venerdì 19 febbraio 2016

Mente, cervello e controllo del pensiero: a che punto siamo?

Mente e cervello sono la nuova frontiera della scienza. La telepatia, la telecinesi, il brainet, esoscheletri neuro-comandati che decuplicano la forza negli operai, farmaci per dimenticare. Videogiochi, fantascienza oppure realtà? Da dove partono queste ambizioni? Chi finanzia la ricerca? A che punto siamo? Ecco qualcosa che dovreste sapere.

Il progetto BRAIN (cervello)

Il progetto BRAIN (Brain Research through Advancing Innovative Neurotechnologies) vuole comprendere tutte le dinamiche del funzionamento del cervello attraverso varie tecniche, tra cui l’uso della sperimentazione animale sui primati.

L’iniziativa è partita nel 2013 dall’amministrazione Obama, grazie all’eugenista John Holdren, direttore del White House Office of Science and Technology Policy. Brain, che è consequenziale alla mappatura completa del genoma umano terminata nel 2003, è un progetto sia pubblico che privato: è finanziato infatti sia dal co-fondatore di Microsoft Paul Gardner Allen, con 100 milioni di dollari, sia dal governo, con 300 milioni di dollari l’anno. L’opinione pubblica è favorevole, per la speranza di future cure per i disordini mentali come la schizofrenia, la depressione, l’Alzheimer, la tetraplegia, il Parkinson e così via..


John Holdren è però anche uno dei co-autori del testo Ecoscience: Population, Resources, Environment, dove viene discusso il possibile ruolo di una vasta gamma di mezzi per affrontare la sovrappopolazione. Tra queste,la sterilizzazione forzata, l’aborto obbligatorio, contraccettivi nella fornitura di cibo e acqua, licenze riproduttive… Holdren prevede una società in cui a tutte le ragazze, non appena raggiunta la pubertà, il governo impianti una capsula per la sterilizzazione a lungo termine. Tale capsula potrebbe poi essere temporaneamente rimossa, dopo avere ottenuto il permesso ufficiale per avere una gravidanza. In alternativa, Holdren vuole una società che sterilizzi tutte le donne che hanno già avuto due figli.
Questo approccio non è dissimile da quello che viene discusso dalla comunità scientifica e negli ambienti governativi nel Regno Unito (vedi: “Come in UK vogliono cambiare i nostri figli“).

Video: BRAIN, John Holdren su sterilizzazione forzata e aborto

Lo Human Brain Project (Progetto Cervello Umano)

L’Unione Europea non è da meno: oltre al progetto NERRI di governo della mente (leggere: “Piani UE e Big Pharma per il governo del pensiero“) nel 2013 ha stanziato, attraverso la Commissione Europea, un miliardo di euroin dieci anni per un unico faraonico progetto, lo HBP (Human Brain Project), con le stesse finalità del progetto BRAIN, coinvolgendo 113 partner tra università e imprese. Il sito ufficiale tuttavia mette testualmente in guardiadall’utilizzo dei risultati di questi studi per “implementare nuovi sistemi di sorveglianza di massa e nuovi armamenti”. Lo Human Brain Project punta a realizzare entro il 2023 un simulatore del cervello umano (solo i neuroni in media sono più di 100 miliardi, come le stelle di un’intera galassia) ed è stato istituito dalla Commissione Barroso II, in particolare dal commissarioMáire Geoghegan-Quinn, che l’anno precedente si è fatta notare in consessi elitari come il Forum Ambrosetti, insieme a Yasuchika Hasegawa (Presidente e CEO della giapponese Takeda Pharmaceutical Co.), Peter Sutherland (Presidente della BP e Presidente di Goldman Sachs International) e così via. 

Ma soprattutto, eccola in una foto, sorridente, sotto allo sguardo rassicurante del presidente Obama, insieme a John Holdren, l’uomo del progetto BRAIN. La prova più evidente che i due progetti, il BRAIN e l’HBP, nascono sotto a un’unica direzione trasversale.

Nel 2014, ben ottocento neuro-scienziati europei, di cui una trentina italiani, hanno firmato una lettera aperta indirizzata alla Comunità Europea, contestando il progetto HBP, criticandone gli obiettivi, la trasparenza generale e chiedendo una riallocazione dei fondi, gestiti da tre soli soggetti.

Il presente del “futuro della mente”. A che punto siamo?
Con la EEG, l’elettroencefalografia, la telepatia è già all’ordine del giorno. Nel libro “Il futuro della mente: l’avventura della scienza per capire, migliorare e potenziare il nostro cervello” (clicca qui per leggere il libro), il fisico teorico Micho Kakusostiene che gli scienziati abbiano già sviluppato un vero e proprio dizionario dei pensieri mentali. L’IBM nel rapporto “Next 5 in 5 forecast” promette che presto saremo in grado di comunicare con i nostri computer esclusivamente attraverso il pensiero: basta con i mouse, con le tastiere o con i comandi vocali.

A Berkeley, Jack Galland è già riuscito a interfacciare computer e cervello per ricostruire in un video a bassa risoluzione ciò che “la mente” sta osservando. E siccome la corteccia visiva si attiva anche quando semplicemente immaginiamo qualcosa, in futuro prossima potrebbe essere possibile vedere quello che qualcuno sta pensando.
Nello Utah era il 2011 quando, utilizzando l’ECoG – l’elettrocorticogramma-, un computer riusciva a indovinare le parole pensate dai volontari che si sottoponevano all’esperimento, su una rosa di dieci nomi, con un’accuratezza che oscillava tra il 76 e il 90%. Scrivere con il pensiero è già possibile: ci sono esempi di tetraplegici che navigano sul web. E queste nuove possibilità potrebbero forse presto dare luogo a nuove tecniche di interrogatorio sia per la polizia che per i magistrati.
La NeuroSky, situata manco a dirlo nella Silicon Valley, è già leader del settore dell’elaborazione di onde cerebrali e la sua software house conta già oltre duemila programmatori. In collaborazione con ARM, leader nel campo dei semiconduttori, ha creato una soluzione di monitoraggio cardiovascolare e neurologico per pazienti con problemi cronici che consente ai medici l’accesso tramite smartphone alle informazioni vitali.

Video: NeuroSky - Una ragazza controlla un robot con la mente

Il Brainet

Miguel Nicolesis, protagonista nella scena internazionale nel campo degli studi neurologici, è convinto del fatto che fra poco utilizzeremo replicanti controllati dalla mente, dei veri e propri avatar come nell’omonimo film, per affrontare le sfide come la colonizzazione dello spazio. È suo uno studio recente nel quale tre scimmie, collegate “mentalmente”, dovevano comandare un cursore da spostare con il pensiero verso un obiettivo. A ogni primate era assegnato un asse specifico nelle tre dimensioni. Questo tipo di connessione multipla, tra più “dispositivi cerebrali”, secondo Nicolesis rappresenta il primo passo verso BRAINET, un sistema grazie al quale le persone viaggeranno su internet con la mente e condivideranno i pensieri.
Eccolo descrivere le sue idee in uno speech su Ted.

Nel 2014, in Brasile, Nicolesis fece battere il calcio d’inizio a un ragazzo paraplegico. Il ragazzo ottenne dal suo esoscheletro una “reale sensazione” del contatto col terreno. In un altro suo esperimento, una scimmia è riuscita a muovere un braccio robotico a distanza chilometri. I suoi primati riuscirono anche a distinguere le superfici lisce da quelle ruvide (attraverso quella che si chiama interfaccia aptica). Intanto il ventenneEaston LaChappelle ha già rivoluzionato la robotica, inventando le prime protesi neurobioniche con licenza Creative Common a 500 dollari.

Foto: Easton LaChappelle e il suo braccio robotico Open Source

Ispirandosi alle ricerche e ai risultati di questo tenore, i fratelli Wachowski, ideatori di Matrix, nel loro nuovo serial Tv Sense8 descrivono un mondo dove i protagonisti collaborano attraverso una sorta di destino che li lega nei pensieri, ma anche attraverso ogni sorta di sensazione, da quella visiva a quella tattile e, naturalmente, emotiva.
Il potenziamente neurocognitivo

I savant sono persone nate con particolari abilità mentali, intensificate a discapito di altre.
L’esempio più famoso al mondo è sicuramente Kim Peek, che Dustin Hoffman portò sul grande schermo nel film Rain Man. Peek era in grado di leggere ogni libro due pagine alla volta, usando un occhio per la pagina sinistra e l’altro occhio per la destra, per poi recitarne a memoria il testo. Si dice che contasse più di 10.000 libri nella sua biblioteca mentale. Per contro, non riusciva ad allacciarsi le scarpe. Grazie alla TMS, la stimolazione magnetica transcranica, gli scienziati sono in grado di riprodurre parte di questo singolare processo, inibendo aree selezionate del cervello. Diviene così ipotizzabile, in futuro, avere memorie fotografiche o abilità matematiche sorprendenti, in sintonia con lo sviluppo di nuove scienze come la genetica e la bioinformatica. Inoltre, anche per il potenziamento neurocognitivo, come ricordato all’inizio, l’Europa ha il suo progetto (si chiama Nerri).

Riuscire a dimenticare

Farmaci come il midazolam, che causano un’amnesia anterograda, possono rendere più difficile il formarsi dei ricordi consci, ma lasciare intatti quelli inconsci. Andrew Davidson, anestesista presso l’Ospedale dei Bambini Royal Victoria, in Australia, li chiama “ricordi che ci riguardano, anche se non possiamo coscientemente richiamarli”, un po’ come una bella sbronza dunque. Il Midazolam è usato non a caso anche come farmaco di induzione dell’ipnosi.

È stato già dimostrato che, usando una tecnica che si chiama optogenetica, è possibile riattivare i ricordi sopiti di topi modificati geneticamente, eccitando una proteina sensibile con un fascio di luce. Anche l’amnesia retrograda, cioè la perdita di memoria per eventi precedenti alla causa che la induce, è oggetto di studi. Joe Tsien, del Medical College of Georgia, ha annunciato di aver cancellato un ricordo di un topo usando una proteina chiamata CaMKII. E ha già dieci anni la scoperta di André Fenton, professore di scienze neurali alla New York University, riguardate l’enzima PKM-Zeta, che prometteva una terapia farmacologica per rimuovere selettivamente i ricordi. Science ha annunciato questo risultato come una delle 10 scoperte più sensazionali del 2006.

Ma non è tutto rose e fiori

Se, per citare ancora il visionario Micho Kaku, presto “potremo vagare tra le stelle” con la sola forza della mente, attraverso una connessione magari wireless al cervello, non bisogna dimenticare che vi sono molte sperimentazioni in corso che rappresentano in pieno la ferocia inimmaginabile a cui il genere umano sottopone molte specie animali e che sono giudicate inaccettabili da molte persone e organizzazioni. 

Se pensate di farcela, potreste per esempio dare un’occhiata a quello che, secondo l’attivista Richard Edmondson, si nasconde dietro agli esperimenti di collegamento mentale tra i primati. Oltre agli aspetti bioetici, poi, questi progressi pongono rilevanti problemi politici. Uno stato di polizia centrale, comandato da un élite che vede, comanda ed influenza ogni coscienza con una forza che nessuna sommossa sarebbe mai in grado di sovvertire, davvero non ce lo possiamo permettere. Minority Report docet. 
L’umanità è a un bivio evoluzionistico: che almeno questa volta si riesca a governarlo in anticipo.

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