venerdì 20 febbraio 2015

Come YouTube ha messo in pericolo il solo primate velenoso al mondo


E’ iniziato tutto con un video: nel 2009 in Russia un uomo ha caricato sul popolarissimo sito Youtube un video che lo ritraeva mentre faceva il solletico al suo esotico animale, un lori lento pigmeo del Vietnam.

Da allora il video è stato visto oltre un milione di volte. Ma un nuovo studio della rivista open source PloS ONE ha scoperto che video di questo tipo pubblicati su YouTube contribuiscono ad alimentare un crudele commercio illegale che sta mettendo a rischio di estinzione alcuni dei meno conosciuti primati. I lori sono primati piccoli, timidi e notturni che vivono nelle foreste dell’Asia tropicale, ma oggi la sopravvivenza di tutte le otto specie esistenti è minacciata da un commercio illegale in forte crescita, che è stato aiutato da video di lori ripresi mentre vengono solleticati, reggono piccoli ombrelli o fanno altre cose altrettanto “carine” ma assolutamente innaturali.

"Nella sola Indonesia, dove vivono sei specie di lori, ogni anno almeno 15.000 esemplari sono oggetto di traffico illegale, senza contare quelli che muoiono prima di raggiungere i mercati" ha spiegato a mongabay.com Anna Nekaris, docente presso la Oxford Brookes University, autrice di numerose pubblicazioni e fondatrice del progetto Little Fireface per la tutela del lori lento. "Per l’Indocina non esistono dati, ma i lori lenti sono gli animali che si trovano più di frequente in vendita nei mercati. In entrambe le regioni, tuttavia, i venditori riferiscono di cali nelle vendite, perché “esauriti” in natura" ...


Vista la popolarità dei video su YouTube che mostrano lori illegalmente tenuti in casa come animali da compagnia, Nekaris e il suo team hanno deciso di analizzare, attraverso i commenti postati, le reazioni del pubblico. Selezionato il video che mostra il lori lento pigmeo (Nycticebus pygmaeus) mentre viene solleticato in Russia, i ricercatori hanno esaminato 12.000 commenti. Il preoccupante risultato è che circa il 25 per cento delle persone esprimevano il desiderio di tenere in casa un lori lento. Molti commenti erano del genere "dove ne posso trovare uno?"
Oltre ad essere illegale – i lori lenti sono protetti in tutti i Paesi di cui sono originari – il commercio di lori è problematico per una serie di ragioni. Prima di tutto, i lori lenti che finiscono nel commercio di animali da compagnia non sono nati in cattività, ma presi direttamente in natura.

"E’ impossibile allevare i lori in cattività. I dati registrati da alcuni degli zoo più rinomati mostrano che il numero di lori lenti nati in queste strutture è molto al di sotto del minimo necessario per una popolazione autosufficiente. In realtà, alcune specie non sono mai state allevate in cattività" spiega Nekaris. "Non c’è ombra di dubbio che i lori lenti che vediamo in questi video su YouTube vengono direttamente dalla natura e non sono il risultato di qualche inesistente, prodigiosa struttura di allevamento."

(Foto: Questo cucciolo di lori lento di Java allo stato brado è esattamente come dovrebbe essere, con tutti i denti al loro posto e insieme alla sua famiglia. Foto di: Wawan Tarniwan.)

Per poter catturare un cucciolo di lori lento destinato al commercio, i cacciatori di frodo devono uccidere la madre e a volte l’intero gruppo familiare. In altri termini, svariati lori lenti potrebbero essere morti per un solo cucciolo in vendita e pochi acquirenti si rendono conto che il loro acquisto ha probabilmente causato la morte della madre del loro animaletto domestico. Altri decessi si verificano mentre i lori aspettano un compratore.

"I lori lenti sono i soli primati velenosi al mondo; quindi, nel tentativo di evitare che mordano, i trafficanti crudelmente limano i loro denti o glieli strappano usando pinze, tenaglie o tagliaunghie. Questo viene fatto in strada, senza anestesia, provocando generalmente una morte dolorosa dovuta all’infezione" dice Nekaris.

Secondo Nekaris questa crudele operazione consente anche di riportare nella foresta i lori confiscati, ma aggiunge che "la procedura è inutile perché il veleno mortale può sempre essere somministrato attraverso le potenti mascelle."

Occuparsi di un lori è incredibilmente difficoltoso. Anche gli scienziati sanno molto poco delle necessità alimentari di questo animale (ad esempio il lori lento ripreso nel video del solletico è clinicamente obeso) e pochi di questi animali tenuti in casa vive a lungo.

Lo studio condotto, tuttavia, ha anche evidenziato un leggero cambiamento nelle opinioni a seguito della creazione nel 2011 di una pagina di Wikipedia chiamata “Conservazione del Lori Lento” e della messa in onda nel 2012 di un documentario della BBC sul commercio di lori lenti dal titolo the Jungle Gremlins of Java. A seguito di questi eventi, i commenti pubblicati sul sito in cui si esprimeva il desiderio di possedere un lori lento come animale da compagnia sono scesi a circa il 10 per cento e quelli con messaggi a favore della conservazione sono aumentati. I video, però, sono ancora considerati un mezzo per rafforzare il commercio illegale e diffondere l’idea che i lori siano “deliziosi animali da compagnia”, piuttosto che primati selvatici e velenosi, estremamente sensibili alla luce e alla manipolazione umana.

(Foto: Questo lori lento di Java è già gravemente disidratato, terrorizzato e mostra ferite alle mani e un pelo in condizioni terribili. Difficilmente comparirà in un video di YouTube. Foto di: Wawan Tarniwan.)
Oggi tutti i lori lenti esistenti sono classificati come Vulnerabili o Minacciati nell’ambito della Lista Rossa dell’UICN e il lori lento di Java è considerato uno dei 25 primati più a rischio in tutto il mondo. I lori sono anche minacciati dalla deforestazione e dal commercio di medicine tradizionali e tuttavia rivestono ruoli estremamente importanti nei loro ecosistemi, impollinando le piante e mangiando insetti infestanti.

Nekaris ha spiegato a mongabay.com che uno dei maggiori problemi per i lori lenti e per altri animali sfruttati da siti come YouTube è che questi siti sociali non consentono agli utenti di segnalare i video sugli animali come “illegali”.

"Attualmente nessun sito web 2.0 (tipo Facebook o YouTube) consente ai visitatori di segnalare l’illegalità di certo materiale sugli animali pubblicato. Le crudeltà sugli animali sono disponibili su YouTube, ma sono molto diverse dalle attività illegali che minacciano intere specie. Se esistesse un’opzione per questo tipo di segnalazioni, YouTube potrebbe in seguito inserire all’interno dei video segnalati avvertimenti relativi al commercio illegale di animali domestici, bracconaggio, traffico di medicine, avorio o pellicce (ad esempio) oppure, idealmente, rimuovere del tutto i video, come farebbe se mostrassero armi illegali, pornografia o uso di droghe" afferma Nekaris.

La recente ricerca mette anche in luce il crescente ruolo di Internet, e persino dei social media, nell’alimentare il commercio illegale di animali selvatici, che sta decimando migliaia di specie in tutto il mondo. Esperti hanno stimato che il commercio illegale ha un giro d’affari di circa 19 miliardi di dollari all’anno ed è spesso collegato al crimine organizzato che alimenta il traffico di esseri umani, droga, armi e le guerre civili.

"Centinaia di lori muoiono nei mercati a fronte di quei pochi ripresi nei video che ce la fanno" dichiara Wawan Tarniwan, un fotografo naturalista indonesiano estraneo alla ricerca. "Non c’è contrasto maggiore tra la visione di un lori lento nella foresta di notte e la tristezza nei lori occhi quando vengono usati come animali da compagnia nelle case."





Questi tre giovani lori di Sumatra si rannicchiano spaventati, esposti per la vendita in piena luce, privati di cibo appropriato e di acqua, circondati da cuccioli di coniglio. Foto di: The Little Fireface Project.)














Questo giovane lori di Java, di pochi mesi, si esercita a incidere la corteccia in cerca di gomma. Questa pratica, fondamentale per i lori lenti, richiede la presenza di tutti i denti – la gomma degli alberi è l’elemento principale della loro dieta. Foto di: The Little Fireface Project.










Fonte: it.mongabay.com



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