È un principio di economia delle risorse: se ti accorgi che il potere non è buono allora devi fare qualcosa, protestare, compiere scelte di vita che ti esporranno all'ostracismo del corpo sociale, forse anche mettere a rischio la tua stessa incolumità, tutte cose che prendono un sacco di tempo e allora tanto valeva non fare l’abbonamento a SKY che già così lo guardi poco.
Il Vaticano, la multinazionale più antica del mondo, nota ai più per i suoi marchi registrati come Cristo™, Croce™ e Sudario™ e per essere stata la prima ONG globale in grado di competere e di essere necessaria al potere politico, queste cose le sa da sempre. Fanno parte del suo know how industriale da ben prima che la Nike inventasse lo sport o Mc Donald's i clown.
Allo stesso modo il Vaticano sa bene che quando le quote di mercato diminuiscono (vedi il comparto Sud America dove i biscotti Teologia della Liberazione rubano clienti ai Biscotti Sacra Romana Chiesa) e hai difficoltà a reperire nuovo personale (pare infatti che “Prendi i voti, non scoperai mai più” non funzioni granché come slogan), non puoi fare affidamento solo sulla propensione dell’essere umano alla schiavitù mentale e devi venire incontro al mercato, ripensare la comunicazione, dare al popolo i simboli che il popolo vuole.
In due parole il brand Chiesa Cattolica, impossibilitato dalla situazione geopolitica a riportare in voga la santa inquisizione per costringere gli stronzi ad amarlo, si è trovato suo malgrado nella scomoda posizione di doversi fare boccalone-friendly. Il buon vecchio “Sono uno di voi fratelli,” “Ehi Papa ma io ho l’herpes genitale,” “Ok, sono quasi come voi fratelli.”
Da qui la decisione di prepensionare Ratzinger, un Papa empatico come Charles Manson, e sostituirlo con Bergoglio, l’uomo del popolo, perché in Argentina era solito spostarsi in metropolitana, che come tutti sanno è una solida motivazione per diventare l’infallibile emissario di Cristo sul pianeta terra...
Una narrazione, la sua, costruita perfettamente sin dall’inizio, quando ai giornali raccontava: “Sono venuto a Roma—ha confessato Bergoglio divenuto Francesco—solo con pochi vestiti, li lavavo di notte, e all’improvviso questo… ma se io non avevo alcuna possibilità. Nelle scommesse di Londra stavo al quarantaquattresimo posto, immaginatevi. Chi ha scommesso su di me ha guadagnato moltissimo denaro...”
Come ogni leader che vuole caratterizzarsi come sovrumano Bergoglio la notte non dorme, ma al contrario di altri leader passati figli delle narrazioni di abbondanza non fa i festini. In omaggio all’austerity “lava i suoi pochi vestiti.”
Il capolavoro però è il rammaricarsi di come grazie alla sua vittoria qualche scommettitore abbia guadagnato “moltissimo denaro”. Sei appena stato messo a capo di una delle più grandi aziende del mondo, che secondo stime prudenziali ha solo in immobili un patrimonio di 2mila miliardi di euro, è davvero un disastro che qualcuno abbia guadagnato 100 sterline sulla tua nomina. Questa notte Gesù piangerà.
Sin dal suo insediamento Bergoglio non ha fatto altro che segnare gol a porta vuota di fronte alla fame di pauperismo dell’opinione pubblica.
È difficilissimo trovare report esaustivi sul patrimonio mondiale del Vaticano, ma i media sono inondati di articoli sulle dimostrazioni di povertà di Bergoglio. Fiumi di caratteri sono stati spesi sui giornali per lodare la sobrietà del nuovo Papa, informandoci dei suoi spostamenti in autobus con gli altri prelati, raggiungendo apici di orgasmo giornalistico come questo:
È fantastico sapere che il proprietario del 20 percento del patrimonio immobiliare italiano prende il caffè alla macchinetta, questo mi fa sentire più garantito e speranzoso mentre verso l’affitto alle suore carmelitane scalze della povertà appestata di Santa Maria della miseria gioiosa.
Millenni di civilizzazione, l’umanesimo, il rinascimento, l’illuminismo e il blog di Beppe Grillo hanno portato ad affrontare una crisi che sta impoverendo la società e distruggendo le conquiste sociali con una sola regola aurea: non importa cosa fate e quanto ricchi siete se in pubblico avete l’accortezza di indossare vestiti del mercato.
“È una questione di morale” è l’obiezione standard. Certo, ma chissà perché è sempre morale dell’apparenza.
Pochi giorni fa il Vaticano è finito nelle aperture dei giornali di tutto il mondo per l’ennesimo scandalo dello Ior. Questa volta si tratta delle vicende di monsignor Scarano (detto Mr 500 per il suo amore per le banconote viola), accusato assieme a un broker ed ex agente dei servizi italiani di aver portato in Italia con un aereo 20 milioni di euro dalla Svizzera. Le intercettazioni riportate dal Corriere della sera ricordano il fumetto di Andrea Pazienza in cui Pertini telefona a De Michelis per digli che gli serve del fumo:
"Scarano: Riesci a portare 20/25 libri?
Zito: Quelli sicuri.
Scarano: Già quello è un buon traguardo, hai capito? Perché ci consente di fare un sacco di cose per noi.
Zito: Quello mi ha chiesto di portarne il doppio, 40!"
Poco dopo, con straordinario tempismo, il Papa si ricorda del dramma degli immigrati e dice che gli piacerebbe fare un giretto a Lampedusa e lanciare una corona in acqua. Purtroppo non può fare di più. Vorrebbe proprio, ma non ha i mezzi.
Tutti i media italiani si eccitano e prenotano per i loro giornalisti voli per l’isola siciliana. Bergoglio ovviamente vorrebbe andare con un volo di linea, ma subito gli fanno sapere che non si può fare e deve usare per forza uno dei Falcon dello stato italiano. Quando si dice la sfiga.
Il Papa ha fatto la messa e la sua celebrazione, poi ha scorrazzato per l’isola a bordo di una vecchia Fiat campagnola. A un certo punto, durante la mattinata, come in un libro di Benni è spuntato in favore di telecamera un barcone con sopra 160 immigrati.
“Il Papa? Non ne sapevamo niente ma ci fa piacere,” avrebbe detto uno di loro. Si vede che avevano caricato a bordo dell’acqua al posto degli ipad per seguire la diretta della visita papale sul corriere.it. I soliti musulmani.
Ognuno di noi ha almeno un amico che va in solluchero di fronte alle dimostrazioni di povertà di Bergoglio. In genere è lo stesso che riteneva Monti “un tecnico sobrio”, Berlusconi un “bravo imprenditore” e D’alema “un abile statista”.
“Non ho seguito molto ma mi sembra simpatico,” è Il genere di commento che mi fa pensare a un futuro in cui le grandi aziende se fossero furbe potrebbero sostituire i leader politici con dei gattini tenerosi. Probabilmente ci stanno già pensando. Sarebbe la soluzione ideale perché i gatti sono già scalzi e non sopportano gli aspirapolveri, quindi difficilmente viaggerebbero in mezzi impopolari come gli elicotteri o gli hovercraft.
Al di là dei siparietti pubblicitari in stile Lampedusa, l’unico metro sensato per giudicare l’operato del Ceo della multinazionale la cui prima commodity è la Promessa di Salvezza Ultraterrena è osservare come si muoverà rispetto allo Ior, il cuore finanziario del suo business.
Lo scorso anno il Vaticano era entrato nel mirino del Dipartimento di Stato americano, che l’aveva inserito nella sua blacklist per il riciclaggio di denaro, vertenza che si è risolta di recente con un accordo bilaterale.
Sempre recentemente sono saltate due teste importanti all’interno dello Ior, quelle del direttore Paolo Cipriani e del vice-direttore Massimo Tulli, e alcuni retroscena parlano di una riforma in atto negli ambienti finanziari del Vaticano.
Al di là dei facili entusiasmi di cui parlavo in apertura l’opzione più realistica è che si tratti più di uno spoil system che di una rivoluzione. La Chiesa è un potere mondiale e come tale non non può permettersi di rinunciare al suo cuore finanziario; al tempo stesso è un'istituzione che esiste da due millenni e se sei sopravvissuto tutto questo tempo significa che un paio di cosette le hai imparate.
Tutti sanno che laddove ne ha avuto la possibilità la Chiesa Cattolica non ha mai fatto prigionieri (i due pesi e due misure cattolici: difesa della minoranza finché si è in minoranza, dittatura della maggioranza anche sanguinaria quando sei in maggioranza). Molti di meno però conoscono la sua abilità nell’esercitare i “sincretismi”, ovvero la capacità dimostrata storicamente di inglobare aspetti e riti di altri culti per avere la meglio su un territorio e su un popolo.
In questo senso la chiesa di Bergoglio è una Chiesa pienamente contemporanea, che durante l'era del dominio delle multinazionali e del libero mercato ha appreso in pieno l’importanza della comunicazione declinandola su messaggi di grande efficacia, riattualizzando così pienamente la lezione di Wojtyla.
Una strategia di marketing in grado di fornire quella credibilità necessaria a pararsi le spalle durante i tentativi di riforma interni.
Quello che sta accadendo quindi è un cambio all'interno delle stanze vaticane che punti a un riassetto di potere in grado di rendere la Chiesa più efficiente e potente di prima.
Se così non fosse e Bergoglio fosse arrivato fino lì per un bug del sistema ci sarà sempre una tazza di tè corretto ad aspettarlo, questo perché finché esisterà l’uomo esisterà la paura della morte, un business troppo grosso perché qualcuno non provi a usarla per dirvi cosa dovete fare della vostra vita.
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A mio parere, il messaggio etico che Bergoglio manda è molto bello ed ha un'aura di risanamento ecclesiastico.
RispondiEliminaMi sembra strano però che questo risanamento sia stato attutato proprio in concomitanza dello scandalo Ior.
E, sempre secondo la mia modestissima opinione, nonostante il messaggio spirituale che emana il nuovo Papa sia molto suggestivo e "rivoluzionario", credo che nel concreto non faccia ugualmente, viste le grandi possibilità di un CAPO RELIGIOSO con ENORMI POTENZIALITA' ECONOMICHE.
Del resto, però, il Vaticano è diventato, da secoli, una grande azienda, e Bergoglio non è altro che la "ragazza immagine".
Esattamente. E devo dire che, per queste ragioni - e qualcun'altra - , non riesco a percepire il messaggio molto bello né tanto meno il risanamento ecclesiastico. Vedo piuttosto gli ultimi colpi di coda di una bestia molto furba e pericolosa che si vede intrappolata.
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