domenica 2 giugno 2024

Il corso di scrittura creativa

 di Nicolò Targhetta 

- Salve a tutti, sono Gesù Cinico, benvenuti al mio corso di scrittura creativa. 

Oggi vi insegnerò come scrivere un Vangelo Social. Qualcuno sa perché è così importante saper scrivere un Vangelo Social? Su le mani. Sì?
- Perché è utile?
- No.
- Perché è interessante?
- No.
- Perché è moralmente giusto?
- Ahaha, no, no. Perché ci cascano. Questa è la prima regola PERCHÉ CI CASCANO SEMPRE. Allora, vediamolo nel dettaglio. Il Vangelo Social è costruito da storielle, parabole se vogliamo, che tutte insieme concorrono a dipingere un quadro ben preciso di chi?
- Di chi scrive ...

- Bravissimi. Di chi scrive. Questo quadro È SEMPRE POSITIVO. Chi scrive incarna tutte le virtù umane e anche quando presenta un vizio, lo fa con irresistibile modestia o immediata contrizione. D’altra parte Gesù non ha difetti, magari ha dubbi, umanissime insicurezze che ce lo rendono immediatamente simpatico, ma di base è un concentrato di pregi. Tutto chiaro?
- Chiaro.
- Okay, come si scrive una storia da Vangelo Social?
- Si usa la prima persona.
- Perché?
- Perché noi siamo sempre i protagonisti.
- Esatto l’uso della PRIMA PERSONA è fondamentale per attribuirsi tutti i meriti del racconto. Noi siamo i protagonisti, ma facciamo finta di non esserlo.
- In che senso?
- Nel senso che PARLIAMO DEGLI ALTRI PER PARLARE DI NOI, il focus deve sempre tornare a noi. Inoltre alla base della parabola da Vangelo Social c’è… chi se lo ricorda?
- Un’interazione sociale.
- Bravo, un’interazione sociale. Quindi è essenziale che la parabola avvenga in UN LUOGO PUBBLICO.
- Perché proprio un luogo pubblico?
- Perché nella parabola da Vangelo Social noi, in quanto narratori/protagonisti, abbiamo bisogno di essere visti, di essere apprezzati, di essere amati. Io i miei miracoli non li facevo in cantina a casa mia. La vista al cieco, la cura del lebbroso, l’acqua in vino avvenivano tutte fuori, in mezzo alla gente. Mi circondavo di testimoni che potevano poi diffondere il verbo.
- …
- Vi vedo un po’ confusi. Proviamo a costruire insieme una storiella da Vangelo Social, vi va?
- Sì.
- Bene, cominciamo allora con un protagonista che abbiamo detto essere sempre…
- Noi.
- Esatto, poi ci serve un luogo. Qualche idea?

- Il treno.
- Il treno è perfetto, perché oltre a dare di noi un’immagine dinamica, offre una ricca gamma di interazioni a cui poter attingere per creare la nostra storia.
- Quindi è inventata?
- I miracoli di Gesù sono inventati? Forse, probabilmente, chi lo sa. Usiamo quello che è detto REALISMIO, cioè il mio realismo. Per quanto improbabile quello che scriviamo lo scriviamo come se fosse successo davvero e poi lasciamo che siano gli altri a decidere. Adesso ci serve un comprimario. Sentiamo?
- Una donna.
- No.
- Un altro passeggero.
- Ragazzi, riflettete. Noi dobbiamo costruire una situazione cristologica d’antologia.

- Un vecchio!
- Perfetto, perché?
- Perché i vecchi fanno tenerezza.
- Bingo.
- E anche un bambino!
- Oh, finalmente stiamo macinando. Un vecchio e un bambino. Adesso che abbiamo i comprimari diamogli un po’ di colore, lavoriamoli un po’.
- Il bambino potrebbe stare giocando col telefonino.
- No, no. Non ci siamo. Il telefono manda le vibes sbagliate. Lo smartphone implica modernità, alienazione. Questi personaggi non esistono, sono archetipi fuori dal tempo. Se avete un dubbio immaginate la scena quarant’anni nel passato, un passato idealizzato dove tutti si comportano come in un sussidiario. NESSUNO È UMANO, però devono sembrarlo.
- Il bambino ha un lecca-lecca.
- Un lecca-lecca! Perfetto. Parliamo del vecchio. Com’è sto vecchio?
- Vecchissimo.
- Bravi, il vecchio dev’essere un rudere. Fragile, curvo, macilento, che stentatamente s’aggrappa alla vita. Che gli facciamo fare al vecchio?
- Una buona azione.
- Sì, la così detta: AZIONE FRANCESCANA. L’azione francescana è molto importante. Noi, i protagonisti, non vi prendiamo parte, ci limitiamo a osservarla.
- Al bambino cade il lecca-lecca e il vecchio lo raccoglie.


- Come lo raccoglie?
- Stancamente.
- Bene, si piega, cigola, è fragile, bisognoso d’aiuto. Molto importante: nessuno se lo caga. È fondamentale far passare l’idea che IL MONDO È INDIFFERENTE, perché?
- Perché così possiamo fare bella figura noi.
- Esatto. In questo momento il focus è sul vecchio, ma ricordate che dobbiamo essere noi i protagonisti. Quindi che si fa?
- Interveniamo.
- Proprio così, ci buttiamo nell’azione. Andiamo dal decrepito e operiamo il nostro miracolo. Niente di esagerato, la transizione deve essere morbida. La gente non deve accorgerci che stiamo incensando noi.
- Lo aiutiamo a scendere.
- Un po’ scontato.
- Gli offriamo un caffè.
- Questo va già meglio. Un gesto semplice, che parla più di noi che di lui. Dice che siamo generosi, che riconosciamo la gentilezza, la bellezza. Poi caffè è una parola che funziona sempre bene col nostro target. Che altro?
- Un piccolo applauso?
- Un cenno di rispetto da parte del capotreno?
- Scendendo il vecchio potrebbe aggrapparsi alla nostra maglia?
- Ora non esageriamo, non vogliamo scivolare nel grottesco. Ricordate che è un’arte sottile. La cosa importante è che noi NE USCIAMO MEGLIO DI TUTTI. In senso assoluto alla fine della storia noi siamo le persone migliori, pure meglio del vecchio e del bambino. E questo è fondamentale.
- Perché è fondamentale?
- Perché nessuno si ricorda il nome del lebbroso, ma il libro di Gesù ha venduto un sacco di copie.
- Capito.
- Come vedete è una struttura molto semplice. In questo modo chiunque può diventare un Gesù Cinico. Sì, c’è una domanda?
- E se i lettori se ne accorgono?
- I lettori? Ma noi non cerchiamo mica lettori. Noi cerchiamo fedeli.

Fonte: Non è successo niente

Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale 😉

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