giovedì 15 agosto 2019

L'anima pagana della religione cristiana - la festa di Ferragosto -

di Stefania Tosi

A Ferragosto la Madonna celebra la sua Assunzione in Cielo ...

Sexstilis, il sesto mese dell’anno nel calendario romano, l’8 a.C. cambia nome e, in onore delle vittorie dell’Imperatore Ottaviano, diviene augustus a cui è aggiunto un giorno affinché sia emulo di Julius, il mese che dal 44 a.C. era dedicato a Giulio Cesare. 

Alcuni anni prima l’imperatore aveva istituito le feriae augusti, il riposo di Augusto, per celebrare la fine dei lavori stagionali. 

Gli Augustali si aggiungevano a celebrazioni romane già esistenti e antichissime, come i Vinalia rustica celebrati il 19 agosto durante i quali si sacrificava un agnello a Giove per propiziare l’abbondanza della vendemmia. O i Consualia in cui si rendeva omaggio a Conso, il dio della Terra e della fertilità. 

Svetonio così descrive il comportamento di Augusto in occasione delle varie feste romane:

«Celebrava i giorni di festa e le solennità riccamente e qualche volta con semplici divertimenti. Per i Saturnali e quando gli faceva piacere, distribuiva doni, vestiti, oro e argento, ora monete di ogni conio, anche antiche dell’epoca dei re o straniere, a volte nulla oltre a delle coperte o spugne, mestoli, pinze e altri oggetti di questo genere accompagnati da cartelli oscuri e ambigui. 

Era solito, durante i banchetti, vendere una serie di oggetti di valore diverso e di pitture su tavole voltati per alimentare o frustrare nell’incertezza del caso la speranza dei compratori; e così presso ogni letto si organizzava un’offerta all’incanto e ciascuno dichiarava i suoi guadagni e le sue perdite» ( Svetonio, Vite dei Cesari, Libro II, Augusto, 75) ...


L’intento era quello di offrire un periodo di riposo dopo le fatiche degli intensi lavori agricoli. Persino gli animali da tiro erano dispensati dal lavoro. 

Ovunque, mentre la canicola estiva smorzava i suoi ardori, era un susseguirsi di celebrazioni, corse dei cavalli e omaggi agli dèi, tra cui spiccava il 13 agosto, dedicato a Diana, dea della caccia, delle selve, della maternità e della Luna. Arcana e potente, la dea condivideva aspetti con Iside, Atena e Ishtar.

Il mese di agosto era davvero un mese di feste:

«Alle calende si festeggiavano Mars Ultor e Spes;
- Il 5 Salus, protettrice della prosperità pubblica;
- il 9 il dio Sole Antenato, Sol Indiges.
- Il 12 Hercules Invictus e aveva luogo la festa della “accensione delle lampade”, appartenente al ciclo in onore della dea Iside.
- Il 13, oltre a Diana, si omaggiavano Hercules Victor, la dea Flora, il dio Vertumnus, protettore della natura e la coppia di dioscuri Castore e Polluce.
- Il 15 era omaggiata la dea Astrea;
- Il 17 si festeggiavano il dio Portunus, protettore dei porti e il dio Ianus, nella seconda festa dell’anno;
- Il 19 avevano luogo i Vinalia rustica e i festeggiamenti per la dea Venere;
- Il 21 i Consualia, dedicati a Conso;
- Il 23 i Volcanalia, in onore di Vulcano dio del fuoco e costruttore di armi e fulmini;
- Il 24 Mundus Patet, una delle tre feste connesse con il mondo degli Inferi;
- Il 25 riceva gli onori Ops Consiva, dea dell’abbondanza del raccolto e consorte del dio Consus, spesso identificata con Rea e Cibele;
- Il 27 agosto si omaggiava il dio Volturno».
(http://www.maat.it/livello2/agosto-01.htm)


A dir la verità l’intero calendario romano era una cornucopia di feste e quasi tutti i mesi dell’anno erano costellati da cerimonie fastose, licenziose e inneggianti la vita in senso lato e la grandezza di Roma. 

Anche dopo l’avvento del cristianesimo il corpus delle feste augustee, a dispetto degli sforzi del clero, sopravvisse nelle consuetudini tradizionali del popolo, soprattutto le celebrazioni in onore di Diana.

La dea della Luna e del parto, chiamata dagli Etruschi Artume, condivideva con Atena ed Estia la condizione virginale.

Nel periodo in cui la cultura romana subiva una forte ellenizzazione, l’iconografia della dea si arricchì di un particolare interessante: una corona lunare posta tra i capelli.

Anche Astarte, la più celebre tra le divinità fenice, era dipinta o scolpita con delle corna o una mezza Luna sulla fronte;

la stessa dea egizia Iside (foto) a volte presentava analoga raffigurazione.

Non potendo vincere le vecchie credenze, i teologi del cristianesimo traslarono alcune delle prerogative delle dee pagane nella Vergine Maria. 

Citiamo alcuni quadri che propongono l’iconografia del simbolo lunare:







- Immacolata Concezione, Francisco de Zurbarán, Colegio Parroquial de Nuestra Señora del Carmen a Jadraque (Castiglia- La Mancia), XVII secolo.

















- Madonna Immacolata, Giovanni Battista Salvi detto il Sassoferrato, 1650 circa, Pinacoteca Vaticana; 







- Immacolata Concezione, affresco attribuibile a Pietro Scalvini, secolo XVIII di Borno;








- La donna stellata dell’Apocalisse, affresco di Agostino Comerio da Locate – Como – 1824;

















- Madonna col Bambino in gloria con i santi Martino e Caterina, Moretto, Chiesa di San Martino, Porzano, 1530.










In Apocalisse 12, 1 si legge:

«vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi [il corsivo è nostro] e sul suo capo una corona di dodici stelle».

Verso la metà di agosto si celebrava un’altra dea lunare, amata dai pagani e invisa ai cristiani: Semele, madre di Dioniso e amante di Giove, fu liberata dal figlio e condotta nell’Olimpo e quindi assunta in cielo. La presenza divina femminile doveva essere ripulita dagli orpelli degli idolatri, abbaiavano i vescovi, così Diana, Semele e tutte le altre vengono nascoste sotto il manto ceruleo della Vergine proveniente dal Medio Oriente, a cui viene riconosciuta una cerimonia importante: l’Assunzione in Cielo.

La festa dell’Assunzione di Maria ha avuto le sue prime celebrazioni nel VI secolo a Gerusalemme; l’imperatore Maurizio ne estende la pratica in tutto l’Impero. Nel VII secolo la festa viene introdotta anche Roma e successivamente in Francia e Inghilterra. 

I teologi del Medioevo pontificarono sull’Assunzione, lavorando di scalpello e cesello nell’intento di plasmare la nuova ricorrenza cristiana su base pagana. 

Nei cuori degli uomini e delle donne la Vergine, riflesso della Grande Madre, aveva un posto speciale e tributarle un’ulteriore festa sembrava cosa buona e giusta. 

Nel 1950 Pio XII promulgò il dogma dell’Assunzione della Vergine. 

La definizione dogmatica non è stata ricavata dalle Scritture o da altre fonti ma è stata fondata dalle tradizioni di fede dei credenti, i quali, secondo la Chiesa, hanno agito per suggerimento dello Spirito Santo. Perciò, l’affermazione dell’avvenuta Assunzione è stata promulgata sull’eco antico di Diana e Astarte, Cibele e Iside, nell’ottica di una naturale prosecuzione devozionale che ben si accordava con gli intenti teologici. 

Infatti di norma la Chiesa non si lascia andare a simili sentimentalismi, come dimostra il recente caso di Medjugorje per il quale la Congregazione per la Dottrina della Fede ha espresso le proprie perplessità sulle apparizioni (per approfondimenti si veda: L. Fezia, Apparizioni Mariane: il Grande Imbroglio. Indagine laica sui criteri con cui la Chiesa approva una presunta manifestazione celeste, Uno Editori, 2016 Orbassano (TO)).

Stefania Tosi- Estratto dal libro: IL FALSO DIO

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