Nel 2010 la Bolivia ha seguito l’esempio dell’Ecuador, adottando il documento.
Evo Morales, il primo presidente indigeno a guidare la Bolivia, ha presentato la Dichiarazione all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (ONU) nel 2012, dicendo:
«Il XX secolo è stato il secolo dei diritti umani.
Il XXI secolo deve diventare il secolo dei diritti della Madre Terra e di tutti gli esseri viventi.
Per vivere in armonia con la natura dobbiamo riconoscere che non sono solo gli esseri umani ad avere diritti, ma anche il pianeta, gli animali, le piante e tutti gli altri esseri viventi hanno diritti che dobbiamo rispettare.
Ciò che sta accadendo adesso a causa del cambiamento climatico è legato al mancato rispetto dei diritti di Madre Terra»
Che cosa è cambiato da allora? ...
Dal 2008 a oggi sono state intraprese tante battaglie a favore della sostenibilità ambientale, ma gli ostacoli sono tanti: prima di tutto non c’è una definizione univoca su cosa sia la natura e, in secondo luogo, qualunque cosa essa sia non può far valere in autonomia i propri diritti.
Tuttavia questi diritti sono in conflitto con l’attuale idea di sviluppo. Il progresso è necessario per vivere meglio mentre le estrazioni negli Stati del Sudamerica come Ecuador e Bolivia dimostrano il contrario, servono per fornire materie prime agli Stati ricchi del Nord del mondo a discapito dei paesi in via di sviluppo.
Inoltre, gli incentivi offerti ai difensori della sostenibilità ambientale sono nulla rispetto agli interessi economici e politici in gioco.
Infine, le regole sui diritti di Madre Terra sono in contraddizione sia a livello locale e regionale sia a livello nazionale: la Bolivia, ad esempio, in questi anni ha conosciuto una crescita del Pil del 5% arrivando al 6,5% nel 2014, mentre la disoccupazione è scesa al 3% e la povertà si è ridotta dal 38% al 18%.
Tutto questo però convive con problemi ambientali gravi: ogni anno si distruggono 700.000 ettari di foreste, da cui si estraggono minerali, soprattutto oro e zinco, e petrolio, oltre che legname sia per uso locale sia per esportazione.
Ecco alcuni punti della Dichiarazione, in cui si legge che Madre Terra e tutti gli esseri che la compongono hanno i seguenti diritti:
- Diritto alla vita e a esistere;
- Diritto a essere rispettata;
- Diritto alla rigenerazione della sua biocapacità e continuazione dei suoi cicli e processi vitali liberi da alterazioni umane;
- Diritto a mantenere la sua identità e integrità come esseri differenziati, auto-regolati e correlati;
- Diritto all’acqua come fonte di vita;
- Diritto all’aria pulita;
- Diritto alla salute;
- Diritto a essere liberi da inquinamento, contaminazione e rifiuti tossici o radioattivi;
- Diritto a non essere alterata geneticamente e modificata nella sua struttura in modo da non minacciare la sua integrità o funzionamento vitale e salutare;
- Diritto a un ristabilimento pieno e tempestivo per le violazioni dei diritti riconosciuti in questa Dichiarazione causati da attività umane.
- Diritto a essere rispettata;
- Diritto alla rigenerazione della sua biocapacità e continuazione dei suoi cicli e processi vitali liberi da alterazioni umane;
- Diritto a mantenere la sua identità e integrità come esseri differenziati, auto-regolati e correlati;
- Diritto all’acqua come fonte di vita;
- Diritto all’aria pulita;
- Diritto alla salute;
- Diritto a essere liberi da inquinamento, contaminazione e rifiuti tossici o radioattivi;
- Diritto a non essere alterata geneticamente e modificata nella sua struttura in modo da non minacciare la sua integrità o funzionamento vitale e salutare;
- Diritto a un ristabilimento pieno e tempestivo per le violazioni dei diritti riconosciuti in questa Dichiarazione causati da attività umane.
La scelta è nostra: possiamo continuare a far finta di non vedere e rischiare la nostra distruzione e quella della Terra in cui viviamo.
Oppure possiamo collaborare, un passo alla volta, e ridurre il nostro impatto sull’ambiente prendendoci cura del pianeta.
Possiamo decidere di vivere identificandoci con gli altri esseri umani, senza averne paura: siamo cittadini di Stati diversi ma di un mondo solo.
Il primo passo da fare è informarci: capiamo che cosa possiamo fare concretamente adesso, nella nostra casa e nella nostra comunità per una vita più sostenibile.
Oppure possiamo collaborare, un passo alla volta, e ridurre il nostro impatto sull’ambiente prendendoci cura del pianeta.
Possiamo decidere di vivere identificandoci con gli altri esseri umani, senza averne paura: siamo cittadini di Stati diversi ma di un mondo solo.
Il primo passo da fare è informarci: capiamo che cosa possiamo fare concretamente adesso, nella nostra casa e nella nostra comunità per una vita più sostenibile.
Fonte: www.ehabitat.it
Un popolo ora confinato in squallide riserve si è sempre distinto nel corso della sua Storia per il rispetto e per l*amore verso Madre Terra ed è quello dei nativi americani da noi meglio conosciuti come pellerossa e in questa poesia semplice e profonda,scritta da uno di loro,traspare la sincerità e la purezza di questi sentimenti................E donami Grande Spirito la gioia di amare tutto ciò che hai creato e il giorno che io cavalcherò nelle Celesti Praterie del Cielo fa*che il mio cuore sia pieno di Amore e che la mia Anima volti alto.Mangas Colorado Capo Apache.Emilio
RispondiEliminaLavorate sodo e lavorate tutta la vita.
RispondiEliminaPoi quando avete finito morite lasciandovi tutto alle spalle.
NOI LA CHIAMIAMO SCHIAVITU'. Apache Mescalero.
Loro sono i selvaggi e noi i civilizzati. Sono un po' confuso sui ruoli.
Gianni