martedì 16 luglio 2013

I vaccini provocano autismo: i peggiori sono i vaccini derivati da feti umani abortiti

Helen Ratajczak, ricercatrice della Boehringer Ingelheim Pharmaceuticals, ha recentemente sollevato un vivace e turbolento dibattito tra chi discute il problema delle relazioni vaccino-autismo pubblicando un suo studio di revisione sulla ricerca sull’autismo, di cui abbiamo diffusamente dato notizia in questo articolo.. Si tratta di una nuova revisione di studi che esamina le varie cause ambientali dell’autismo, tra cui i vaccini e i loro componenti. Un elemento messo in luce, e che sembra essere sfuggito ai più è l’uso di cellule embrionali abortive nella produzione di vaccini.

La CBS News ha riportato: “La Dr. Ratajczak riferisce che quando i produttori di vaccini hanno dovuto eliminare il thimerosal dai vaccini (con l’eccezione dei vaccini contro l’influenza che ancora contengono thimerosal), hanno cominciato a produrre alcuni vaccini utilizzando tessuti umani.
L’utilizzo di tessuti umani secondo la Ratajczak riguarda attualmente 23 vaccini.
Nel suo studio ha discusso l’aumento di incidenza dell’autismo in corrispondenza con l’introduzione di DNA umano nel vaccino MMR, e suggerisce che le due cose potrebbero essere collegate.
Le pagine della revisione contengono un dettaglio che difficilmente poteva passare inosservato, cinque parole che rivelano uno dei segreti più shoccanti di Big Pharma, delle aziende farmaceutiche cioè: “…allevato in tessuti fetali umani”

A pagina 70 si legge: “Un aumento aggiuntivo del picco di autismo si raggiunse nel 1995 quando il vaccino della varicella fu allevato in tessuti fetali umani”.
La maggior parte di noi è del tutto ignara che le cellule di cultura umana usate per allevare i virus dei vaccini derivano da feti abortivi da decenni ormai e chi li produce è ben felice che il pubblico continui ad ignorarlo, perché sa che questo non potrebbe essere accettato dalla gente sia per le ignote conseguenze per la nostra salute che per il credo religioso di molti...

Il vaccino contro la varicella non è l’unico prodotto in questo modo e, secondo il Sound Choice Pharmaceutical Institute (SCPI), i seguenti 24 vaccini sono prodotti usando cellule provenienti da feti abortivi e/o contenenti DNA, proteine, o frammenti cellulari di colture di cellule coltivate derivate da feti umani abortivi:

Polio PolioVax, Pentacel, DT Polio Absorbed, Quadracel (Sanofi)
Measles, Mumps, Rubella MMR II, Meruvax II, MRVax, Biovax, ProQuad, MMR-V (Merck)
Priorix, Erolalix (GlaxoSmithKline)
Varicella (Chickenpox and Shingles) Varivax, ProQuad, MMR-V, Zostavax (Merck)
Varilix (GlaxoSmithKline)
Hepatitis A Vaqta (Merck)
Havrix, Twinrix (GlaxoSmithKine)
Avaxim, Vivaxim (Sanofi)
Epaxal (Crucell/Berna)
Rabies Imovax (Sanofi)

La National Network for Immunization Information (NNII) ha pubblicato sul suo sito un articolo che spiega le motivazione dell’uso di feti umani abortivi per la produzione dei vaccini e fa una piccola storia di questa “tecnica”. L’articolo afferma che i feti in questione non sono stati abortiti con lo scopo di effettuare ricerca e produrre vaccini, né sono stati i biologi a praticare essi stessi gli aborti e si dilunga nello spiegare come sia difficile e complicato produrre questi farmaci:

“La produzione di farmaci biologici (per esempio vaccini, anticorpi, ecc) è molto più difficile di quanto sia quella di farmaci chimici (ad esempio, la penicillina o aspirina). Inoltre, alcuni vaccinii sono più complessi da realizzare rispetto ad altri. I batteri che vanno in vaccini batterici possono essere coltivati in semplici colture di laboratorio, ma la crescita del virus richiede cellule viventi.

I virus non possono riprodursi da soli. Essi richiedono un ospite vivente in cui crescere, come gli embrioni di pollo, e le cellule da animali che sono cresciuti in coltura. Le aziende che producono i vaccini attualmente hanno poche opzioni per la cultura virale, a causa di valide ragioni farmaceutiche e per motivi di sicurezza. Per esempio, nel caso della varicella, il virus non cresce bene nella maggior parte delle cellule se non in quelle umane. Inoltre, le cellule umane sono da preferire perché le cellule derivate da organi di animali a volte possono portare virus animali che potrebbero danneggiare le persone”.

E’ assolutamente possibile preparare vaccini virali senza l’uso di cellule umane e animali, come prova l’attuale vaccino contro l’epatite B che usa cellule di lieviti. Perchè quindi i produttori non lo fanno, optando invece per metodi più controversi? Sospettiamo che ci sia uno scarso incentivo per i produttori di vaccini a sviluppare nuove tecniche dal momento che possono già fruire di quelle esistenti e che solo quando la verità diventerà più conosciuta con il conseguente spettro di un possibile calo dei loro profitti a tuffo si vedranno costretti a trovare nuove metodologie.

L’impatto che la diffusione della notizia che molti vaccini sono derivate da cellule fetali abortive avrà è potenzialmente enorme, dato il gran numero di persone che si definiscono “Per la Vita”. Per loro scoprire che un vaccino contiene il DNA di feti abortiti è come per un musulmano scoprire che i vaccini sono derivati dal maiale ed è ovvio che saranno scioccati e indignati di venire a sapere che ai loro bambini sono stati segretamente somministrati vaccini contenenti DNA, proteine​​ o detriti cellulari provenienti da colture di cellule derivate da feti umani abortiti.

E non stiamo parlando di una piccola parte di popolazione, alla quale dobbiamo aggiungere chi è preoccupato della cosa, non per motivi etici e religiosi, o non solo per essi, ma anche per le possibili, e forse ancora sconosciute, conseguenze pericolose sulla salute delle nuove generazioni di bambini.

Ci poniamo quindi alcune semplici domande: possibile che tutto questo non preoccupi e non interessi nessuno? Perché un silenzio così sordo su un tema così grave? Possibile che abbia così poca importanza sapere quale tipo di proteine umane, DNA, sostanze chimiche e tossine possano essere contenute in prodotti che iniettiamo nei nostri neonati, nei nostri bambini…. quanto di più sacro dovremmo avere? Può il profitto davvero giustificare anche questo?

1 commento:

  1. Attraverso uno studio relativo a più di 90000 bambini, è stato dimostrato che l'età d'insorgenza media dell'autismo non varia tra bambini vaccinati e non vaccinati; in più, la gravità e il decorso dell'autismo, tra vaccinati e non vaccinati, sono mediamente identici, come anche la familiarità genetica autistica, sia nelle famiglie con bambini vaccinati che in quelle con bambini non vaccinati.

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