venerdì 20 settembre 2019

Organi in transito


di Daniele De Luca

1,5 miliardi di dollari. È il giro d’affari del traffico internazionale di organi. Un mercato che vede coinvolte nel mondo migliaia di persone, un universo sommerso di sfruttamento e violenza di cui poco si parla, soprattutto nel nostro paese.

Eppure il fenomeno esiste. 

L’ultimo rapporto internazionale in materia è del 2015: la Global Financial Integrity, fondazione con base a Washington e considerata fonte autorevole sui flussi finanziari illeciti, ha stimato tra i 6mila e i 12mila i trapianti illegali che vengono effettuati ogni anno nel mondo. Circa il 10%, quindi, del totale di tutti i trapianti, circa 120mila l’anno. Il rene è l’organo più richiesto e di più facile espianto e conservazione, ogni anno nella sola Unione Europea se ne trapiantano più di 20mila

Seguono fegato, cuore e polmoni. I paesi più coinvolti sono quelli del sud del mondo, la ‘richiesta’ arriva da quelli più ricchi, dall’Europa agli Stati Uniti, Canada, Australia.

Il traffico illegale di organi è un reato in quasi tutto il pianeta. Quasi, perché come vedremo alcune poche eccezioni risultano decisive ...


Chi ci guadagna di più? 

Chirurghi senza scrupoli. Le stime parlano di una cifra tra i 50 e i 100 mila euro per ogni operazione. C’è poi il guadagno del ‘broker’, del passatore, tra i 5 e i 10mila dollari. Il compenso al donatore varia tra i 3 e i 15mila dollari mentre il paziente, l’utilizzatore finale dell’organo, spende tra i 100 e i 200mila dollari. 

Se il fenomeno del traffico illegale di organi è noto da decenni, negli ultimi anni assistiamo a un fenomeno del tutto nuovo: lo sfruttamento, anche per il commercio di organi, dei corpi dei migranti.

Sfruttati due volte dalle organizzazioni criminali: prima facendosi pagare i ‘viaggi della speranza’ e poi usati, letteralmente, come carne da macello. Nel 2009 l’allora ministro degli Interni Maroni parlò di ‘evidenze di un traffico illegale di organi legato alle organizzazioni che commerciano in migranti, anche nel nostro paese’. Una frase che fece scalpore. Più di dieci anni prima fu il Ministro della Famiglia Guidi a dire: “un chilo di bambino vale più di un chilo di eroina”.

EC ha posto la stessa domanda (ovvero se il fenomeno illegale di traffico di organi coinvolga anche il nostro paese) all’attuale (l'articolo è di dicembre 2018 NdC) ministro degli Interni Matteo Salvini ma al momento in cui scriviamo non abbiamo ricevuto risposta.

Siamo invece tornati dall’ex Ministro Antonio Guidi.

“Non solo confermo quanto dissi allora, ma lo ribadisco anche oggi. E se venti anni fa un chilo di bambino valeva quanto un chilo di eroina, oggi probabilmente vale anche dieci volte di più. Il commercio di esseri umani ha assunto negli ultimi decenni proporzioni spaventose, coinvolge anche i minori, i più indifesi. Nel nostro paese non se ne parla ma se non posso affermare con certezza che anche in Italia vi siano ‘cliniche degli orrori’ come in altri paesi, posso certamente affermare che questo fenomeno esiste. Centinaia di minori spariscono ogni anno e finiscono nei giri della prostituzione minorile, della pedopornografia e anche del traffico di organi”.

“Qui non si tratta di mettere paura – continua Guidi a EC – qui si tratta di dire quello che anche tanti media non dicono mai, di come oggi il bambino è sotto lo schiaffo dello sfruttamento degli adulti, da più fronti. Ribadisco quanto dissi. E indicavo soluzioni. Per esempio il servizio di accompagnamento di minori non accompagnati. Tutti mi hanno chiesto le prove ma le prove sono tutti gli occhi di tutti, migliaia di storie in tutto il mondo. Insisto, il traffico d’organi passa anche dall’Italia. Non viene praticato in Italia, che io sappia, ma se i bambini spariscono dall’Italia che vengono macellati qui o altrove poco cambia.
In Italia c’è passaggio di bambini. Quando non c’è luogo del misfatto concreto è più difficile per la magistratura trovare prove concrete. E poi diciamocela tutta: questo è un errato innominabile. Anche chi persegue le prove spesso spera di non trovarle. È uno di quei problemi di cui tanti parlano ma chi se ne occupa davvero sono pochi.

Se le forze dell’ordine non hanno denunce, e per gli stranieri che scompaiono non ci sono denunce, come pensiamo ci siano inchieste? Anche nel consiglio dei ministri di allora mi accusarono di essere un matto. Non c’è bisogno di prove. La prova è che il bambino non c’è più
Abbiamo migliaia di bambini scomparsi. Servono altre prove?”


EC in questi mesi ha raccolto diverse testimonianze in proposito, nessuna, lo diciamo subito, decisiva e suffragata di prove. Sappiamo che più di 5mila minorenni stranieri sono scomparsi in Italia dall’inizio dell’anno.

In media, si perdono le tracce di 720 minori stranieri ogni mese.

Abbiamo parlato con Stefano Reali, regista de ‘Il Tramite’ unico film che ci risulti aver trattato della questione. Reali afferma di rifarsi a una ‘storia vera’, la stessa che racconta la giornalista del Corriere della Sera Emilia Costantini nel libro ‘Quel segno sulla fronte’ (Imprimatur, 2014) un romanzo nato da “una testimonianza di una persona che in Italia, in una clinica del nord di cui non posso rivelare il nome, ha avuto l’opportunità, dietro pagamento di un corrispettivo, di ricevere l’organo di cui aveva bisogno”.

Abbiamo parlato con Renato Bonora.

Renato Bonora denuncia dica anni traffici illegali organi anche nel nostro paese. Non solo: svela l’esistenza di ‘cliniche degli orrori’ anche in Italia, con tanto di espianti. Bonora, originario di Finale Ligure, non vive più in Italia per timore di ritorsioni. Molte delle sue denunce si possono trovare sul suo blog mentre diverse interviste e interventi che potevano essere ascoltate su currrunt.tv sono state censurate.

Bonora ha una storia processuale complessa, i suoi beni sono stati confiscati, compresa la casa e altri immobili di sua proprietà.

Bonora rivolge accuse precise, fa i nomi. Ha accusato il professor Umberto Valente, a capo del centro trapianti San Martino di Genova, di aver fatto espianti illegali in una clinica keniota. Denuncia finita in tribunale con una condanna per diffamazione a carico di Bonora. Che però non ha mai smesso di indicare gravissime connivenze anche della curia ligure (e non solo) in traffici di esseri umani.

Sia per i casi di Reali, della Costantini che di Bonora sono stati aperti dei fascicoli di indagine dalle procure di Genova e Roma, finite nel nulla.

Noi di EC abbiamo rilanciato le informazioni raccolte da Emergenza Legalità Onlus e la notizia di un cittadino italiano che si è sottoposto, per soldi, a un espianto di rene.

Un libro appena uscito della giornalista scientifica Franca Porciani, scritto insieme alla professoressa di Filosofia all’Università di Milano BicoccaPatrizia Borsellino, inquadra con estrema precisione i nuovi scenari del traffico di organi. Il libro si intitola ‘Vite a Perdere’, edito da Franco Angeli.

A proposito della situazione in Italia, Porciani ricorda le dichiarazioni del 2015 di Nuredin Atta Weharebi, il primo e unico ‘scafista pentito’ attualmente detenuto nel nostro paese, seguito dalla procura di Palermo. Atta Weharebi con le sue dichiarazioni portò all’arresto di 38 persone, una rete di trafficanti di uomini che “uccideva migranti che non avevano soldi per pagare il viaggio per prelevarne gli organi e rivenderli in Egitto per una somma di circa 15mila dollari”. Weharebi viene ritenuto attendibile dai giudici.

Di questo argomento non se ne vuole parlare – dice a EC Franca Porciani – specialmente nel nostro paese. Ci sono invece diverse inchieste giornalistiche inglesi e americane che hanno dimostrato l’esistenza di questo fenomeno.

Quando scrissi il mio primo libro sul tema, nel 2012 (Traffico d’organi. Nuovi cannibali, vecchie miserie, Franco Angeli editore, con prefazione di Ettore Mo) ci fu interesse, ma cadde quasi subito. Molte informazioni si trovano nella letteratura scientifica anglosassone, come Lancet e New England”.

Cliniche clandestine al Cairo

Dal 2008 al 2013 nel Sinai una vera mattanza. Disgraziati che arrivano dal Sudan , dallo Yemen, venivano intercettati da bande beduini che li segregavano e chiedevano riscatti. Chi non poteva pagare veniva ucciso e squartato. Esiste anche un reportage fotografico di questi corpi squartati e ricuciti. C’erano delle vere e proprie unità mobili che partivano dal Cairo per compiere queste operazioni. Poi su piccoli aerei gli organi venivano portati al Cairo. Ora, pensiamo a quello che succede in Libia. Non sappiamo nulla di cosa accade veramente, come possiamo escludere che qualcosa del genere accada anche in Libia? Ma sembra che non importi a nessuno.

Chi contesta l’esistenza di questo traffico dice che i costi per le operazioni, il trasporto, le medicine anti rigetto etc sono troppo alti per organizzazioni improvvisate e che comunque il sistema delle donazioni e dei trapianti funzioni. “Non c'è dubbio che funzioni ma le liste di attesa sono ancora molto lunghe e non solo in Italia. Nelle liste di attesa per il cuore ancora si muore. Per il rene, piuttosto di una vita infernale sotto dialisi, puoi trovare chi è disposto a violare la legge.

Prove certe della presenza di italiani in queste cliniche del Cairo o che in Italia vi siano operazioni di questo tipo io non le ho mai avute. Ma nei campi profughi giornalisti inglesi e americani hanno trovato le prove sia dei broker che dei donatori, cui spesso il silenzio viene comprato e pagato bene. Sappiamo che scompare un minore straniero su quattro. Tanti viaggiano, si spostano. Possiamo escludere che alcuni di loro finiscano nelle reti dei trafficanti di organi?”

Il caso Iran:

“In Iran da 25 anni si può fare un trapianto a pagamento per il rene, solo tra cittadini iraniani. Lo stato da un compenso al donatore, 25 anni fa era di mille dollari, così come oggi. In Iran si può fare una transazione privata per donazione di organi, attraverso associazioni statali (Anjomans) che gestiscono la contrattazione. Nel libro racconto il viaggio di Sigrid Fry-Revere che descrive le storie di donatori e riceventi. Un viaggio molto interessante, un caso unico al mondo. Come unico al mondo è l’Egitto, dove sappiamo esistono queste cliniche degli orrori, unico paese africano che ha recentemente disertato un consesso internazionale convocato dal Vaticano sul tema del traffico illegale di organi. Forse il Papa è in questo momento l’unica figura al mondo che si interessa davvero della questione.

Attenzione agli Stati Uniti ci dice infine Porciani: “Nonostante ci sia una legge che lo vieti, sta crescendo una filosofia di commerciabilità degli organi, in diversi stati stanno muovendosi organizzazioni e associazioni che spingono in questa direzione”.

(Da Luglio 2019 l'Iran prevede la "donazione" di organi da parte dei condannati a morte , ma le donazioni "legali" sono insufficienti per la domanda e, complice la crescente povertà della popolazione, si è creato un mercato nero dove un rene può essere venduto a circa 200 euro.- NdC)

Fonte: estremeconseguenze.it

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