Oggi voglio parlare di un avvenimento che, per una serie di eventi casuali, ho conosciuto in questi giorni a Parigi e mi ha particolamente impressionato.
Si tratta del massacro di centinaia di Algerini che volevano manifestare pacificamente per il centro di Parigi chiedendo l'indipendenza del loro Paese.
Si tratta del massacro di centinaia di Algerini che volevano manifestare pacificamente per il centro di Parigi chiedendo l’indipendenza del loro Paese.
Siamo nel 1961, in piena guerra d’Algeria e la risposta della Francia colonialista è terribile: centinaia di morti, molti scomparsi, corpi gettati dai flics nella Senna.
Si tratta del massacro di centinaia di Algerini che volevano manifestare pacificamente per il centro di Parigi chiedendo l’indipendenza del loro Paese.
Siamo nel 1961, in piena guerra d’Algeria e la risposta della Francia colonialista è terribile: centinaia di morti, molti scomparsi, corpi gettati dai flics nella Senna.
Nella foto soldati francesi si mettono in mostra con una donna algerina catturata.
Siamo ai tempi della guerra di liberazione in Algeria.
Una delle sensazioni più forti è proprio quella della percezione di silenzio che avviluppa il giorno del massacro di Parigi del '61. Si tratta della più grande mattanza consumatasi nella Francia metropolitana dal 1945 in poi. Io non lo sapevo prima di 5 giorni fa. Non sono l'unico, grazie anche ai miei colocataires J. e C., mi hanno detto che in Francia pochi sanno cosa è accaduto quel giorno.
Per provare a scrivere e presentare un po' di questa vicenda sto leggendo un libro "La Bataille de Paris" di Jean Luc Einaudi, presentatomi come il migliore libro di ricostruzione storica, ho visto il film "Nuit noir" di Alain Tasma (France, 2004) ed ho letto vari articoli online.
Una breve sintesi dei fatti:
in Francia nel '61 la crisi della guerra d'Algeria scuoteva il governo di De Gaulle, nello stesso periodo avvenivano massacri e torture sistematici in Algeria mentre si avviavano i primi contatti per la negoziazione tra la Francia e FLN dell'indipendenza algerina.
Nello stesso tempo si è attivata un'organizzazione di estrema destra armata, l'OAS (Organisation Armée Secrète) apertamente ostile ad ogni forma di negoziato sull'Algeria, che è arrivata a fare un attentato a De Gaulle, un tentato colpo di stato e diversi omicidi. Questa formazione nazionalista (l'Algeria fa parte della Francia, è Francia all'epoca) è apertamente razzista e conta su un forte appoggio tra le forze armate e quelle di polizia.
In questo clima estremamente teso alcuni "flics", certi dell'impunità, compiono dei sequestri e uccisioni di Algerini. Nei mesi di settembre e ottobre 1961 i casi di cadaveri massacrati sconosciuti ritrovati nella Senna o nei boschi vicino Parigi aumenta in maniera esponenziale.
La situazione è esplosiva e il prefetto di Parigi, tal Maurice Papon, prefetto di Lille e collaboratore dei nazisti durante la seconda guerra mondiale, ordina il 5 ottobre il coprifuoco per tutti gli Algerini. E' solo l'ultimo di atti razzisti e criminali contro la popolazione Algerina.
Per il governo Francese la manifestazione era un atto di guerra di un gruppo terroristico sul suolo della capitale della Francia metropolitana.
Viene data carta bianca al prefetto Papon per reprimere la manifestazione che deve essere impedita.
Quella sera oltre 15.000 Algerini vengono arrestati in rastrellamenti su tutta Parigi e portati in centri di detenzione che diventano macellerie. Laddove si forma un abbozzo di corteo la polizia apre il fuoco su manifestanti disarmati e spacca teste con i suoi manici di piccone lunghi oltre 1 metro. I morti sono immediatamente moltissimi. In centro a Parigi vicino a Ponte Saint Michel, nel quartiere dove vivono centinaia di Algerini si forma un corteo che viene attaccato dai "flics".
Quella sera oltre 15.000 Algerini vengono arrestati in rastrellamenti su tutta Parigi e portati in centri di detenzione che diventano macellerie. Laddove si forma un abbozzo di corteo la polizia apre il fuoco su manifestanti disarmati e spacca teste con i suoi manici di piccone lunghi oltre 1 metro. I morti sono immediatamente moltissimi. In centro a Parigi vicino a Ponte Saint Michel, nel quartiere dove vivono centinaia di Algerini si forma un corteo che viene attaccato dai "flics".
La scena, descritta da testimoni, è raccapricciante: sotto le finestre della Prefettura di Parigi, gli Algerini vengono massacrati, decine di corpi di morti o moribondi vengono lanciati nella Senna dal Ponte, i rimanenti vengono portati nella corte della Prefettura e picchiati ancora e ancora (alcuni dicono di 50 morti solo in quel luogo). Nei centri di concentramento le botte vanno avanti per oltre 2 giorni senza la presenza di occhi indiscreti, poi ci sono le espulsioni di massa in Algeria.
Decine e decine di Algerini "sono scomparsi", cadaveri riaffiorano a decine dalla Senna nei giorni successivi.
La polizia comunica alla stampa di essere stata attaccata da persone armate e che si è difesa causando 2 morti (poi diventati 3) e diversi feriti. La stampa salvo rarissime eccezioni (la rivista di Sartre e Testimonianza Cristiana) ci crede, su quella giornata cade il silenzio e l'oblio.
Che, sebbene l'attuale sindaco di Parigi abbia apposto una piccola targa sul ponte S. Michel, sembra durare ancora oggi.
Decine e decine di Algerini "sono scomparsi", cadaveri riaffiorano a decine dalla Senna nei giorni successivi.
La polizia comunica alla stampa di essere stata attaccata da persone armate e che si è difesa causando 2 morti (poi diventati 3) e diversi feriti. La stampa salvo rarissime eccezioni (la rivista di Sartre e Testimonianza Cristiana) ci crede, su quella giornata cade il silenzio e l'oblio.
Che, sebbene l'attuale sindaco di Parigi abbia apposto una piccola targa sul ponte S. Michel, sembra durare ancora oggi.
La cifra di morti ufficiale è ancora quella di 3 (gli storici realisti la collocano tra 200 e 300), nessuno è stato condannato per i fatti.
"Parigi, martedi' 17 ottobre 1961. Dopo l'appello dell' FLN (Fronte di Liberazione Nazionale Algerino) gli Algerini della regione Parigina cercano di manifestare la sera contro il coprifuoco. Durante la notte, sotto una pioggia battente, è un massacro.
Secondo la versione ufficiale, resa pubblica l'indomani, gli scontri hanno causato 2 morti tra i manifestanti e 2 poliziotti feriti da arma da fuoco. La tesi è chiara: gli Algerini erano armati e la polizia ha agito per legittima difesa. I giorni seguenti saranno usati dai poteri pubblici per far ostacolare tutte le inchieste, con il tacito accordo dell'opinione pubblica. Il massacro sarà cosi'respinto dalla coscienza collettiva.
Jean-Luc Einaudi ha pazientemente ricostruito la successione degli avvenimenti, dopo aver consultato dei documento d'archivio inediti, i registri dei cimiteri parigini, la stampa dell'epoca, i testi ufficilai ed aver ascoltato più di un centinaio di testimoni diretti o indiretti. Racconta, ora per ora, caso per caso, come la polizia parigina abbia fucilato, annegato, massacrato a colpi di bastone Algerini disarmati. (…)"
(Tratto e tradotto da "La Bataille de Paris" di Jean-Luc Einaudi, éditions du Seuil, 1991).
"Il massacro del 17 ottobre 1961 indica la repressione compiuta picchiando una manifestazione pacifica in favore dell'indipendenza dell'Algeria a Parigi. Secondo le stime, tra 32 e 325 magrebini sono morti sotto i colpi della polizia francese, allora comandata dal prefetto Maurice Papon. Decine di manifestanti sono state gettate nella Senna, tanti altri sono morti nei centri di detenzione nei quali sono stati rinchiusi per 4 giorni. Negato dalle più alte autorità dellè epoca, il massacro non ha iniziato ad essere oggetto di ricerche che a partire da metà degli anni '70. e' diventato conosciuto quando Murice Papon ha perso un processo di diffamazione contro uno storico (Einaudi ndd) nel 1999".
Per maggiori informazioni in italiano ho trovato questo articolo di Claude Liauzu su Le Monde Diplomatique di febbraio 1999.
In francese si possono segnalare il sito dell'associazione 17 octobre e un articolo da un sito algerino.
Per maggiori informazioni in italiano ho trovato questo articolo di Claude Liauzu su Le Monde Diplomatique di febbraio 1999.
In francese si possono segnalare il sito dell'associazione 17 octobre e un articolo da un sito algerino.
Fonte: umbvrei.blogspot.it
Il 17 ottobre 2012 il presidente Hollande, in un laconico comunicato stampa, afferma che "la Repubblica riconosce con lucidità la sanguinosa repressione della manifestazione.." e 51 anni dopo rende omaggio alle vittime..
Il 17 ottobre 2012 il presidente Hollande, in un laconico comunicato stampa, afferma che "la Repubblica riconosce con lucidità la sanguinosa repressione della manifestazione.." e 51 anni dopo rende omaggio alle vittime..
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