domenica 29 aprile 2012

Il latte fa male?

Quanto siete disposti ad accettare la possibilità che un alimento che avete assunto per tutta la vita, regolarmente, ogni mattina, convinti fosse una componente fondamentale della dieta umana, sia in realtà potenzialmente dannoso? 

Quanto siete disposti ad accettare che lo zucchero raffinato può fare male?

Quanto siete disposti a tollerare l’idea che un consumo intensivo di latte e prodotti lattiero-caseari possa aumentare il rischio di disturbi alimentari, cancro e addirittura osteoporosi?

Fin dalla prima infanzia ci è stato raccontato che niente è più salutare di un bel bicchierone di latte la mattina, che i latticini sono alimenti totalmente sani, e che il loro alto contenuto in calcio aiuta a rafforzare le ossa e a prevenire problemi come l’osteoporosi.

Basta sfogliare la letteratura scientifica degli ultimi 20 anni, per scoprire che non è così ...


Un apporto nutritizio calibrato alle esigenze della crescita

Bisogna considerare innanzitutto che il latte è un alimento che l’evoluzione ha perfezionato per assolvere le necessità nutritive del neonato, non a caso è stato dimostrato che i poppanti sono in grado di digerirlo significativamente meglio degli adulti.

Dal latte materno, il bambino riceve le componenti nutritive fondamentali per la sua fase di crescita: acqua, proteine, grassi, zuccheri, ferro, vitamine, enzimi e fermenti lattici. Come è facile immaginare, in ogni mammifero il latte ha una composizione nettamente diversa e appropriata alle esigenze dei diversi cuccioli.

Questo significa che il latte vaccino può essere un ottimo alimento per un vitello, non per un bambino né tantomeno per un essere umano adulto. 

Il perché è presto detto: il latte vaccino contiene il triplo delle proteine di quello umano (di cui solo il 50% può essere digerito dal nostro organismo), una quantità tripla di calcio, una maggiore quantità di grassi saturi, inoltre ha una concentrazione di lattosio inferiore (4,9% contro il 7,5% umano). L’elevata concentrazione di grassi saturi e colestorlo può aumentare il rischio diarterosclerosi. Inoltre, diversi studi si sono concentrati sulle possibili correlazioni tra consumo di latte e diabete mellito infantile...

Latte, calcio e osteoporosi

In uno studio pubblicato nel 1994 sull’American Journal of Epidemiology, una squadra guidata da Robert Cummings esaminò 416 pazienti per valutare la correlazione tra consumo di sigarette, caffè , prodotti lattiero-caseari e situazioni si sottopeso e sovrappeso con il rischio di fratture dell’anca. Dai risultati ottenuti il team concluse che “ il consumo di prodotti lattiero-caseari, in particolare intorno ai 20 anni, è associato con l’aumento del rischio di frattura dell’anca in età anziana.”

Ora, la frattura dell’anca è causata nella maggior parte dei casi da osteoporosi (malattia sistemica caratterizzata da una riduzione della massa ossea), tra le cause dell’osteoporosi spicca la carenza di calcio nella dieta, i prodotti derivati da latte vaccino o ovino (in particolare i formaggi) hanno però un alto contenuto di calcio.

Qualcosa non torna. Se l’osteoporosi è causata (tra gli altri fattori) da una carenza di calcio e i prodotti lattiero-caseari hanno un alto contenuto di calcio, perché una dieta ricca di latticini dovrebbe aumentare il rischio di osteoporosi?

Perché il problema non riguarda solo quanto calcio viene assunto, ma anche quanto ne viene perso. Oltre a grassi saturi, a calcio e vitamina D, i prodotti lattiero-caseari contengono infatti proteine animali che porta a un aumento degli acidi nel sangue, ciò spinge l’organismo a sottrarre calcio alle ossa (oltre che dai denti e altri tessuti) per neutralizzare questa acidità. La soluzione più raccomandabile sarebbe quella di limitare (il che non significa necessariamente eliminare) l’assunzione di prodotti derivati da latte animale, ridurre l’apporto di proteine nella dieta (in quella occidentale si tende ad assumerne il doppio rispetto al necessario) e abbinare fonti di calcio di natura vegetale(legumi, cereali, latte di riso o soia, frutta secca etc.)

Cancro all’ovaia e alla prostata

Negli ultimi 20 anni è stata prodotta una mole impressionante di studi condotti per valutare una possibile correlazione tra un consumo eccessivo e prolungato di prodotti lattiero-caseari e alcune forme di cancro (in particolare quello alla prostata e all’ovaio). Un primo studio pubblicato nel 1989 individuava una correlazione tra un elevato consumo di latte e derivati con l’insorgere di cancro all’ovaio.
Da allora decine di laboratori si sono concentrati su questa correlazione senza tuttavia arrivare a risultati definitivi. Se in principio si pensava che il fattore di rischio maggiore consistesse nel lattosio, un’analisi di 21 studi al riguardo suggerisce una possibile correlazione tra il consumo di latte intero e i tumori ovarici, ma non un ruolo significativo del lattosio.

Gli studi che si sono invece concentrati sul rapporto tra latticini e cancro alla prostata riportano invece una minore incidenza di questa forma di cancro nei soggetti che non consumano o consumano pochi prodotti lattiero-caseari ricchi in calcio. Si pensa che in questo caso il problema consista nell’aumento della concentrazione di IGF-1 nel siero sanguigno imputabile a un frequente consumo di latte, formaggi e yogurt, e agli effetti che questi hanno sulla produzione di testosterone.

Come prevenire efficacemente l’osteoporosi

Attenzione, non stiamo dicendo che il latte è velenoso, o che bere latte porti necessariamente a sviluppare cancro e osteoporosi. Se consumati con moderazione, infatti, i prodotti lattiero-caseari sono tutto sommato innocui. Tuttavia, se l’obbiettivo e migliorare l’apporto di calcio è consigliabile affidarsi ad alimenti vegetali come frutta secca, legumi e cereali (in particolare mandorle, soia, fichi, pane al malto o di grano saraceno.) è stato infatti dimostrato che il calcio assunto mediante alimenti di origine vegetale è efficace nel contrastare l’insorgenza di osteoporosi.

Naturalmente, non è sufficiente selezionare le fonti di calcio per avere ossa sane e robuste. Per arginare le perdite di calcio i nutrizionisti consigliano infatti di moderare il consumo di caffè, alcool e sigarette, oltre a praticare esercizio fisico con continuità.

Leggendo il libro di Allen Carr, "è facile controllare il peso se sai come farlo" (dallo stesso autore di "è facile smettere di fumare se sai come farlo"), ho appreso quanto segue.

L'essere umano è l'unico animale che una volta svezzato continua a bere il latte. Tutti gli altri animali lo bevono solo in fase di allattamento e questo perché l'intestino e l'apparato digerente umano e degli animali non sono fatti per digerire il latte animale.

Siamo nati con il dogma che il latte "fa bene alle ossa". Ma chi lo dice dovrebbe informarsi meglio ...

Il latte è uno strozzino della peggior specie, quegli strozzini che vi fanno un prestito di calcio ma poi, se non gli ridate tutto con gli interessi elevatissimi, vi mandano il conto con brutti ceffi pronti a spaccarvi le ossa.

Il latte contiene calcio, utile alle ossa, e per questo viene da dottori e dietologi consigliato in modo insistente, per non parlare poi del miracoloso latte e latticini che aiutano a combattere l'osteoporosi. Il che sarebbe anche vero, se il latte non contenesse anche proteine animali, acide, che, per essere smaltite, necessitano di consumare calcio.

Come uno strozzino, il latte vi presterà inizialmente una buona quantità di calcio, ma, alla fine del ciclo digestivo e di assimilazione, ne consumerà più di quello che vi avrà dato. Le proteine del latte, sommate a quelle provenienti da carne e pesce, obbligheranno il vostro organismo a sottrarre calcio alle vostre ossa per poter provvedere allo smaltimento.

Esiste dunque quello che viene in gergo chiamato "bilancio del calcio": è importante che il calcio acquisito con la dieta sia maggiore di quello perso, o si rischia il bilancio in negativo, generando osteoporosi.

In generale, nelle nazioni in cui si fa grande uso di latte l'incidenza di osteoporosi è elevata, mentre è rara nei paesi dove non si fa uso di latte. E' noto che tra gli esquimesi, che assumono oltre 2.000 mg di calcio derivato dal latte al giorno, l'osteoporosi dilaga.


mmmmm

4 commenti:

  1. bello questo Cathy! lo faccio girare ;)

    RispondiElimina
  2. Vorrei ritrovare uno studio molto serio sull'influenza della dieta lattea nell'insorgenza dei tumori maligni in generale, che mi è passato davanti agli occhi qualche mese fa, ma ora non so più dove l'ho messo. Appena lo trovo te lo mando o lo pubblico qui.
    Ciao ^__^*

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ti consiglio "il mal di latte" di lorenzo acerra lo trovi su macrolibrarsi.

      saluti

      Elimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.