martedì 17 novembre 2020

Cos'è la libertà?

Quest'uomo del suo tempo (1) - col suo zelo e la sua «botte di ferro» è l'individuo sognato da Hegel al sommo della chiesa gotica che gli antichi ignoravano (2), all'ultimo momento della libera evoluzione del sistema della libertà (3);
egli è l'obiettivazione della libertà che è fine a sé stessa e di sé stessa gode (4); 
e «la persona ch'egli veste» nell'esercizio della sua carica, quella è la seconda natura (5) - la libertà morale, medio concreto che unifica l'idea e le passioni umane (6) - fine essenziale dell'esistenza soggettiva, unione della volontà soggettiva e della volontà razionale; 
questa è dunque l'idea divina (7), ciò che Iddio ha inteso di fare col mondo per ritrovare sé stesso (8). 

Pure io credo che la fame, il sonno, la paura - anche se li chiamiamo «volontà razionale» - restino pur sempre fame sonno e paura e così tutte l'altre cose per le quali non so dove sia tranquilla la riva al nostro egoismo (9), che quanto è tale tanto non può arrivare né dove siano la libertà morale e l'idea e il fine essenziale.

«Ma» mi direbbe il mio uomo «tutto ciò a me che importa? Io so che sono sicuro e nella coscienza dei miei diritti e dei miei doveri libero e potente». 

Oppure con le parole di John Stuart Mill ("Saggio sulla libertà") «non è qui questione della cosiddetta libertà del volere che così inopportunamente viene contrapposta alla dottrina erroneamente detta della necessità filosofica, ma della libertà civile o sociale» (10).

Della «libertà d'esser schiavo» dunque? E va bene ...


Infatti è questo che l'uomo cerca, è così che crede giungere alla gioia - né può uscire di sé per vedere di più. 
Soltanto egli paga l'ignoranza col lento oscuro e continuo tormento - ch'egli non si confessa e che altri non vede - poiché il destino è come un'equazione e non si lascia ingannare.

È l'altro lato dell'iperbole (11). 
L'uomo è vivo ancora, occupa ancora uno spazio e qualche cosa piccola egli deve ancor sempre fare così ch'egli senta infinito il postulato della sicurezza....

Come all'altro lato, l'uomo non si sentiva mai tale da poter chiedere con qualche giustizia così come giusto per sé, così qui presume sempre la sufficienza della sua qualsiasi persona; e come l'altro postulava la giustizia nella liberazione dalla volontà irrazionale, così questo cerca la sicurezza nell'adattamento ad un codice di diritti e doveri: la libertà d'esser schiavo; dove l'altro domandava la soddisfazione attuale tutta in un punto, questo cerca il modo di poter continuar con sicurezza ad aver fame in tutto il futuro.

E come quella era la via delle più grandi individualità che domandano un valore e lo assomigliano nella loro volontà libera e incrollabile, questa è la via del disgregamento dell'individualità, di coloro che si preoccupano della vita come se già avesse valore (sufficienza) e vivono l'assoluto con la previsione limitata all'attimo - ché l'uno ama e volge gli occhi al possesso totale, all'identificazione - l'altro è tenero e zelante di ciò che crede possedere, perché rimanga per lui anche in futuro, mentre tanto lo possiede quanto è posseduto. 

«E si rivolge alle cose che sono dietro a lui».

Ricordatevi della femmina di Lot. dice Cristo: Ὅς ἂν ζητήσῃ τὴν ψυχὴν αὐτοῦ περιποιήσασθαι, ἀπολέσει αὐτήν (12) , 'Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva'. (Lc 17, 32-33).  
Questa è la via che ognuno batte, se voglia procacciarsi il piacere della vita.

Ma qui troviamo questi individui ridotti a meccanismi, previsione attuata nell'organismo, non però, come ci aspetteremmo, vittime della loro debolezza, in balìa del caso, ma «sufficienti» e sicuri come divinità. 
 
La loro degenerazione è detta educazione civile, la loro fame è attività di progresso, la loro paura è la morale, la loro violenza, il loro odio egoistico, la spada della giustizia.


Note: 
(1) - Hegel – Philosophie der Geschichte – Rekl. Bibl., 4881-85 (non traduco le citazioni da Hegel perché dispero di poter riprodurre in italiano il loro ineffabile callopismatismo – ): Die Lebendigkeit des Staates in den Individuen ist Sittlichkeit genannt worden. Der Staat, seine Gesetze, seine Einrichtungen sind der Staatsindividuen Rechte;... Alles ist ihr Besitz ebenso, wie sie von ihm besessen werden, denn es macht ihre Substanz, ihr Sein aus. – p. 93.
(2) - Von sokhem gotischen Dombau haben die Alten nichts gewusst. – p. 88.
(3) - Das System der Freiheit (ist) freie Entwicklung ihrer Momente. – p. 88.
(4) - Die Freiheit ist sich der Zweck, den sie ausfuhrt. – p. 54. Er (der Staat) ist so der näher bestimmte Gegenstand der Weltgeschichte überhaupt, worin die Freiheit ihre Obiectivität erhält und im Genusse dieser Obiectivität lebt. – p. 78.
(5) - Die Sittlichkeit aber ist die Pflicht, das substantielle Recht, die zweite Natur, wie man sie mit Recht genannt hat, denn die erste Natur des Menschen ist sein unmittelbares, tierisches Sein. – p. 78.
(6) - Die konkrete Mitte und Vereinigung beider (der Idee und der mensittlichen Leidenschaften) tst die sittlichc Freiheit im Staate. – p. 59.
(7) - Der Staat ist die göttliche Idee, wie sie auf Erden vorhanden ist. – p. 78.
(8) - Dieser Endzweck ist das, was Gott mit der Welt will, Gott aber ist das Volkommenste und kann darum nichts ak sich selbst, seinen eignen Willen wollen. – p. 54. – Ma:
Quidve novi potuit tanto post ante quietos
inlicere ut cuperent vitam mutare priorem?
Nam gaudere novis rebus debere videtur
cui veteres obsunt: sed cui nil accidit aegri
tempore in anteacto, cum pulchre degeret aevom,
quid potuit novitatis amorem accendere tali?
(LUCREZIO, V, 168)
(9) - Dalla contemplazione scoraggiante delle sanguinate vie della storia ci riconfortiamo così: dass wir in die Gegenwart unsrer Zwecke und lnteressen, kurz in die Selbstsucht zurücktreten, welche am ruhigen Ufer steht und von da aus sichcr des fernen anblicks der uerworrenen Trümmermasse geniesst. - p. 56.
(10) - Le prime parole del primo capitolo (Rekl. Bibl., 3491-92).
(11) - Al limite C1 = piacere senza vita. x = la pretesa di piacere sicuro (sufficienza – presunzione di diritto). y = azione individuale. x01 = lim x = ∞: sicurezza dei propri piaceri


finita per infinite contingenze. y01 = lim y = 0: eliminazione dell’attività (dell’impegno personale). xy = m²: 

La vita è una grandezza irriducibile e a questo limite la società s’avvicinerà infinitamente ma non vi giungerà mai.

 



(12) - Intraducibile per l’effetto del περί, del medio e del doppio senso di ψυχή (anima e vita); (chiunque cerchi di assicurarsi la conservazione della propria persona – la porterà al dissolvimento).

Tratto da:  La Persuasione e la Rettorica (1913) - Carlo Michelstaedter

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