giovedì 11 dicembre 2025

1978: Il futuro che la CIA archiviò (e che noi siamo vivendo)



Ana Maria Mihalcea ha richiamato l’attenzione su un documento davvero sorprendente risalente agli anni ’70, che offre una visione diretta e lungimirante del futuro. Ha citato numerosi estratti dal documento che delineano una visione del futuro che, dal punto di vista odierno, risulta inquietante per la sua accuratezza. È possibile sfogliarlo qui

Preferisco riassumere senza interpretazioni. Trarre conclusioni sulla realtà rispetto a queste prospettive lo lascio a ciascuno di voi.

Il documento declassificato autentico nella CIA FOIA Reading Room è intitolato: “1999: The World of Tomorrow – Selections from The Futurist: A Journal of Forecasts, Trends, and Ideas About the Future”.
Si tratta di una raccolta di articoli da una rivista futuristica (The Futurist, edita dalla World Future Society), curata da Edward Cornish intorno al 1977-1978 (~163 pp nel PDF), acquisita dalla CIA per intelligence e declassificata nel 2013 (timbri 1988). Non è un “piano tecnocratico” scritto dalla CIA, ma un’analisi esterna – tipico monitoraggio di trend futurologici negli anni ’70.

È una raccolta di saggi ottimistici e speculativi, con focus su tecnologia, società e globalizzazione. Le sue previsioni più prescienti delineano una realtà molto vicina al nostro mondo attuale ...


Le previsioni sorprendenti: 

Rivoluzione Digitale: Computer personali onnipresent, automazione del lavoro e “macchine intelligenti” (robotica/AI). Previsione notevole: comunicazioni istantanee globali (Internet).

Società e Salute: Popolazione mondiale integrata, educazione continua (lifelong learning), “Prolongevity” per longevità estesa (100+ anni), “umanesimo globale” e riduzione povertà via tecnologia.

Geopolitica ed Energia: Cooperazione internazionale post-Guerra Fredda per ambiente/risorse; enfasi su energia solare/rinnovabile.

Economia: Crescita post-industriale (servizi/conoscenza), “mondo senza scarsità” con rischi disuguaglianze.

Il documento è strutturato in quattro parti tematiche, precedute da introduzione e seguite da conclusione/bibliografia.


Parte 1 – Il futuro come storia
Esplorazione del passato per illuminare il futuro (prospettive economiche e storiche).
Articoli: «Smith, Marx e Malthus: i fantasmi che infestano il nostro futuro» di James H. Weaver e Jon D. Wisman (p. 9) «Penserete che sia un sogno» di Charles P. Steinmetz (p. 20) «Su Charles P. Steinmetz come profeta» di Joseph P. Martino (p. 24) «Il futuro in retrospettiva» di Robert W. Prehoda (p. 25)

Parte 2 – Il futuro come progresso
Avanzamenti tecnologici e trasformazioni sociali.
Articoli: «L’ufficio automatizzato» di Hollis Vail (p. 30) «Architettura oltre» di Roy Mason (p. 34) «Gli oceani nel nostro futuro» di Larry Booda (p. 46) «L’aviazione di domani: il cielo non sarà più l’unico limite» di Jerry Richardson (p. 57) «Colonie spaziali: l’alta frontiera» di Gerard K. O’Neill (p. 66) «La psichiatria preventiva del futuro» di Stanley Lesse (p. 75) «La medicina nell’era post-medico» (p. 81)

Parte 3 – Il futuro come sfida
Problemi globali e possibili risposte.
Articoli: «La prossima transizione energetica» di Denis Hayes (p. 86) «Popolazione ed educazione» di Joseph F. Coates (p. 93) «Il lavoro nell’anno 2000» di William Abbott (p. 99) «I futuri educativi dell’America: 1976-2001» di Harold Shane (p. 105) «Prolunghismo: l’estensione della durata della vita umana» di Albert Rosenfeld (p. 111) «Il legame del piacere: invertire l’etica anti-sessuale» di Robert T. Francoeur e Anna K. Francoeur (p. 116)

Parte 4 – Il futuro come invenzione
Soluzioni creative e invenzioni sociali.
Articoli: «Riciclare le persone» di Fred Best (p. 122) «Tecnologia appropriata: cos’è e dove sta andando» di Rowan A. Wakefield e Patricia Stafford (p. 134) «Invenzioni sociali» di D. Stuart Conger (p. 139) «Le lezioni delle Hawaii per il futuro» di Bob Krauss (p. 149)

Conclusione «Verso una filosofia del futurismo» di Edward S. Cornish (p. 156) «Per ulteriori letture» (p. 159)

Nel documento è presente una sezione intitolata “Weather as a Weapon: The Ultimate Triumph of Technology”, attribuita a un autore con iniziali “R.L. Dedicherò un post speciale a questa parte.

Le frasi più impressionanti:
«L’arma definitiva potrebbe non trovarsi nell’atomo, ma nelle nuvole: la capacità di controllare il tempo in modo selettivo potrebbe dare a una nazione un vantaggio militare ed economico decisivo sull’altra.»

«A differenza delle armi nucleari, la guerra climatica non lascia ricaduta radioattiva e può essere negata: chi può dimostrare che una siccità durata cinque anni in una nazione ostile non sia stato semplicemente “un atto di Dio”?»

«Entro l’anno 2000 il controllo del clima potrebbe diventare lo strumento definitivo sia di guerra che di pace: un campo di battaglia silenzioso in cui la vittoria si misura non nel territorio conquistato, ma nei raccolti distrutti e nelle popolazioni messe in ginocchio senza che venga sparato un solo colpo.»
Un testo del 1978 che, riletto nel 2025, non appare più come fantascienza, ma come una roadmap sorprendentemente accurata — perfettamente in linea con lo stile di previsione “lungo termine” di Herman Kahn e del Hudson Institute dell’epoca...

Fonte e articolo completo:
Prima parte: www.nogeoingegneria.com
L'articolo continua qui:
Secondo parte: www.nogeoingegneria.com


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