venerdì 10 maggio 2019

L'Ombra

 L’intera creazione esiste in te, e tutto quello che è in te esiste anche nella creazione.
Non esistono confini fra te e un oggetto che è accanto a te, proprio come non esiste distanza fra te e oggetti molto lontani. Tutte le cose, le più piccole come le più grandi, sono presenti in te e uguali a te. Un unico atomo contiene tutti gli elementi della terra.
Un solo movimento dello spirito comprende tutte le leggi della vita. In un’unica goccia d’acqua si cela il segreto dell’oceano infinito. Un’unica tua manifestazione rivela tutte le manifestazioni della vita.
- Kahlil Gibran -


L’uomo dice ” Io ” e con questo termine intende un’infinità di diverse identificazioni:
”Io sono un essere di sesso maschile, di nazionalità tedesca, padre di famiglia, insegnante. Sono attivo, dinamico, tollerante, bravo, amante degli animali, amate della pace, bevo il tè, ho per hobby la cucina, ecc.“. Queste identificazioni sono state a un certo momento precedute da scelte: una possibilità è stata preferita ad un’altra, un polo è stato integrato nell’identificazione mentre l’altro è stato escluso.
Così l’identificazione: ” Io sono attivo e bravo ” esclude automaticamente:
”Io sono passivo e pigro“.

Da un’identificazione deriva per lo più molto rapidamente anche una valutazione: ” Bisogna essere attivi e bravi – non è bene essere passivi e pigri “. Indipendentemente dal fatto che una simile valutazione possa essere sostenuta da argomentazioni e teorie, si tratta in ogni caso di un punto di vista soggettivamente convincente ...




Oggettivamente questa è semplicemente una possibilità di vedere le cose – non certo l’unica. 
Che cosa penseremmo infatti di una rosa rossa che proclamasse: ” È giusto e bello avere dei fiori rossi, e invece è sbagliato e pericoloso averli azzurri “. Il rifiuto di una qualunque manifestazione è sempre, segno di carente identificazione (e in effetti la violetta non rifiuta certo i fiori azzurri!).

Ogni identificazione che si basa su una decisione esclude un polo.
Però tutto ciò che noi non vogliamo essere, che non vogliamo ritrovare in noi, che non vogliamo vivere, che non vogliamo che entri a far parte della nostra identificazione, costituisce il nostro lato d’ombra.


Infatti il rifiuto della metà di tutte le possibilità non fa certamente si che queste spariscano, ma le bandisce semplicemente dall’identificazione dell’Io o dalla coscienza superiore.

Il "no" ha eliminato dalla nostra visuale un polo, ma non lo ha fatto sparire.
Il polo rifiutato continua infatti a vivere ininterrottamente nell’ombra della nostra coscienza.


Come i bambini piccoli credono che chiudendo gli occhi si diventi invisibili, allo stesso modo gli uomini credono di potersi liberare di una metà della realtà rifiutando di accettarla dentro di sé. Così si permette a un polo (per esempio la virtù) di entrare nella luce della nostra coscienza, mentre il polo opposto (pigrizia) deve restare nell’ombra, in modo da non vederlo. Il non vedere porta rapidamente a concludere di non avere quella determinata caratteristica e si crede che un polo possa esistere senza l’altro.

Noi definiamo ombra (concetto coniato da C.G. Jung) la somma di tutte le realtà rifiutate, quelle che l’uomo non vede, o non vuol vedere, e che per lui sono quindi inconsce.

L’ombra è il pericolo maggiore dell’uomo, perché essa è in lui senza che lui lo sappia. L’ombra fa si che tutte le intenzioni e gli sforzi dell’uomo si trasformino alla fine nel loro opposto. Tutte le manifestazioni che derivano dall’ombra vengono dall’uomo proiettate su un anonimo ” male ” che esisterebbe nel mondo, in quanto ha paura di trovare in se stesso la vera fonte di ogni aspetto negativo. Tutto ciò che l’uomo non vuole e non desidera, deriva dalla sua propria ombra, che è la somma di ciò che egli non vuole avere. Però il rifiuto di confrontarsi con una parte della realtà e di viverla non porta affatto allo sperato successo. Al contrario, le realtà rifiutate costringono l’uomo ad occuparsi di loro in maniera particolarmente intensa. Questo avviene per lo più attraverso il giro vizioso della proiezione, perché se si è rifiutato e represso in sé un determinato principio, fa sempre paura incontrarlo di nuovo nel cosiddetto mondo esteriore.

Per poter seguire questi rapporti, può essere importante ricordare ancora una volta che col termine ”principi” noi intendiamo piani di esistenza archetipi che possono manifestarsi in una gigantesca varietà di forme concrete. Ogni manifestazione concreta è quindi un rappresentante formale di quel determinato principio. Per esempio: la moltiplicazione è un principio. Questo principio astratto può presentarsi a noi nelle più diverse manifestazioni (tre per quattro, otto per sette, 49 per 348, ecc.).

Queste espressioni esteriori sono però tutte rappresentanti dell’unico principio della ” moltiplicazione “. Inoltre dobbiamo avere ben chiaro il fatto che il mondo esteriore è costruito coi medesimi principi archetipi di quello interiore. La legge di risonanza afferma che noi possiamo venire in contatto soltanto con ciò che suscita in noi una risonanza. Questa verità, che ho esposto nel mio precedente libro ” Il destino come scelta “, porta all’identità di mondo esteriore e mondo interiore.


Nella filosofia ermetica questa uguaglianza di mondo esteriore e mondo interiore viene rappresentata coi termini di uomo e cosmo: microcosmo = macrocosmo.

(Nella seconda parte di questo libro tratteremo ancora una volta questo aspetto nel capitolo dedicato agli organi dei sensi, da un altro punto di vista).

Proiezione significa quindi che noi con una metà dei principi creiamo il fuori in quanto non vogliamo accettarli come dentro. Già all’inizio abbiamo detto che l’Io è responsabile della delimitazione della somma di tutto ciò che esiste. L’Io crea un Tu, che viene vissuto come fuori. Se però l’ombra è costituita da tutti quei principi che l’Io non ha voluto integrare, in ultima analisi ombra e fuori sono la stessa cosa.
Noi sperimentiamo la nostra ombra sempre come fuori – e del resto se fosse dentro di noi o presso di noi non sarebbe più ombra, I principi rifiutati, che apparentemente ci pervengono dall’esterno li combattiamo ora appassionatamente nel mondo esterno a noi proprio come li avevamo combattuti dentro di noi.

Continuiamo cioè nel tentativo di eliminare definitivamente i campi da noi valutati negativi. Dato però che ciò è impossibile in base alla legge di polarità, questo tentativo disperato si trasforma in una occupazione a tempo pieno, che ci garantisce un continuo intenso lavoro con la parte rifiutata della realtà.
Ritroviamo qui una legge ironica cui nessuno può sottrarsi:

L’uomo si dedica soprattutto a ciò che non vuole. Nel far questo si avvicina tanto al principio rifiutato che finisce per viverlo!

Il lettore non dovrebbe dimenticare queste parole: il rifiuto di un qualunque principio fa con certezza in modo che la persona viva direttamente questo principio. In base a questa legge i figli col tempo assumono i comportamenti che odiavano nei genitori, i pacifisti diventano militanti, i moralisti licenziosi, gli apostoli della salute si ammalano gravemente.
Non si dovrebbe trascurare il fatto che anche rifiuto e lotta significano in ultima analisi dedizione e attività. I campi veramente interessanti e importanti per una persona sono proprio quelli che evita e combatte, proprio perché mancano nella sua coscienza e gli danno un senso di malessere. Una persona è disturbata soltanto da quei principi esterni a lui che non è in grado di integrare dentro di sé.

A questo punto dovrebbe risultare chiaro che in realtà non esiste un mondo circostante che ci forma, ci influenza o ci fa ammalare – il mondo circostante si comporta come uno specchio nel quale noi vediamo sempre e soltanto noi stessi, per l’esattezza anche e soprattutto la nostra ombra, per la quale in genere siamo ciechi.


Come guardando il nostro corpo fisico riusciamo a vederne soltanto una piccola parte, e non siamo affatto capaci di vederne vari aspetti (colore degli occhi, viso, spalle, ecc.) se non con l’aiuto di un riflesso nello specchio, allo stesso modo per quello che riguarda la nostra psiche siamo parzialmente ciechi e possiamo riconoscere la parte a noi invisibile (ombra) solo tramite la proiezione e il riflesso del cosiddetto mondo esterno o mondo circostante.

La conoscenza ha bisogno della polarità. Specchiarsi serve però soltanto a chi si riconosce nello specchio, altrimenti è un’illusione. Chi vede nello specchio i propri occhi azzurri, ma non sa che si tratta dei propri occhi, si illude e non acquista conoscenza. Chi vive in questo mondo ma non si rende conto che tutto ciò che percepisce e vive è lui stesso, rimane nell’illusione e nell’inganno. È vero che l’illusione risulta incredibilmente vera e reale (…certuni parlano addirittura di fatti dimostrabili) però non si dovrebbe mai dimenticare questo: anche un sogno risulta perfettamente reale fintanto che ci troviamo in esso.

Bisogna svegliarsi per rendersi conto che il sogno è un sogno. Questo vale anche per il grande sogno della nostra esistenza. Bisogna prima svegliarsi per poterci render conto dell’illusione. La nostra ombra ci infonde paura. Questo non deve meravigliare, in quanto essa consiste esclusivamente di tutte quelle parti di realtà che abbiamo allontanato il più possibile da noi. L’ombra è la somma di tutto ciò che noi crediamo fermamente che dovrebbe essere eliminato dal mondo affinché il mondo possa essere bello e sano. 
Ma le cose stanno esattamente all’opposto:

L’ombra contiene tutto ciò che il mondo – il nostro mondo – ha bisogno di avere per sanarsi. L’ombra ci rende malati in quanto ci manca la sua presenza per poter essere interamente sani.

Il racconto del Graal tratta proprio questo problema. Il re Amfortas, ferito dalla lancia del mago Klingsor, o in altre versioni da un avversario pagano o addirittura da un nemico invisibile, è ammalato. Tutte queste figure sono evidentemente chiari simboli dell’ombra di Amfortas, dell’avversario invisibile. La sua ombra lo ferisce e con le sue forze egli non può sanarsi in quanto non osa interrogarsi sulla vera causa della propria ferita. La domanda necessaria da porsi sarebbe però quella circa la natura del male.

Dato che non vuole esporsi a questo conflitto, la sua ferita non può cicatrizzarsi e il re aspetta un redentore che abbia il coraggio di porre la domanda risanatrice. Parzifal è all’altezza di questo compito, perché – come dice il suo nome – egli attraversa la polarità di bene e male e si conquista quindi il diritto di porre la domanda redentrice: “ Di che cosa hai bisogno, zio? “.
La risposta è sempre la stessa, sia che venga da Amfortas che da qualunque altro malato: ” La tua ombra! “.

Soltanto la domanda relativa al male, al lato scuro dell’uomo, ha effetti risanatori nella nostra storia. Parsifal nel suo cammino si è confrontato coraggiosamente con la propria ombra ed è disceso nelle buie profondità della propria anima – fino a maledire Dio. Chi non rinnega questo cammino attraverso le tenebre, diventerà infine un autentico latore di salvezza, un redentore. Tutti gli eroi mitici hanno dovuto confrontarsi appunto per questo con mostri, draghi e demoni e addirittura con l’inferno, se volevano diventare forti e capaci di dare salvezza.

L’ombra rende malati – l’incontro con l’ombra rende sani! Questa è la chiave per comprendere malattia e guarigione. Un sintomo è sempre una parte di ombra precipitato nella materia. Nel sintomo si manifesta ciò che manca all’uomo. Nel sintomo l’uomo vive ciò che non voleva vivere nella coscienza. Il sintomo rende l’uomo nuovamente integro attraverso il giro vizioso che passa attraverso il corpo fisico.

È il principio di complementarità che fa si che la globalità in ultima analisi non vada perduta. Se una persona rifiuta di vivere un principio nella propria coscienza, questo principio precipita nel corpo e si manifesta come sintomo. Questo induce la persona a vivere e a realizzare il principio rifiutato. In questo modo il sintomo guarisce la persona - è il sostituto fisico di ciò che manca all’anima.

Ora potremo capire meglio le vecchie domande e risposte: ” Che cosa c’è che non va? Cosa gli manca? “, e ” Io ho un sintomo “. Il sintomo mostra infatti quello che manca al paziente, perché lo stesso sintomo è il principio mancante divenuto materia e reso si visibile nel corpo. Non fa meraviglia quindi che noi abbiamo così poca simpatia per i nostri sintomi: essi ci costringono a realizzare quei principi che non volevamo vivere. E così continuiamo la nostra battaglia contro i sintomi – senza utilizzare la possibilità che ci era stata offerta di utilizzare i sintomi per guarire. Proprio nel sintomo possiamo imparare a conoscerci, possiamo vedere quei lati della nostra anima che non riusciremmo mai a scoprire in noi, in quanto si trovano nell’ombra. Il nostro corpo è lo specchio della nostra anima – esso ci mostra anche ciò che l’anima non riesce a capire senza sottoporsi a un confronto. A che serve lo specchio migliore del mondo se noi non riferiamo a noi stessi quello che abbiamo visto? Questo libro si propone di aiutare ad esercitare lo sguardo e a renderlo capace di scoprire noi stessi nel sintomo.


L’ombra rende l’uomo disonesto

L’uomo crede sempre di essere soltanto ciò con cui si identifica, o di essere solo così come si vede. Questo modo personale di valutare, secondo noi è disonesto. Naturalmente parliamo sempre di disonestà verso se stessi (e non menzogne o inganni nei confronti di altre persone). Tutti gli inganni di questo mondo sono nulla se confrontati con quelli che l’uomo nel corso della vita fa a se stesso. Onestà nei confronti di se stesso è uno dei compiti più difficili che si possano porre. Per questo da sempre a tutti coloro che cercano la verità viene posto come primo e più difficile compito la conoscenza di se stessi. Conoscere se stessi significa trovare il proprio Sé, non l’Io, perché il Sé comprende tutto, mentre l’Io con le sue limitazioni impedisce costantemente la conoscenza del Sé, che è globalità.

Tuttavia per colui che va cercando una maggiore onestà nei confronti di sé stesso, la malattia può divenire un aiuto grandioso. Perché la malattia rende onesti! Nel sintomo patologico noi viviamo chiaramente e visibilmente ciò che nella nostra psiche vogliamo eliminare e reprimere.
La maggior parte delle persone ha difficoltà a parlare liberamente e apertamente dei propri più profondi problemi (ammesso che li conosca…) – tuttavia i propri sintomi li racconta dettagliatamente a tutti. Questo è un modo quanto mai preciso ed esatto di parlare di sé. La malattia rende onesti e svela senza pietà le pieghe più nascoste dell’anima.

Questa (non voluta) onestà è anche la base della simpatia e dell’affetto che si provano nei confronti di chi è ammalato. L’onestà rende l’ammalato simpatico - perché nella malattia l’uomo diventa autentico.
La malattia compensa tutte le unilateralità e riporta al centro. Spariscono gli egoismi e le pretese di potere, molte illusioni vengono di colpo distrutte e il destino viene improvvisamente messo in discussione. L’onestà ha una sua bellezza, e qualcosa di essa si rivela nell’ammalato.

Riassumendo: 

l’uomo come microcosmo è un’immagine dell’universo e contiene la somma di tutti i principi di esistenza latenti nella propria coscienza. Il cammino dell’uomo attraverso la polarità richiede che egli realizzi concretamente i principi latenti in lui, in modo da prenderne gradualmente coscienza. 
La conoscenza però ha bisogno della polarità e questa costringe di nuovo l’uomo a prendere continuamente delle decisioni. Ogni decisione spezza la polarità in un polo che viene accettato e in un polo che viene rifiutato. 
Il polo accettato viene trasformato in comportamento e quindi integrato a livello cosciente. 
Il polo rifiutato finisce nell’ombra e continua a richiedere tutta la nostra attenzione, in quanto sembra ritornare a noi venendo dall’esterno. 

Una forma specifica e frequente di questa legge generale è la malattia. In essa una parte di ombra precipita nella corporeità e si somatizza come sintomo. Il sintomo ci costringe a realizzare attraverso il corpo il principio non accettato volontariamente e riporta quindi l’uomo in equilibrio. Il sintomo è la condensazione somatica di ciò che manca alla coscienza.
Il sintomo rende l’uomo onesto perché rende visibili contenuti repressi.

Tratto da: Malattia e Destino
di T. Dethlefsen e R. Dahlke

Fonte: www.visionealchemica.com

50 commenti:

  1. Grazie a Catherine di questo bellissimo articolo.

    Vorrei augurare a tutti un buon weekend e vorrei regalarvi questo pensiero.

    C'è stato un periodo in cui Malanga ha detto cose sensate.
    Dopo la cecità ritornò e disse che AVEVA SBAGLIATO.
    Aveva passato la vita a cacciare l'alieno/demone mentre non aveva curato SE STESSO!
    Si era accorto che le addizioni avvenivano perché la nostra coscienza e quella dell'alieno/demone si mettevano daccordo per FARE QUELLA BRUTTA ESPERIENZA CHE SAREBBE SERVITA PER EVOLVERE AD ENTRAMBI! Perchè come sappiamo é dalle crisi più nere che impariamo e cresciamo.
    Ma se noi avessimo fatto prima un lavoro su sé stessi ,serio,magari con tecniche meditative L'EVENTO NON SAREBBE AVVENUTO.
    Praticamente ha detto ciò che dicono le dottrine esoteriche!
    L'unico demone o entità da sconfiggere e di cui temere é la nostra OMBRA fatta di pulsioni negative odio,ira,gelosia,egoismo, prepotenza, superbia...

    La vita é bella e se noi ci concentriamo su noi stessi e sulla bellezza che c'é (Dostoijevsky) troveremo la pace e nessun demone proiettato da dentro potra scalfirci!!!!

    Buon fine settimana

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  2. Non c'è proprio nulla da combattere e sconfiggere, solo da comprendere.
    Molliamo queste disinformazioni sdoganate dalle religioni e dalla New Age, che vuole far sentire l'essere umano in colpa perché non riesce a raggiungere la perfezione.
    L'Ombra, l'antico Daimon greco va reso un alleato sapendolo controllare, sconfiggerlo è pura utopia ed è la prima causa di fallimento delle dottrine religiose ed esoteriche New Age appunto.
    L'Ombra è evolutiva, e il lavoro su se stessi non può essere MAI fatto prima che un evento scomodo accada, perché è proprio quell'evento scomodo ad aver fatto da catalizzatore al fine di causare risveglio ed evoluzione.
    Altrimenti cosa stiamo a fare qui? Ci incarniamo e poi viviamo tutti come tante belle statuine che sono morte dentro?

    Gli stregoni usano l'Ombra per compiere atti di magia nera, e nessuno può permettersi di dire che stiano facendo il male, visto che sono perfettamente all'interno delle leggi cosmiche, le quali prevedono che male e bene siano solo le due facce illusorie della stessa moneta.
    Il Magus usa anche lui l'Ombra, ma per andare verso la polarità positiva.
    Questione di scelte.

    Si torna integri quando si impara ad accettare se stessi con la propria Ombra uscendo da ogni possibile condizionamento mentale, sociale, religioso, culturale.
    Dove sta scritto che dobbiamo essere tutti buoni bravi belli come angioletti?
    L'importante è sempre solo assumersi le responsabilità delle proprie azioni.
    Integrità è la parola chiave, integrare cioè il proprio daimon in noi stessi, non la menomazione (che porta sempre a frustrazioni, disagio mentale eccetera).
    Per riconoscere la Bellezza devi saper riconoscere la bruttezza, è la "condanna" evolutiva degli umani.

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  3. Su questo non sono d' accordo o almeno non lo sono sulle tue conclusioni..anche perché ti contraddici...non siamo qui per fare le belle statuine quindi nemmeno per accettare come siamo ..dobbiamo no accettare ma prendere atto e quindi provare ad evolvere!In questa dimensione il mele e il bene non sono affatto la stessa cosa,servono entrambi per stimolare la nostra evoluzione ATTIVA!Io credo che la nostra ombra sia solo il lavoro che ci siamo portati da fare e non ha a che vedere con il fenomeno del parassitismo che anzi della nostra ombra si nutre...credo che non abbiamo nemmeno una sola ombra e per ognuna il suo parassita,quindi non credo possiamo riuscire in una vita ad illuminare tutte le nostre ombre(di grandezze diverse ovviamente ma quasi infinite)quindi non ci libereremo dei nostri parassiti ma potremo solo conviverci mentre cerchiamo di dare più luce possibile alle nostre ombre..e credo anche che sia possibile riuscire a trovare lunghi sprazzi di felicita' in questa situazione non certo simpatica ma probabilmente necessaria...magari un giorno capiro' per cosa...ma ho forti dubbi...🤣🤣🤣

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  4. Ho il forte sospetto che anche la famosa sincronicita' non sia altro che un meccanismo messo in moto da queste entita'...nell apparente bene e nell apparente male....

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  5. Poi per carità... può anche essere che queste entità siano create dai nostri pensieri ma questo non cambia il nocciolo della questione...

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  6. Non ci è dato sapere se entrano qui in gioco presunte "entità" esterne e/o malvagie, forse retaggio solo del condizionamento religioso e fideista in generale, ma al nostro livello il problema non cambia di molto.

    Sono d'accordo con Stefano e con Unknown sul concetto di base: prendere atto non è esattamente come accettare incondizionatamente, ma non significa nemmeno giudicare se stessi nel senso in cui lo intendiamo, istruiti dalle religioni, con tanto di pentimento e sacrifici in premio. Quelli servono soltanto a chi regna per mantenerci nell'ignoranza e la sottomissione.
    Prendere atto significa osare imparare a conoscerci e far pace con se stessi, vederci come siamo, con tutte le nostre sfaccettature, e renderci conto del proprio valore, dei propri talenti. Smussare i timori e i sensi di colpa spesso inutili non potrebbe che rendere l'uomo migliore, verso se stesso e di conseguenza anche verso gli altri.

    (Grazie Atunis :) )

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  7. Uno degli orientamenti della psicoterapia moderna si chiama "terapia dell'accettazione e dell'impegno".
    Il paziente viene accompagnato nel suo percorso di accettazione delle sue zone d'ombra ed emozioni negative, al quale seguirà poi il percorso di cambiamento di atteggiamento dal quale quelle emozioni negative scaturiscono attraverso tutta una serie di tecniche, la più importante delle quali è la mindfulness, ovvero un tipo di meditazione di origine buddista.

    Hai detto bene Catherine: comprendere non significa affatto accettare incondizionatamente, ma creare una base quanto più possibile armoniosa e consapevole da cui partire per porre dei cambiamenti.


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    1. Stefano descrive quello che non bisogna fare.

      Lui non crede o dubita che si può riuscire ad illuminarsi e così sarà.
      Ha dubbi (legittimi)sulla sincronicità così non farà parte di quelli che la vivono ma di quelli che vengono vissuti, bisogna sempre approfondire prima di farsi un'opinione.
      Non ritiene che i parassiti possano essere sconfitti, è la mentalità della vittima.
      I guerrieri hanno il controllo delle loro vite e non altri.


      Stefano dentro di te esiste anche la cattiva persona se ti immergi in te stesso lo scoprirai, la fuga è inutile perchè ti da la caccia, se lo vedi e lo esamini riconosci che sei anche cattivo così lo accetti e lo integri da quel momento il cattivo Stefano diventa il suo alleato non il nemico e la vita cambia in meglio.

      E' il mondo dei guerrieri.
      Gianni

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  8. Che dentro di me esista anche la cattiva persona posso assicurarti che non ho bisogno di immergermi tanto a fondo per capirlo...😂😂 Il guerriero come lo chiami,ritengo che debba lottare per cambiare le parti di se stesso che ritiene non vadano bene e probabilmente se ci riesce anche i parassiti(che siano autogenerati o che abbiano un origine autonoma)allenteranno la loro presa...su come vivo io le mie sincronicita' poi,ritengo che a te non sia possibile saperlo anche se hai "evidentemente" mezzi di informazione sconosciuti ai comuni mortali e dei quali quindi non riporti mai gelosamente le fonti...🤣🤣🤣

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  9. Cmq dato che tu con le tue autoconvinzioni sei in palese stato di illuminazione,mi dedicherei un po' ad imparare l uso del congiuntivo,tanto da poter essere più convincente nell esposizione dei tuoi assiomi spirituali...🤣🤣🤣

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  10. Nulla vieta che il "tuo" sciamanesimo sia un buon modo per lavorare su stessi,ma non è certamente l unico...inoltre mi pare che anche chi delle tematiche sciamanesimo e parassitismo energetico ne sapeva un filino più di te,affermasse che dai parassiti non ci si liberi mai del tutto ma si possa lavorare su noi stessi per evolvere e magari dargli meno cibo ..

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  11. Pare anche a me un'ovvietà il fatto che i "metodi" di approccio alla conoscenza del sé siano tanti, ognuno può scegliere quello che preferisce, c'è persino chi tenta con la religione, figuriamoci!
    Come al solito, però, ho certi dubbi sull'esistenza delle entità esterne malvagie. Non vorrei che fosse l'ennesimo tentativo - tipicamente umano - di scaricare le proprie responsabilità su qualcosa o qualcun altro. Secondo me esistono se lo desideriamo ..

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  12. Come ho detto puo' essere...magari "lo desideriamo" non lo ritengo il termine più corretto,ma il succo e' lo stesso

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  13. Quindi non credi nemmeno che le possessioni "demoniache" siano dovute a interferenze esterne?

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  14. Non "credo" in generale Stefano! Al massimo posso avere un'opinione in merito, ma le opinioni lasciano il tempo che trovano ;)
    Se ci basiamo sulle vite, martiri e tentazioni dei santi ad esempio sicuramente non ci credo! Si tratta palesemente di disturbi psichiatrici, odiosamente sfruttati dalla Chiesa per i propri tornaconti ..

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  15. Lascia fare i santi,sto parlando della gente comune,anziani,bambini,persone di ogni credo e ceto sociale.Casi accertati,comunissimi,verificabili da chiunque anche solo partecipando ad una comune messa di preti "particolari"...rileggi tutto ad una spiegazione psicologica?Parlare lingue sconosciute o vecchie migliaia di anni(da persone magari analfabete),manifestazione di ossa o chiodi rigurgitati..ecc ecc...non sono film ma cos'è che accadono nella realta' più di quanto si immagini..ovvio che in molti casi sono malattie psichiche ma in molti altri ci sono cose che non possono essere cos'i' spiegate!

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    1. Stefano quello che dici ha anche altre spiegazioni da prendere in considerazione.

      Le manifestazioni di oggetti fisici sono una unione inconsapevole del corpo energetico del sogno con quello di veglia, che da capacità di manifestazioni varie che possono venire sfruttate dopo un lunghissimo lavoro.

      Il parlare in lingue, ho visto un caso è stato impressionante, è un accesso inconsapevole alla conoscenza silenziosa, chiamata in molti modi, il contenitore di tutto.

      In conclusione, le manifestazioni anomale di vario tipo sono la prova provata delle nostre incredibili capacità.
      Gianni

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    2. Con quali prove puoi affermare con certezza quello che dici?ti rispondo io...nessuna!puo' essere come no ed è credibile a mio avviso meno che di un intervento di entità esterne...

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    3. Non ho detto che fosse TUTTO riconducibile a disturbi psichiatrici ma è spesso il caso, non si può negare. Anche per le presunte lingue sconosciute. Ma non vuol dire che sono chiusa ad altre spiegazioni, affatto, ma si fa troppo spesso un minestrone.
      P.S. I "santi" sono quasi sempre gente comune ;)

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  16. Il parassitismo esiste.

    Credere o non credere non elimina il problema che va affrontato, se lo si vuole fare ovviamente.
    Ci sono solo tre modi.
    L'amore come stato d'animo molto difficile, la disciplia ferrea ancora più difficile ed entrare profondamente nell'inconscio il luogo dove la mente è intrappolata, facile e molto difficile perchè ci sono tutte le nostre ombre le credenze le convinzioni tutto da eliminare, è difficile perchè le persone odiano dirsi ho torto. Meglio una preghiera.

    Stefano è ovvio che sai che hai anche il cattivo Stefano, il problema non è il saperlo ma affrontarlo e qui si va nel difficile perchè devi ricapitolare tutte le volte che ti sei comportato male e non è un bel vedere te lo assicuro.

    Per i congiuntivi io sono ignorante.
    Gianni

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  17. Quindi vieni a me...dobbiamo provare a cambiare quello che non va' di noi,no accettarlo come hai detto tu...che cambi versione a ogni messaggio ...se uno riesce a cambiare una cosa che non va,probabilmente il "parassita" che si nutre di quella malsana energia(che sia creato dal soggetto stesso o di natura esterna poco cambia)fara' un po' di tregua ..e le sincronicita' che favoriscono il verificarsi di quel comportamento(perché cos' i' accade..non solo per le cose positive come vengono fatte passare le sincronicita')diminuiranno!Per questo ho il sospetto che alcune sincronicita' negative vengano prodotte dai "parassiti"...per far continuare il più possibile il soggetto ad alimentare le specifiche energie negative prodotte da quel comportamento...ogni comportamento la sua energia,ogni energia il suo parassita...anche il buddhismo ,filosofia principe per quanto riguarda l lmportanza del cambiare noi stessi,parla(in maniera elementare)dei 9 mondi,ognuno governato dal suo demone...Ela soluzione non è uccidere il demone,ma andarcene da lui con il lavoro su noi stessi..PS:non sono buddhista...

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  18. Ovvio..per quanto riguarda la possessione,ritengo che ci voglia un aiuto esterno per riuscire a liberarsi,siamo ad uno stadio più avanzato,dove non è attaccato solo il "corpo energetico" ma anche quello mentale...opinioni puramente personali...

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  19. Stefano conta capire il messaggio non perdersi nei particolari.
    Accettare l'ombra significa integrarla, distruggere l'ombra idem.
    Per il resto sono d'accordo con te che va meglio definito.

    La sincronicità è un altro nome di uno stesso fenomeno.
    In ogni caso siamo sempre noi a creare la realtà in cui si vive attirando energeticamente quello che la mente pensa.
    Questo non esclude che il parassita stimola certi pensieri che poi danno una realtà a lui più congegnale per nutrirsi.
    Su questo suppongo hai visto giusto.
    Gianni

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  20. Risposte
    1. Questa è la prima volta che Stefano concorda con me. Lo vedo come un inizio.
      Gianni

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    2. «Il mio nome è Carlos Castaneda. Vorrei pregarvi di una cosa. Vi prego di sospendere per oggi il giudizio. Vi prego di aprirvi anche solo per un'ora alla possibilità che sto per presentarvi... Gli antichi stregoni si accorsero per primi che qualcosa non andava per il verso giusto. Essi videro che nei bambini la consapevolezza non si sviluppava come sarebbe stato naturale. Inquietati da questa incongruenza gli stregoni estesero le loro indagini e scoprirono la presenza di esseri oscuri posti direttamente sullo sfondo del campo energetico umano e per questo difficilmente individuabili. Gli stregoni videro che questi esseri oscuri si cibavano della lucentezza della consapevolezza di ogni individuo... Le entità oscure sono particolari esseri inorganici, coscienti e molto evoluti e poiché si muovono saltellando o volando come spaventose ombre vampire furono chiamati los Voladores, ovvero 'quelli che volano'." Così disse Don Juan al loro riguardo: “I predatori hanno preso il sopravvento perché siamo il loro cibo, la loro fonte di sostentamento. Ecco perché ci spremono senza pietà... Si nutrono solo di un determinato tipo di energia e noi produciamo molta di quella energia. Questo ci fa essere le prede ideali da mungere quotidianamente. Il danno energetico che questa azione predatrice ci arreca è immenso. Siamo esseri magici dotati di possibilità infinite condannati a brandelli di consapevolezza: i Voladores consumano regolarmente la nostra patina luminosa che torna a crescere per sua natura e come impeccabili giardinieri tengono l'erba rasa sempre allo stesso (misero) livello. Gli sciamani vedono che la patina di luminosità rimastaci è una piccola pozzanghera di luce sotto i piedi, che non arriva nemmeno agli alluci... Ci manca l'energia, non possiamo fare altro che specchiarci, nella pozzanghera di consapevolezza, in un limitato e illusorio riflesso di sé, una falsa personalità... E proprio facendo leva sul nostro egocentrismo i Voladores creano fiammate di consapevolezza che poi voracemente consumano. I predatori alimentano l'avidità, il desiderio smodato, la codardia, l'aggressività, l'importanza personale, la violenza, le emozioni forti, l'autocompiacimento ma anche l'autocommiserazione. Le fiamme energetiche generate da queste qualità negative sono il loro cibo prediletto... Secondo Don Juan sono stati proprio i Voladores a instillarci stupidi sistemi di credenza, le abitudini, le consuetudini sociali, e sono loro a definire le nostre paure, le nostre speranze, loro ad alimentare in continuazione e senza ritegno il nostro Ego.”

      Mi rendo conto che Castaneda ha condizionato irreparabilmente le menti di molti.
      Posto che Don Juan sia veramente esistito, mi chiedo: ma il suo allievo Castaneda era pronto a ricevere tali insegnamenti iniziatici??
      E con quale pretesa sperava di divulgare questi insegnamenti a tutti??
      Il grosso rischio è non capire perchè certi insegnamenti non sono per tutti e non puoi buttarli così in pasto a tutte le persone come una notizia di gossip!

      Credo che lo stesso Castaneda non fosse pronto e non comprendesse di attuare una controiniziazione dovuta alla non comprensione a livello profondo... i simboli non si sono aperti, la grande metafora non é stata capita ed il risultato è un mondo di entità oscure...... e ancora estremamente duale.

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    3. Anni fa, dopo aver letto i suoi libri mi sono posta esattamente le stesse domande..
      E ho pensato che il racconto, benché affascinante, era comunque filtrato. Noi abbiamo letto Castaneda, non abbiamo conosciuto Don Juan ..

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    4. Il danno non lo ha fatto Castaneda a parer mio, ma la New Age che si è abbarbicata a questi concetti facendo aumentare il dualismo a dismisura.

      Vedete, che sia o meno esistiti Don Juan conta poco o niente, il messaggio conta però, e tanto.
      E perché l'umanità non dovrebbe essere messa a conoscenza di queste cose? Che facciamo, continuiamo a portare avanti un'idea di iniziati eletti ed illuminati che poi vogliono comandare il mondo intero dall'interno delle loro segrete e protette logge massoniche e scuole esoteriche?
      Ognuno di noi ha il diritto come essere umano di essere a conoscenza di determinati meccanismi e decidere per sé se ci crede o meno e se si applicano a lui/lei.

      Ripeto, ha fatto più danni la New Age con quell'assurdo manifesto "The secret" di quanto potranno mai farne mille Castaneda, anche perché per vedere madonne, santi, voladores e compagnia bisogna crederci, e bisogna volerli vedere, altrimenti hai voglia ad aspettare che arrivino leggendo Castaneda...

      Enoch

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  21. Atunis, Catherine quadro è più ampio e vi è sfuggito.
    Castaneda fa parte di un piano più vasto.

    Gli sciamani possono incontrarsi nei viaggi sciamanici è così che hanno portato avanti il loro piano.
    Nel centro e sud America e in Europa la chiesa ha estinto lo sciamanesimo, tutti i portatori di conoscenza e tutti i guaritori.

    Nelle Ande quasi 500 anni fa alcuni anziani sciamani si sono ritirati in inaccessibili montagne, in Messico si sono mimetizzati da buoni cristiani.
    Nei primi anni 50 del secolo scorso nelle Ande durante la più sacra delle feste che si svolge in montagna a cui partecipano migliaia di persone, è arrivato un piccolo gruppo di persone con poncho speciali, la gente ha capito subito chi erano e si è allargata per farli passare, GLI SCIAMANI SONO TORNATI.

    Hanno scelto Castaneda per diffondere l'interesse e la conoscenza. Nelle Ande hanno scelto un antropologo, lo stesso hanno fatto gli jvaro della giungla, e Castaneda in Messico.
    Tre antropologi senza fondare nulla hanno riportano lo sciamanesimo a livello mondiale.
    La chiesa è in disarmo, idem l'orientalesimo che non tira più come un tempo e lo sciamanesimo è inarrestabile, in occidente decine di milioni di praticanti in continuo aumento.

    IL SEGRETO DELLO SCIAMANESIMO
    E' il più potente archetipo che abbiamo questo è il suo segreto, la scienza afferma che lo sviluppo della coscienza lo si deve allo sciamanesimo.
    Non ci sono sQuole, maestri, guru, preti, libri sacri, dogmi, dottrine ma la rivelazione diretta che la si ottiene con i viaggi sciamanici.
    Servono le istruzioni iniziali e qualche conoscenza che vengono date da praticanti o sciamani vari poi il fai da te.
    Chi si avvicina allo sciamanesimo percepisce il ritorno a casa.
    Gianni

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  22. Io personalmente ho letto Castaneda che considero prima di tutto un grande scrittore esistito realmente ma ho molti dubbi invece sulla figura dello sciamano Don Juan che ritengo sia solo il frutto della sua fantasia letteraria.Questo però non vuole assolutamente negare la presenza di quel Lato Oscuro che si nasconde in ognuno di noi e che è necessario tenere costantemente sotto il dominio della nostra Coscienza per evitare che possa diventare pericoloso.Lo Sciamanesimo,come dice Gianni,esiste ed esso non è altro che il perpetuarsi delle antiche religioni Animiste del Passato,di quando l*uomo proprio attraverso la mediazione dello Sciamano riusciva a ottenere messaggi dalle cosidette dimensioni invisibili.Anche l*Ombra esiste e si identifica nel Male che da sempre porta dolore e sofferenza al Mondo e l*unica forza che l*uomo di questo Pianeta ha a sua disposizione per contrastarla e solo e semplicemente una e si identifica nella parola Amore,verso noi stessi e verso tutto ciò che ci circonda.Almeno io la vedo così e non credo all*esistenza di soluzioni alternative.Emilio


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  23. Emilio dici bene e condivisibile.

    Tu e io c'è stato un tempo in cui eravamo seduti attorno ad un fuoco ad ascoltare gli sciamani e a danzare con loro, e siamo ancora qui a parlare di sciamanesimo.

    Castaneda è stata la scelta giusta l'enorme successo dei suoi libri che perdura a tutt'oggi ne è testimonianza.
    Che Don Juan sia esistito o meno è irrilevante in ogni caso le informazioni di Castaneda sono troppo precise ed esatte per essere fantasie di conseguenza ha avuto accesso alla tradizione orale. Personalmente ho fatto certe esperienze descritte da Castaneda e così molti altri.
    Quelli come me sono un po' suoi figli senza di lui non saremmo qui a scrivere di queste cose.

    Il nostro lato oscuro esiste inutile negarlo, ho fatto molti percorsi ed è solo nello sciamanesimo che ho trovato metodi specifici, facili, collaudati e dall'esito sicuro per eliminare le nostre ombre e questo non è cosa da poco.
    Gianni

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  24. A volte le tue certezze mi spiazzano Gianni. :) Comunque, anche se fosse solo una tua personalissima convinzione, il discorso m'interessa e vorrei capire cosa intendi con "metodi specifici, facili, collaudati e dall'esito sicuro"... detto così, sembra un pochino un prontuario del tipo: "Come perdere 15 chili in 15 giorni". ^_^

    (Amicalmente :) )

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    1. Catherine comprendo il tuo scetticismo, lo sciamanesimo rompe molti paradigni e certezze.

      I metodi specifici a cui mi riferisco, non sono un prontuario ma antica conoscenza. I mezzi sono diversi in cui serve lavorare, non ti viene regalato nulla.

      La realtà prima viene sognata e poi vissuta.
      Un mezzo molto efficace sono i sogni in cui con dei comandi uniti a respirazioni specifiche e direzioni specifiche si cambia la realtà o la propria interiorità attraverso i sogni.

      Per tutti la ricapitolazione è un mezzo eccellente in cui si accede a tutta la vita pasata per cui le ombre sono centinaia e le si deve raggiungere tutte, la cosa funziona in automatico, ci vogliono alcuni mesi per farlo. Ad un livello superiore si viene seppelliti per una intera notte, è una esperienza terrificante ma estremamente funzionale.

      Poi ci sono metodi basati su respirazioni specifiche unite ad azioni fisiche semplici che danno accesso al subconscio.
      Metodi in cui da in piedi o seduti o coricati ci si allinea con l'energia creatrice e si agisce riprogrammando parti specifiche.
      Metodi in cui è l'operatore a farlo per un'altra persona.

      Le maschere.
      Una tecnica molto efficace di accesso all'inconscio in cui alla fine del lavoro si incontra la morte e si supera tale paura.

      Lo specchio nero di ossidiana o una ciotola nera con dentro l'acqua.
      Un metodo incredibilmente efficace per tutti perchè lo specchio è un portale di accesso all'inconscio, agli antenati, al nostro passato a vite precedenti, al nostro futuro in cui lo si programma e un sacco di altre cose.
      Ci sono dei pericoli.
      Lo specchio da accesso ad altre realtà compreso agli inorganici che sono seducenti, per cui lo specchio va controllato e non farsi controllare, perchè prima ti da tutto e poi ti porta via tutto.

      Una ciotola nera con dentro l'acqua in questo caso si entra in altre tematiche di ordine superiore che richiedono parecchio lavoro preparatorio ma alla portata di tutti.

      Come vedi non si tratta di mie certezze ma di antica conoscenza che uso e insegno, in tutte le cose o funziona o non funziona e queste cose funzionano.
      Suppongo non ti aspettavi un quadro così ampio, c'è parecchi altro ma te lo risparmio.

      Gianni

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    2. Grazie Gianni, in effetti ho già letto dei vari metodi ma non li ho mai sperimentati. La ricapitolazione cos'è?.
      E a proposito di sogni, come si fa a ricordarli? Io non ho idea di cosa sogno, ho solo l'impressione di compiere in sogno i gesti che faccio nella vita quotidiana (come il cane che sogna di rincorrere una palla ad esempio .. :P ), ma so che mi sveglio sempre con una bella sensazione :)

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  25. Per Catherine......La Ricapitolazione è un*antica tecnica sciamanica,una specie,volendo fare un paragone scientifico,di autoanalisi che una volta appresa e messa in atto da la possibilità allo Sciamano di recuperare le energie da lui perse nel passato e di usarle nel presente per liberarsi dai condizionamenti negativi che gli impediscono di essere veramente libero o detto in parole più semplici di rimettere ogni cosa al suo posto e quindi di evolversi spiritualmente in piena libertà.Emilio

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    1. Per Catherine......La Ricapitolazione sciamanica.

      E' uno strumento supremo.
      Si deve fare un elenco di tutte le interazioni problematiche fino all'infanzia, poi con una tecnica mentale in tre fasi ogni evento viene letteralmente rivissuto in ogni particolare al punto che dopo un po' è di una chiarezza spaventosa e si diventa l'evento ricapitolato.
      Per il resto Emilio ha espresso correttamente.
      Si parte con qualche decina che cammin facendo in automatico diventano anche centinaia, nel mio caso da 60 sono diventate oltre 200.

      I SOGNI
      Catherine la tua impressione sui sogni è corretta la buona sensazione al risveglio è solo chimica del piacere di un sogno all'apparenza piacevole che invece ti danneggia.

      La realtà prima viene sognata e poi vissuta, nello sciamanesimo è il controllo dei sogni che permette di modificare la realtà e molto altro.
      I sogni non ricordati o ricordati male sono sogni che poi fanno ripetere sempre gli stessi schemi di vita, in cui si hanno sempre le stesse cose, se li ricordi anche solo un frammento li puoi cancellare con una semplice tecnica specifica in questo modo la sua influenza è cancellata.

      CON I VIAGGI SI IMPARA CON I SOGNI SI CREA.
      Non ci sono comandi magici come si trovano su internet ma un lungo lavoro che parte dalla ripulitura delle ombre e a seguire altre cose.
      Lo specchio di ossidiana è anche uno strumento che aggira i problemi e se usato con il giusto intento e nel giusto modo da accesso ai sogni lucidi.

      Se sei interessata ti spiego come cancellare i sogni.
      Gianni

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    2. Grazie Gianni, molto interessante. Si vorrei saperne di più. :)

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    3. Catherine ti dico come cancellare i sogni.
      Chi non ha il controllo dei sogni non ha il controllo della propria vita.

      Al risveglio spesso ci si riccorda qualcosa il più delle volte solo frammenti che non dicono nulla, per cui è quello che si ricorda per quanto minimo sia che va cancellato cancellare a prescindere è consigliabile, tenere presente che i sogni ricordati anche se belli quasi sempre non lo sono affatto, solo conoscendo il linguaggio dei sogni che non è quello dei libri e degli archetipi si può capire, è una conoscenza esclusivamente sciamanica basata sui sogni lucidi e sul cambiare la realtà attraverso i sogni.

      LA TECNICA
      Al risveglio il sogno o il frammmento anche se minimissimo o solo un'immagine distorta bisogna immaginare che un fuoco lo brucia, dal fuoco immaginare che esce un serpente infuocato o come viene, immaginare che il serpente entra nella testa scende lungo il corpo si sdoppia e scende lungo le gambe ed esce dai piedi ed entra nel pavimento.
      Battere il piede destro due volte.
      Fine

      COME FUNZIONA
      La realtà prima viene sognata e poi vissuta, le memorie del sogno vengono memorizzate nel sangue, nelle ossa e nelle cellule.
      Il serpente rappresenta l'energia o il suo flusso. Il serpente infuocato che scende lungo il corpo cancella le memorie di tale sogno, in realtà sono tutti comandi al subconscio, un modo furbissimo di raggiungerlo.
      Gianni

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    4. Quando ricordavo i miei sogni mi capitava di averne il controllo, era molto divertente, ma sono anni che non ne ricordo nemmeno uno. Comunque grazie, proverò lo stesso ad accendere il fuoco. ;)

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    5. Catherine se ti capita di avere il controllo del sogno cerca di colorarlo di rosso e di farlo girare a verso destra se ci riesci sarai sorpresa dei risultati nella tua vita.
      Gianni

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    6. Ma se non li ricordo come potrei averne il controllo? :P
      Comunque grazie per le dritte Gianni :)

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    7. Questo è il problema se non si ricordano i sogni se ne è vittima.
      Il controllo dei sogni richiede lavoro e non breve, sudore mentale, cosa da pochi.
      Gianni

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    8. Un bel problema! ;)
      Ma non me ne preoccupo più di tanto, un motivo ci sarà.

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    9. Nessuno si preoccupa dei sogni, fanno parte di noi.
      Ed qui che si nasconde il diavolo, sono rarissimi quelli che la tematica la conoscono e ci lavorano, il risultato è il controllo della propria vita ed il creare la realtà migliore per noi, per gli altri la vita accade.
      Gianni

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  26. Unknon su Castaneda ha visto giusto.
    Chiunque tu sia sei una delle rare voci che ha capito bene la tematica.
    Gianni

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    1. Sono solo un cercatore di se stesso come te Gianni.
      E ho capito che il proprio percorso spirituale è come la terapia psicologica: Si seguono le linee guida generali solo per avere una base da cui partire e un piano di lavoro ben strutturato, ma ogni terapia-percorso è fatta su misura per il singolo individuo, mai e poi mai può essere uguale a quello di chiunque altro.
      Anche i grandi maestri prendono cantonate a volte 😄


      Enoch

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