Tippi è nata nel 1990 in Namibia, a Windhoek, dove i suoi genitori, due fotografi francesi, si trovavano per lavoro.
Trascorre 10 splendidi anni nella natura incontaminata africana, giocando con il leoncino Mufasa, correndo per la savana sulla groppa dello struzzo Linda e passeggiando con l’enorme pachiderma Abu.
Il suo straordinario rapporto con gli animali selvaggi è documentato in migliaia di splendide foto scattate dei suoi genitori. Gli animali selvaggi più “pericolosi” con cui Tippi giocava da bambina erano animali adottati dalle fattorie della Namibia fin da cuccioli: recuperati perché feriti o rimasti senza famiglia e, quindi, abituati al contatto con l’uomo.
Resta comunque insolita la naturalezza di quel rapporto comunicativo tra bambina e animali basato sui gesti e sguardi che, ancora oggi, a distanza di tanti anni, continua ad emozionare…
Fonte: www.petpassion.tv
Immagini ...
E' emozionante vedere la purezza della comunicazione per immagini sensoriali (tipica degli animali e dei bambini), quando non viene mediata/inficiata dal linguaggio convenzionale dei simboli alfabetici...
RispondiEliminaSi! La parola scritta è utile ma "ingabbia" anche, dovrebbe essere insegnata più tardi, per conservare più a lungo la libertà del pensiero e la creatività.
EliminaSono d'accordo Catherine, e solo dopo avere compreso la differenza tra simbolo e significato...ma forse sarebbe troppo tardi, e tanto valeva continuare a comunicare per immagini: ah, l'immediatezza/inequivocabilità della comunicazione primordiale...senza mediatori!
RispondiEliminaLa specie umana, in particolare nel mondo occidentale legato a sistemi sempre più "civili", preconfezionati, violenti e alienanti, è forse fragilizzata, attrice di se stessa, troppo decentrata ed estranea alla propria interiorità, troppo occupata a recitare un copione che altri hanno scritto - ma al quale hanno messo la firma - per riuscire a trascendere le proprie paure e a comunicare sul serio. L'equilibrio tra il desiderio/bisogno di crearsi un riparo, fisico e mentale, nel quale stare al sicuro e il desiderio/bisogno di scoprire ciò che esiste al di là della propria bolla è decisamente instabile. ;)
EliminaProbabilmente i cosidetti uomini primitivi vivevan così, a contatto con altre specie, hai ragione Catherine gli uomini civili in realtà non comunicano, la tecnologia ha soltanto peggiorato le cose. Ci siamo dimenticati i nostri istinti primordiali. Bell'articolo e le foto magnifiche! Amo fotografare e le ho molto apprezzate.
RispondiEliminaVivo in un contesto sociale dove la gente fugge dall'interiorità (per recitare quel copione scritto dagli altri): sapere che esistete anche voi mi consola e mi viene da ringraziarvi, col cuore naturalmente!
RispondiEliminaCiao Catherine, come mai non hai ancora affrontato il percorso interiore di Nisargadatta Maharaji? Forse ti darà quello che stai cercando/sognando...
http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/vedanta/iosonoquello.doc
Grazie per i vostri commenti, e grazie per l'input Giuseppe, ne farò tesoro
Elimina^_^
Ciao Catherine, te ne sarei grato se mi facessi conoscere il tuo parere in merito.
RispondiEliminaPer me è stato difficoltoso completarne la lettura (con le riflessioni d'obbligo...), ma ce l'ho fatta!
Cavolo! Scopro ora questo tuo commento! Chiedo scusa, a volte non riesco a stare dietro a tutto.
EliminaMi sono salvata il documento, spero di riuscire a leggerlo .. anche se il tuo accenno alla fatica necessaria per completarlo mi ha un poco spaventato! ^_^