martedì 23 aprile 2024

Lo Smart Dust è una tecnologia del futuro? Esiste già?

 “Polvere intelligente diabolica sparsa ovunque come confetti”  – le ultime parole di Julian Assange prima che la sua connessione a Internet e il contatto con il mondo fossero definitivamente interrotti.  

Gli ultimi minuti dell’ultima intervista di Julian, nella quale menziona nano-particelle di “diabolica polvere intelligente”, attivate e interagenti con il mare di radiazioni elettromagnetiche nel quale siamo immersi, e connesse con una intelligenza artificiale (vedi QUI)

Nel suo articolo ‘Ecco la polvere che spia’ pubblicato sul quotidiano La Repubblica il 31 ottobre 2002, Federico Rampini descrisse la polvere intelligente o “smart dust”, un pulviscolo composto di miriadi di microchip.

Lo smart dust o “polvere intelligente” è stato definito dal Pentagono “Ia tecnologia strategica dei prossimi anni”.
Un giorno cambierà la nostra vita …



VIETNAM ANNI SESSANTA – Queste minuscole macchine percepiscono il loro ambiente, eseguono l’elaborazione dei dati di base e comunicano tra loro per scopi medici, industriali e militari. Sensori migliori, lanciati in aria sopra la pista di Ho Chi Minh, in grado di rilevare movimenti, suoni, metalli e persino odori, hanno guidato la massiccia campagna aerea degli Stati Uniti contro le linee di rifornimento del Nord Vietnam. (medium.com)
Ma questi sensori erano enormi rispetto a quanto è possibile ora.

Quindi, l’idea non è nuova. Kris Pister dell’Università di Berkeley ha coniato il termine “Smart Dust” (polvere intelligente) a metà degli anni novanta come parte di un progetto di ricerca della DARPA, concludendo: “Programmeremo le pareti e i mobili, e un giorno anche gli insetti e la polvere”.

Si inizia a parlare di questa polvere intelligente. Ecco un articolo di questi giorni.


Cosa sono le Smart Dust: a cosa serve davvero la tecnologia del futuro

Cosa sono le Smart Dust e quando arriveranno: le polveri intelligenti potrebbero cambiare il nostro futuro attraverso una tecnologia microscopica da fantascienza. Ma è davvero positivo? Ecco cosa c’è da sapere.

Per capire cosa sono le Smart Dust bisogna rivolgere lo sguardo verso un futuro in cui la tecnologia è avanzata a tal punto da creare dei dispositivi wireless piccolissimi, come un granello di polvere.

Perché devi conoscere questa tecnologia? Perché quel futuro è arrivato e questi dispositivi miniaturizzati, dotati di sensori, telecamere e meccanismi utili a trasmettere dati, oggi sono realtà: le Smart Dust prendono il nome di MEMS (sistemi microelettromeccanici) e potrebbero irrompere nella nostra quotidianità prima di quanto pensiamo.

Dai primi computer enormi, macchine complesse che occupavano intere stanze, all’internet delle cose: le Smart Dust, ovvero polvere intelligente, irromperanno nelle nostre vite con lo stesso effetto avuto da smartphone, tablet e smart speaker.

Le Smart Dust sono oggetto di attenzioni e sviluppo da parte di grandi aziende fin dal 1992, tra i nomi principali troviamo General Electric, Cargill, IBM, Cisco Systems: tutte queste aziende, ma non solo, hanno già da tempo avviato gli investimenti nella ricerca e nell’applicazione di questo tipo di tecnologie, guardando alle Smart Dust come uno strumento importante per l’economia mondiale futura.

L’uso delle Smart Dust è ancora in fase di definizione. Aziende come Gartner (multinazionale che si occupa di consulenza strategica, ricerca e analisi della tecnologia dell’informazione) ha parlato già di Smart Dust nel 2016 ma il tempo relativo a una sua effettiva applicazione è ancora lontano.

Nonostante questo, è importante guardare a questo fenomeno con attenzione non essendo ormai più una tecnologia da film di fantascienza. Ancora non sappiamo quando l’adozione delle Smart Dust si avvierà a un’applicazione su larga scala: quel che è certo è che solo una questione di tempo. Ecco cosa c’è da sapere.


Smart Dust: cos’è e a cosa serve

Una Smart Dust è dotata di sensori di miniatura, MEMS, in grado rilevare qualsiasi cosa che va dalla luce alle vibrazioni fino alla temperatura nell’aria: grazie a un’incredibile quantità di energia racchiusa nelle sue dimensioni ridotte, i MEMS riescono a combinare una rapida elaborazione dati e comunicazione via wireless anche in uno spazio minuscolo, di pochi millimetri. Dimensioni talmente ridotte da permettergli di fluttuare nell’aria e di passare anche inosservati.

Cosa può fare una Smart Dust? 

Nell’ordine:

- raccogliere dati tra cui suoni, umidità, accelerazione, stress, pressione e altro attraverso i sensori;

- conservare questi dati in memoria;

- trasmettere i dati raccolti via wireless ad altre Smart Dust o dispositivi tecnologici nelle vicinanze o via cloud.

I componenti di questi piccoli device sono stampati in 3D con le ormai comuni stampati 3D disponibili in commercio e vengono prodotti come fossero un unico pezzo: oggi è possibile realizzare una serie di componenti microscopiche che, grazie anche a questi strumenti, erano impensabili anni fa.

Molte lenti ottiche create per questi sensori in miniatura oggi possono ottenere immagini di qualità migliore rispetto a pochi anni fa ed ecco che le Smart Dust si dotano di un altro importante senso: la vista. 



Come vengono utilizzate le Smart Dust

Il potenziale dato dalle Smart Dust quindi permetterà di raccogliere informazioni su qualsiasi ambiente con dettagli mai visti prima: l’impatto che una loro applicazione potrebbe avere sulla società influenza diversi settori che vanno dalla sicurezza alla produttività.

Tra gli usi possibili abbiamo:

- agricoltura, monitorare le colture su una scala senza precedenti per determinare esigenze di irrigazione, fertilizzazione e controllo dei parassiti;

- controllo delle apparecchiature;

- individuare punti deboli e di corrosione prima di eventuali guasti;

- monitoraggio di persone e prodotti via wireless per motivi di sicurezza;

- applicazioni nel sistema sanitario per diagnosi a distanza, interventi senza chirurgia, sostegno a persone con disabilità rendendo accessibili una serie di strumenti che li aiutando a vivere in modo indipendente.

Sorprendente in questo senso l’uso sperimentale fatto dai ricercatori dell’Università di Berkeley che ha testato un sistema da spruzzare direttamente nel cervello umano per fornire feeback e risposte su uno degli organi più importanti del nostro corpo.

Smart Dust: svantaggi e lati negativi

Nonostante i lati promettenti, sono molte le preoccupazioni da tenere conto su un’adozione in larga scala delle Smart Dust. Tra i principali lati negativi abbiamo:

Privacy

Al primo posto non poteva che esserci lei, la privacy (una componente al centro dell’attenzione degli utenti e, allo stesso tempo, spesso ignorata). Le Smart Dust, con i suoi componenti microscopici, possono registrare qualsiasi cosa programmata per la registrazione e le loro dimensioni sono di conseguenza difficili da rilevare. Immaginate i risvolti negativi nel caso questa tecnologia dovesse cadere nelle mani sbagliate.

Controllo

Immaginiamo centinaia di Smart Dust rilasciate nell’aria e distribuiti in una particolare area: considerate le loro minuscole dimensioni, quanto sarebbe difficile rilevarli e tenerli sotto controllo? Una Smart Dust, rilasciata a insaputa degli utenti, potrebbe essere facilmente danneggiata da un individuo inconsapevole, organizzazioni governative potrebbero essere portate a mascherare la loro presenza a insaputa dei più.

Costi

Il fattore economico e produttivo delle Smart Dust è un vantaggio e uno svantaggio allo stesso tempo: i costi per implementare questa tecnologia includerebbe una serie di elementi, tra cui i satelliti, dal costo decisamente elevato. Un elevato dispendio di risorse economiche rende per il momento questo tecnologia fuori dalla portata dei più più e dall’applicazione su vasta scala.
Fonte: www.money.it

“Presto condiremo (we will salt) gli oceani, la terra e il cielo con un numero incalcolabile di sensori invisibili agli occhi, ma visibili l’uno all’altro e a una varietà di dispositivi di raccolta dati. I vasti flussi di dati sempre più accurati si combinano e interagiscono per produrre cache sempre più significativi di conoscenza”www.thefiscaltimes.com ).

- Esther Dyson, figlia di Freeman Dyson -

Fonte: www.nogeoingegneria.com

Articolo precedentemente pubblicato qui il 23/04/2020

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