lunedì 5 febbraio 2018

Antichi vegetariani?

Aumenta il numero delle persone che decidono di diventare vegetariane o vegane.
Le ragioni sono principalmente di tre tipi: etiche, attinenti alla salute ed economico-politiche. 

In primo luogo, i vegetariani ed i vegani ritengono che l'uccisione degli animali per il nutrimento sia un atto abominevole, come abominevoli sono le condizioni in cui sono spesso allevati bovini, suini, polli, tacchini, oche... 
Atroce è la morte riservata agli animali allevati, una fine preceduta ed accompagnata da indescrivibili sevizie. 

Molti sono convinti che un'alimentazione, in cui sono esclusi i grassi e le proteine di origine animale, è più salutare per l'organismo.

Infine molti riflettono sulle perniciose conseguenze per l'ambiente che la zootecnia determina: per l'allevamento degli animali destinati alla macellazione si consumano quantità enormi d'acqua, si distruggono foreste da destinare al pascolo, si impiegano cereali che potrebbero, invece, sfamare intere popolazioni e favorire una diminuzione dei prezzi dei prodotti cerealicoli sul mercato internazionale...


Circa quest'ultima motivazione, bisogna osservare che essa dipende da un'infinita ingenuità: la devastazione degli ecosistemi non è tanto l'effetto di un modello di sviluppo aberrante e carnivoro, ma il tragico risultato di un'azione deliberata volta a coventrizzare il pianeta. Se anche non si disboscassero le foreste per ricavare spazi adatti al pascolo, i biomi non si salverebbero (e non si salveranno) ugualmente: infatti con le chemtrails, le potentissime emissioni elettromagnetiche, le scorie nucleari, le sostanze inquinanti emesse dagli inceneritori... gli ambienti naturali sono aggrediti, depauperati di animali e di essenze vegetali, desertificati ed avvelenati in modo lento, ma inesorabile, nell'ambito di un'attività sistematica che ha come scopo finale la definitiva distruzione della natura del pianeta, escluse forse alcune oasi. Parole ed espressioni come "decrescita", "sviluppo sostenibile" sono o patetiche illusioni di cittadini che non hanno minimamente capito come purtroppo funziona il mondo o vuoti slogans dei soliti globalizzatori travestiti (male) da ambientalisti.

Un'alimentazione vegetariana può presentare benefici sul piano della salute, non tanto perché ortaggi e frutta siano più genuini e naturali (oggi giorno di naturale non esiste più niente o quasi), ma poiché si evitano alimenti in cui le concentrazioni di metalli ed altri veleni sono inferiori rispetto a quelli contenuti in carne e pesce.

Restano tuttavia le motivazioni etiche che reputo non solo condivisibili, ma radicate in una tradizione religiosa tanto netta a tale proposito, quanto ignorata, distorta e stuprata da chiese e confessioni che hanno tradito, più o meno volontariamente, l'insegnamento dei fondatori o presunti tali.

Recentemente la ricercatrice Daniela Bortoluzzi ha pubblicato un libro intitolato Impronte di Gesù: la scrittrice, oltre a proporre, come altre migliaia di studiosi prima di lei, la sua opinabilissima interpretazione della figura di Gesù, prova a dimostrare (a mio modesto parere, in modo persuasivo) che il Messia era vegetariano. Ad esempio, il celebre miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, contiene, secondo l'autrice, un errore di traduzione: infatti il testo originale presentava "pane di pianta pesce", un pane insaporito con alghe, e non pesce.

Per chi scrive è solo una conferma: d'altronde molti esegeti, esaminando la Chiesa di Gerusalemme, enuclearono tre probabili caratteri della comunità sorta attorno a Giacomo, fratello del Signore: il vegetarianismo, il comunismo (Vedi, ad esempio, Brandon, Gesù e gli Zeloti), la concezione apocalittica. Tutti i passi che nei Vangeli paiono contraddire il vegeterianesimo del Cristo e della comunità giudeo-cristiana o sono interpolazioni posteriori (vedi il cap. XXI del Quarto vangelo) o devono essere letti simbolicamente o sono mal tradotti.
Lo stesso miracolo delle nozze di Cana, in cui Cristo avrebbe trasformato l'acqua in vino, stando a studi recenti, in realtà si riferirebbe ad un portento inverso, il vino tramutato in acqua, con buona pace, di Lista e di altri simili dilettanti. Un Messia, quindi non solo vegetariano, ma, in quanto Nazireo, che non beveva vino.

Come è noto, i precetti di vegeterianesimo della chiesa primitiva furono elusi o stravolti dagli interpreti del messaggio: oggi, a distanza di duemila anni, i sedicenti Cristiani non sanno che, se veramente volessero professarsi tali, non potrebbero cibarsi di carne né bere bevande alcooliche. Il mondo sarebbe diverso forse, considerando che il consumo di carne è legato anche a manifestazioni di aggressività.

Sembra che l'ammaestramento dei "grandi iniziati" sia destinato ad essere snaturato, quanto più essi sono esaltati e divinizzati.

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