I pavimenti piezoelettrici non sono mai riusciti a diffondersi su larga scala, ma hanno un potenziale enorme generando energia dal passaggio delle persone o dalle sollecitazioni meccaniche.
I pavimenti piezoelettrici, in grado di generare energia dal semplice passaggio delle persone, sono una tecnologia che ha catturato l’interesse degli esperti da oltre 15 anni, anche se non è mai riuscita a diffondersi su larga scala.
Il principio alla base di questi pavimenti è l’effetto piezoelettrico che permette a determinati materiali di generare una carica elettrica quando vengono sottoposti a sollecitazioni meccaniche.
Ogni mattonella può convertire l’energia cinetica dei passi in energia elettrica pulita, con un’efficienza variabile dal 50% all’80%, a seconda del produttore ...
In teoria l’idea ha un enorme potenziale, specialmente nelle aree urbane ad alto traffico dove il passaggio di migliaia di persone potrebbe generare una quantità significativa di energia rinnovabile.
Alcuni moduli piezoelettrici sono in grado di produrre fino a 7 watt per passo, energia sufficiente per alimentare temporaneamente piccoli dispositivi come lampioni LED.
Diverse le sperimentazioni già attive
Nonostante le premesse promettenti, però, il pavimento piezoelettrico non è mai riuscito a decollare sul mercato.
Il motivo principale sono i costi elevati di produzione. Ad esempio, una singola piastrella piezoelettrica di circa 75 cm² può costare tra i 500 e i 2750 euro, rendendo impraticabile la sua installazione su larga scala, come in interi marciapiedi o strade.
Alcuni esperimenti su piccola scala sono stati condotti in diversi contesti. Durante i Giochi Olimpici di Londra, mattonelle piezoelettriche furono installate in alcune aree per dimostrare le loro capacità, mentre piste da ballo in Europa, note come Sustainable Dance Floors, hanno utilizzato la tecnologia per alimentare parte dell’illuminazione delle sale. Tuttavia il contributo energetico di queste installazioni rimane limitato e dimostrativo.
Nonostante le difficoltà, il futuro della tecnologia non è del tutto abbandonato.
Alcuni scenari prevedono la riduzione dei costi attraverso l’uso di materiali piezoelettrici meno costosi o riciclati, come quelli studiati dall’Università del Wisconsin, che ha sviluppato un rivestimento a partire da scarti di fibra di legno.
Inoltre l’utilizzo di pavimenti piezoelettrici potrebbe essere orientato verso l’industria, dove le sollecitazioni meccaniche di macchinari pesanti potrebbero generare energia più costantemente e in quantità maggiore rispetto al semplice passaggio di pedoni.
In Giappone in particolare le sperimentazioni continuano con piattaforme piezoelettriche sotto le strade e le stazioni ferroviarie per catturare l’energia prodotta dai pedoni e dai veicoli, con l’obiettivo a lungo termine di alimentare parte delle città.
Anche se non siamo ancora vicini a una diffusione su larga scala, il pavimento piezoelettrico rimane una tecnologia interessante che potrebbe tornare alla ribalta in futuro, magari con soluzioni più economiche e versatili per favorire l’utilizzo di questa utilissima risorsa rinnovabile.
Occorre ricordare che il progetto è tutto italiano, nacque in Sardegna precisamente, con il nome di Smart Energy Floor.
Il progetto è nato nel 2012 dalla tesi di laurea specialistica in ingegneria elettronica di Alessio Calcagni, ha compiuto un lungo percorso fatto di studi, prove e prototipi con altre due eccellenti menti sarde: Giorgio Leoni e Simone Mastrogiacomo, tutti laureati all’Università di Cagliari.
Altri dettagli qui: www.sintony.it, www.itenovas.com
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