dalla Riforma Fiscale.

Marco CristofoliMoneta Pubblica

Per approfondire:


COME FUNZIONA IL NOSTRO SISTEMA FISCALE 
E QUANTO CI PORTA VIA ?

Il nostro sistema fiscale è formato da 4 imposte e contributi principali, due sul reddito e due sui consumi, oltre alle tasse locali, è un po complesso, articolato ed intrecciato ma vediamo come funziona :

1) L’impresa produce, paga il lavoratore per la sua prestazione, gli trattiene il 51% del suo salario lordo, il 23% per l’Irpef e il 33% per l’Inps (9%+24%), e lo cede allo stato.

2) Il lavoratore incassa il proprio salario netto, il 49% del salario lordo, e con il suo salario compra i prodotti dell’impresa stessa.

3) Quando il lavoratore, consumatore, compra i prodotti dell’impresa, paga all’interno del prezzo imponibile le tasse sui dipendenti dell’impresa, quindi anche le sue tasse sul suo salario lordo, poi paga le tasse sul valore aggiunto dell’impresa, tasse impresa, poi paga le tasse sui costi dell’impresa, le fatture dei fornitori, poi paga il valore aggiunto dell’impresa, il guadagno dell’imprenditore. 

Ma non finisce qua, alla fine paga una tassa, che tassa l’intero importo imponibile del prezzo, quindi tutte le tasse che ci sono dentro il prezzo, che si chiamano tasse indirette, che tassa il valore aggiunto, tassa tutto al 22%. In pratica, all’interno del prezzo al consumo, ci sono il 64,8% di tasse indirette, più il 22% di iva, che in totale fa il 71% di tasse, che paga su tutto ciò che acquista.

4) Ora la tassazione complessiva di un lavoratore, consumatore, è del 49% alla fonte, sul reddito, più il 71% sui consumi, che unite alla tesse locali, bollo auto, canone tv, ticket sanitario, rifiuti, tassa sulla casa, fa 88%.
Come potrà mai esserci domanda interna se lo stato sequestra l’88% dei redditi lordi dei cittadini ?

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