martedì 14 novembre 2017

Deja vu, una sbirciatina negli universi paralleli?

Chi di noi non ha mai sperimentato, almeno una volta, il curioso fenomeno del déjà vu, quella strana sensazione di aver già vissuto una certa esperienza, senza ricordare il luogo e il tempo?

Il termine déjà vu è francese e letteralmente significa “già visto”. Si tratta di un fenomeno piuttosto comune nell’esperienza sensoriale umana, ma ancora poco compreso. Può capitare di trovarsi in un posto assolutamente nuovo e avere l’impressione di esserci già stati prima. Cosa genera questa particolare condizione della nostra percezione? In passato, questa curiosa sensazione è stata attribuita a tutto, dai fenomeni paranormali ai disturbi neurologici.

Negli ultimi anni, è cresciuto l’interesse degli scienziati per questo singolare fenomeno, facendo emergere una serie di teorie sull’origine del déjà vu e stabilendo che non si tratta semplicemente di un problema tecnico nel sistema mnemonico del nostro cervello, ma di qualcosa di più profondo. Gli psicologi hanno suggerito che il déjà vu potrebbe verificarsi quando gli aspetti emotivi e cognitivi di una certa situazione, sono simili a episodi già vissuti in precedenza.
Tutte le informazioni accumulate nel corso della nostra esistenza, potrebbero generare quella particolare sensazione di familiarità tipica del déjà vu.


C’è anche chi si è spinto in spiegazioni alternative molto più esotiche, come associare il déjà vu a certe capacità profetiche, oppure al ricordo di una vita precedente o alla chiaroveggenza. Qualunque sia la spiegazione, il déjà vu è certamente un fenomeno universale che riguarda la condizione umana e, nonostante le numerose teorie, la causa della sua origine è ancora un mistero...

Ma c’è un fisico teorico, il dott. Michio Kaku, conosciuto dalla maggior parte delle persone per la sua attività di divulgatore scientifico – e per le sue teorie che certamente travalicano i confini delle fisica tradizionale – che ha proposto un’interessante connessione tra il fenomeno del déjà vu e l’esistenza degli universi paralleli.

Il dott. Kaku è impegnato da anni nello studio della Teoria delle Stringhe, secondo la quale il tessuto fondamentale dell’Universo è costituito da oggetti ad una dimensione, simili a stringhe o membrane, in vibrazione: in base alla tensione e alla frequenza di vibrazione verrebbero prodotte e sostenute le particelle elementari. Una delle conseguenze matematiche dalla Teoria delle Stringhe è che il il mondo che conosciamo non è completo.

Oltre le 4 dimensioni con cui abbiamo familiarità – il tempo e lo spazio tridimensionale – esisterebbero altre sei dimensioni spaziali extra, presenti in forme geometriche invisibili in ogni singolo punto nell’universo. Queste dimensioni extra potrebbero avere migliaia di forme possibili diverse, ognuna teoricamente corrispondente ad un universo con le proprie leggi fisiche. Ciò che definiamo Universi paralleli.

Secondo il dott. Kaku, la fisica quantistica afferma che c’è la possibilità che il déjà vu sia causato dalla nostra capacità di saltare da un universo all’altro! Per approfondire la sua teoria, Kaku cita il lavoro del prof. Steve Weinberg, il famoso fisico teorico, vincitore del premio Nobel, che sostiene l’idea del Multi-universo. Secondo Weinberg, esiste un numero infinito di realtà parallele che convivono con noi “nella stessa stanza”.

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E’ un po' come le centinaia di onde radio differenti che sono trasmesse intorno a noi, ogni giorno, da stazioni lontane. In ogni istante, il nostro ufficio, la nostra casa o le nostre auto sono avvolte da questo flusso ininterrotto di onde radio. Se abbiamo lo strumento giusto, una semplice radiolina, abbiamo la possibilità di ascoltare una sola frequenza alla volta, questo perché tutte le frequenze non sono in fase tra loro.

Ogni stazione trasmette il proprio segnale a una frequenza diversa, con un’energia diversa. Il risultato è che la radiolina può captare una sola frequenza alla volta. Allo stesso modo, nel nostro universo noi siamo sintonizzati sulla frequenza che corrisponde alla realtà fisica. Ma ci sono un numero infinito di realtà parallele che esistono attorno a noi, “trasmesse” ad una frequenza differente dalla nostra e con le quali noi non possiamo sintonizzarci.

Mentre la radiolina è sintonizzata per catturare una certa frequenza e quindi una sola stazione radio alla volta, il nostro universo è composto di “stringhe” che vibrano ad una frequenza unica che i nostri sensi riescono a percepire. Gli universi paralleli non sono “in fase”, cioè non vibrano alla stessa frequenza. Ma quando sono “in fase” è teoricamente possibile “saltare da un universo a un altro”.


Quindi, anche se incerto, potrebbe essere possibile che quando si verifica un déjà vu, o un universo parallelo è entrato in fase per una frazione di tempo, permettendoci di dare una sbirciatina, oppure il “nostro ricevitore”, per una ragione impossibile da determinare, si è sintonizzato alla giusta frequenza permettendoci di gettare uno sguardo in una realtà parallela. Forse le nostre esperienza di déjà vu sono una finestra aperta in un universo parallelo.

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