venerdì 15 marzo 2019

Le fake news ci sono sempre state, la difesa è nelle biblioteche

 di Paolo Bricco
«Quando, nel 1988, arrivai a Los Angeles, gli studenti più brillanti erano affascinati dal neoscetticismo. 
Per il neoscetticismo, la narrazione di finzione e la finzione storica erano indistinguibili. Il clima culturale di allora ha creato le condizioni favorevoli per le fake news di oggi».

Carlo Ginzburg ha lo sguardo insieme assorto e distaccato che hanno gli ispettori della gendarmerie francese o i detective dei police department americani quando fanno cadere lì, intanto che gli osti portano un Borgogna o le cameriere della birra ghiacciata, il collegamento logico e materiale fra eventi lontani nel tempo. Al Caminetto d’oro di Bologna, il vino messo in tavola dai camerieri è invece un Chianti Classico Badia a Coltibuono del 2016.

Ginzburg identifica uno dei cuori della nostra contemporaneità: l’ambiguità fra il vero e il falso e la propalazione come vero di ciò che è falso non dipendono solo dall’ipertrofia di internet e dei social media, ma sono anche la conseguenza di una specifica atmosfera intellettuale diffusasi trent’anni fa ...



Quasi l’effetto di uno smottamento 

«Una delle grandi strutture del pensiero occidentale è fondata sulle prove: è la linea che da Aristotele passa per Quintiliano e arriva a Lorenzo Valla, il quale dimostra la falsità della donazione di Costantino. A questa linea si oppone quella che ha come caposaldo Nietzsche, in cui la retorica è contrapposta alla prova», spiega Ginzburg, mentre il cuoco del Caminetto sta preparando il bollito misto alla bolognese.

In queste due polarizzazioni, gli anni Ottanta hanno preso una direzione precisa, che è stata fondamentale per costruire il mondo – mentale prima che tecnologico, psicoideologico prima che economico – per come lo conosciamo: «L’influsso della Metahistory di Hayden White è stato significativo, in particolare negli Stati Uniti. Molte altre correnti culturali, penso a Michel de Certeau in Francia, hanno operato sulla concezione della storia, modificandone la percezione e provando a mutarne l’epistemologia».


A destra: L’imperatore Costantino offre a papa Silvestro la tiara imperiale, affresco nell’Oratorio di San Silvestro a Roma.

Nel dialogo costante fra i libri e i libri e fra i libri e la vita, Ginzburg non ha un rifiuto luddistico verso le nuove tecnologie: «Le fake news sono sempre esistite. Internet non coincide con le fake news. Come studioso, ho sempre avuto il problema di un eccesso di domande rispetto al tempo, all’energia e alla conoscenza. Internet è un grande generatore di domande. Questa è una cosa positiva. Poi si va in biblioteca». 

Si va in biblioteca ad esercitare il metodo articolato e composito, filologico e intuitivo, archeologico e in fondo letterario di Ginzburg. «La mia identità culturale – riflette Ginzburg – è basata sulla lettura e sul dialogo continuo con i libri di quattro maestri molto diversi fra loro: l’antichista Arnaldo Momigliano, il medievista Marc Bloch, lo storico dell’arte Aby Warburg e il filologo romanzo Erich Auerbach». La dimensione molteplice del suo pensiero e del suo stile è arricchita dalla consustanziazione del lavoro storico con l’interesse per l’antropologia ( ... ) 

L'articolo continua qui: www.ilsole24ore.com

Ma la difesa è anche nella consapevolezza


Un problema di cultura e di consapevolezza

Le fake news sono la cartina di tornasole di un sistema dell’informazione ibrido che vede associarsi la perdita di fiducia negli attori istituzionali (giornalisti, politici, ecc.) ad una concorrenza nella propagazione istantanea di informazioni che vede il protagonismo degli utenti nella distribuzione di news.

L’unica risposta possibile alle fake news è in tal senso l’educazione e lo sviluppo di un dibattito pubblico che sappia produrre consapevolezza più che paure. Abbiamo cercato di aprire questo dibattito con un appello-manifesto del Digital Transformation Institute che è stato pubblicato anche su Il Foglio
Il decalogo è questo:

1. Il problema delle fake news esiste da sempre: oggi si alimenta di nuove dinamiche

Le notizie deliberatamente false o artatamente modificate vengono intenzionalmente prodotte e diffuse da sempre. Le fake news diventano oggi un argomento centrale perché le piattaforme web e i social media eliminano qualsiasi mediazione e rendono inefficaci i filtri, i controlli, le regole professionali ed etiche dei sistemi editoriali tradizionali. Le reti attivano processi di destrutturazione del sistema dell’informazione, depotenziano i modelli centralizzati e creano nuovi ecosistemi informativi istantanei, permeabili e sempre più user generated. Le arene discorsive, una volta segmentate in base al controllo di codici complessi, perdono la loro identità ed il loro contesto. 
Tutti hanno accesso ad un unico contesto discorsivo/dialogico, generato dalle interazioni tra pari e subordinato solo a meccanismi specifici di piattaforma: dagli algoritmi alle policy. Ciò ha determinato grandi opportunità di espressione e confronto ma produce anche grandi rischi.

2. La dinamica generativa dei social media è enfatizzata dalla crisi del ruolo della scienza nell’era della ‘post-verità’

Il fenomeno delle fake news è enfatizzato dalla progressiva perdita di fiducia nei confronti dei sistemi che erano delegati ad “amministrare” la conoscenza scientifica e a dire la parola definitiva rispetto a ciò che è vero o falso. In un contesto in cui tutti parlano su tutto, la dimensione emotiva che attiene ad un fatto supera in importanza la stessa dimensione fattuale. Ciò che muove gli utenti alla condivisione di una posizione “ascientifica” o all’adesione a modelli di “scientificità alternativa” (dai #novax alle scie chimiche) è la vicinanza emotiva tra pari in un caso, e nell’altro la sfiducia nel metodo scientifico, che si associa alla retorica della compromissione della scienza con interessi specifici.

Le reti sociali centrate sull’individuo offrono una tessitura discorsiva in cui il nesso condizione/conseguenza diventa una rivendicazione identitaria che prevarica qualsiasi argomentazione razionale e verificabile.

3. L’istantaneità della condivisione batte la necessità della riflessione

L’immediatezza della comunicazione azzera i tempi di riflessione ed il distacco emotivo consentito dai media tradizionali, sostituendo la riflessione alla “condivisione istantanea”. Essere immersi in un ambiente sociale discorsivo e di condivisione di contenuti impedisce il “raffreddamento” emotivo ed esalta un “riscaldamento” immediato della risposta e del desiderio di essere tempestivamente presenti nella comunicazione che sta avvenendo: la condivisione viene prima dell’approfondimento.

4. La censura non solo è contraria alla natura e alla struttura della rete, ma è inefficace

La natura aperta e adattiva della rete impedisce qualsiasi censura in quanto antitetica rispetto alle sue dimensioni strutturali (epistemica, morfologica e topologica), rendendo ogni tentativo in tal senso del tutto inefficace. Rispetto alle Fake News non esiste un “nuovo reato” da normare. Tutto ciò che vi è di giuridicamente rilevante ha già leggi che ne normano le dinamiche. Pensare di normare in maniera specifica ed esclusiva la dimensione digitale creando un doppio binario normativo creerebbe un’inammissibile asimmetria, ancor di più se si pensa che a risolvere il problema potrebbe dover essere chi ne gestisce la dinamica generativa.


5. La censura delle fake news non solo sarebbe inefficace ma sarebbe pericolosa per gli utenti

Affidare alle piattaforme il compito di verificatori delle fake news non solo è inefficace, ma pericoloso in quanto conferirebbe il ruolo di controllore della verità ad un sistema di attori che ha un grandissimo potere in un contesto in cui il sistema dell’informazione è già profondamente dipendente dagli attori della platform society e dagli algoritmi che ne determinano struttura e dinamiche.

6. Chi genera le Fake News ne è responsabile, ma chi le condivide ne condivide anche la responsabilità

In una rete il valore degli archi è esponenziale rispetto a quello dei nodi. Dal momento in cui l’elemento memetico della fake news si sviluppa (in termini di outreach) dal nodo nei molteplici archi che tende, la responsabilità dell’impatto delle fake news è anche in chi genera gli archi, oltre che di chi costruisce il nodo in sé. Si verifica la condizione paradossale per la quale la corresponsabilità generativa del falso in rete diventa importante quanto l’atto originario di generazione del falso stesso.

7. Le fake news sono prima di tutto un business

Non si deve cadere nell’errore delle teorie complottiste:se è vero che in alcuni casi le fake news sono generate con finalità propagandistiche o addirittura cospiratorie, la dimensione economica è spesso prevalente rispetto ad altre. Le fake news generano un valore economico direttamente collegato alla viralità e al coefficiente memetico dei contenuti che propagano.

8. Quale che sia la soluzione tecnica proposta per il problema, la segnalazione è sempre preferibile alla censura

Quale che sia il processo di identificazione delle potenziali fake news l’esito non deve essere mai di tipo immediatamente censorio. Qualsiasi soluzione deve basarsi su meccanismi di segnalazione ed alert che indichino all’utente che si trova di fronte ad una notizia potenzialmente a rischio. Ciò genera una dinamica di corresponsabilizzazione nella consapevolezza dell’azione di condivisione che evidenzia il ruolo attivo dell’utente. In tal modo non solo ragionevolmente si abbatte la velocità di diffusione delle fake news, ma si contribuisce alla costruzione di un esercizio di riflessività – individuale e collettiva– che si basa e che promuove consapevolezza negli utenti.

9. Qualsiasi meccanismo di controllo delle Fake News deve basarsi su dinamiche trasparenti, aperte e iterative

Si deve rendere trasparente e verificabile da terzi il meccanismo generativo che ha prodotto la decisione, così che si possa agire attraverso modalità iterative che possano ridefinire se necessario o opportuno tale decisione, valorizzando cooperazione e intelligenza collettiva e creando esternalità positive. In tale meccanismo non si sovraccaricano le piattaforme di responsabilità che non devono né possono avere, ma si assegna loro la funzione strategica di abilitatori del dibattito e garanti del processo in una posizione di terzietà rispetto ai temi.


10. Una norma da sola non risolverà il problema. 
Serve cultura, educazione e consapevolezza negli utenti
Come per l’hate speech, con il quale condividono numerosi elementi, la rilevanza del fenomeno delle fake news è inversamente proporzionale al livello di consapevolezza degli utenti (digital literacy) rispetto all’ecosistema informativo nel quale si muovono. La soluzione al problema è quindi soprattutto di tipo culturale, attenendo ad un livello di consapevolezza da parte degli utenti la cui acquisizione dipende dal coinvolgimento di una pluralità di elementi: dal sistema scolastico e formativo alla qualità del dibattito pubblico alla correttezza ed al senso civico degli attori politici che lo alimentano. Le piattaforme non possono trasformarsi in censori su delega governativa: devono invece attivamente promuovere lo sviluppo delle competenze e della cultura del rispetto e della partecipazione, indispensabili per esercitare il diritto di cittadinanza digitale dei loro utenti.

10 commenti:

  1. E' inutile tergiversare. Con l'esercizio si apprende il senso organizzativo, col quale si acquisisce la Logica che diventata Istinto, permette di distinguere una circostanza falsa da una situazione vera. E' la Conoscenza che fa la Scienza e la Coscienza, insieme ad una ponderata dose di Andreottismo...Lo stragista di mussulmani in Neo Zelanda ha copiato, semplicemente, dai loro terroristi. E' chiaro che dai e dai, finita la pazienza del “buonismo” per troppa tolleranza, se non favore, vai direttamente al “Come mi suoni ti canto” o, biblicamente come in tutte le “religioni” sanguinarie, occhio x occhio, dente x dente uguale occi-dente acci-dente inci-dente ecci-dio....ebbasta così...

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  2. In un mondo dove "DIO E' MORTO", dove i vari Biglino o David Icke vengono considerati come portatori di verità, dove chi é vegano é figo e chi mangia carne é una merda, in un mondo dove basta pubblicare un libro per essere considerato un oracolo, dove il cospirazionismo del "tutto é falso" regna imperterrito , in un mondo SENZA DISCERNIMENTO e senza TRADIZIONE,in un mondo dove le religioni sono merda ma invece Steiner o Malanga o Palamidessi sono i nuovi Dei , in un mondo dove Ron Hubbard é il nuovo Cristo..... (prendo fiato😁)....
    É ovvio che ci siano fake news e chi abbocca! Ci meravigliamo?

    X bambilu:
    Nella Bibbia c'è anche per esempio:
    "Voi infatti, fratelli, siete stati chiamati a libertà; soltanto non usate questa libertà per dare un’occasione alla carne ma servite gli uni gli altri per mezzo dell’amore".

    Non puoi citare ciò che pare a te solo per dire "religione sanguinaria".

    La tua é una FAKE NEWS!!!!!!

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  3. La violenza da qualunque parte provenga è sempre profondamente sbagliata e inammissibile e comunque offende la ragione.E questa non è una Fake News e nemmeno Falso Buonismo ma è Pura Verità.Emilio

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  4. FAKE UNA PALLA GIGNTESCA BEN VENDUTA

    Si tratta di una invenzione degli ingegneri sociali che hanno iniziato il giochino che poi si auto alimenta.
    Lo scopo è di coprire le menzogne vere diffuse dai media, lo scopo è di distrarre l'attenzione dai problemi veri deviando l'attenzione in direzioni innocue.

    I giornalisti mentono a prescindere e coprono ogni verità con menzogne, questo genera ingiustizie, sofferenza e morte.
    Costoro sono dei sub umani che poi riescono a dormire bene.
    Gianni

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  5. I CONTI NON TORNANO MAI

    Uno dei due turboreattori del volo Ethiopian Airlines 302. Dopo una caduta da 5000 metri, non ha nessun segno di bruciatura o combustione. Eppure, se nei motori a reazione entra del kerosene, esso si sarebbe dovuto incendiare e carbonizzare l’intera struttura interna. Invece, sebbene accartocciate, le giranti sono ancora scintillanti. Significa che è vero che funzionano ad aria compressa senza consumare carburante secondo il principio scoperto da Viktor Schauberger. Ci hanno veramente ingannato su tutto

    Foto e articolo qui
    https://pianetax.wordpress.com/2019/03/18/una-immagine-vale-piu-di-mille-parole/
    Gianni

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  6. Smetti di discriminare le persone che sbagliano! Guarda per te

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    Risposte
    1. Hemmm stai parlando di me o di te?
      Il dubbio atroce non mi farà dormire, hahahahaha.
      Gianni

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    2. "Costoro sono dei sub umani che poi riescono a dormire bene".
      Non l'ho detto io!

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  7. ALTRE MENZOGNE

    Nuovo studio: Il Nord America si sta raffredando dal 1988, e il supposto riscaldamento?

    https://principia-scientific.org/new-study-north-america-cooling-since-1998/?utm_source=feedburner&utm_medium=email&utm_campaign=Feed%3A+psintl+%28Principia+Scientific+Intl+-+Latest+News%29

    Gianni

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