Sotto tumuli di sabbia nel deserto egiziano potrebbe nascondersi il sito delle misteriose piramidi perdute.
L'archeologa amricana Angela Micol lo scorso anno ha individuato usando Google Earth due aree lungo il bacino del Nilo, entrambe contenenti cumuli dalla forma insolita.
All'epoca della scoperta, molti ricercatori erano in dubbio sul fatto che il ritrovamento corrispondesse veramente alle piramidi perdute.
Micol ha fatto la scoperta nella sua casa in North Carolina l'anno scorso dopo aver studiato le immagini su Google Earth per un decennio.
All'epoca della scoperta, molti ricercatori erano in dubbio sul fatto che il ritrovamento corrispondesse veramente alle piramidi perdute.
Micol ha fatto la scoperta nella sua casa in North Carolina l'anno scorso dopo aver studiato le immagini su Google Earth per un decennio.
Il sito si trova a circa 20 chilometri dalla città di Abu Sidhum lungo il Nilo e comprende un ampio pianoro triangolare di 189 metri, quasi tre volte le dimensioni della Grande Piramide di Giza.
Se è vero, potrebbe essere la più grande piramide mai scoperta...
Il pianoro triangolare di 189 metri
Le formazioni sono etichettate come piramidi anche su una serie di rare, mappe antiche.
Le affermazioni di Micol hanno attirato critiche da una serie di autorità di archeologici e geologici, scettici sul fatto che uno strumento come Google Earth potrebbe portare ad una vera scoperta.
Secondo loro i tumuli insoliti sono anomalie o formazioni rocciose battute dal vento che sono comuni nel deserto.
Gli altri tumuli più piccoli
L'archeologa ha anche individuato un secondo gruppo di possibili piramidi vicino all'Oasi Fayyum e tre mappe suggeriscono che i quattro tumuli nascondano templi o tombe con antichi tesori.
Il pianoro triangolare di 189 metri
Le formazioni sono etichettate come piramidi anche su una serie di rare, mappe antiche.
Le affermazioni di Micol hanno attirato critiche da una serie di autorità di archeologici e geologici, scettici sul fatto che uno strumento come Google Earth potrebbe portare ad una vera scoperta.
Secondo loro i tumuli insoliti sono anomalie o formazioni rocciose battute dal vento che sono comuni nel deserto.
Gli altri tumuli più piccoli
L'archeologa ha anche individuato un secondo gruppo di possibili piramidi vicino all'Oasi Fayyum e tre mappe suggeriscono che i quattro tumuli nascondano templi o tombe con antichi tesori.
Una delle mappe è stata redatta da un ingegnere di Napoleone Bonaparte.
Nel riquadro i possibili templi o tombe nei pressi del sito
Appassionati collezionisti di mappe antiche, Kamal Medhat El-Kady, ex ambasciatore del Sultanato dell'Oman e sua moglie Haidy Farouk Abdel-Hamid, un ex consigliere della presidenza egiziana, hanno detto che le formazioni individuate da Micol sono state etichettate come piramidi in molti dei loro antichi documenti.
Il secondo sito scoperto da Angela Micol
Per finanziare l'esplorazione dei due siti misteriosi, Micol ha istituito la Satellite Archaeology Foundation e ha iniziato una campagna fondi.
Sebbene molti archeologi siano scettici riguardo la scoperta, non è la prima novità archeologica rinvenuta grazie a Google Earth: a maggio di due anni fa l'egittologa americana Sarah Parcak identificò 17 piramidi perdute.
www.diregiovani.it
Nel riquadro i possibili templi o tombe nei pressi del sito
Appassionati collezionisti di mappe antiche, Kamal Medhat El-Kady, ex ambasciatore del Sultanato dell'Oman e sua moglie Haidy Farouk Abdel-Hamid, un ex consigliere della presidenza egiziana, hanno detto che le formazioni individuate da Micol sono state etichettate come piramidi in molti dei loro antichi documenti.
Il secondo sito scoperto da Angela Micol
Per finanziare l'esplorazione dei due siti misteriosi, Micol ha istituito la Satellite Archaeology Foundation e ha iniziato una campagna fondi.
Sebbene molti archeologi siano scettici riguardo la scoperta, non è la prima novità archeologica rinvenuta grazie a Google Earth: a maggio di due anni fa l'egittologa americana Sarah Parcak identificò 17 piramidi perdute.
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Un'altra strabiliante scoperta verificata con Google Earth e che attende la conferma con gli scavi, quella del mitico Eldorado:
L'Eldorado? Eccolo qua!
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