sabato 3 febbraio 2024

Lavorare prima delle 10 di mattina fa male alla salute.

Lo conferma l'Università di Oxford ..

Rivoluzione pigra. 
Per tutti quelli che la mattina sono come un diesel e fanno fatica a cominciare la giornata senza almeno 4 caffè, è arrivata la scusa perfetta. Stando ad una ricerca dell'Università di Oxford, cominciare la giornata lavorativa prima delle 10 provoca solo stress e riduce la produttività.

Come riporta La Repubblica, l'indagine svolta da Paul Kelley evidenzia come gli orari da ufficio, dalle 9 alle 17, non siano sincronizzati con l'organismo degli under 55. Ciò comporterebbe non solo aumento di stress, stanchezza e conseguente riduzione della produttività, ma anche altri danni fisici e mentali

Fra i rischi c'è l'aumento di peso, un calo delle difese immunitarie, perdita della memoria e dell'attenzione, tutti rischi da non sottovalutare. "Per questo sarebbe necessario - sostiene Kelley - fare una grande rivoluzione e rispettare l'orologio biologico delle persone nell'organizzare l'attività professionale".

Non solo in ufficio, ma anche a scuola. Lo snodo della ricerca sta proprio nel far svolgere le attività in concordanza con il metabolismo e al ritmo circadiano, che continuano a cambiare con l'età e la crescita ..


Durante la pubertà si verifica un fisiologico cambiamento dei ritmi circadiani che porta i ragazzi ad andare a dormire in media due ore dopo rispetto ai bambini. 

E per questo dovrebbero dormire di più al mattino. Alcuni test hanno messo in evidenza che i ragazzini di 10 anni sono poco concentrati prima delle 8,30, mentre i sedicenni ottengono migliori risultati dopo le 10 e gli universitari dalle 11 in poi.

Kelley ha testato le sue teorie all'interno di alcune scuole, e, stando ai risultati ottenuti, le prestazioni degli studenti migliorerebbero del 10 per cento iniziando la scuola qualche ora più tardi. A sostenere la sua tesi, anche l'American Academy of Pediatrics (AAP) e vari istituti scolastici del Regno Unito.

"E' un'importante questione sociale - spiega ancora Kelley su La Repubblica - . Se i dipendenti iniziano a lavorare prima delle 10 sono stanchi, demotivati. Nella nostra società ci sono molte persone che soffrono di carenza di sonno. In questo modo si danneggia la salute. Anche cuore e fegato si adattano male a questi ritmi. 

Non si può influire in modo negativo sull'orologio biologico e non è possibile adattarsi all'imposizione di svegliarsi a una determinata ora del giorno. Succede anche negli ospedali e nelle carceri. Gli individui vengono svegliati per mangiare cibo che in quel momento non vogliono. La carenza di sonno è una tortura."

Diversi studi clinici hanno collegato la carenza di sonno a disturbi o patologie, tra cui obesità, malattie cardiovascolari e deficit cognitivi. 

Una ricerca pubblicata su Pnas dell'University del Surrey a Guildford, nel Regno Unito, ha messo in evidenza i meccanismi di questa correlazione. 

Secondo la sperimentazione su 26 persone, il nesso è collegato ai meccanismi di regolazione genica. 
I 26 volontari sono stati sottoposti a una settimana di sonno insufficiente, una media di 5,7 ore a notte, seguita da 7 giorni di sonno regolare: 8,5 ore a notte. Al termine di questo periodo a ognuno è stato richiesto di rimanere sveglio per 40 ore e di sottoporsi periodicamente a un prelievo di sangue. Al termine dell'analisi i ricercatori hanno messo in evidenza che dormire poco influisce su 711 geni.

"Per questo sarebbe necessario - sostiene Kelley - fare una grande rivoluzione e rispettare l'orologio biologico delle persone nell'organizzare l'attività professionale".

Lavorare troppo, insomma, fa male. Lo pensa anche la Svezia, che ha ridotto la giornata lavorativa a 6 ore.

Pigri italiani, tenete duro: presto potreste andare a lavoro con il sole già alto, e senza rimproveri.

Articolo precedentemente pubblicato qui il 23/01/2017

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