mercoledì 15 giugno 2011
Eurogendfor. Piano piano verso il NWO
Antonio Torre
L'organismo non risponde delle proprie azioni a nessun parlamento (nazionale od europeo) e godrà della più totale immunità giudiziaria a livello internazionale. Roma, 3 mag - Eurogendfor, dietro questa sigla apparentemente innocua declinata in italiano come "Gendarmeria europea", vi è un organismo di cui pochissimi conoscono la genesi e gli obiettivi, tranne piccoli gruppi tra l'opinione pubblica europea le cui resistenze, comunque, sono state liquidate dagli "esperti" come le solite esagitate proteste pacifiste.
Nato in Olanda il 18 ottobre 2007 col «trattato di Velsen» (uno dei tanti trattati di cui i cittadini non sanno nulla), firmato dai Paesi che sono dotati di Polizie militari - Francia (Gendarmerie), Spagna (Guardia Civil), Portogallo (Guardia nacional) e Olanda (Marechaussée) e ovviamente, per l’Italia, i Carabinieri - Eurogendfor è una super-polizia sovrannazionale a disposizione della UE, dell’OSCE, della NATO o di altre organizzazioni internazionali o coalizioni specifiche (art. 5 del trattato, Framework for the missions). Una forza pre-organizzata, robusta e rapidamente schierabile, composta esclusivamente da elementi delle forze di polizia con status militare, al fine di svolgere tutti i compiti di polizia nell' ambito delle operazioni di gestione delle crisi (art. 1). Dal 17 Dicembre 2008, fa parte a pieno titolo di Eurogendfor anche la Gendarmeria romena, portando quindi a sei il totale degli Stati membri...
Eurogendfor può contare su una forza di 800 "gendarmi" mobilitabile in 30 giorni, più una riserva di altri 1.500, e due organi centrali, uno politico e uno tecnico. Il primo è il comitato interdipartimentale di alto livello chiamato CIMIN, acronimo di Comité InterMInistériel de haut Niveau, composto dai rappresentanti dei ministeri degli Esteri e della Difesa aderenti al trattato. L’altro è il Quartier generale permanente (PHQ), composto da 16 ufficiali e 14 sottufficiali (rispettivamente 6 e 5 italiani). I sei incarichi principali (comandante, vicecomandante, capo di stato maggiore e sottocapi per operazioni, pianificazione e logistica) sono ripartiti a rotazione biennale tra le varie nazionalità, secondo gli usuali criteri per la composizione delle forze multinazionali.
La sede del Quartier generale di Eurogendfor è in Italia (precisamente a Vicenza, Caserma Chinotto- nei pressi della più grande base statunitense, alle ESCLUSIVE, dipendenze del Pentagono). La localizzazione della sede avvenne dopo un lungo negoziato con la Francia.
La scelta fu certamente aiutata dal colpo messo a segno dai Carabinieri quando Berlusconi, nel farsi promotore assieme a Bush della Global Peace Initiative (GPI) approvata il 10 giugno 2004 dal 30° vertice del G8 di Sea Island, ottenne che il coordinamento della formazione dei 7.500 poliziotti civili e militari dei paesi coinvolti nella GPI fosse affidato alla Benemerita. Per la Francia fu un grosso smacco, se si pensa al suo ruolo di cooperazione militare e di polizia con le sue ex-colonie africane che nel 2003 aveva indirettamente promosso, tramite il Senegal, l’Organizzazione delle Gendarmerie Africane (OGA) che ha sede a Dakar e riunisce ben 26 paesi. I Carabinieri, che avevano già impiantato la fabbrica delle MSU nella caserma del 13° battaglione di Gorizia, attrezzarono un’altra Stargate nella loro sede di Vicenza, dove furono destinati sia il PHQ dell’EGF sia il Centro di Eccellenza per le Unità di Polizia di Stabilità (CoESPU) della GPI.
La circostanza che tutto ciò che riguarda Eurogendfor sia circondato in Italia dal più totale silenzio pone seri interrogativi soprattutto in considerazione del fatto che alcuni articoli del trattato (che tra poco sarà ratificato anche dall'Italia) prevedono una totale immunità giudiziaria a livello nazionale ed internazionale, ma non solo.
L'articolo 21 del trattato prevede infatti l'inviolabilità dei locali, degli edifici e degli archivi; l'articolo 22 immunizza le proprietà ed i capitali di Eurogendfor da provvedimenti esecutivi dell'autorità giudiziaria; l'articolo 23 prevede che tutte le comunicazioni degli ufficiali di Eurogendfor non possano essere intercettate; l'articolo 28 prevede che i Paesi firmatari rinunciano a chiedere un indennizzo per danni procurati alle proprietà nel corso della preparazione o esecuzione delle operazioni. L’indennizzo non verrà richiesto neanche in caso di ferimento o decesso del personale di Eurogendfor a meno che non venga dimostrata la negligenza grave o comportamento doloso da parte di personale di uno Stato membro nel qual caso i costi derivanti dagli indennizzi ricadranno solo su quello Stato; l'articolo 29 prevede infine che gli appartenenti ad Eurogendfor non potranno subire procedimenti a loro carico a seguito di una sentenza emanata contro di loro, sia nello Stato ospitante che nel ricevente, in tutti quei casi collegati all’adempimento del loro servizio.
I Compiti di Eurogendfor
Leggendo l'articolo quattro del trattato (Missions and tasks) si scopre che Eurogendfor potrà operare anche in sostituzione delle forze di polizia aventi status civile, in tutte le fasi di gestione di una crisi e che il proprio personale potrà essere sottoposto all'autorità civile o sotto comando militare. Vastissimi sono i compiti che il trattato affida a Eurogendfor:
• garantire la pubblica sicurezza e l’ordine pubblico;
• eseguire compiti di polizia giudiziaria;
• controllo, consulenza e supervisione della polizia locale, compreso il lavoro di indagine penale;
• compiere investigazioni criminali;
• dirigere la pubblica sorveglianza;
• regolamentare il traffico;
• operare come Polizia di frontiera;
• acquisire informazioni e svolgere operazioni di intelligence;
• proteggere la popolazione e la proprietà
E’ stata, in altri termini, creata una sorta di struttura militare sovranazionale che potrà operare in qualsiasi parte del mondo, sostituirsi alle forze di Polizia locali, agire nella più totale libertà (leggi immunità) e che, al termine dell’ingaggio, dovrà rispondere delle sue azioni al solo comitato interno.
In Italia, le Commissioni Esteri e Difesa, in seduta congiunta, hanno chiuso pochi giorni fa l'iter referente del DDL 2062 di ratifica del Trattato di Velsen. Alcuni ulteriori approfondimenti - ha assicurato il Sottosegretario alla Difesa Crosetto - potranno essere fatti nel dibattito in Aula.
Fonte: www.ipharra.org
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