Questo il giudizio del premio Nobel per la medicina 2013.
(Un articolo del 2013, già pubblicato qui il 22 febbraio 2015)
di Enzo Pennetta
La denuncia è grave, a maggior ragione perché è la cosa che ha pensato di dire Randy Schekman al Guardian il giorno stesso in cui ha ricevuto il premio Nobel e quindi non solo nel momento più importante per la carriera di un ricercatore, ma anche nel momento di massima visibilità.
Ma non basta, la dichiarazione di Schekman era stata preceduta di un paio di giorni da quella di un altro autorevolissimo scienziato, Peter Higgs, notissimo teorizzatore del bosone di Higgs, che sempre al Guardian aveva denunciato il sistema delle pubblicazioni scientifiche.
Ma se la dichiarazione di Schekman è clamorosa, altrettanto clamoroso è il silenzio con il quale è stata inghiottita dalle testate che si occupano di divulgazione scientifica, alcuni quotidiani le hanno almeno dedicato il “minimo sindacale” come Il Corriere della Sera “Schekman: «Le principali riviste scientifiche danneggiano la scienza»” (poco più che un trafiletto) e l’Unità “Il Nobel Shekman: “Boicottiamo Science e Nature”“, altri hanno però vistosamente dimenticato di pubblicarla ...
E allora per vedere commentato in modo decente quanto detto da Schekman dobbiamo andare su Wired, un periodico che si occupa in genere di scienza tenendo conto delle sue implicazioni più ampie, per leggere un articolo intitolato “Il Nobel che vuole boicottare le riviste scientifiche“, che inizia con le seguenti parole:
"La scienza è a rischio: non è più affidabile perché in mano a una casta chiusa e tutt’altro che indipendente…
Le principali riviste scientifiche internazionali – Nature, Cell e Science – sono paragonate a tiranni: pubblicano in base all’appeal mediatico di uno studio, piuttosto che alla sua reale rilevanza scientifica.
Da parte loro, visto il prestigio, i ricercatori sono disposti a tutto, anche a modificare i risultati dei loro lavori, pur di ottenere una pubblicazione."
L’accusa di “tirannia” lanciata da un neo premio Nobel dovrebbe in ogni caso meritare la massima attenzione, ma così come si usa fare per i critici di minore visibilità la tecnica è la stessa: ignorare per non dare visibilità alle idee. Ma Schekman aggiunge dell’altro, qualcosa che da sempre andiamo sostenendo:
Ma il suo laboratorio (all’università di Berkeley in California) le boicotterà – ha detto al Guardian –, evitando di inviare alcun genere di ricerca.
Sfruttano il loro prestigio, distorcono i processi scientifici e rappresentano una tirannia che deve essere spezzata, per il bene della scienza." Almeno così la pensa il Nobel."
L’episodio della dichiarazione di Schekman mostra che però neanche per un Nobel per la medicina è facile denunciare i problemi della scienza, figurarsi per soggetti enormemente meno visibili.
La denuncia di Schekman rappresenta però un incentivo ad andare avanti per tutti coloro che ritengono la scienza una realtà preziosa che deve essere difesa dalle strumentalizzazioni e da qualsiasi tentativo di piegarne i risultati a vantaggio di interessi particolari.
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