Sotto determinate condizioni, la filosofia (specificamente alcune sue branche) può certamente essere molto utile alla scienza - ancorché non sia questo il suo fine -, e risulta anzi imprescindibile a definire la scientificità e a risolvere le questioni inerenti il metodo scientifico.
E questo è un peccato, non solo perché poi si creano infeconde divisioni specialistiche tra gli esponenti di questa o di quella disciplina (anche internamente alle discipline scientifiche, figuriamoci poi con i filosofi), ma perché anche per fare scienza seriamente avere delle più o meno estese conoscenze epistemologiche e filosofiche in generale può essere effettivamente d'aiuto.
Nella fisica di frontiera, ad esempio, c'è sempre più bisogno di una buona consapevolezza filosofica ed epistemologica specifica, soprattutto nella fisica teorica, dove la sperimentabilità delle teorie non è proprio a portata di mano e quindi delle riflessioni di principio sul senso fisico e sulle strutture matematiche delle prime possono aiutare: un caso su tutti è rappresentato dalla questione dell’interpretazione della meccanica quantistica, dove nonostante i fisici siano arrivati ad avere definizioni abbastanza rigorose di nozioni quali realismo (come definitezza controfattuale), determinismo, località forte e debole, causalità, completezza della funzione d'onda, ecc., e a sistematizzare le varie interpretazioni in modelli ontologici specifici (ψ-completi, ψ-supplementati e ψ-epistemici) in relazione ai suddetti parametri, sussistono ancora delle incomprensioni di fondo legate al concetto di realismo e nell'interpretazione del ruolo effettivo dell'osservatore come apparato di misura, facendo sempre segno ad una visione piuttosto classico-galileiana (dunque pre-kantiana) del mondo.
Nella fisica di frontiera, ad esempio, c'è sempre più bisogno di una buona consapevolezza filosofica ed epistemologica specifica, soprattutto nella fisica teorica, dove la sperimentabilità delle teorie non è proprio a portata di mano e quindi delle riflessioni di principio sul senso fisico e sulle strutture matematiche delle prime possono aiutare: un caso su tutti è rappresentato dalla questione dell’interpretazione della meccanica quantistica, dove nonostante i fisici siano arrivati ad avere definizioni abbastanza rigorose di nozioni quali realismo (come definitezza controfattuale), determinismo, località forte e debole, causalità, completezza della funzione d'onda, ecc., e a sistematizzare le varie interpretazioni in modelli ontologici specifici (ψ-completi, ψ-supplementati e ψ-epistemici) in relazione ai suddetti parametri, sussistono ancora delle incomprensioni di fondo legate al concetto di realismo e nell'interpretazione del ruolo effettivo dell'osservatore come apparato di misura, facendo sempre segno ad una visione piuttosto classico-galileiana (dunque pre-kantiana) del mondo.
“La filosofia è un settore che, purtroppo, mi ricorda una vecchia battuta di Woody Allen: 'quelli che non sanno fare, insegnano, e quelli che non sanno neanche insegnare, insegnano ginnastica'".
E la parte peggiore della filosofia è la filosofia della scienza: per quanto ne so, le uniche persone che hanno letto le opere dei filosofi della scienza sono altri filosofi della scienza.
Sulla fisica non ha nessun tipo di impatto, e dubito che altri filosofi le leggano perché sono abbastanza tecniche. Quindi è davvero difficile capire che cosa la giustifichi. Direi che questo stato di tensione si verifica perché i filosofi si sentono minacciati, e ne hanno tutte le ragioni, perché la scienza progredisce e la filosofia no.”[1]
Qui si dimostra la mancata conoscenza sia della storia della filosofia che della storia della scienza - dato che già noti scienziati quali Heisenberg ed Einstein, ma anche Boltzmann, Mach, Bohr, Planck, e moltissimi altri, fisici e non, non solo conoscevano l'epistemologia e la filosofia della scienza a livello di letteratura, ma l'hanno anche fatta personalmente; senza contare che non capire cosa giustifichi la filosofia della scienza significa non aver compreso neanche a fondo la definizione e i limiti del metodo scientifico, nonché tutti i problemi che la questione si porta dietro;
“Every time there's a leap in physics, it encroaches on these areas that philosophers have carefully sequestered away to themselves, and so then you have this natural resentment on the part of philosophers.”[2]
Mentre qui si dimostra come non abbia neanche un'idea minimamente chiara di cosa sia e di cosa si occupi la filosofia, dato che la fisica non può "invadere" la filosofia e viceversa, in quanto hanno oggetti di studio e metodi differenti;
“Ultimately, I think our understanding of neurobiology and evolutionary biology and psychology will reduce our understanding of morality to some well-defined biological constructs.”[3]
Qui si dimostra ancora una mancata comprensione delle questioni fondamentali alla base della filosofia morale, soprattutto la distinzione metaetica humiana per cui è necessario distinguere tra descrizioni - l'is - e norme o prescrizioni - l'ought - e per cui dalla naturalità effettiva di uno stato di cose non è affatto deducibile la sua bontà morale né sono derivabili valori senza una fondazione etica soggiacente, il che mostra come sia assurdo pretendere di ridurre l'etica alla neurobiologia - pretesa che anche una voce autorevole nell'ambito neuroscientifico quale Damasio è lungi dall'avere.
Insomma, ci sono effettivamente filosofi che non conoscono il metodo e le teorie scientifiche e che per questo finiscono per parlare a sproposito, così come ci sono scienziati che ignorano la trattazione anche delle tematiche filosofiche più note e la maggioranza degli strumenti concettuali che risultano necessari per affrontarle, ma che, spingendosi comunque a parlarne, finiscono per sostenere delle posizioni altrettanto infondate.
Se da entrambe le parti non si fa un passo avanti verso l'altro cercando di imparare di più sull'altrui disciplina, alla fine l’incomunicabilità di fondo permarrà e il cerchio sarà impossibile a chiudersi.
Note a piè di pagina
[1] Anche i fisici sono filosofi: il ruolo della filosofia nella fisica moderna - Le Scienze
[2] Has Physics Made Philosophy and Religion Obsolete?
[3] Philosophy v science: which can answer the big questions of life?
Qui si dimostra la mancata conoscenza sia della storia della filosofia che della storia della scienza - dato che già noti scienziati quali Heisenberg ed Einstein, ma anche Boltzmann, Mach, Bohr, Planck, e moltissimi altri, fisici e non, non solo conoscevano l'epistemologia e la filosofia della scienza a livello di letteratura, ma l'hanno anche fatta personalmente; senza contare che non capire cosa giustifichi la filosofia della scienza significa non aver compreso neanche a fondo la definizione e i limiti del metodo scientifico, nonché tutti i problemi che la questione si porta dietro;
“Every time there's a leap in physics, it encroaches on these areas that philosophers have carefully sequestered away to themselves, and so then you have this natural resentment on the part of philosophers.”[2]
Mentre qui si dimostra come non abbia neanche un'idea minimamente chiara di cosa sia e di cosa si occupi la filosofia, dato che la fisica non può "invadere" la filosofia e viceversa, in quanto hanno oggetti di studio e metodi differenti;
“Ultimately, I think our understanding of neurobiology and evolutionary biology and psychology will reduce our understanding of morality to some well-defined biological constructs.”[3]
Qui si dimostra ancora una mancata comprensione delle questioni fondamentali alla base della filosofia morale, soprattutto la distinzione metaetica humiana per cui è necessario distinguere tra descrizioni - l'is - e norme o prescrizioni - l'ought - e per cui dalla naturalità effettiva di uno stato di cose non è affatto deducibile la sua bontà morale né sono derivabili valori senza una fondazione etica soggiacente, il che mostra come sia assurdo pretendere di ridurre l'etica alla neurobiologia - pretesa che anche una voce autorevole nell'ambito neuroscientifico quale Damasio è lungi dall'avere.
Insomma, ci sono effettivamente filosofi che non conoscono il metodo e le teorie scientifiche e che per questo finiscono per parlare a sproposito, così come ci sono scienziati che ignorano la trattazione anche delle tematiche filosofiche più note e la maggioranza degli strumenti concettuali che risultano necessari per affrontarle, ma che, spingendosi comunque a parlarne, finiscono per sostenere delle posizioni altrettanto infondate.
Se da entrambe le parti non si fa un passo avanti verso l'altro cercando di imparare di più sull'altrui disciplina, alla fine l’incomunicabilità di fondo permarrà e il cerchio sarà impossibile a chiudersi.
Note a piè di pagina
[1] Anche i fisici sono filosofi: il ruolo della filosofia nella fisica moderna - Le Scienze
[2] Has Physics Made Philosophy and Religion Obsolete?
[3] Philosophy v science: which can answer the big questions of life?
Fonte: it.quora.com
Credo che la "scienza" derivi dalla "filosofia". Lao Tzu vissuto mi pare nel 350 a.c.formulò il concetto di Tao Universale, i poli negativo e positivo strettamente legati, inscindibili nella loro diversità ma complementarietà essenziale per l'esistenza. Democrito 470 a.c. immaginò un piccolo sistema solare l'Atomo che disse inscindibile...proprio come il Tao Universale, che significa anche "Via", strada, cammino...non "arrivo". Esendo l'infinito INFINITO non si arriva MAI. La scienza non è insita nella specie u-mana. Il pensiero si. Tanto è vero che come PRETENDONO di sintetizzare Natura, vogliono sintetizzare anche l'intelletto Animale umano. Non ci riusciranno questi dottor stranamore che non hanno l'altezza intellettuale e morale che tende al bene e alla NON COMPETIZIONE, come ci insegna Lao Tzu: il saggio non compete...e traduco il CLASSICO "perché nessuno può competere con lui" in "perché rifiuta la competizione" essendo questa sommamente stupida e generatrice di guerre e distruzioni. Ho scelto il mio medico curante,anche se non è più di questo mondo: IPPOCRATE. Disse: per ognuno il latte della propria specie è di beneficio, ma quello di altre specie è dannoso. Un burioni qualsiasi non può saperne più dell'Inventore della Medicina ! E' alimentare, Watson !
RispondiEliminaLo Huai Nan Zi testo cinese del 200 a.C.
EliminaUn medico veramente abile cura i disturbi quando non vi è alcun segno di malattia. In questa maniera le malattie non compaiono mai.
E oggi i grandi scienziati????
Gli scienziati in massima parte hanno un bassissimo livello di consapevolezza, da sub umani, aspettarsi che comprendano un pensiero più profondo è tempo sprecato.
Gianni
La Filosofia non potrà mai morire perché se così fosse morirebbe anche il Pensiero Umano e quindi essa insieme alla Scienza deve camminare insieme sul sentiero della Conoscenza alla ricerca della Verità.Emilio
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