Nel Medioevo, i contadini e i monaci europei producevano numerose qualità di mele, in seguito, durante l’Età Moderna la coltura del melo si diffuse nell'America settentrionale, in Australia e in Nuova Zelanda.
A oggi quest’albero, per una molteplicità di motivi, è uno dei più coltivati al mondo.
Il suo falso frutto, la mela, ha colpito l’immaginario umano, entrando nella mitologia di vari popoli. Il consumo di questa segna il punto di confine fra una vita eterna e gloriosa, e una vita brevissima, irta di pericoli.
E’ interessante come sullo sfondo delle grandi conquiste umane, delle mitiche trasgressioni e delle più importanti violazioni, compaia sempre una mela: il frutto più semplice e comune che l’uomo abbia conosciuto per rappresentare quanto più di prezioso questo stesso possa raggiungere ....
La mela è un simbolo che attraversa culture, realtà e saperi molto differenti, è, al contempo, il bene e il male, l’obbedienza e la disobbedienza, l’amore e l’odio, ma è anche un viaggio nel tempo, attraverso la storia dell’essere umano.
Nella notte dei tempi Eva addentò il frutto proibito, subendo così l’espulsione dal Paradiso Terrestre. Nella Genesi, il testo in cui ciò viene raccontato, non è specificato il nome del frutto, ma in ogni caso l’immaginario comune sostiene si tratti di una mela. Coincidenza?
Nel mondo pre-biblico, in Asia, la mela era ritenuta simbolo di bellezza e di prosperità. Nella mitologia greca il pomo della discordia è stato la causa scatenante della guerra combattuta, per dieci anni, tra Greci e Troiani. Non dimentichiamo i pomi delle Esperidi, doni di nozze regalati a Zeus ed Era; e ancora il pomo si trova in altri famosi miti, tra cui quelli di Ippomene e Atalanta, Aconzio e Cidippe, e l’undicesima fatica di Ercole.
New York è da sempre chiamata “The Big Apple”, la terra sognata, meta di lunghi viaggi per il raggiungimento della libertà, della fortuna e della felicità.
A oggi quest’albero, per una molteplicità di motivi, è uno dei più coltivati al mondo.
E’ interessante come sullo sfondo delle grandi conquiste umane, delle mitiche trasgressioni e delle più importanti violazioni, compaia sempre una mela: il frutto più semplice e comune che l’uomo abbia conosciuto per rappresentare quanto più di prezioso questo stesso possa raggiungere ....
La mela è un simbolo che attraversa culture, realtà e saperi molto differenti, è, al contempo, il bene e il male, l’obbedienza e la disobbedienza, l’amore e l’odio, ma è anche un viaggio nel tempo, attraverso la storia dell’essere umano.
Nella notte dei tempi Eva addentò il frutto proibito, subendo così l’espulsione dal Paradiso Terrestre. Nella Genesi, il testo in cui ciò viene raccontato, non è specificato il nome del frutto, ma in ogni caso l’immaginario comune sostiene si tratti di una mela. Coincidenza?
Nel mondo pre-biblico, in Asia, la mela era ritenuta simbolo di bellezza e di prosperità. Nella mitologia greca il pomo della discordia è stato la causa scatenante della guerra combattuta, per dieci anni, tra Greci e Troiani. Non dimentichiamo i pomi delle Esperidi, doni di nozze regalati a Zeus ed Era; e ancora il pomo si trova in altri famosi miti, tra cui quelli di Ippomene e Atalanta, Aconzio e Cidippe, e l’undicesima fatica di Ercole.
Foto: Magritte, Il figlio dell’uomo (1964).
La cultura popolare subisce tali significati, i quali emergono persino nel patrimonio delle fiabe per l’infanzia. A Biancaneve è offerta dalla matrigna una mela, rappresentante la gelosia, l’inganno, e la sessualità. La divisione della mela per opera della strega richiama la duplice natura di Biancaneve: bianca come la neve e rossa come il sangue. La mela rossa indica la fine della sua innocenza, e segna l’inizio di una nuova maturità sessuale.
La cultura popolare subisce tali significati, i quali emergono persino nel patrimonio delle fiabe per l’infanzia. A Biancaneve è offerta dalla matrigna una mela, rappresentante la gelosia, l’inganno, e la sessualità. La divisione della mela per opera della strega richiama la duplice natura di Biancaneve: bianca come la neve e rossa come il sangue. La mela rossa indica la fine della sua innocenza, e segna l’inizio di una nuova maturità sessuale.
Anche nell'arte pittorica, la mela ha spesso assunto il ruolo di protagonista: famose opere raffigurano scene del peccato originale, della vittoria di Afrodite nel giudizio di Paride, concentrando, però, l’attenzione sul fatidico frutto.
Arriviamo all'età contemporanea, quando Magritte la interpreta come frutto acerbo, non corrotto dal veleno, e la utilizza come maschera per un volto.
Arriviamo all'età contemporanea, quando Magritte la interpreta come frutto acerbo, non corrotto dal veleno, e la utilizza come maschera per un volto.
Migliaia di Europei si fecero tentare da questa illusoria immagine.
“Apple Records” è il nome della famosa casa discografica, fondata nel 1968, dai Beatles, e la mela è la copertina di uno dei loro più famosi album.
Quello che sembra un semplice e comunissimo frutto, in realtà ha accompagnato l’uomo in epoche e contesti lontani tra loro, rappresentando significati diversi, e molto importanti.
La mela è tutto e il contrario di tutto.
Il percorso intrapreso vuole evidenziare l’evoluzione di un oggetto sine tempore, e del modo in cui questo ha influenzato le produzioni culturali odierne. L’obiettivo finale è acquisire consapevolezza di come le storie, i loro protagonisti, i loro paesaggi, e i loro oggetti, non abbiano mai fine, ma persistano nel tempo mutando forma.
“Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture” (Genesi 3,7).
Non è dunque credibile che Adamo ed Eva appena si accorsero di essere nudi abbiano attinto come temporanea copertura dall’albero più vicino, quello da cui si erano appena cibati? E allora perché proprio la mela? Nella cultura dell’Europa occidentale, soprattutto dal Medioevo, l’albero in questione viene considerato un melo. Questa interpretazione nasce probabilmente da una lettura allegorica del testo biblico: in latino la stessa parola, “malum”, può riferirsi sia al frutto del melo, sia al “male”, per questo motivo i commentatori avrebbero favorito l’identificazione tra il simbolico frutto dell’albero e la mela.
Tra le innumerevoli versioni della fiaba di Biancaneve, diffuse in Europa, Africa e Stati Uniti, rare sono quelle nelle quali alla fanciulla viene offerta una mela mortifera. La più famosa è certamente Sneewittchen dei fratelli Grimm, sulla quale si basa l’animazione della Walt Disney. Nella favola dei Grimm, però, diversamente dal film, l’offerta della mela arriva dopo altre due volte in cui la ragazza ha acquistato dalla matrigna, resa irriconoscibile da un incantesimo, oggetti che l’hanno fatta piombare in un sonno mortale. Come può Biancaneve cadere di nuovo nell’inganno? Ecco che la mela, cibo complesso, è irresistibile.
L’oggetto “mela” porta con sé un significato culturale di antichissima data, per cui è il frutto da concedere a colei considerata la più bella, ed è proprio questo che porta la strega a voler uccidere la fanciulla, la bellezza di quest’ultima. Biancaneve non può rifiutare l’offerta e diviene vittima dell’incantesimo. Il significato attribuito alla mela di Biancaneve è che questa rappresenti la sua maturità sessuale. Freud afferma che per la forma rotonda e liscia la mela evoca il seno femminile e va considerata sia nella sua capacità di nutrire che nel suo significato sessuale e riproduttivo: l’unione della polpa umida e dei semi interni della mela suggeriscono la cavità e l’accoglienza uterina e la sua possibilità di fecondazione e crescita. La mela, così, ci rimanda un’altra volta all’episodio biblico in cui la prima donna, contravvenendo all’ordine divino, come Biancaneve contravviene agli ordini e ai consigli di chi la ospita, mangia il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male, punto critico di rottura che dà inizio alla storia dell’umanità. Mangiare la mela è il punto critico di rottura nella storia di Biancaneve: da questa morte i nani non sanno risvegliarla.
Nel capolavoro Disney, come nelle storie analizzate in precedenza, la scelta del frutto non è casuale. La mela nasce come simbolo tentatore, portatore di problemi, nascosti dall’armonia delle sue forme e dei suoi colori.
Siamo sempre in tempi recenti, quando la Ubisoft Montréal pubblicò “Assassin’s Creed”, una serie di videogiochi di azione-avventura a tema stealth. La storia di Assassin’s Creed inizia nel settembre del 2012, quando un barista di nome Desmond Miles, si risveglia dopo una sessione difettosa dell’Animus (uno speciale macchinario) all’interno dei laboratori delle Industrie Abstergo, a Roma, dopo essere stato rapito. Desmond è stato “scelto” per il progetto per via del suo antenato Altaïr, un membro della setta degli Assassini vissuto durante la Terza Crociata in Terra Santa; i dirigenti dell’Abstergo mostrano particolare interesse su qualcosa con cui ha avuto a che fare Altaïr, ovvero la mela dell’Eden. Questa, in realtà, è un’arma per soggiogare le menti umane.
“Un’antica leggenda, vecchia di secoli, vuole che la Mela dell’Eden non fosse affatto un frutto vero e proprio, ma solida come marmo. Pare che conferisse poteri inimmaginabili a chi la possedeva.”
La mela diventa un frutto misterioso, potente, sede di conoscenza. E la domanda sul perché della scelta di questo frutto diventa sempre più superflua, piuttosto, come potrebbe venirne scelto un altro?
Così arriviamo all’ultima fase della nostra indagine: il simbolo della più potente azienda informatica del mondo, la Apple.
“Apple Records” è il nome della famosa casa discografica, fondata nel 1968, dai Beatles, e la mela è la copertina di uno dei loro più famosi album.
Alla fine degli anni ’60 s’inaugura in Italia una campagna pubblicitaria dell’azienda Piaggio che propone la Vespa a una giovane generazione che aspira alla libertà e all'indipendenza, elementi evocati dall'immagine della mela.
Negli anni ’80, nel film “Il tempo delle mele”, questo frutto simboleggia l’adolescenza, il maturare, la passione, la giovinezza, e le tentazioni da cogliere.
Pablo Neruda celebra, in una sua famosa poesia, l’innocenza e il peccato connessi al frutto proibito. Il morso di una mela può proiettare l’essere umano verso scenari futuri, in cui la perfezione è raggiunta grazie a una precedente trasgressione.
Nella società odierna, la mela è il marchio di una delle maggiore aziende informatiche mondiali, quale la Apple.
Quello che sembra un semplice e comunissimo frutto, in realtà ha accompagnato l’uomo in epoche e contesti lontani tra loro, rappresentando significati diversi, e molto importanti.
Il percorso intrapreso vuole evidenziare l’evoluzione di un oggetto sine tempore, e del modo in cui questo ha influenzato le produzioni culturali odierne. L’obiettivo finale è acquisire consapevolezza di come le storie, i loro protagonisti, i loro paesaggi, e i loro oggetti, non abbiano mai fine, ma persistano nel tempo mutando forma.
Foto: Lucas Cranach, 1528, Firenze, Galleria degli Uffizi.
Il primo esempio analizzato è la storia di Adamo ed Eva. Questi due esseri umani, creati dal Signore, erano stati collocati in un locus amoenus, un giardino colmo di maestosi alberi e prelibati frutti. Tra gli alberi, ne era presente uno in particolare, quello della conoscenza del bene e del male.
Il primo esempio analizzato è la storia di Adamo ed Eva. Questi due esseri umani, creati dal Signore, erano stati collocati in un locus amoenus, un giardino colmo di maestosi alberi e prelibati frutti. Tra gli alberi, ne era presente uno in particolare, quello della conoscenza del bene e del male.
Quest’ultimo era l’unico da cui i due giovani non avrebbero dovuto cibarsi, ma Eva, tentata dal demonio, decise di mangiarne, facendo in modo che lei e il suo compagno fossero espulsi dal Paradiso Terrestre, e iniziassero altrove una vita di fatiche.
Perché la mela?
“Due alberi troneggiano al centro del giardino irrigato dai quattro fiumi Fison, Gihon, Tigri ed Eufrate: l’albero della vita e quello della conoscenza del bene e del male.”
Come si evince da questo passo della Genesi (VI-V secolo a.C. ca.), all’interno del testo sacro non è indicato a quale famiglia di piante appartenga l’albero della conoscenza ed è proprio per tale ragione che sono nate diverse interpretazioni riguardo al famigerato frutto. La tradizione ebraica, differentemente dalle altre, identifica come frutto proibito il fico, menzionato esplicitamente nel primo libro della Bibbia quando Adamo ed Eva, subito dopo aver mangiato dall’albero della conoscenza del bene e del male, ne raccolgono le grandi foglie per coprirsi:
Perché la mela?
“Due alberi troneggiano al centro del giardino irrigato dai quattro fiumi Fison, Gihon, Tigri ed Eufrate: l’albero della vita e quello della conoscenza del bene e del male.”
Come si evince da questo passo della Genesi (VI-V secolo a.C. ca.), all’interno del testo sacro non è indicato a quale famiglia di piante appartenga l’albero della conoscenza ed è proprio per tale ragione che sono nate diverse interpretazioni riguardo al famigerato frutto. La tradizione ebraica, differentemente dalle altre, identifica come frutto proibito il fico, menzionato esplicitamente nel primo libro della Bibbia quando Adamo ed Eva, subito dopo aver mangiato dall’albero della conoscenza del bene e del male, ne raccolgono le grandi foglie per coprirsi:
Si pensa alla mela anche perché, in numerologia, viene associata al cinque che è il numero che rappresenta l’equilibrio e l’armonia, i due elementi che caratterizzavano il Paradiso terrestre. Inoltre, sempre in numerologia, il numero cinque rappresenta il potere dell’uomo, che è simbolo del desiderio di esplorazione e di cambiamento, è il numero di chi vuole sperimentare tutto ciò che è possibile mediante l’esperienza diretta dei sensi. Tale associazione sicuramente rimanda all'azione di Adamo ed Eva.
Nonostante la plausibilità di queste considerazioni, risulta inevitabile pensare che la congruenza tra mela e perdizione non sia solo conseguenza dell’etimologia della prima, ma frutto di una sovrapposizione di varie credenze popolari e culturali. Ḗutile, quindi, analizzare un altro famoso episodio, meno recente rispetto alla Genesi, l’ante factum della Guerra di Troia.
Al banchetto di nozze di Peleo e Teti, Zeus invitò tutti gli dei dell’Olimpo ad eccezione di Eris, la dea della discordia. Questa, infuriata per l’onta subita, meditò una vendetta da par suo: si presentò comunque al convito e lanciò sulla tavola imbandita un pomo d’oro con la scritta “alla più bella”. Al che, Era, Atena e Afrodite, pretendendo ciascuna d’esser la più bella, iniziarono a litigare al fine di ottenere il frutto prezioso, non pensando che così facendo sarebbero cadute in pieno nella subdola trappola tesa da Eris, spietata creatrice di conflitti e di guerre e, secondo l’epiteto omerico, Signora del dolore.
Nonostante la plausibilità di queste considerazioni, risulta inevitabile pensare che la congruenza tra mela e perdizione non sia solo conseguenza dell’etimologia della prima, ma frutto di una sovrapposizione di varie credenze popolari e culturali. Ḗutile, quindi, analizzare un altro famoso episodio, meno recente rispetto alla Genesi, l’ante factum della Guerra di Troia.
Pieter Paul Rubens, Giudizio di Paride (1638), sito a Madrid, a Museo del Prado.
Zeus, per dirimere la lite, invitò Hermes a scortare le tre contendenti sul monte Ida dal pastore troiano Paride che, uomo giusto e leale, avrebbe fatto da giudice. Scortate da Hermes fin al cospetto di Paride, le tre dee, al fine di ingraziarsi il giovane pastore troiano, iniziarono a promettergli sottobanco le più svariate ricompense. La scelta di Paride, come sappiamo, cadde su Afrodite (la quale gli aveva promesso l’amore di Elena), e Hermes le consegnò il pomo della discordia, secondo il volere di Zeus.
Afrodite, in seguito, aiuterà il principe troiano a rapire Elena, moglie di Menelao, re di Sparta. Ciò sarà la causa scatenante della guerra di Troia, evento cui saranno dedicati i poemi epici del ciclo troiano, tra cui l’Iliade e l’Odissea (750 a.C. ca.).
La scelta di Paride sul monte Ida avrebbe avuto fondamentali conseguenze sulla storia di Troia e sulla stessa Grecia. Tale scelta fece sorgere, infatti, nelle due dee escluse, Era e Atena, un odio feroce contro Troia e i troiani, il cui esito ultimo sarebbe stato la distruzione della città ad opera delle armate achee.
In questo caso, come nel precedente, l’interrogativo è sempre lo stesso: perché proprio la mela? È un semplice caso o una consapevole scelta? Non vi è una risposta esatta a tale quesito, ma è interessante procedere nella nostra analisi traslandola a un’epoca più recente.
Introduciamo così “Biancaneve e i sette nani” (Snow White and the Seven Dwarfs), film d’animazione americano prodotto da Walt Disney e distribuito dalla RKO Radio Pictures nel 1937. Basato sull’omonima fiaba dei fratelli Grimm, è il primo lungometraggio in cel animation della storia del cinema, il primo film d’animazione prodotto in America, il primo ad essere stato prodotto completamente a colori e il primo film prodotto dalla Walt Disney Productions, nonché il primo Classico Disney.
Afrodite, in seguito, aiuterà il principe troiano a rapire Elena, moglie di Menelao, re di Sparta. Ciò sarà la causa scatenante della guerra di Troia, evento cui saranno dedicati i poemi epici del ciclo troiano, tra cui l’Iliade e l’Odissea (750 a.C. ca.).
La scelta di Paride sul monte Ida avrebbe avuto fondamentali conseguenze sulla storia di Troia e sulla stessa Grecia. Tale scelta fece sorgere, infatti, nelle due dee escluse, Era e Atena, un odio feroce contro Troia e i troiani, il cui esito ultimo sarebbe stato la distruzione della città ad opera delle armate achee.
In questo caso, come nel precedente, l’interrogativo è sempre lo stesso: perché proprio la mela? È un semplice caso o una consapevole scelta? Non vi è una risposta esatta a tale quesito, ma è interessante procedere nella nostra analisi traslandola a un’epoca più recente.
Introduciamo così “Biancaneve e i sette nani” (Snow White and the Seven Dwarfs), film d’animazione americano prodotto da Walt Disney e distribuito dalla RKO Radio Pictures nel 1937. Basato sull’omonima fiaba dei fratelli Grimm, è il primo lungometraggio in cel animation della storia del cinema, il primo film d’animazione prodotto in America, il primo ad essere stato prodotto completamente a colori e il primo film prodotto dalla Walt Disney Productions, nonché il primo Classico Disney.
Biancaneve e il momento in cui la strega la avvelena.
Tra le innumerevoli versioni della fiaba di Biancaneve, diffuse in Europa, Africa e Stati Uniti, rare sono quelle nelle quali alla fanciulla viene offerta una mela mortifera. La più famosa è certamente Sneewittchen dei fratelli Grimm, sulla quale si basa l’animazione della Walt Disney. Nella favola dei Grimm, però, diversamente dal film, l’offerta della mela arriva dopo altre due volte in cui la ragazza ha acquistato dalla matrigna, resa irriconoscibile da un incantesimo, oggetti che l’hanno fatta piombare in un sonno mortale. Come può Biancaneve cadere di nuovo nell’inganno? Ecco che la mela, cibo complesso, è irresistibile.
L’oggetto “mela” porta con sé un significato culturale di antichissima data, per cui è il frutto da concedere a colei considerata la più bella, ed è proprio questo che porta la strega a voler uccidere la fanciulla, la bellezza di quest’ultima. Biancaneve non può rifiutare l’offerta e diviene vittima dell’incantesimo. Il significato attribuito alla mela di Biancaneve è che questa rappresenti la sua maturità sessuale. Freud afferma che per la forma rotonda e liscia la mela evoca il seno femminile e va considerata sia nella sua capacità di nutrire che nel suo significato sessuale e riproduttivo: l’unione della polpa umida e dei semi interni della mela suggeriscono la cavità e l’accoglienza uterina e la sua possibilità di fecondazione e crescita. La mela, così, ci rimanda un’altra volta all’episodio biblico in cui la prima donna, contravvenendo all’ordine divino, come Biancaneve contravviene agli ordini e ai consigli di chi la ospita, mangia il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male, punto critico di rottura che dà inizio alla storia dell’umanità. Mangiare la mela è il punto critico di rottura nella storia di Biancaneve: da questa morte i nani non sanno risvegliarla.
Nel capolavoro Disney, come nelle storie analizzate in precedenza, la scelta del frutto non è casuale. La mela nasce come simbolo tentatore, portatore di problemi, nascosti dall’armonia delle sue forme e dei suoi colori.
Siamo sempre in tempi recenti, quando la Ubisoft Montréal pubblicò “Assassin’s Creed”, una serie di videogiochi di azione-avventura a tema stealth. La storia di Assassin’s Creed inizia nel settembre del 2012, quando un barista di nome Desmond Miles, si risveglia dopo una sessione difettosa dell’Animus (uno speciale macchinario) all’interno dei laboratori delle Industrie Abstergo, a Roma, dopo essere stato rapito. Desmond è stato “scelto” per il progetto per via del suo antenato Altaïr, un membro della setta degli Assassini vissuto durante la Terza Crociata in Terra Santa; i dirigenti dell’Abstergo mostrano particolare interesse su qualcosa con cui ha avuto a che fare Altaïr, ovvero la mela dell’Eden. Questa, in realtà, è un’arma per soggiogare le menti umane.
Assassin’s Creed — La mela dell’Eden.
Le mele contenevano anche il sapere della Prima Civilizzazione (specie antropomorfa presente dalla notte dei tempi), e furono usate per realizzare alcune grandi invenzioni. Per esempio, il mentore degli assassini, gruppo di protettori dell’umanità, usò la mela in suo possesso per inventare la lama avvelenata, la pistola celata e la sua armatura, mentre Leonardo da Vinci studiando una Mela inventò una delle macchine belliche per l’esercito di Cesare Borgia.
“Un’antica leggenda, vecchia di secoli, vuole che la Mela dell’Eden non fosse affatto un frutto vero e proprio, ma solida come marmo. Pare che conferisse poteri inimmaginabili a chi la possedeva.”
La mela diventa un frutto misterioso, potente, sede di conoscenza. E la domanda sul perché della scelta di questo frutto diventa sempre più superflua, piuttosto, come potrebbe venirne scelto un altro?
Così arriviamo all’ultima fase della nostra indagine: il simbolo della più potente azienda informatica del mondo, la Apple.
Evoluzione logo apple.
Apple è un’azienda informatica statunitense che produce sistemi operativi, computer e dispositivi multimediali. Fondata da Steve Jobs nel 1976, è conosciuta in tutto il modo dai primi anni ottanta grazie alla vasta gamma di computer Macintosh. Nel corso della storia Apple ha introdotto presso il grande pubblico numerose innovazioni nel campo dell’alta tecnologia e del design applicate ai prodotti informatici. Il 12 agosto 2012 Apple diviene la società con maggiore capitalizzazione di mercato di sempre, battendo il precedente record della rivale Microsoft risalente al 1999.
Il logo di quest’azienda ha fatto nascere numerose leggende metropolitane. Inizialmente si pensò che la mela richiamasse le scoperte scientifiche di Newton, in seguito che fosse la semplice passione di Steve Jobs per i Beatles, poi si credette al “morso della conoscenza” che richiamava la sfera religiosa (nella Bibbia la mela era il frutto dell’albero della conoscenza), come anche il mondo dell’informatica; infatti, la parola morso in inglese si traduce “bite”, la cui pronuncia è simile a quella di “byte”. Tra le altre ipotesi vi è quella che venne scelto l’attuale logo per far capire che utilizzare i prodotti Apple fosse facile come mordere una mela.
Il fatto che le interpretazioni a riguardo possano essere false e che Rob Janoff (disegnatore del logo Apple) possa aver semplicemente disegnato ciò che aveva davanti in quel momento, è marginale. La mela è un logo vincente, proprio perché richiama nell’immaginario comune tutto ciò che ha sempre rappresentato: tentazione e bellezza.
La mela, nel corso dei secoli, ha assunto mille volti. Ciò implica che non si possa cercare un’ interpretazione corretta o meno della sua valenza. La poliedricità di questo frutto legittima qualsiasi supposizione sul suo significato. A questo punto il nostro interrogativo è cambiato, perché venuti a conoscenza dell’inarrestabile evoluzione della mela, la domanda è: quali saranno le altre mele sul cammino della nostra storia?
Il logo di quest’azienda ha fatto nascere numerose leggende metropolitane. Inizialmente si pensò che la mela richiamasse le scoperte scientifiche di Newton, in seguito che fosse la semplice passione di Steve Jobs per i Beatles, poi si credette al “morso della conoscenza” che richiamava la sfera religiosa (nella Bibbia la mela era il frutto dell’albero della conoscenza), come anche il mondo dell’informatica; infatti, la parola morso in inglese si traduce “bite”, la cui pronuncia è simile a quella di “byte”. Tra le altre ipotesi vi è quella che venne scelto l’attuale logo per far capire che utilizzare i prodotti Apple fosse facile come mordere una mela.
Il fatto che le interpretazioni a riguardo possano essere false e che Rob Janoff (disegnatore del logo Apple) possa aver semplicemente disegnato ciò che aveva davanti in quel momento, è marginale. La mela è un logo vincente, proprio perché richiama nell’immaginario comune tutto ciò che ha sempre rappresentato: tentazione e bellezza.
La mela, nel corso dei secoli, ha assunto mille volti. Ciò implica che non si possa cercare un’ interpretazione corretta o meno della sua valenza. La poliedricità di questo frutto legittima qualsiasi supposizione sul suo significato. A questo punto il nostro interrogativo è cambiato, perché venuti a conoscenza dell’inarrestabile evoluzione della mela, la domanda è: quali saranno le altre mele sul cammino della nostra storia?
Fonte: medium.com/
Articolo precedentemente pubblicato qui il 05/11/2018
Articolo precedentemente pubblicato qui il 05/11/2018










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