In tempi più recenti il doppio Premio Nobel Linus Pauling ripeteva instancabilmente che «un’alimentazione ottimale è la medicina del futuro».
Siamo sicuri: alimenti come medicine?
di Marcello Pamio
Se fosse vivo Ippocrate non potrebbe mai e poi mai fare il medico, perché mai come oggi la medicina è stata così lontana dagli insegnamenti dietetici del grande greco.
Attualmente nel pianeta siamo circa 7 miliardi di persone, che probabilmente saliranno a 10 entro metà di questo secolo. La fame e la malnutrizione potrebbero tranquillamente essere debellate una volta per tutte se ci fosse la reale volontà politica ed economica di fare ciò. La distribuzione ottimale delle risorse alimentari disponibili nel mondo non si può fare perché il Sistema non lo vuole fare. Semplice.
Quello che vediamo e leggiamo è una presa in giro, pura propaganda ...
di Marcello Pamio
Se fosse vivo Ippocrate non potrebbe mai e poi mai fare il medico, perché mai come oggi la medicina è stata così lontana dagli insegnamenti dietetici del grande greco.
Attualmente nel pianeta siamo circa 7 miliardi di persone, che probabilmente saliranno a 10 entro metà di questo secolo. La fame e la malnutrizione potrebbero tranquillamente essere debellate una volta per tutte se ci fosse la reale volontà politica ed economica di fare ciò. La distribuzione ottimale delle risorse alimentari disponibili nel mondo non si può fare perché il Sistema non lo vuole fare. Semplice.
Quello che vediamo e leggiamo è una presa in giro, pura propaganda ...
Si chiama controllo demografico. D’altronde se per il nostro benessere consumiamo le riserve mondiali è ovvio che per mantenere l’equilibrio qualcuno deve per forza morire di fame! Chi non lo capisce è un ipocrita che non vuole vedere la triste realtà. Il Terzo Mondo viene appositamente mantenuto in queste condizioni.
Il paradosso è il raffronto tra Nord e Sud: un mondo spaccato in due.
Le persone sovrappeso nel mondo hanno superato i 2 miliardi nel 2013, cioè un terzo della popolazione globale. Nel 2010, dai 3 ai 4 milioni di persone sono morte a cause di complicanze legate all’obesità. Dall’altra parte oltre 2 miliardi di persone sono malnutrite e 36 milioni di bambini muoiono ogni anno di fame.
Questo è il cappello introduttivo per preparare il terreno e dare voce ad una gola profonda del sistema agro alimentare. Sto parlando di Christophe Brusset che, dopo aver lavorato per vent’anni nell’industria come dirigente di alto livello per aziende molto importanti, ha deciso di infrangere la legge dell’omertà e per lavarsi un po’ la coscienza ha scritto il libro: «Siete pazzi a mangiarlo».
Nero su bianco ha riportato i misfatti e i crimini che avvengono quotidianamente nelle industrie e nella GDO, Grande Distribuzione Organizzata, cioè le catene dei supermercati.
Il grosso problema è che alla fine della fiera sono i consumatori a rimetterci non solo i soldi ma soprattutto la salute…
Gli esempi sono infiniti. Nel settembre 2008 scoppia in Cina l’enorme scandalo del latte contaminato da melamina, uno dei principali costituenti della fórmica.
Una sostanza chimica molto tossica aggiunta volutamente per fortificare il latte, cioè farne aumentare la parte proteica. La frode è stata così ampia che non solo la maggior parte del latte circolante in Cina è stato contaminato, ma anche tutti i prodotti derivati: yogurt, formaggi, cioccolato, biscotti, ecc.
Nell’aprile 2011 circa 300 mila panini vengono “ingialliti” artificialmente tramite l’aggiunta di un colorante tossico che simula la presenza del mais.
Nel novembre 2011 mega retata per un traffico di maiali trattati con clembuterolo, un anabolizzante cancerogeno.
A maggio dell’anno successivo scoppia il caso degli orticoltori che trattavano i cavoli con formolo, un noto cancerogeno, usato per migliorarne la conservazione.
Questi sono solo alcuni dei numerosissimi scandali che riguardano i cinesi, ma attenzione a non pensare che tutto ciò non interessi l’Europa e l’Italia.
Sono quasi 5 i miliardi di euro in prodotti alimentari cinesi importati in Europa in un solo anno, il 2013.
Nell’aprile 2011 circa 300 mila panini vengono “ingialliti” artificialmente tramite l’aggiunta di un colorante tossico che simula la presenza del mais.
Nel novembre 2011 mega retata per un traffico di maiali trattati con clembuterolo, un anabolizzante cancerogeno.
A maggio dell’anno successivo scoppia il caso degli orticoltori che trattavano i cavoli con formolo, un noto cancerogeno, usato per migliorarne la conservazione.
Questi sono solo alcuni dei numerosissimi scandali che riguardano i cinesi, ma attenzione a non pensare che tutto ciò non interessi l’Europa e l’Italia.
Sono quasi 5 i miliardi di euro in prodotti alimentari cinesi importati in Europa in un solo anno, il 2013.
Christophe Brusset descrive nel dettaglio decine di casi inquietanti in cui il consumatore viene letteralmente truffato.
Egli infatti ha comprato navi intere cariche di semi di senape indiana, canadese o australiana per produrre tonnellate di “senape di Digione” in Germania e in Olanda. Le famose “erbe di Provenza” non vengono coltivate nella nota regione francese, ma il timo arriva dal Marocco o dall’Albania, il basilico e la maggiorana dall’Egitto e il rosmarino dalla Tunisia.
A livello industriale e legale quello che conta non sono i singoli ingredienti ma la ricetta!
Le società agro alimentari comprano nei paesi in cui si coltiva o alleva al prezzo più basso (con i rischi che non possiamo nemmeno immaginare) perché lo impone la Grande Distribuzione (GDO).
Le centrali di acquisto della GDO si contano sulle dita di una mano e lavorano in totale monopolio. Per ridurre i costi di acquisto spremono gli industriali i quali si rifanno ovviamente sui produttori, coloro che realmente lavorano. I produttori non potendo alzare il prezzo per sopravvivere e per accedere alla distribuzione calano le braghe producendo a prezzi bassissimi, spesso senza guadagno. In tutta questa filiera a rimetterci è ovviamente la qualità finale dei prodotti e in ultima istanza il consumatore e la sua salute, ma business is business.
Certamente uno dei reparti più importanti di ogni impresa alimentare è il R&S, Ricerca e Sviluppo. Reparto supersegreto in cui lavorano ingegneri del gusto, aromatieri e tecnici in laboratori supertecnologici.
Cosa c’entrano questi con un sano e buono alimento? Assolutamente nulla. Questi individui lavorano infatti per creare “aromi” e “additivi” vari proprio per ingannare il “gusto” dei consumatori.
Il punto cruciale è che alla base di tutto lavorano con alimenti scandalosamente privi di gusto, totalmente morti e quindi invendibili. E’ il maquillage chimico alimentare.
A livello industriale un prodotto alimentare è sempre una questione di tecnologia.
Attualmente sono diverse centinaia gli additivi chimici permessi dalla normativa: per il colore, il sapore, la conservazione, per addensare, per abbassare le calorie, per evitare che schiumi, perché luccichi, crocchi, ecc. Si chiama estetica alimentare.
La chimica oramai ha inventato aromi per tutti i tipi, anche i più impensabili. Esiste l’aroma di “ketchup”, di “maionese”, di “pollo arrosto”, perfino aromi di “frutta”, “formaggi”, “manzo bollito” o “arrosto”, per arrivare all’aroma di “pane” e di “burro”. Non c’è più limite alla fantasia perversa degli ingegneri del gusto: sono in grado di copiare chimicamente qualunque cosa.
Se poi la chimica usata nei processi di lavorazione finisce nel piatto, chissenefrega, mica sono tenuti a dirlo. Nulla infatti obbliga il produttore a informare il consumatore che si sta mangiando sostanze chimiche cancerogene (nitriti negli insaccati, benzopirene nei prodotti affumicati), neurotossiche (solventi organici come l’esano usato per estrarre oli e aromi) o allergizzanti come i solfiti. Il caso dei coloranti “azoici” è emblematico. Danno stabilità chimica, intensità di colore e lunga conservazione. Tutte caratteristiche lodevoli per le industrie e la GDO. In confronto ad un colorante naturale sono cinque volte più vivaci e soprattutto molto più economici. Da luglio 2010 i produttori devono indicare a tale riguardo sulla confezione «può influire negativamente sull’attività e sull’attenzione dei bambini».
Una delle regole fondamentali del marketing è che l’idea che ci si fa del prodotto è più importante del prodotto stesso e della sua qualità.
MADE IN CHINA
Il Paese della Grande Muraglia è diventato l’esportatore numero uno al mondo per svariati prodotti “alimentari”, per esempio aglio, miele e non solo. Il caso del miele è illuminante.
La Cina esporta ogni anno 300.000 tonnellate di nettare delle api, e purtroppo frodare su questo derivato è assai semplice. All’inizio hanno cominciato a tagliare il miele con l’acqua. Siccome il miele è un antibiotico naturale può contenere fino al 18% di acqua senza alterarsi troppo. Qualche produttore si è fatto prendere la mano aumentando la percentuale, così alcune partite hanno iniziato a fermentare durante il lungo trasporto. La soluzione è stata di aggiungere una bella dose di antibiotici di sintesi che stabilizzano il prodotto e sono gradevoli al palato dell’ignaro e inconsapevole consumatore.
Ma le sorprese nel paese di Mao non finiscono mai.
Giustamente nelle società dell’illusione non si mette al centro la qualità del prodotto ma la sua estetica!
Vengono a tal proposito scomodati i geni creativi che scelgono il linguaggio giusto, le illustrazioni, i colori, le dimensioni dei caratteri, ecc. il tutto per ingannare i consumatori e farli comprare.
Vengono a tal proposito scomodati i geni creativi che scelgono il linguaggio giusto, le illustrazioni, i colori, le dimensioni dei caratteri, ecc. il tutto per ingannare i consumatori e farli comprare.
Al supermercato quindi non compriamo un alimento ma quello che un pubblicitario ha creato per noi.
Nespresso non vende caffè ma un’esperienza; la Ferrari non vende auto, ma sogni; Danone non vende yogurt ma prodotti “sani” per il corpo; Apple non vende telefoni ma innovazione, ecc.
Generalizzando, negli scaffali dei supermercati non troviamo alimenti, ma prodotti tecnologici in grado di persuaderci e ingannarci.
Generalizzando, negli scaffali dei supermercati non troviamo alimenti, ma prodotti tecnologici in grado di persuaderci e ingannarci.
L’immagine che veicolano, con un bel colore verde, la scritta “Naturale al 100%”, ecc. creano l’idea che siano sani quando invece sono chimica allo stato puro.
Il Paese della Grande Muraglia è diventato l’esportatore numero uno al mondo per svariati prodotti “alimentari”, per esempio aglio, miele e non solo. Il caso del miele è illuminante.
La Cina esporta ogni anno 300.000 tonnellate di nettare delle api, e purtroppo frodare su questo derivato è assai semplice. All’inizio hanno cominciato a tagliare il miele con l’acqua. Siccome il miele è un antibiotico naturale può contenere fino al 18% di acqua senza alterarsi troppo. Qualche produttore si è fatto prendere la mano aumentando la percentuale, così alcune partite hanno iniziato a fermentare durante il lungo trasporto. La soluzione è stata di aggiungere una bella dose di antibiotici di sintesi che stabilizzano il prodotto e sono gradevoli al palato dell’ignaro e inconsapevole consumatore.
Ma le sorprese nel paese di Mao non finiscono mai.
Il miele è zucchero naturale, e per la precisione fruttosio (circa il 40%) e glucosio (30% circa).
Gli amici cinesi aggiungono con discrezione “zuccheri esogeni” come lo sciroppo di glucosio (prodotto da mais e frumento), il quale è molto economico.
Purtroppo l’eccesso di glucosio fa cristallizzare troppo il miele, per tanto i cinesi sono corsi al riparo aggiungendo fruttosio liquido derivato da cereali.
Alla fine milioni di persone stanno mangiano qualcosa che non ha nulla a che vedere col miele, ma una mistura di zuccheri artificiali (sciroppo di glucosio e fruttosio) colorati col caramello e aromatizzati.
Attenzione, come detto prima, i consumatori di questo pseudo-miele non hanno gli occhi a mandorla ma sono occidentali, Italia compresa. Vedremo a breve come si possano eludere i controlli ed entrare nel mercato europeo senza tanti problemi fiscali e soprattutto sanitari…
Purtroppo l’eccesso di glucosio fa cristallizzare troppo il miele, per tanto i cinesi sono corsi al riparo aggiungendo fruttosio liquido derivato da cereali.
Alla fine milioni di persone stanno mangiano qualcosa che non ha nulla a che vedere col miele, ma una mistura di zuccheri artificiali (sciroppo di glucosio e fruttosio) colorati col caramello e aromatizzati.
Attenzione, come detto prima, i consumatori di questo pseudo-miele non hanno gli occhi a mandorla ma sono occidentali, Italia compresa. Vedremo a breve come si possano eludere i controlli ed entrare nel mercato europeo senza tanti problemi fiscali e soprattutto sanitari…
SIMSALABIM: LA DOGANA NON C'E' PIU'
La regola dell’inganno è questa: più frontiere si passano, più ci sono soggetti coinvolti e documenti diversi in varie lingue più è difficile per le dogane o i servizi sanitari seguire tutto e capire bene cosa succede.
Diversi paesi a livello di controlli sono molto più lassisti di altri. Di solito per fare entrare in Europa e sdoganare dei container di prodotti si usano “porti” come Olanda, Belgio e Lussemburgo.
Vengono importate in Europa grandissime quantità di prodotti diversi che devono pagare dazi doganali al loro ingresso.
L’esempio delle nocciole e dello zafferano può far capire il meccanismo usato sempre più spesso.
La Turchia è il primo produttore mondiale di nocciole, che finiscono nelle creme spalmabili, nel cioccolato, ecc. Le nocciole turche sono ampiamente sovvenzionate dallo stato e vengono irrorate senza pudore da grandi quantità di pesticidi vietati in Europa.
Per evitare di far pagare le tasse doganali e per sfuggire ai controlli sanitari le nocciole turche vengono spedite per nave in Dubai (dove le nocciole non pagano dazi) e poi subito spedite in Europa. Sono le stesse nocciole, salvo che non sono più turche ma sono diventate greche. Il tutto con documenti di accompagnamento ufficiali e quindi esonerate dai dazi doganali e senza l’obbligo dei certificati sanitari.
Ecco il meccanismo diabolico che fa entrare nel mercato italiano milioni di prodotti pregni di pesticidi cancerogeni e magari venduti come «prodotto italiano»…
L’Iran è il produttore numero uno di zafferano. La Spagna compra lo zafferano dall’ex Persia e lo esporta negli USA. Così gli americani bypassano l’embargo comprando zafferano iraniano sotto bandiera spagnola.
La regola dell’inganno è questa: più frontiere si passano, più ci sono soggetti coinvolti e documenti diversi in varie lingue più è difficile per le dogane o i servizi sanitari seguire tutto e capire bene cosa succede.
Diversi paesi a livello di controlli sono molto più lassisti di altri. Di solito per fare entrare in Europa e sdoganare dei container di prodotti si usano “porti” come Olanda, Belgio e Lussemburgo.
Vengono importate in Europa grandissime quantità di prodotti diversi che devono pagare dazi doganali al loro ingresso.
L’esempio delle nocciole e dello zafferano può far capire il meccanismo usato sempre più spesso.
La Turchia è il primo produttore mondiale di nocciole, che finiscono nelle creme spalmabili, nel cioccolato, ecc. Le nocciole turche sono ampiamente sovvenzionate dallo stato e vengono irrorate senza pudore da grandi quantità di pesticidi vietati in Europa.
Per evitare di far pagare le tasse doganali e per sfuggire ai controlli sanitari le nocciole turche vengono spedite per nave in Dubai (dove le nocciole non pagano dazi) e poi subito spedite in Europa. Sono le stesse nocciole, salvo che non sono più turche ma sono diventate greche. Il tutto con documenti di accompagnamento ufficiali e quindi esonerate dai dazi doganali e senza l’obbligo dei certificati sanitari.
Ecco il meccanismo diabolico che fa entrare nel mercato italiano milioni di prodotti pregni di pesticidi cancerogeni e magari venduti come «prodotto italiano»…
L’Iran è il produttore numero uno di zafferano. La Spagna compra lo zafferano dall’ex Persia e lo esporta negli USA. Così gli americani bypassano l’embargo comprando zafferano iraniano sotto bandiera spagnola.
PESTICIDI COME SE PIOVESSE
Il tè venduto nel mondo è quasi tutto pregno di pesticidi. Solo dalla Cina escono migliaia di tonnellate di foglie tossiche che circolano ovunque.
Se venissero fatte sistematicamente le ricerche e le analisi complete di pesticidi su verdura, frutta, ecc. che arrivano dai maggiori paesi produttori i risultati sarebbero inquietanti. Almeno il cento per cento dei prodotti contiene insetticidi, fungicidi, erbicidi, ecc., e non solo un tipo, ma almeno tre o quattro tipi diversi.
Il tè venduto nel mondo è quasi tutto pregno di pesticidi. Solo dalla Cina escono migliaia di tonnellate di foglie tossiche che circolano ovunque.
Se venissero fatte sistematicamente le ricerche e le analisi complete di pesticidi su verdura, frutta, ecc. che arrivano dai maggiori paesi produttori i risultati sarebbero inquietanti. Almeno il cento per cento dei prodotti contiene insetticidi, fungicidi, erbicidi, ecc., e non solo un tipo, ma almeno tre o quattro tipi diversi.
Ma sappiamo che questi controlli non vengono fatti …
I lavoratori sfruttati nei paesi in cui la chimica fa da padrone sono i nuovi schiavi.
Un lavoratore non qualificato nei paesi del Maghreb (Tunisia, Algeria, Marocco) prende 4 euro all’ora, nei paesi dell’Europa centrale e orientale circa 8 euro all’ora, in Cina e Vietnam 2 euro. Mentre in Francia sono 20 euro al giorno.
Ecco spiegato il motivo per cui le industrie delocalizzano in questi paesi: sfruttano la manodopera a prezzi stracciati, l’iniquità fiscale ma soprattutto l’assenza di controlli e di leggi sanitarie.
I lavoratori sfruttati nei paesi in cui la chimica fa da padrone sono i nuovi schiavi.
Un lavoratore non qualificato nei paesi del Maghreb (Tunisia, Algeria, Marocco) prende 4 euro all’ora, nei paesi dell’Europa centrale e orientale circa 8 euro all’ora, in Cina e Vietnam 2 euro. Mentre in Francia sono 20 euro al giorno.
Ecco spiegato il motivo per cui le industrie delocalizzano in questi paesi: sfruttano la manodopera a prezzi stracciati, l’iniquità fiscale ma soprattutto l’assenza di controlli e di leggi sanitarie.
Venghino signori, venghino….
Siamo abituati a pensare che il vasetto di marmellata di fragola che troviamo sullo scaffale sia composto appunto da marmellata. Ma è proprio così?
La nonna faceva bollire fragole con zucchero per poi versare il tutto dentro dei vasetti di vetro precedentemente bolliti.
L’industria ha evoluto questo processo a tal punto che non servono più le fragole…
Ecco la ricetta: sciroppo di fruttosio e glucosio (zuccheri normalmente presenti nelle fragole e quindi indispensabili per ingannare le analisi), acqua, succo concentrato di frutti di bosco per dare il colore, acheni di fragola (i semini delle fragole) come marcatore visivo per conferire autenticità, pectina e ovviamente aroma di fragola. Ecco a voi una marmellata di fragola senza fragole che al palato, spalmata magari su una fetta di pane caldo, ricorda perfettamente il dolcissimo e rosso frutto primaverile.
La differenza è sostanziale, perché mentre la marmellata della nonna era buona e faceva bene, la marmellata dell’industria mi predisporrà al diabete e alle altre malattie dismetaboliche. Il motivo è semplicissimo e ben risaputo: il fruttosio usato industrialmente (che non ha nulla da spartire col fruttosio naturalmente contenuto nella frutta e nel vero miele) favorisce la produzione di un ormone che stimola l’appetito. Quindi più ingurgitiamo fruttosio e più mangeremo. Non solo, ma come ha dettagliatamente spiegato uno studio pubblicato dalla Mayo Foundation for Medical Education and Research: «il fruttosio è il principale motore del diabete».
MEA CULPA
In conclusione va sottolineata una cosa importante. Alle industrie e alle catene di distribuzione interessano solo una cosa: i soldi! Non importa la qualità dei prodotti, la salute e il benessere dei consumatori, ma solo i soldi.
Questa realtà oggettiva ci mette davanti allo specchio. La responsabilità dell’attuale situazione è nostra, perché siamo noi che continuiamo a pagare, finanziare e sostenere l’industrializzazione mortifera della vita, che sta portando alla rovina non solo la salute pubblica ma anche quella animale e dell’intero pianeta. Se compriamo cibi morti, raffinati, pastorizzati, pregni di chimica, ecc. le industrie ce li faranno trovare gentilmente sugli scaffali. E’ una legge commerciale spietata ma precisa.
Il punto è che se cambiamo noi, cambiano per forza anche loro. Se prediligiamo prodotti biologici e biodinamici diamo un segnale politico, economico ed industriale forte e preciso.
Idem se compriamo cibo locale evitando il più possibile “roba” che arriva da un altro continente di cui non conosciamo nulla e non sapremo mai nulla.
Purtroppo anche nel mondo del biologico il meccanismo distributivo è molto similare.
Il monopolio della distribuzione è al lavoro anche in questo mondo, con gli stessi risvolti negativi della GDO: sempre più alimenti infatti (semi, legumi, cereali, ecc.) vengono acquistati dai paesi che abbiamo appena visto, il tutto per abbattere il prezzo (di acquisto e non certo quello per il consumatore).
Così facendo però stiamo portando al patibolo e a morte certa moltissime attività agricole locali e nazionali. Perché si deve comprare il riso bio dalla Cina quando si può coltivare qua? Quali sono le garanzie per i consumatori che il riso o i fagioli bio (cinesi, vietnamiti, ecc.) sono coltivati in modo ottimale? Un’azienda locale è possibile visitarla per vedere l’ambiente interno e come lavora, una cinese nello Xinjang (tra Mongolia e Kazakistan, sede della produzione mondiale del pomodoro e del concentrato) diventa impossibile.
Per fortuna i GAS, Gruppi di Acquisto Solidali sono in crescita esponenziale e rappresentano una alternativa validissima e sicura a tutto quello che abbiamo visto.
A noi la scelta: continuare a mangiare schifezze inenarrabili - però molto economiche - che predisporranno il terreno organico verso qualsiasi malattia moderna, oppure decidere di cambiare rotta dando i nostri soldi a coloro che lavorano bene e che rispettano sia l’uomo che la Terra.
Ricordando sempre che la Vita è ciclica: quello che apparentemente pensiamo di risparmiare pagando poco gli alimenti prima o poi lo pagheremo sotto forma di malattie, esami, tempo per visite dal medico o in ospedale, ecc.
Tratto dal libro "Siete pazzi a mangiarlo" di Christophe Brusset
Quello dell'alimentazione è un argomento molto in voga negli ultimi anni, com'è giusto per carità, anche perche' è bene sapere che la stragrande maggioranza di ciò che viene distribuito e venduto nei supermercati è adulterato e non ha praticamente principi nutritivi, tuttavia nutro i miei dubbi e le mie perplessità su tipi di alimentazione che negli ultimi anni vengono proposti da personaggi che non mi convincono.
RispondiEliminaMi spiego meglio: mesi fa ho assistito ad un paio di conferenze tenute da due diverse persone amiche tra loro, che illustravano e sono conosciute negli ambienti esoterici come prevalentemente fruttariane o frugivore che dir si voglia. Ebbene, questi due si sperticavano in lodi per un'alimentazione frugivora appunto, si dilungavano su come bisogna stare attenti nell'acquisto dell'acqua da bere, uno di loro ha illustrato come lui ionizzi e renda l'acqua (presa da fonti sacre inglesi e italiane, vabeh) non ricordo come attraverso un procedimento di 21 giorni di scarica di un micro fulmine che crea lui con spirali di argento e altri dettagli accurati. Insomma mi ha fatto venire il mal di testa. Inoltre entrambi si vantano di non uscire a mangiare pizza o altro cibo non idoneo dopo le ore 20 per non sconvolgere i cicli circadiani...osservandoli due cose saltano subito agli occhi: sono magri da far paura e hanno gli occhi più spenti che vivi, cose queste che onestamente mi hanno fatto molto riflettere, cosi' come il loro continuo "bacchettare" chi mangia formaggio e beve caffè, per fare giusto un paio di esempi. L'altro dei due diceva che l'olio di oliva prodotto anche coi noccioli interni è da evitare, e faceva vedere su uno schermo alle sue spalle il denocciolatore con cui estraeva dalle olive i noccioli prima di farsi rigorosamente da solo l'olio.
Ecco io credo che oltre un certo punto la mania per la depurazione del corpo rasenti il disagio se non la malattia mentale, e mi domando ma se a questi due e chi li segue viene un raffreddore non cadono stecchiti, tanto è il loro sistema immunitario ormai incapace di sconfiggere il più piccolo microbo?
Ora, non sto dicendo che digiuni o semi digiuni periodici facciano male, anzi. Io ad esempio non mangio carne da anni e avendo un'intolleranza grave al lattosio non consumo latticini, cerco di mangiare sano e guardo le etichette di ciò che acquisto, ma mi rifiuto di andare oltre perche' per me fissarsi su un tipo di alimentazione a vita porta gravi carenze sul lungo periodo. Ha senso ad esempio essere vegani e poi preoccuparsi di prendere integratori di vitamine e aminoacidi? Capisco perfettamente la questione etica, ma dico sempre che un vegano morto non serve alla loro causa, una persona di buon senso assai di più.
E poi mi risulta che nell'ambito di talune discipline spirituali non sempre serve essere vegani, ma serve sicuramente comprendere il sacrificio dell'animale per nutrire chi poi lo mangia.
Quoto anche io.
EliminaFondamentale il tuo ultimo passaggio
Ho dimenticato una paio di cose: se è vero che l'essere umano era frugivoro in principio, è altrettanto vero che ora l'organismo umano è molto cambiato nei secoli per via di tutta una serie di adattamenti a cui ha dovuto adeguarsi per non estinguersi, per cui ciò che valeva prima ora vale di meno. In più questi personaggi propongono come tassativo il consumo di frutta bio, che sappiamo tutti quanto costa. E chi non ha un lavoro o riesce a malapena ad arrivare alla fine del mese come fa a potersi permettere frutta bio? E chi non ha un orto? I due personaggi sono molto benestanti, per loro è chiaro non essere un problema, ma trovo questo modo di fare e pensare presuntuoso a dir poco.
RispondiEliminaCome non quotarti!E aggiungo che i due che citi,con i "microfulmini" ci si pagano da vivere ...
RispondiEliminaMarcello Pamio: https://www.youtube.com/watch?v=AAhteee91jo&list=PLHSG_85gHEWYi7VgrsWpYq2wyCbulACkM&index=3.
RispondiEliminaE' che odiate i Vegani...Noi gli integratori NON li prendiamo e non prendiamo robe di sintesi. Beviamo l'acqua del rubinetto che non è stagnante nelle bottiglie di plastica. Non crediamo nei prodotti bio visto con chi abbiamo a che fare tutti i giorni. Mo.Vi.Mento, ma non attacca più. Perché non provvederte direttamente a scannarvi la bistecca o la salsiccia, senza boia intermediari? L'umano andava a caccia una volta, sempre con armi aggiunte, mai a mani nude, perché è un bruto vigliacco. E bevete il latte di un'altra bestia dopo che Natura, che sarà pure una senza coscienza, crudele e matrigna, indifferente, ma ha miliardi d'anni d'esperienza ed è una grande Chimica, non metalmeccanica, svezza i nati umani a 6 mesi max 12..., semplicemente mandando via il latte alla Madre. Volete saperne più di Lei? Al massimo a 100 anni o giù di li spariamo dalla faccia della Terra e chi si è visto si è visto. Ricordiamoci...che nessuno è eterno, neanche la regina d'inghilterra malgrado i suoi ascendenti "rettiliani"...dicono...E' morto pure rockfeller...
RispondiEliminaTu non leggi i commenti altrui vero? Ami fare soliloqui per te stessa, perfetto.
EliminaI vegani per quanto mi riguarda si dividono in persone gentili e che fa piacere frequentare poiché non sentono l'impellente bisogno di fare proseliti e rompere le balle al mondo sentendosi superiori, e quelli da evitare come la peste perché sembrano una setta di pazzi fanatici che si sono giocati i neuroni e si identificano col loro essere vegani, cosa che io trovo imperdonabile.
Non mangio carne ma sono FIERO di non essere vegano se gli esempi sono questi.
Catherine puoi inserire il tasto "BASITO" sulla tastiera così faccio prima ...
RispondiEliminaBASITO BASITO BASITO BASITO
Non ho questo potere!
EliminaMa forse volevi dire "besito"? .. Smuack! :*
Essendo invitto a parlare a conferenze igieniste ho una certa conoscenza dei vegani.
EliminaIo sono vegetariano, i vegani li trovo insopportabili, con le dovute eccezioni, spesso sono ideologici con i paraocchi. Questo porta a stress e malanni nonostante l'alimentazione sana, i dati sul campo lo confermano.
Gianni