mercoledì 1 maggio 2024

Visione lucida: guardare il mondo senza giudizio

La Visione Lucida è quella capacità di leggere gli eventi senza critiche e senza giudizi, proprio come un antropologo osserva una nuova cultura o una mamma guarda il suo bambino.

di Carla Sale Musio

Nel Voice Dialogue, al termine di ogni sessione di lavoro, il cliente siede affianco al facilitatore e ascolta la descrizione dello scenario dei Sé, animatosi in precedenza, contemplando gli eventi psichici senza schierarsi.

La consegna, durante questa fase di lavoro, è di prendersi una pausa da ogni contrapposizione e di guardare il movimento interiore con occhi freschi.

Osservare la vita da un punto di vista neutrale, senza dividere gli eventi in buoni o cattivi, è un’esperienza inestimabile...


Siamo portati a giudicare tutto ciò che ci succede, archiviando le cose dietro altrettante etichette: mi piace, non mi piace, bello, brutto, gradevole, sgradevole, bene, male, positivo, negativo, giusto, sbagliato… e così via.

Il mondo della dualità ci spinge a notare i contrasti e a scegliere una direzione, escludendo di volta in volta altrettante possibilità.
Non intendo sostenere che questo sia sbagliato.
Le valutazioni sono indispensabili per esprimere noi stessi.
Ma prendersi una pausa ogni tanto, per osservare la vita liberi dal giudizio, può essere uno strumento impagabile nel percorso evolutivo e permette un’acquisizione interiore, altrimenti impossibile.
A un livello profondo, ogni cosa riflette un pezzetto della nostra multiforme totalità, e il processo di selezione ci costringe a negare aspetti di noi che possono rivelarsi preziosi.
È vero che schierarsi è inevitabile e, spesso, necessario.
Basta pensare alla violenza, al razzismo, al bullismo, alla pedofilia e agli innumerevoli fatti che suscitano orrore, per sentire il bisogno di prendere una posizione decisa.

Ma dire BASTA non significa cancellare con un colpo di spugna tutto ciò che ferisce l’anima, e permette soltanto di arginarne gli effetti nel mondo concreto che chiamiamo realtà.
Nel profondo di noi stessi, quelle radici continuano ad esistere e, se non ce ne prendiamo cura in modo adeguato, alla fine faranno sentire la loro pericolosa presenza.
Per mettere veramente termine alla violenza è necessario evolverne le profondità interiori fino a rendere fluida ed equilibrata l’energia che la sottende.
L’energia, infatti, non è né buona né cattiva, è soltanto una possibilità a disposizione.
Sta a noi usarla in modi costruttivi.
O distruttivi.


L’energia dell’amore può fluire armoniosamente nella vita o deformarsi per sfuggire al dolore, fino a diventare possesso, gelosia, cinismo, indifferenza, odio e violenza.
Quando questo accade, i meccanismi di difesa scattano a proteggere la fragilità, rinchiudendo i Sé Vulnerabili nelle segrete del mondo interiore.

Rendere fluida ed equilibrata l’energia significa evolvere il giudizio in rispetto e accoglienza delle nostre parti ferite o emarginate.
E per riuscirci è indispensabile entrare in contatto con la sofferenza che si nasconde dietro la mancanza di empatia.
La rabbia e il surgelamento emotivo, infatti, sono potenti antidolorifici che consentono alla psiche di non soffrire.
Ogni volta che ci arrabbiamo, cerchiamo di non sentire un dispiacere e nascondiamo nell’inconscio la nostra vulnerabilità, provocando una cristallizzazione nel fluire spontaneo della vitalità e creando una distorsione nell’ascolto e nella conoscenza di noi stessi.
In questo modo, l’energia cristallizzata diventa un blocco che impedisce l’evolversi dell’espressione di sé.

In un mondo sano, la sofferenza dovrebbe essere accolta con fiducia perché, soltanto accettandone il potere trasformativo, potremo attraversare l’esistenza con entusiasmo e tramutare le cose che non ci piacciono in opportunità vantaggiose.
Nascondere l’angoscia dietro l’aggressività, la prepotenza e il disprezzo, permette di sfuggire l’impatto con l’ignoto che costella la vita, ma questa fuga arresta il percorso evolutivo e impedisce il dispiegarsi delle potenzialità a nostra disposizione.

Ecco perché comprendere la dualità, senza giudicarla e senza prendere posizione è un esercizio pieno di valore.
Un punto di vista fuori dai giochi consente l’ascolto di quei Sé che per paura abbiamo nascosto nell’inconscio e che da lì cercano di richiamare la nostra attenzione, spesso magnetizzando gli eventi che meno ci piacciono.
Coltivare una Visione Lucida della vita è il primo passo verso la realizzazione di una profonda capacità di amare, dapprima noi stessi e poi tutti gli altri.

La mancanza di uno schieramento, quella totale incoerenza interiore che tanto disorienta e atterrisce, è un sentiero che dà forma all’amore con la A maiuscola.
L’Amore, infatti, è proprio questo: un sentimento incondizionato e privo di giudizio.
E dall’Amore all’Illuminazione il passo è breve.

Se l’illuminazione è la capacità di comprendere il significato dell’esistenza, una totale assenza di giudizi libera il percorso dalle barriere e permette alla bussola dell’intuizione di orientare il nostro radar interiore.
Solo con la certezza delle proprie molteplici possibilità, l’Amore può attraversare l’enigma della vita e fare rotta verso l’infinito.

Fonte: carlasalemusio.blog.tiscali.it (oggi off line)

Pubblicato precedentemente qui il 09/04/2017

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.