mercoledì 7 dicembre 2011

Ricerca scientifica terrestre

 L'uomo è sempre stato affascinato, in particolar modo, dalle regioni polari che ha cercato di conoscere in tutte le maniere possibili.
È naturale che l'evoluzione tecnica e scientifica abbia contribuito a portare nuovi modi per avanzare nella ricerca e nella conoscenza. Finiti i tempi pionieristici degli aeroplani, dei dirigibili e delle mongolfiere, l'uomo, con l'avvento dell'era spaziale, ha iniziato le osservazioni scientifiche polari con i satelliti artificiali, coadiuvati da sommergibili atomici e navi rompighiaccio.

Nell'Antartide, addirittura, non solo sono stati usati questi mezzi, ma si è arrivati ad espletare una ricerca a livello internazionale, coordinata dallo SCAR, l'Organizzazione di 40 paesi membri, attraverso l'installazione di basi permanenti.

A partire dagli anni '60 la ricerca ha assunto una metodologia più completa con l'ausilio dei satelliti meteorologici artificiali. Il primo ad essere messo in orbita dai paesi occidentali fu il Tiros 1, senza considerare i satelliti appartenenti ai programmi militari delle due superpotenze USA e URSS.
Bisogna specificare innanzi tutto che i satelliti meteorologici ricadono in una delle tre categorie:

1 - Operativi geosincroni (Meteosat).
2 - Operativi in orbita polare (Noaa).
3 - Ricerca e sviluppo di nuovi sensori e strumenti per la raccolta dei dati e immagini.
La terza categoria portò al concepimento di satelliti artificiali americani di tipo ESSA, posti in orbita eliosincrona, con la capacità di sorvolare i poli e mantenere costante l'angolo col Sole. Una simile orbita permetteva lo scandaglio quotidiano globale del pianeta... 

I satelliti ESSA (Environmental Survey Satellite) avevano una struttura a ruota. Rotolavano perciò lungo la loro orbita e potevano riprendere solo immagini diurne.
La serie Essa comprese nove satelliti: i numeri dispari portavano una strumentazione più sofisticata ed erano accessibili solo da parte delle stazioni CDA (Command Data Acquisition); i numeri pari avevano a bordo due telecamere APT ed erano di libero accesso poiché trasmettevano in banda 137 MHz. Mentre ruotavano lungo le loro orbite, le telecamere, montate sulle superfici laterali, riprendevano le immagini del pianeta.
ESSA 1 venne lanciato in orbita polare nel 1966 mentre l'ultimo, l'ESSA 9, nel 1969. Dal 1970 questi satelliti vennero sostituiti dai NOAA.
Il sistema di ripresa APT inoltre stava ad indicare che il funzionamento delle apparecchiature di bordo era completamente automatico e non richiedeva l'intervento delle stazioni terrestri.
Il 16 Agosto 1968 venne lanciato l'ESSA 7, sempre in orbita polare, dotato di telecamere AVCS (Advanced Vidicom Camera System), le cui immagini erano soltanto captabili esclusivamente dalle stazioni della NASA.
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La sonda meteorologica americana ESSA 7 lanciata nello spazio il 16 Agosto 1968.

Nel suo quotidiano trasmettere, tale satellite inviò a terra delle immagini del Polo Nord strabilianti. In esse si notava la presenza di un foro, di colore scuro, perfettamente circolare che aumentava le sue dimensioni diametrali in maniera dinamica, diciamo meglio come il diaframma nell'obiettivo di una macchina fotografica. In altre foto l'apertura diveniva evanescente, giacché non mostrava più i confini ben delimitati e perciò non quantificabili.
Fortunatamente tale sequenza riuscì a sfuggire alla congiura di occultamento di tutte quelle informazioni non allineate con la logica scientifica-militare e dogmatica corrente, in altre parole con la cosiddetta scienza ufficiale.
Si poteva definitivamente aprire un nuovo capitolo nella storia dell'umanità, si potevano confermare le dichiarazioni dell'Ammiraglio Byrd e di conseguenza avere una seria presa di coscienza sulla realtà oggettiva dell'interno del pianeta Terra.

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Immagine realizzata dall'ESSA 7 sul Polo Nord in cui si evidenzia la caratteristica spaccatura del ghiaccio, primo passo per l'apertura polare.

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Una delle foto prodotte dal satellite americano ESSA 7, scattate il 23 Novembre 1968, in cui si evidenzia l'apertura polare.

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Sequenza dell'apertura polare, a partire dal basso a destra per finire il alto a sinistra. Le foto, realizzate sempre da ESSA 7, mostrano l'apertura dinamica del polo in cui il buco si allarga sempre più fino a divenire evanescente.

Lo stesso discorso si può ripetere con l'Agenzia Spaziale Europea (ESA). Tale organizzazione, nel voler studiare in maniera più dettagliata ed efficace il pianeta Terra, ha inserito negli anni '90 in orbita polare, dalla base di lancio europea di Kourou (Guinea Bissau) due satelliti artificiali: l'ERS1 e l'ERS2.

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Caratteristiche della sonda ERS1 lanciata dall'Agenzia Spaziale Europea negli anni '90.

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La sonda ERS1 in configurazione di lancio.

Essi hanno offerto una visione completa della nostra Terra e del suo ambiente.
Perciò gli scienziati attualmente sono in grado di studiare le caratteristiche del pianeta da una prospettiva assolutamente nuova.
Si possono calcolare, infatti, le deformazioni della superficie terrestre causate dai terremoti con un'approssimazione di pochi centimetri, la velocità di spostamento di un ghiacciaio oppure si possono costruire mappe topografiche tridimensionali.
Questi due satelliti possedevano strumenti molto sofisticati tra cui l'AMI che poteva funzionare come radar a microonde, coadiuvato da un radar altimetro, dedicato all'osservazione della topografia e della dinamica delle superfici oceaniche e delle calotte polari.
Con l'ATSR infine erano in grado di misurare le temperature superficiali degli oceani e il contenuto dell'umidità dell'atmosfera. Oltre tutto questi strumenti erano capaci di fornire con gran precisione la posizione di un punto sulla superficie della Terra.
ERS1 e ERS2 hanno funzionato in tandem per circa nove mesi con lo scopo di osservare la medesima area della Terra ad un giorno di distanza o addirittura ad una distanza di poche ore. Ciò è servito non solo per verificare il grado di attendibilità degli strumenti, ma anche per ricerche di alta definizione.
Naturalmente in tali ricerche sono state scandagliate le calotte polari.
I dati relativi a queste zone riguardano la loro morfologia e addirittura la scoperta di nuovi giacimenti minerari e petroliferi.
Come sempre mancano i dati sulla presenza di oggetti volanti che in determinate occasioni entrano ed escono dai poli.
Non sono solo gli eschimesi o gli Hopi a parlare con naturalezza di simili eventi, ma ci sono pure i contattisti con le civiltà extraterrestri che ci hanno confermato una simile realtà, sconcertante per il nostro tempo. In tutta quest'attività è emersa pure una documentazione eccezionale da cui fortunatamente sono state tratte alcune foto, divulgate dall'ESA e ottenute con vari sistemi di scandaglio, riguardanti la zona Antartica che confermano quanto sinora è stato detto sull'apertura polare.
In una di esse, si può osservare la struttura dell'Antartide colorata in diverse tinte e in corrispondenza due elaborazioni tridimensionali, realizzate al computer, della zona polare che tracciano una configurazione del ghiaccio straordinaria.
Si tratta di un continente ghiacciato recante una enorme voragine perfettamente circolare al suo interno.


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Immagine dell'Antartide ripresa, in varie tonalità di colore, dal satellite artificiale ERS1. L'elaborazione al computer ha evidenziato il buco all'interno dell'immenso continente ghiacciato. (Per gentile concessione ESA)
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L'Antartide ripreso dal satellite ERS1 in cui si può notare l'enorme spaccatura del ghiaccio, fenomeno riscontrato anche al Polo Nord, prima dell'apertura dinamica. (Per gentile concessione ESA)

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Immagine satellitare che evidenzia l'apertura circolare del Polo Nord.

È un'ulteriore conferma della Terra cava e tale immagine è rintracciabile sul sito ESA in Internet.
Si spera che non faccia una brutta fine come è capitato con un altro elaborato elettronico ricavato nei Laboratori di Fisica Nucleare del Gran Sasso (Assergi - Provincia dell'Aquila).
Nelle viscere di questa grande montagna, situata nel Centro Italia, parecchi anni fa vennero scavati dei tunnel per ospitare sofisticate strumentazioni atte allo studio di particelle elementari, derivate soprattutto dai processi termonucleari che avvengono nel Sole e nelle stelle in generale.
Ho potuto, a suo tempo, visitare l'enorme e fantastico laboratorio dove, per introdurre e spiegare l'attività scientifica svolta, ci presentarono, tra le altre cose, un grafico riguardante i tracciati sviluppati con l'ausilio di particolarissimi sensori e dei computer. Il grafico riguardava l'arrivo delle particelle elementari come i neutrini.
Bisogna precisare che queste "particelle" sono prive di carica elettrica, probabilmente di massa molto piccola, soggette solo alle forze definite "deboli". Ebbene, a causa della estrema debolezza delle loro interazioni, queste particelle possono attraversare enormi spessori di materia densa (come ad esempio una montagna) e riempire tutto lo spazio senza che ne abbiamo una minima percezione.
In questo particolare grafico, presentato con molta enfasi dall'incaricato di turno, si poteva osservare che alcuni neutrini (sei o sette) passavano nel rivelatore con una loro inclinazione e verso; verso che andava dall'alto verso il basso.
Nello stesso grafico compariva però un altro tracciato, sempre prodotto da un neutrino, che non seguiva nel modo più assoluto lo stesso andamento. Aveva un'altra inclinazione e il suo verso era, in effetti, opposto, in altre parole proveniva dal basso e si spostava verso l'alto.
Il nostro interlocutore non diede molta importanza ad una simile "anomalia".
Non essendo molto convinto della spiegazione, chiesi quale fosse l'origine di tutto ciò perché bisognoso di approfondire più in dettaglio la questione. Ebbi delle risposte così contraddittorie, per non dire assurde, da farmi render conto, con mio gran disappunto, in quali mani stava la fisica d'avanguardia in Italia.
Detto questo, non si può non pensare al dogmatismo di una scienza che è sicuramente asservita al potere che regna in questo pianeta. Secondo le mie deduzioni, abbiamo ancora una volta una prova convincente dell'esistenza di un sole centrale.
Continuando nell'esposizione delle prove scientifiche, passiamo a disquisire il caso delle onde sismiche, a dimostrazione della consistenza interna della Terra.
Le onde telluriche, che attraversano l'intero globo e che vengono raccolte ogni giorno da oltre duemila stazioni sismologiche, possono permettere di calcolare la quantità di materia di cui è fatto il pianeta ma anche la sua composizione.
Risulta dalla scienza ufficiale che lo strato solido è profondo circa 2800 Km. Dopo questo si trova un nucleo fluido composto essenzialmente da ferro, al cui centro si trova un secondo nucleo, reso solido dalla fortissima pressione.
I dati finali sono questi: la densità media dello strato solido esterno è di circa 3 grammi per ogni centimetro cubo, mentre il nucleo raggiunge i 13 grammi sempre per ogni centimetro cubo.
Tutti questi dati in possesso della scienza ortodossa in realtà hanno avuto non pochi problemi. Scorrendo la documentazione nel mio archivio, ho trovato un vecchio articolo ("Focus" n° 7 del Maggio 1993) in cui si riportava la scoperta di un "continente sotterraneo", del quale s'ignorava l'esistenza.
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Schema dell'interno del pianeta Terra, riportato sulla rivista Focus n° 7 del Maggio 1993, dove si mostra il misterioso continente localizzato mediante le onde sismiche provocate da un'esplosione nucleare sotterranea cinese. Il continente, localizzato a 3200 Km di profondità, ha un'estensione di almeno 300 Km e una profondità di 130 Km.

Si trattava di una regione a 3200 Km di profondità ai limiti inferiori del mantello, fra il nucleo di ferro e la roccia sovrastante.
Tutto ciò nasceva da un test atomico cinese che permise, ad un gruppo di scienziati americani e canadesi, di scoprire il misterioso continente avente una densità superiore a tutto ciò che lo circondava.
Attraverso le relative onde sismiche e con il confronto dei loro dati, gli scienziati nordamericani sono arrivati alla conclusione che il nuovo continente fosse esteso per almeno 300 Km e profondo 130 Km.
Per riassumere: le onde sismiche, provocate da un'esplosione atomica, hanno attraversato il globo e sono state deviate dalla massa nascosta del nuovo continente prima di arrivare ai sismografi.
Si può raccontare questa storia scientifica senza poter chiarire cosa realmente nasconde l'interno della Terra?
Credo che ci troviamo di nuovo di fronte ad un'ennesima situazione dove la teoria sulla Terra cava, della quale più nessuno vuole prendere le difese, deve essere per forza lasciata nel dimenticatoio.
Sarebbe però un comportamento saggio rifarsi alla definizione di scienza e sarebbe oltremodo produttivo per lo scienziato riappropriarsi di un atteggiamento onesto e coraggioso nei confronti della ricerca, abbandonando senza remore quel dogmatismo oramai stantio e non più all'altezza della situazione.
È un po' come parlare, ad esempio, della teoria del Big Bang, trascurando che l'Universo è vita e che l'atomo d'idrogeno è alla base materiale e spirituale di questa vita che nasce, cresce, si riproduce fino a "morire", vale a dire fino a cambiare modo di vivere nel continuo alternarsi dell'evoluzione cosmica.
Il pianeta Terra è un essere vivente macrocosmico e, di conseguenza, ha le sue funzioni e le sue necessità. Nella sua nascita, nella sua crescita, nella sua evoluzione ha bisogno degli enzimi, soprattutto degli enzimi uomini, come essi hanno bisogno della Madre Terra per svolgere la propria evoluzione.
Dovrebbe essere una cosa semplice recepire tali concetti, ma la storia ci dice che non è stato affatto così perché l'uomo non sta svolgendo nel modo più assoluto il proprio compito né può dichiarare di essere rimasto fedele ai patti stipulati con i suoi Creatori.
Per questo motivo l'uomo crede di poter nascondere la verità che lo avrebbe reso libero, ma libero davvero. Sono convinto che l'uomo di questo pianeta, pur disponendo di tutte le prove che vuole, sarà sempre lo stesso perché non vuole cambiare, non riesce a prendere coscienza di chi realmente è, preso talmente tanto dal suo orgoglio e dal suo egoismo.
Perciò rivolgo questo scritto agli uomini di buona volontà e non ai duri di collo. Gli scienziati apparentemente si affannano nella ricerca della verità.
La verità c'è, ma nessuno la vuole accettare perché è troppo semplice, troppo evidente e non permette speculazione di nessun genere.
Il credere significherebbe vivere con un'altra coscienza, con una società priva di tutte quelle brutture che ogni giorno ci fanno inorridire e che non si ha il coraggio di cambiare.
Nel diverso modo di proporre la realtà, attualmente resta molto difficile, se non addirittura fantastico, capire l'evento dell'apertura polare che avviene in certe particolari occasioni. Il meccanismo, del resto, si può descrivere in maniera semplice se ci si sintonizza su una scienza più elevata, vale a dire su una conoscenza superiore:
«Tutto è movimento. Per essere più chiari, tutto è vibrazione su piani differenziati e con ritmo di movimento minimo, medio e massimo. I corpi materiali pesanti sono caratterizzati da un ritmo di movimento minimo in una dimensione iniziale (minerale). Il disquilibrio iniziale di uno più uno più uno ancora corrisponde a 5000 vibrazioni al minuto secondo (vita minerale). Tale disquilibrio è destinato ad aumentare con conseguente aumento del potere vibratorio sino ad arrivare alla completa sublimazione e allo sviluppo di una energia psichica che è la massima espressione della dimensione minerale. Raggiunta tale sublimazione, il minerale subisce un cambio sostanziale sia sul piano dimensionale che su quello vibratorio. La maggiore accelerazione del movimento, 10.000 vibrazioni al minuto secondo, indirizza la psiche ad organizzarsi sul piano della dimensione vegetale. Tale programmazione si sviluppa sino a raggiungere la dimensione animale e quindi umana con 20.000 vibrazioni al minuto secondo (vita iniziale dell'uomo). Gli uomini d'oggi sono in procinto di sviluppare il ritmo medio vibratorio (35.000 vibrazioni il minuto secondo).
Tale vibrazione propone all'energia vivente condensata un maggiore ritmo e quindi una lenta ma continua trasformazione dell'uomo fisico. Solo quando l'uomo avrà raggiunto l'ultimo ciclo, 49.000 vibrazioni al minuto secondo, allora avverrà la sublimazione della materia biofisica e quindi la completa trasformazione di questa in dimensione astrale che sarà il raggiungimento del punto massimo del valore medio dell'energia psichica differenziata. Solo allora l'uomo avrà raggiunto la personalità astrale, per aver completo dominio sugli altri valori vibratori inferiori o meglio dell'energia materializzata in ritmi differenziati nei cicli minori o medi iniziali. La differenza tra la personalità astrale e quella spirituale consiste nel raggiungimento della sublimazione della personalità astrale con 65.000 vibrazioni al minuto secondo, per poi iniziare l'ascesa finale verso la sublimazione dello spirito con 99.000 mila vibrazioni al minuto secondo, per essere nella coscienza dimensionale della natura dell'Intelligenza Creativa dell'energia Alfa, o Dio, come voi lo chiamate.»
Non mi stanco di affermare che il pianeta Terra è realmente un essere vivente che ha bisogno di certe necessità per vivere e per evolversi, come del resto tutte le creature nell'Universo. Le alte vibrazioni dell'intelligenza del pianeta possono sicuramente intervenire sulla dinamica psichica e quindi su quella fisica.
Sono pochissimi gli uomini che sulla Terra hanno la capacità di mettere a profitto queste meravigliose fattibilità che offre la superiore dinamica spirituale.
L'attuale scienza nega ancora la possibilità di studiare le cause dei fenomeni naturali, dedicandosi in maniera sviscerata allo studio degli effetti.
La psiche, o meglio la dinamica di ciò che viene normalmente chiamata vita, organizzazione materiale sul piano minerale, vegetale e animale, la secerne il Sole (Helios). L'essenza della psiche nessuno ancora la conosce, anche se molti ne parlano.
La nostra è una scienza prettamente cerebrale e quindi assai limitata per l'uso limitato della parte più importante della dinamica psichica cerebrale.
L'energia è la forza primaria e la materia quella secondaria, ma è pur sempre la medesima cosa. Consegue che la materia non è altro che energia in movimento differenziato, ma pur sempre energia di natura astrale, cioè energia solare.
Soprattutto c'è da dire che l'Intelligenza del Cosmo compenetra tutto, istruisce tutto, determina tutto.
Questo dinamismo lo sviluppa l'atomo spirituale che agisce attraverso l'atomo d'idrogeno e che è la causa prima (l'Alfa), il principio immanente di ogni piano manifestativo dimensionale condizionato dai vari movimenti differenziati (l'Omega).
Detto ciò, è interessante ricordare come il gesuita Athanasius Kircher avesse proposto il meccanismo dei vortici polari per spiegare l'entrata nel Mondo Sotterraneo. Aveva preso come riferimento l'acqua dell'Oceano che, entrando da quattro punti ben localizzati, creava le condizioni ottimali per lo sviluppo di un enorme vortice.
Questa potrebbe essere già una teoria più accettabile, se pensiamo di spiegare un fenomeno che è da sempre esistito e non solo nel nostro pianeta.
La recente sonda spaziale "Cassini" ha trasmesso delle foto di Saturno incredibili, in alcune delle quali si evidenziano fenomeni luminosi circolari che rappresentano le aurore polari.
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Aurora polare su Saturno acquisita dalla sonda Cassini in luce ultravioletta.

I due poli sono illuminati contemporaneamente da due cerchi di luce che assolutamente non possono essere imputabili al Sole esterno.
Del resto anche alcuni satelliti artificiali che hanno ripreso la Terra hanno mostrato anelli circolari sui poli in concomitanza delle famose aurore polari.
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Un'altra immagine satellitare che mostra l'influenza dei raggi solari in corrispondenza del Polo Nord terrestre.
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Sequenza fotografica sull'evoluzione di un'aurora polare in fase di attenuazione.

Come si possono spiegare poi le fotografie che in sequenza mostrano l'evolversi di una aurora boreale in fase calante?
Se si osserva bene, ci si accorge che l'ultima di esse evidenzia il classico fascio di luce emergente da una fenditura assai piccola che lo fa assomigliare ad un raggio laser.
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Fase finale della scomparsa di un'aurora polare. Da notare il rettilineo fascio di luce che non può essere assolutamente attribuito all'influenza del sole esterno al pianeta.

Anche questa è una prova scientifica inoppugnabile. Il fenomeno delle aurore è vecchio quanto l'uomo.
Il primo vero scienziato che descrisse l'aurora boreale è stato l'umanista ed enciclopedista svizzero Konrad Gesner nel Dicembre del 1560.
Già ai tempi dei romani però il fenomeno era conosciuto. Lo stesso imperatore Tiberio fu testimone di un fenomeno eccezionale nell'atmosfera e lo scambiò per un incendio.
Un altro avvenimento eccezionale è stata la scoperta della Mappa di Bauche, risalente all'anno 1737.
Tale documento, copiato sicuramente da antiche mappe greche, mostra l'Antartide privo di ghiacci. Si nota la presenza nell'attuale Polo Sud di due grandi isole separate dal mare nella sua parte centrale.
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La mappa di Bauche, copiata da antichi documenti greci, risale al 1737. Mostra l'Antartide privo di ghiacci e l'incredibile presenza di due grandi isole con un notevole spazio all'interno. I due territori, che costituiscono la base d'appoggio dell'Antartide, sono stati effettivamente trovati con le ricerche compiute nell'Anno Geofisico del 1968.

Nell'Anno Geofisico dell'anno 1968 si stabilì definitivamente tale configurazione che ha creato un po' di sconcerto nei vari ricercatori, soprattutto perché si dava pienamente ragione alle mappe antiche che riescono a dimostrare le straordinarie capacità tecniche e le incredibili conoscenze di certe civiltà vissute tantissimi secoli fa.
Credo che sia un'altra prova autentica e soprattutto scientifica per togliere ogni dubbio sulla realtà dell'Antartico, rivista oggi sulla base dei rilievi satellitari.
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Aurora polare su Giove. (Concessione Clarke University e NASA)
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Vista totale del pianeta Venere trasmessa dalla sonda americana "Pioneer Venus Orbiter" nel Febbraio 1982. Il suolo venusiano è stato dipinto artificialmente con diversi colori per permettere di evidenziare i rilievi. Notare il cerchio perfetto che compare al Polo Nord. Il cerchio (a destra) che compare al Polo Sud invece è notevolmente più piccolo.



5 commenti:

  1. Interessante, interessante anche il fatto che debba rimanere tabù nonostante tutto quello che viene scritto in questo articolo e non solo...
    Tu che parere hai a proposito? Si potrebbe anche pensare che i nostri UFO provengano dall'interno, non credi? In fondo è naturale che se una catastrofe colpisce Gaia, il sottosuolo rimane un luogo sicuro...

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  2. Se, come credo e come sembrano confermarlo alcuni studiosi seri (es. Mauro Biglino "Il dio alieno della bibbia" che ha tradotto il codice biblico più antico: il codice di Leningrado, o i lavori di Sitchin sui testi sumeri (Annunaki)), siamo stati in un lontano passato visitati e/o addirittura "creati" da un popolo umano extraterrestre, tutto è possibile, compreso il fatto che potrebbe ancore essere qui. E dove se non in mezzo a noi o nel sottosuolo? Una riflessione: da dove nasce l'idea dei demoni? E se quello che gli uomini venerano come un Dio fosse in realtà un popolo creatore che di spirituale ha ben poco? Se fosse quella l'origine degli angeli caduti, cioè di Lucifero e le sue schiere, creatori di questo universo materiale?
    In quel caso dov'è Dio?
    Tante domande, poche risposte certe, ma alcuni indizi sulle origini ora ce l'abbiamo.
    Il resto lo dobbiamo trovare dentro di noi ... :)

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  3. Risposte
    1. Grazie!
      In effetti non ha preso una ruga ... ma le cose stanno sempre allo stesso punto, purtroppo. :)

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    2. Capisco perfettamente ciò che vuoi dire, ma come dice il testo di una canzone, "In a moment, everything can change!". :)

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