lunedì 5 settembre 2022

Quarta dimensione: qual è e cos’è davvero?

Estratto dal libro “La mente quantica” di Vincenzo Fanelli William Bishop

La quarta dimensione

La quarta dimensione è il tempo (o la durata).

La quarta dimensione può essere immaginata come una linea che connette quello che facevi un minuto fa con quello che stai facendo adesso.

La quarta dimensione può essere anche intesa come la linea che connette il te stesso appena concepito con il te stesso "deceduto".
Noi però non siamo in grado di vederla nella sua totalità perché viviamo nella terza dimensione.

Quindi il tempo lo viviamo istante per istante senza poter vedere la sua interezza.

Noi esseri tridimensionali vediamo solo sezioni del nostro io quadridimensionale.

In termini ancora più ampi, la quarta dimensione può essere vista come la linea che connette il Big Bang con la fine del nostro Universo...


Le altre dimensioni

La dimensione zero. La dimensione 0 non è altro che un punto puro e semplice. Niente altezza o lunghezza. Non ha grandezza e dimensione. È un punto nello spazio che indica una posizione in un sistema.

La prima dimensione.
 
Se metto un secondo punto oltre al primo, ho una posizione diversa. Se unisco i due punti ottengo la prima dimensione dove esiste solo la lunghezza. Niente larghezza e profondità.

La seconda dimensione. Se metto una seconda linea, ottengo anche la larghezza, quindi, lunghezza e larghezza. Manca ancora la profondità.

La terza dimensione.
 
Per noi è più semplice immaginare la terza dimensione dato che la abitiamo. Grazie ad una terza linea otteniamo la profondità.
Un oggetto tridimensionale è dotato di lunghezza, altezza e larghezza.



Possiamo vedere le cose anche da una prospettiva diversa e più illuminante.

Immagina un foglio di carta piatto che rappresenta la seconda dimensione (questa è piatta). Su di esso vi è un punto che desidera muoversi da A a B. Se per te è più semplice, puoi immaginare una formica su un foglio che vuole andare da un’estremità all’altra (ovviamente, è una metafora perché tutto dovrebbe essere rigorosamente piatto in quanto bidimensionale).

Se io piegassi questo foglio creando un tubo e facendo quasi combaciare i due punti, la formica arriverebbe in un istante alla sua destinazione. Non è più costretta a fare tutto il percorso.

Per noi esseri tridimensionali questa cosa può apparire una banalità, ma non per la formica bidimensionale che non è in grado di vedere il foglio piegato perché non percepisce la profondità. A lei sembra semplicemente che “magicamente” sia arrivata a destinazione.
È come se tu partissi da New York e arrivassi a Roma in 5 minuti. Per te sarebbe magia, mentre sarebbe una cosa ovvia per esseri che vivono in una dimensione superiore alla tua.

Noi ci spostiamo tranquillamente in una camera attraversandola (profondità), ma un essere piatto bidimensionale dovrebbe spostarsi lungo le superfici piatte (pareti, soffitto e pavimenti). Agli occhi di un ipotetico essere bidimensionale noi appariremmo strani e dotati di poteri sovrannaturali perché, ad esempio, con un balzo dal pavimento potremmo toccare il soffitto.

Fonte: amadeuxnetwork.blogspot.it

Pubblicato precedentemente qui il 15/11/2017


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