venerdì 29 luglio 2011

Montagnier: Acqua ha "memoria". Riaperto dibattito su omeopatia

Alcune sequenze di Dna possono indurre segnali elettromagnetici di bassa frequenza in soluzioni acquose altamente diluite, le quali mantengono poi ''memoria'' delle caratteristiche del Dna stesso: è quanto emerge da due studi paralleli, uno francese coordinato dal premio Nobel per la medicina Luc Montagnier, e uno italiano guidato dal fisico Emilio Del Giudice dell'International Institute for Biophotonics di Neuss (Germania), che hanno dato vita a una pubblicazione sul Journal of Physics.

Grazie a questo studio, spiegano i ricercatori, sarà possibile sviluppare sistemi diagnostici - finora mai progettati - basati sulla proprieta' ''informativa'' dell'acqua biologica presente nel corpo umano: malattie croniche come Alzheimer, Parkinson, sclerosi multipla e artrite reumatoide, e malattie virali come Hiv, influenza A ed epatite C, ''informano'' l'acqua dell'organismo della loro presenza, emettendo particolari segnali elettromagnetici che possono essere poi ''letti'' e decifrati.

Non solo diagnosi, però. Anche la terapia potrebbe guadagnarci: la ricerca indica infatti la strada per arrivare a una migliore comprensione dei meccanismi di funzionamento del paradigma medico omeopatico ed omotossicologico.

Intervenendo sulla memoria dell'acqua biologica, infatti, in futuro potrebbe essere prospettata la possibilità di realizzare rimedi farmaceutici senza effetti collaterali che basano il proprio meccanismo d'azione sull'acqua ''informata'' dal segnale elettromagnetico prodotto dalle sostanze in essa disciolte a bassissime concentrazioni e ''attivata'' tramite specifiche tecnologie chimico-fisiche.
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