mercoledì 5 giugno 2013

Computer Quantistico – l'evoluzione informatica

D-Wave sostiene di aver inventato il primo computer quantistico.

Informazioni che viaggiano alla velocità della luce, difficile soglia concettuale che sembra essere superata. D-Wave annuncia alla comunità scientifica di aver ideato e progettato il primo computer quantistico.

Che cos'è il computer quantistico?

Il computer quantistico è un elaboratore informatico (in teoria) capace di sfruttare le leggi della meccanica quantistica abbandonando le ormai antiche leggi dei bit che caratterizzano i calcolatori attuali. L'unità di misura di questa nuova tecnologia sono i qubit, particelle di informazioni che utilizzano fotoni come mezzo di trasmissione, capaci di viaggiare alla velocità della luce.

La D-Wave una società con sede in Canada, ha presentato presso la comunità scientifica, la notizia della creazione del primo computer quantistico al mondo, acquistando il primato mondiale. Da quanto si evince dalle fonti ufficiali, il computer in questione non ha ancora dimostrato scientificamente di possedere proprietà quantistiche, infatti non elaborando ancora informazioni particolarmente complicate, ha generato perplessità e scetticismo in molti ricercatori.

Perché è così importante?

Realizzando sistemi basati sulle leggi della meccanica quantistica, si potrebbero realizzare strutture all'avanguardia rivoluzionando il concetto di informazione. Tra gli investitori di questo progetto troviamo: varie società governative, la famosa Lockheed Martin leader nella costruzione di armi e il colosso del web Google... 


Attualmente questi super computer utilizzano anelli di metallo superconduttori che sottoposti a temperature bassissime, circa -200 °C, riuscirebbero a trasportare grande masse di informazioni in pochi istanti. Oltre ad essere apparecchiature molte costose, la problematica più evidente è la temperatura, che bloccherebbe la creazione di un prodotto commerciabile. Se si riuscisse ad ovviare a questo problema si cambierebbe radicalmente lo scenario dell'informatica mondiale.
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Transistor con un solo atomo, nuova frontiera dei computer

Un solo atomo. È ciò che serve per creare un transistor. A raggiungere questa pietra miliare (un anno fa NdC) un team di tre università diverse, che grazie alla ricerca apre nuovi scenari sullo sviluppo tecnologico, primo fra tutti i computer quantistici.

A raggiungere questo traguardo sono stati i ricercatori della University of South Wales, Purdue University e University of Melbourne, che stanno "giocando" da tempo ai limiti della scienza. Lo stesso gruppo, a gennaio, aveva sviluppato un filo di fosforo e silicio - con uno spessore di un atomo e una larghezza di quattro - in grado di comportarsi come un filo di rame.

Il nuovo sviluppo, secondo Gerhard Klimeck della Purdue University, fissa un limite invalicabile. "Per me questo è il limite fisico della Legge di Moore. Non possiamo rimpicciolire più di così". Gordon Moore, fondatore di Intel, diceva che il numero di transistor dei microprocessori raddoppia all'incirca ogni 18 mesi. Finora la sua tesi, evoluta nel tempo, è stata grossomodo confermata.

Un transistor formato da un singolo atomo grazie a un microscopio a effetto tunnel che include un singolo atomo rosso di fosforo e guide elettriche per controllare gate ed elettrodi

Per avere un'unità di confronto, pensate che la CPU Sandy Bridge-E integra 2,3 miliardi di transistor realizzati con processo produttivo a 32 nanometri. Il singolo atomo di fosforo invece ha un'estensione di 0,1 nanometri e in futuro consentirà di ridurre enormemente la dimensione deiprocessori - anche se passeranno molti anni prima di vedere qualcosa di simile in commercio. Il transistor a singolo atomo che è stato realizzato, infatti, ha una grandissima limitazione: deve essere mantenuto al freddo, a -200 gradi.

"L'atomo è all'interno di un pozzo o canale, e per far sì che operi come transistor gli elettroni devono stare in quel canale", ha dichiarato Klimeck. "Alle alte temperature gli elettroni si muovono di più e fuoriescono dal canale. Per permettere all'atomo di agire come un metallo, dovete mantenere gli elettroni nel canale. Se qualcuno sviluppa una tecnica per contenere gli elettroni, questa potrebbe essere usata per realizzare un computer che potrebbe funzionare a temperatura ambiente".

L'atomo è al centro, all'interno di un canale di silicio policristallino

L'atomo è al centro dell'immagine, all'interno di un canale di cristallo di silicio monocristallino. Il transistor e i collegamenti potrebbero consentire ai ricercatori di controllare qubit di informazione nei futuri computer quantistici.

Per manipolare gli atomi su una superficie di un cristallo di silicio, i ricercatori hanno usato un microscopio a effetto tunnel. Poi, tramite un processo litografico, hanno adagiato l'atomo di fosforo sul substrato di silicio. Anche in passato sono stati osservati singoli atomi che funzionavano come transistor, ma è la prima volta che un transistor a singolo atomo è stato progettato in modo controllabile con precisione atomica. La struttura dispone anche d'indicatori che permettono agli scienziati di collegare contatti e applicare una tensione.

Il team dell'University of New South Wales spera che questo metodo di manipolazione su scala atomica possa gettare le basi per i computer quantistici, sistemi che usano gli effetti della meccanica quantistica, nello specifico il momento angolare degli elettroni attorno all'atomo per rappresentare l'informazione digitale.



"Anche se questo risultato è una pietra miliare per il quantum computing basato sul silicio, non risponde alla domanda se il calcolo quantistico sia possibile oppure no", ha dichiarato Michelle Simmons, della University of South Wales. "La risposta sta nel controllo della coerenza quantistica mediante un gran numero di qubit. La tecnica che abbiamo sviluppato è potenzialmente scalabile, usa gli stessi materiali dell'industria del silicio, ma occorre molto tempo per centrare l'obiettivo".

3 commenti:

  1. Impressionante. Arriverà forse un giorno in cui il cervello sarà interfacciato col computer.
    Spero un po' di no... :P

    Jan

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  2. In effetti non è tanto la tecnologia in sé che è pericolosa ma l'uso che gli umani ne fanno. Finché avranno la mente storta non c'é molto da fidarsi . :P

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  3. A mio parere la tecnologia di per sè è positiva. E appunto può risultare negativo l'uso che ne viene fatto, come giustamente dici.

    Di sicuro anche la guerra c'entra. Pensando poi che la nascita di internet era dovuta a esigenze militari, giusto per far un esempio... ci fa capire che non è poi così facile scendere negli estremi.

    Jan

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