venerdì 8 luglio 2016

Trinity, Stanza 303. Lo Spirito Santo, il vero "guerriero"

 "Trinity osserva e cerca Neo in previsione di un futuro contatto, ma la telefonata viene controllata. Subito dopo, infatti, interviene la polizia e Trinity deve fuggire."
Tratto dal testo "the matrix", una parabola moderna


di Rocco Bruno

Il film comincia nella stanza 303 dell’albergo Heart, giusto per abituarci subito che nulla verrà lasciato al caso. Tre come la trinità. Padre (il vero Dio), Figlio (il divino fattosi carne) e Spirito Santo (la forza che anima gli universi), come dire: Luce, Vibrazione e Calore.
303 è scritto sulla porta ad indicare che quella stanza, la 303, è la porta d’ingresso, è la porta d’ingresso al Padre, al Nirvana, alla resurrezione, all'immortalità. E’ la porta d’ingresso al lavoro iniziatico, al lavoro con l’energia latente in noi.

Trinity è la Terza Forza, è lo “Spirito Santo” e l’aspetto “Materno di Dio” insieme, è lo sdoppiamento dello Spirito, è l’eterno femminino che imprime il ritmo perenne, è il principio universale che si sdoppia nell’eterno principio femminile universale, è il grande seno fecondo dell’universo dove tutto nasce tutto ritorna, è la forza motrice di tutta la creazione, è la forza della creazione, la Madre Cosmica.

Nell’essere umano la Madre Cosmica assume la forma di un serpente che raffigura la forza sessuale, essa è la Divina serpe Madre Kundalini ed è l’arcano numero 2 dei tarocchi egizi (1) e cioè “la sacerdotessa”, la scienza Occulta, perché il vero mistero occulto sono i misteri del sesso, la Madre Cosmica è la forza Elettrica che si sprigiona nell’unione sessuale tra l’iniziato e la sua Sacra Sacerdotessa, Trinity è in ultima analisi la Sposa Sacerdotessa che salva l’iniziato, è la Vestale Maddalena Sposa del maestro Gesù detto il Cristo ...



Molto spesso i personaggi nel film a seconda del contesto in cui si trovano assumono un momento un tale aspetto, un'altra volta un altro, Trinity è l’archetipo della sposa Vestale, della compagna dell’eletto e cioè di colui che cammina il sentiero dell’eletto, egli per compiere il suo destino ha bisogno di una sposa vestale.

Trinity è la donna innamorata che osserva di nascosto il suo uomo, colui che in cuor suo sente di amare, è la donna che cerca l’uomo, all’uomo è data solo l’illusione di aver deciso, ma è la donna che sceglie. 

Trinity è l’aspetto della Divinità in noi, il Dio Padre/Madre in terra, lo Yin e lo Yang, Ida e Pingalà, i due serpenti Shiva e Shakthi, La Madre Maria e lo Spirito Santo, il polo elettrico negativo ed il positivo del nostro potenziale Bioelettrico od Elettromagnetico (I.E.M.). 
Deva Kundalini arrotolata 3 volte e mezzo alla base del coccige. Trinity è la Madre Cosmica, la Madre Generatrice, l’energia creatrice del divino, è la vita che alberga nell’intimo di ogni individuo, è il potere di creare del divino, è ciò che ci assimila al divino - “fatti ad immagine e somiglianza”.

L’Essere primordiale che feconda il caos. E’ la forza che crea nell’universo i mondi. Trinity è questa grande forza, è la terza forza in noi, essa è interna è la nostra Madre Divina personale, il potere personale di creare. In noi è, esiste, lo stesso potere che creò il cosmo tutto - ad immagine e somiglianza. Un potere Titanico e sovrannaturale. 

Questa forza in noi ha quindi una manifestazione reale, esiste in noi in quanto personale potere creativo latente, è il ‘mercurio’ degli alchimisti, è la pietra filosofale, è il Serpente Piumato Ketzalkoatl, è la Madonna, è Iside egizia, è Ram-IO, è la Tonantzin Azteca, è Stella Maris, è Diana Cacciatrice, è Kate Proserpina… Trinity è La Madre Divina, la Madonna, l’archetipo della madre, l’archetipo della Madonna, colei il cui frutto del seno suo è il Cristo, il Cristo Cosmico. Essa schiaccia la testa del serpente tentatore, a raffigurare il suo potere di eliminare, di dissolvere, di portare la morte dell’ego ovvero la morte del serpente che scende.
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Vi faccio notare un’ultima cosa. All’inizio della scena l’immagine si ferma su alcune cifre del numero di telefono intercettato… Quali cifre? 506, si, 506, l’obbiettivo presunto della telecamera, passa in mezzo a questi tre numeri. Adesso! dice un antico rituale - “[…] per questo sono conosciuta con il nome di Nuit e con il nome occulto che vi darò quando alla fine mi conoscerete, […] Infine, io sono Nuit e la mia parola è 56”.

56, 506, in somma cabalistica è 11 (5+6 oppure 5+0+6), 11 è la “LA PERSUASIONE”. 
Un caso? Cosa significa che la sua parola è la persuasione? Chi è Nuit? Nella Cabala l’Arcano 11 è conosciuto come La Persuasione. Il geroglifico di questo arcano è una bella donna che tranquillamente, con serenità olimpica, chiude con le mani le fauci di un furioso leone. 1+1=2, 2 è la sacerdotessa, Nuit la cui parola è 56.

In conclusione a questo capitolo e definitivamente dirò che Trinity altro non è che la Sposa Vestale, è la Sacra Sacerdotessa, è la Sposa Gnostica, che innalza l’iniziato nel cammino dei Misteri Maggiori; Maria Maddalena, Maya, Iside colei a cui nessun mortale ha mai sollevato il velo ...

Kundalini

Kunda significa serpente e questo nome viene dal mito del kundantiguador, del kundabuffer, che è il serpente che tentò Adamo ed Eva nell’Eden. “Kunda” significa serpente; “buffer” od “antiguador” si riferisce alla sua proprietà di addormentare, di ammorbare, la parola “antiguador” viene dalla parola spagnola “amorbador” che significa appunto ammorbare, corrompere, addormentare; lo stesso vale per la parola “buffer” proveniente dall’inglese.

Il kundantiguador è quindi il serpente che scende, che striscia sulla terra, il serpente della fornicazione e della caduta di cui si parla nella Bibbia, “lini” significa fine, morte, dissoluzione, distruzione. 

Riassumendo Kunda è il serpente tentatore, lini significa fine, “Kunda” + “lini”, tutto insieme significa “Fine del serpente che scende” cioè fine della causa che genera l’ego (2), dell’”io” identitario umano, di ogni nostra alterazione, fine della nostra natura adultera, fine della fornicazione ed inizio della rigenerazione e del risveglio della coscienza, inizio dello sviluppo armonioso dell’uomo che muore ai suoi bassi istinti; egli rinuncia all’inganno della natura inferiore che lo vuole “macchina”, per darsi ad una nuova luce, la luce del Cristo (l’archetipo).

Secondo i “Racconti di Belzebù a suo nipote”, il cui autore G.I. Gurdjieff narra che, alcuni esseri divini o superiori, che guidano lo sviluppo di questo cosmo od universo (gli arconti degli eoni dei racconti di “Pistis Sophia” e dei vangeli gnostici, i Deva della cultura indù, gli Elohim o spiriti della forma, etc…) e l’evoluzione stessa dell’uomo, vollero dotare i nostri antenati di un “io” (terrestre), per renderli coscienti della loro individualità, inserendo nel loro corpo planetario il kundabuffer, un organo, una sorta di coda la cui funzione era proprio quella di creare l’”io”, la percezione e la memoria, etc… ed i cui effetti però furono la nascita dell’alter ego, la “coscienza sinistra” delle macchine in “the matrix”. 

L’effetto fu l’identificazione e la creazione di una falsa identità, relegata alle forme di pensieri, emozioni, impulsi e desideri provati nell’esperienza terrena; “non solo ebbe conseguenze spaventose per gli esseri tricerebrali di quello sventurato pianeta” – dice Belzebù al nipote – “ma da allora recò ogni sorta di sofferenze” e l’egoismo umano in generale. 
Il kundabuffer si riferisce quindi al fatto spirituale dell’autocoscienza.
Si presume, pensando ad Adamo in paradiso (rappresentazione allegorica di un principio spirituale o di un piùstato), che l’uomo a quel tempo vivesse ancora in una totale armonia col mondo divino, l’”io” serviva per discendere dal mondo più sottile a quello più denso del mondo fisico, planetario, terrestre.


Note:
(1) Inutile dire che ciò che credete di sapere dei Tarocchi, Egizi in particolare, non ha nessuna importanza qui. I tarocchi egizi sono una magnifica maniera di spiegare simbolicamente il cammino iniziatico e le 24 parti del nostro “Essere”.
(2) Contrariamente a quanto si pensi, l’ego non è uno solo, ma è molteplice, cioè ce ne sono molti. Abbiamo infiniti aspetti egoici, ed ognuno sorveglia un pezzo della nostra essenza, delle nostre virtù. In gnosis l’ego viene chiamato anche Legioni, proprio a rimarcare il fatto che esso è molteplice.


Fontematrixunaparabolamoderna


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