venerdì 11 ottobre 2019

Il mistero della quarta piramide, "La più bella, alta e preziosa"

E' l'inconfondibile profilo delle piramidi di Cheope, Chefren e Micerino a rendere unica la valle di Giza in Egitto; eppure la più bella di tutte era un'altra, a qualche chilometro di distanza, e le eclissava per dimensioni, maestosità e ricchezza. 

A far luce sul mistero della quarta piramide di Giza, quella perduta del faraone Djedefra - successore di Cheope durante la quarta dinastia - è ora un gruppo di archeologi internazionali che per anni ha scavato minuziosamente ad Abu Rawash, a una decina di chilometri a nord-ovest di Giza, dove si trovano i resti del monumento funerario, rivelando particolari inediti anche sull'enigmatico faraone cui è dedicato. Le ultime scoperte, come anticipa El Mundo, sono raccontate in un documentario di History Channel.

La "piramide perduta", i cui resti si trovano appunto ad Abu Rawash - oggi sito militare ad accesso ristretto - e non superano i dieci metri d'altezza, ha dato origine negli anni a leggende e supposizioni, a partire dal suo stato considerato finora incompiuto. Gli archeologi, però, non sono d'accordo: non solo la piramide era stata completata, ma era addirittura la più alta di tutto il complesso (Cheope, Chefren e Micerino) e i materiali usati per edificarla erano di qualità più pregiata rispetto a quelli delle "sorelle".
In epoca romana venne poi smantellata e la pietra fu riutilizzata per edificare altre opere al Cairo, spiega Zahi Hawass, segretario generale del consiglio supremo delle antichità egizio...


Gli scavi sono durati dodici anni e danno una nuova interpretazione su molti dei misteri legati all'oscuro Djedefra, fra cui la sua scelta di edificare la piramide non nella piana di Giza, come i suoi predecessori, ma in un luogo più appartato ed elevato. A lungo si era pensato che in qualche modo il faraone fosse caduto in disgrazia, ma oggi Hawass ritiene che quella di distanziarsi dalla famiglia sia stata una scelta personale per sottolineare la propria indipendenza e per porre la propria tomba più in alto, vicino al Sole, che il faraone adorava.

La piramide di Djedefra era imponente e secondo gli ultimi calcoli superava di 7,62 metri la piramide di Cheope, alta 146 metri. Ognuna delle singole facce, alla base, misurava 122 metri e l'angolo di inclinazione era di 64 gradi, nonostante una variazione che impediva all'edificio di cadere. Fu usato granito rosso di Assuan, lo stesso utilizzato per la piramide del padre Cheope, che arrivava da oltre 800 chilometri di distanza attraverso il Nilo. Per edificare la piramide ci vollero otto anni di lavoro e oltre 15mila persone: ogni singola "mattonella" pesava 25 tonnellate e per sollevarla servivano 370 persone.

Solidissima, enorme, destinata ad accogliere con tutti gli onori il faraone nel passaggio all'altra vita. Nelle vicinanze del monumento funerario, visitabile dal 2009 solo all'esterno, sono stati ritrovati anche moltissimi contenitori per le offerte al faraone. E anche l'esterno manifestava tutta la maestosità del sovrano: la piramide era ricoperta da granito lucidato e da una lega di oro, argento e rame che al sole brillava, in segno di potere.

veduta delle rovine della piramide di Djedefre ad Abu Rawash.
(Foto Jon Bodsworth)

E come la mettiamo con la teoria della correlazione tra Giza e Orione?

La domanda che viene fatta più spesso riguardo Djedefra è perché abbia fatto costruire la sua piramide distante 8 km dal piano di Giza, lontano dalle tombe di famiglia. Si è sempre creduto che la sua piramide fosse incompleta, visto che lui ha regnato per soli 8 anni, e supportato dal fatto che della sua piramide sono visibili poco più delle fondamenta.
I sostenitori della fanta-archeologia sostenevano che la piramide di Djedefra fosse l'unica davvero costruita nella sua epoca perché quelle di Giza, più antiche, erano già occupate dai sui famigliari.

Nei recenti scavi ad Abu Rawash, dove si trova la piramide di Djedefra (tra l'altro visitabile verso metà del 2009) è stato scoperto che in realtà la sua piramide era la più grande e la più maestosa, perfino dieci metri più alta di quella di Cheope.
I conti non tornano più sia per gli archeologi classici sia per i fanta-archologi.
Secondo le mie ricerche le 4 piramidi sono state costruite tutte nello stesso periodo storico, e nello stesso contesto.

Ora vi mostro perché.

Riprendiamo la costellazione di Orione :
Ora giriamo di 180 gradi la costellazione in modo di avere le tre piramidi di Giza allineate con la cintura di Orione. Noterete che la stella Rigel, che nella foto è situata a sud-est, ma una volta capovolta l'immagine diventerà nord-ovest, ed è proprio la posizione della piramide di Djedefra rispetto le piramidi di Giza : 8 km nord-ovest.

La piramide di Djedefra rappresenta un'altra stella della costellazione di Orione, Rigel.
Si è tentato (invano oserei dire) di associare le altre piramidi per formare l'intera costellazione di Orione, ma in realtà le piramidi da associare ad Orione sono solo queste 4.

Il fatto che adesso venga fuori che la piramide di Djedefra fosse la più grande e la più maestosa non mi stupisce, infatti la stella Rigel è la più grande e luminosa stella della costellazione di Orione. Insomma nulla è lasciato al caso.
La piramide di Djedefra si trova praticamente distrutta perché i Romani la saccheggiarono e la sua pietra fu impiegata per la costruzione de El Cairo.

Abbiamo quindi identificato un altro collegamento : sono state costruite tutte insieme le piramidi dei 4 faraoni. Ma ancora una volta non possiamo determinarne con certezza la data.

Fonte: misteri-antichi.blogspot.it

Per molti la "quarta piramide di Giza"è impropriamente chiamata in quel modo proprio perché in realtà dista circa 8 km dalle altre tre.



In ogni caso, per quanto riguarda il loro collegamento con la Cintura di Orione, la contesa è ancora aperta.

Andrew Collins, autore del libro “Il mistero del Cigno” , è sicuro invece di aver identificato altrove il modello celeste di Giza.

"E’ stato provato che le tre grandi Piramidi sono state costruite in relazione alle stelle, ma io sono certo che esse riflettano la posizione astronomica di tre stelle-chiave del Cigno. Questa era una costellazione molto, molto importante per gli antichi Egizi. Per loro era il luogo della rinascita dell’anima nella forma del dio Ra, il sole, e nella forma del dio Osiride, il dio dell’Aldilà. Il motivo è legato al fatto che il Cigno si trova proprio in cima alla via Lattea, che per gli Egizi era una divinità: una dea che si inarcava nel cielo e il suo nome era Nuit". (...)

Negli ultimi anni, lo scrittore britannico ha lavorato ad una ipotesi suggestiva: ritiene che l’evoluzione dell’uomo, non del tutto spiegabile attraverso la teoria Darwiniana, sia stata favorita dagli effetti di radiazioni cosmiche giunte sulla Terra da Cygnus X-3, una stella collassata della costellazione del Cigno. Raggi così potenti da penetrare a fondo nel terreno e dunque- pensa Collins- anche in grado di incidere sul nostro Dna scatenando mutazioni genetiche che avrebbero accelerato il nostro passaggio dalla preistoria alla storia. Tutto ciò sarebbe avvenuto in varie fasi, a partire da almeno 40mila anni fa ...
Fonte e intervista completa di Andrew Collins: www.extremamente.it


La teoria della correlazione tra Giza e Orione 

Le affermazioni di Hancock, Bauval e di altri (come Adrian Gilbert e Anthony West) riguardanti l’importanza di queste correlazioni tra Giza e Orione sono state poi rielaborate da vari scienziati, i quali hanno poi pubblicato critiche dettagliate e confutazioni di queste idee.
Tra queste critiche molte arrivano da due astronomi, Ed Krupp dell’osservatorio di Griffith a Los Angeles e Anthony Fairall, professore di astronomia dell’università di Città del Capo, in Sudafrica.

Grazie a strumentazione da planetario, Krupp e Fairall studiarono in modo indipendente tra loro l’angolo tra l’allineamento della cintura di Orione ed il nord nell’epoca citata da Hancock, Bauval e da altri (diverso dall’angolo osservabile oggi o nel III millennio a.C., a causa della precessione degli equinozi), scoprendo che l’angolo era diverso dalla “corrispondenza perfetta” sostenuta da Bauval e Hancock nella teoria della correlazione di Orione (47-50 gradi nelle misurazioni del planetario, contro i 38 gradi delle piramidi).

Krupp fece anche notare che la linea leggermente piegata formata dalle tre piramidi fu deviata verso nord, mentre quella della cintura di Orione fu deviata a sud, e quindi una delle due sarebbe stata capovolta. Infatti, questo è quello che fu fatto nel libro originale di Bauval e Gilbert (The Orion Mystery), che paragona le immagini di piramidi e Orione senza specificare che la posizione delle piramidi era stata invertita.

Krupp e Fairall trovarono altri problemi nella teoria, tra cui il fatto che se la sfinge dovrebbe rappresentare il Leone, allora dovrebbe trovarsi sulla riva opposta del Nilo (la Via Lattea) rispetto alle piramidi (Orione), che l’equinozio di primavera del 10500 a.C. si trovava nella Vergine e non nel Leone, e che in ogni caso le costellazioni dello zodiaco nacquero in Mesopotamia ed erano completamente sconosciute in Egitto prima della tarda epoca greco-romana. Ed Krupp raccontò l’errore della mappa invertita in un documentario della BBC intitolato Atlantis Reborn (1999).

Costellazione di Orione o costellazione del Cigno?

Collins ha un idea diversa da Bauval e Hancock, egli infatti ritiene che le piramidi coincidano con la costellazione del cigno, magari solo per coincidenza, questo però a creato attrito fra lui ed il duo Bauval e Hancock, poiché si è sentito deriso di chi un tempo considerava amico e collaboratore, ha “svuotato il sacco” sulla teoria di Orione prima in alcune interviste poi scrivendolo, addirittura nel libro “Sotto le piramidi” dell’ottobre 2009.

Innanzitutto, la prova incontrovertibile che la teoria della correlazione Orion-Giza è fondamentalmente errata, poiché Bauval afferma che le altre stelle di Orione sono rappresentate in altre importanti strutture in Egitto (vedi foto), ma ciò non è così.

Addirittura nel maggio 2008, Bauval annunciò la presunta scoperta di una nuova piramide in Egitto sul forum del sito di Graham Hancock, peccato che sia il comunicato stampa della scoperta, sia la scoperta si rivelarono una bufala colossale cosicché Bauval ammise la verità ma cerco grossolanamente di nascondere la truffa con un non ben precisato “esperimento”.

Ma non finisce qui, Collins ammette che l’intera ipotesi di correlazione con Orione è una beffa visto che egli sa che nella foto di Orione sono state ampliate le stelle per renderle apparentemente in “linea” con l’ipotesi; non a caso la somiglianza della posizione tra Orione e le piramidi, che nel testo del 1994, aveva una “sorprendente precisione” nel 1999, dopo che da più di uno studioso era stata fatta notare la “modifica” diventa una “somiglianza simbolica” con somiglianze non fisiche ma bensì spirituali!

Articolo completo qui:
La teoria della correlazione tra Giza e Orione

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.